Film e documentari sul mondo della moda non ne mancano ma quello di Matarrese ha la qualità di essere una sorta di diario al seguito di tre personalità diverse per età e per modo di proporsi ma unite dall’aspettativa di farsi comunque e sempre notare. Ognuno di loro è in continua attesa di un invito a una sfilata, a un evento o comunque ad iniziative in cui poter esercitare il proprio (reale, presunto od ormai passato) potere di attrazione. Tutto il documentario si innerva su un mood che fa dell’incertezza, legata fondamentalmente all’apparenza, il proprio perno narrativo.

Ecco allora che la Babylon del titolo si concretizza in modalità di comunicazione corporea ed esteriore in cui ognuno utilizza un linguaggio funzionale solo fino a quando c’è qualcuno disposto ad ascoltarlo. Ogni posto a bordo pedana, ogni passerella, debbono essere ogni volta ricontrattati. Per finire nel dimenticatoio basta un attimo.

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