Anno | 2022 |
Genere | Azione, |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 131 minuti |
Regia di | Lee Jung-Jae |
Attori | Lee Jung-Jae, Sung-tae Heo, Woo-sung Jung, Hye-jin Jeon, Jeong Man-sik Go Yoon-Jung, Andreas Fronk, Derek Chouinard, Kim Jong-soo. |
Distribuzione | Koch Media |
MYmonetro | Valutazione: 2,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 14 luglio 2022
Due agenti dell'Intelligence sono in missione per stanare un gruppo di spie.
CONSIGLIATO NÌ
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Corea del Sud, 1983. Il capo della sicurezza Pyong Pyon-ho e quello dei servizi segreti Kim Jong-do ingaggiano un duello a distanza senza esclusione di colpi: dapprima per dare la caccia a Donglim, una possibile talpa nordcoreana annidata tra le file del Sud, quindi per dimostrare che dietro la talpa si nasconde proprio il rispettivo e acerrimo rivale. Il viaggio del dittatore Chun a Bangkok, in cui si ritiene possa avvenire un attentato, rappresenta un'ottima occasione per svelare l'identità di Donglim.
Di fronte all'ennesimo titolo sudcoreano incentrato sull'attentato al presidente Park (il capostipite è President's Last Bang, The Man Standing Next), sul massacro di Gwangju (Peppermint Candy, A Taxi Driver) e sul doppiogiochismo tra Corea del Nord e Corea del Sud è difficile rimanere sorpresi.
Per questo motivo, forse, per il debutto alla regia Lee Jung-jae - popolare attore, noto in tutto il mondo per il suo ruolo in Squid Game - gioca la carta dell'eccesso parossistico. In un continuo rimbalzo tra passato e presente, costellato di flashback, si dipana una matassa molto difficile da seguire senza smarrire dei dettagli fondamentali.
Un elevato grado di attenzione è sempre stato richiesto dalle spy stories, specie quando adattate da romanzi di John Le Carré (di cui Lee è evidentemente un fan), ma Hunt alza di molto l'asticella della complessità dell'intrigo. Di pari passo con le contorsioni narrative procedono i paradossi, assimilabili più a un film di fantascienza o di supereroi che di spionaggio. Da subito si procede ben oltre la sospensione dell'incredulità, tra scene di conflitto armato in strada che guardano a Heat di Michael Mann o a Breaking News di Johnnie To, azioni di guerriglia degne di Rambo e fantasmagorici atti di doppiogiochismo spionistico (si può credere a un efferato torturatore dei servizi segreti che, dopo aver assistito a una violenta repressione, viene folgorato sulla via della democrazia?).
Incurante di questi dettagli Lee Jung-jae procede spedito, facendo del premere a tavoletta sul pedale dell'acceleratore una scelta stilistica e contenutistica, dall'incipit all'epilogo. Per questo si affida al coordinatore degli stunt di Train to Busan, Heo Myeong-Haeng, per la direzione delle scene d'azione.
Ma non è solo puntando all'eccesso che si ottiene un action del livello di The Raid o Man from Nowhere. Anche in un film d'azione serve che la caratterizzazione dei personaggi abbia un senso, o che i colpi di scena possano coinvolgere a un punto tale da non far sorgere la domanda ricorrente con Hunt: "Davvero? Un altro?".
Non aiuta, se non a generare ulteriore confusione, il passaggio ucronico in cui il corso degli eventi, alla maniera dell'ultimo Tarantino, devia radicalmente dalla realtà storica. Nonostante i limiti di sceneggiatura, Lee si conferma un ottimo attore, in grado di mantenere uno stile misurato e un volto enigmatico in un ruolo ambiguo e tutt'altro che semplice. Il passaggio da un lato all'altro della macchina da presa, tuttavia, sa di idea rimasta solo sulla carta, almeno per ora.
HUNT disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
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In un certo senso, Hunt è una sorta di compendio del cinema sudcoreano, sia sul versante spettacolare sia su quello contenutistico e storico\politico. Un blockbuster, ma non solo. Presentato in anteprima al Festival di Cannes 2022, la prima fatica dietro la macchina da presa della star Lee Jung-jae, anche protagonista, non si limita a essere un'intricata spy story.
L'action movie coreano è un insieme esagitato botte, sparatorie, pestaggi inserito in una trama di spionaggio. Siamo negli anni '80, in un periodo in cui era più vivo che mai il ricordo della separazione del paese, e nei due blocchi era ancora possibile respirare una speranza di riunificazione. Nella Corea del Sud al potere ci sono i militari saliti al potere con un colpo di stato.