Cinema e teatro si confondono in un'opera il cui oggetto è la recitazione e la creatività di un grande maestro. Drammatico, Francia, USA2022. Durata 63 Minuti.
Il complesso rapporto tra Tolstoi e la moglie documentato dalla loro corrispondenza. Espandi ▽
Wiseman filma l’attrice Nathalie Boutefeu nell’atto di dar voce alle parole e ai pensieri di Sonja senza mascherare in alcun modo il dispositivo (non c’è un reale tentativo di finzione; anche i costumi alludono soltanto all’epoca): la recitazione è l’oggetto del film, insieme alla natura romantica del testo, che non a caso dialoga costantemente col paesaggio, trovando in esso uno specchio e un amplificatore sentimentale. Lo spettatore è preso, così, in un vortice che lo inghiotte e lo risputa fuori dallo schermo di continuo. Teatro e cinema mirano a confondersi, così come fanno passato e presente, grazie all’utilizzo di un francese più moderno rispetto alle traduzioni disponibili (un lavoro, tecnico e creativo, svolto dall’attrice stessa, che la avvicina ulteriormente al personaggio) e ancora una volta per il tramite della natura incontaminata, capace di meravigliare e di sovrastare l’essere umano, oggi come ieri. Recensione ❯
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Le origini del supereroe della DC così dedito alla pace nel mondo da sfruttare la forza delle armi pur di ottenerla. Espandi ▽
Action e commedia demenziale, con massicce dosi di musica hair metal, fanno di Peacemaker una delle serie più divertenti degli ultimi anni, a partire dalla sigla con balletto divenuta subito virale. La serie abbraccia tutta la follia del sottobosco dei personaggi minori della DC Comics, a partire da un protagonista che dice di amare così tanto la pace, che non importa quanti uomini, donne e bambini debba uccidere per averla. Nemmeno un antieroe bensì una figura grottesca, che la serie vede lentamente maturare nel rapporto con il padre, ancora più mostruoso di lui, e in quello con i colleghi che hanno visioni del mondo più liberal e meno narcisistiche. A interpretarlo con sfacciata irriverenza, ottusità muscolare e dilagante scorrettezza politica c'è John Cena, mentre a scrivere e in buona parte a dirigere la serie c'è James Gunn. Recensione ❯
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La storia di un'ossessione e un'importante lezione di storia: pubblico e privato devono rimanere separati. Docu-fiction, USA2020. Durata 104 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il docu-film che rivela la guerra di registrazioni e calunnie che l'FBI lanciò contro l'uomo più pericoloso d'America: Martin Luther King. Espandi ▽
A partire da alcuni file recentemente desecretati, il film ricostruisce il tentativo dell’FBI di screditare Martin Luther King, dal 1955 al 1968, anno della sua uccisione, leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani e tra le personalità più in vista degli Stati Uniti. Pastore protestante, King tradiva ripetutamente la moglie e l’agenzia federale registrò i suoi incontri e le sue conversazioni con l’obiettivo di rovinare la sua reputazione. L’accento è posto soprattutto sull’accanimento di dirigenti e politici nei confronti di King, mentre del famoso leader politico e spirituale è messo in luce il rapporto con quel potere che lo adulava e al tempo stesso lo combatteva. Le registrazioni degli incontri segreti di MLK con le sue amanti non sono presenti nel film: nel 1977 l’ordinanza di un tribunale federale ha stabilito che solo nel 2027 potranno uscire dagli archivi nazionali dove ora sono conservate. Non siamo perciò di fronte alle rivelazioni piccanti sulla vita segreta di un gigante del XX secolo, ma a una riflessione sul rapporto fra singolo e potere. Recensione ❯
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Un affresco dall'appeal internazionale che si fa gesto politico riportando in primo piano la dignità delle donne algerine. Drammatico, Algeria, Francia, Taiwan, Arabia Saudita, Qatar2022. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia della regina Zafira, una donna coraggiosa che ha saputo sfidare l'arroganza degli uomini. Espandi ▽
Algeri, 1516. La città nordafricana subisce da sei anni il dominio dei conquistatori spagnoli. Il re a capo della repubblica monarchica, Salim, è un uomo di pace ma non tollera più la presenza degli stranieri, e quando il pirata algerino Aruj detto Barbarossa sconfigge gli spagnoli lungo la costa, Salim accetta con lui un'alleanza. Non sa che Aruj ha intenzione di impossessarsi del suo palazzo, il suo cavallo e sua moglie, anzi, le sue mogli: la saggia Chegga e la volitiva Zafira. Quando le maschere cadono però sarà proprio Zafira a tenere testa al pirata violento e carismatico, nell'interesse dell'Algeria e di suo figlio Yahia, il cui destino di re è minacciato da Barbarossa.
Il film si colloca al crocevia di molti approcci drammaturgici - tragedia shakespeariana e melodramma, film storico e cappa e spada, fantasy ed epopea, Mille e una notte e mito fondante - e riesce a mantenere in equilibrio le sue anime. La messinscena è sontuosa, costumi, trucco e acconciature sono magnifici, la fotografia pittorica è fortemente evocativa e la recitazione, pur mantenendosi sopra le righe, è adeguata a una leggenda millenaria che riporta a una tradizione poi sovrascritta dalla colonizzazione francese.
Zafira, l'ultima regina attinge a Il trono di spade come all'iconografia classica algerina, e il risultato è un appeal internazionale le cui radici etniche restano però molto visibili e in una certa misura resistenti ai compromessi. Recensione ❯
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Un ritratto che omaggia la creatività di un artista lucido, libero e sempre controcorrente. Documentario, Italia2022. Durata 56 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ritratto di un grande uomo di cinema e di politica attraverso i ricordi di colleghi e ammiratori. Espandi ▽
Il ritratto di un intellettuale a cui non è mancato l’impegno politico diretto unito a originalità creativa. Dei numerosi interventi di personalità come Paolo Taviani, Luciana Castellina e Valeria Golino quelle che risultano più originali sono quelle di Giuliano Montaldo e di Ken Loach. Il primo descrive un Maselli disponibile e generoso quanto rigido e radicale sul piano ideologico. Il secondo ricorda la conclusione di una cena con tanto di canto dell’Internazionale avviato da Maselli. Ceccarini delinea così il ritratto di un regista capace di individuare i propri bersagli con estrema lucidità, di dirigere gli attori con grande precisione e di intervenire sul linguaggio cinematografico piegandolo alle proprie esigenze narrative libero dal bisogno di compiacere la critica o chi deteneva il potere. Ogni suo film, anche quelli meno riusciti, aveva al proprio interno l’urgenza di manifestare un disagio sociale o una protesta mai velleitari ma sempre lucidamente schierati. Recensione ❯
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Kamala Khan, cresciuta nel New Jersey, scopre di avere poteri polimorfi. Espandi ▽
Kamala Khan è una ragazzina musulmana, di origini pakistane, che vive a Jersey City e frequenta la high school. La sua principale preoccupazione è partecipare, contro il volere dei genitori, alla Avengers Con, per la quale si è preparata per mesi realizzando un costume da Capitan Marvel, la sua eroina del cuore. Pochi giorni prima riceve per posta un bracciale dalla nonna e questo la rende capace di generare cristalli di luce solida, con i quali diventa, non senza incidenti, una sorta di supereroina. L'agenzia governativa Damage Control vuole arginare i giovani supereroi e quindi inizia a cercarla, ma anche un misterioso gruppo di individui ha bisogno di lei, perché il bracciale può riaprire il portale verso il loro mondo...
Ms. Marvel è la più teen delle serie Marvel-Disney ed è anche una delle più riuscite: spigliata e stilizzata è fieramente multiculturale, capace di portare temi nuovi e inattesi nel Marvel Universe Cinematografico.
Al di là dei nobili intenti, la serie funziona e conquista soprattutto per la freschezza dello stile, con incursioni grafiche e di formati da social media rispetto al più consueto stile Marvel televisivo. Recensione ❯
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Un reportage molto istruttivo che è anche utile ripasso dell'implacabile escalation del regime putiniano. Documentario, Gran Bretagna, Germania2021. Durata 104 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un importante documento, che mostra le contraddizioni e la censura del governo russo. Espandi ▽
Piazza Rossa, Mosca, 2008: il presidente Vladimir Putin, già Presidente della Federazione Russa per due mandati consecutivi, dal 1999 al 2008, presenta in pubblico come candidato del suo partito Dmytri Medvedev, che verrà eletto e lo nominerà capo del governo. A Natasha Sindeeva, energica dirigente di una radio musicale moscovita, esponente dell'alta società, quello sembra il momento adatto per lanciarsi in una nuova impresa commerciale: aprire una tv di news indipendente e fonda quindi Dozhd TV come organo di informazione alternativa e libera.
Da un punto di vista giornalistico il film è un utile ripasso dell'implacabile escalation del regime putiniano: nel silenzio delle altre emittenti Dozhd TV non solo trasmette le immagini delle bombe all'aeroporto di Domodedovo, ma documenta anche le proteste di piazza per le forzature della Costituzione e i brogli elettorali, gli arresti, la repressione.
Il film segue le reazioni individuali alla progressiva limitazione delle libertà di espressione e la domanda angosciante sulla possibilità stessa di una Russia libera. Eterogeneo nelle fonti, dall'andamento un po' disperso in diversi filoni narrativi, un reportage molto istruttivo. Recensione ❯
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Un doc affascinante, dall'impianto narrativo jazzistico, su Lawrence Ferlinghetti, padre della Beat Generation. Documentario, Italia, Argentina2022. Durata 83 Minuti.
Pittore, poeta, editore, libraio, divulgatore della Beat Generation. L'avventura centenaria di Ferlinghetti. Espandi ▽
Lawrence Ferlinghetti, scomparso nel 2021 all'età di 101 anni, è stato il profeta della Beat Generation, sia in qualità di poeta sia come editore degli altri scrittori americani 'beat', tra cui Jack Kerouac e Allen Ginsberg. Spirito cosmopolita per natura (il padre, morto poco prima della sua nascita, era un bresciano emigrato in America, la madre aveva origini francesi), ha sempre vissuto portando avanti la propria visione del mondo, all'insegna di "un anarchismo pacifista e un socialismo umanista".
In questo docufilm, il regista Ferdinando Vicentini Orgnani ne delinea un ritratto che è il frutto di quindici anni di amicizia e collaborazione, tra San Francisco, la città di Lawrence, e l'Italia, dove amava sempre tornare. Il documentario procede per frammenti nel delineare una figura fondamentale nella cultura americana del Novecento, rievocando lo spirito della Beat Generation.
Attraverso spezzoni di interviste, letture teatrali, testimonianze di Ferlinghetti e di chi lo conosceva, The Beat Bomb fa emergere una personalità affascinante e a tratti inafferrabile. E in quegli occhi azzurri, di quell'azzurro vivo, "la vita pulsa ovunque / la cosa chiamata morte non esiste". Il mondo, con tutte le sue storture, è ancora un gran bel posto dove nascere. Recensione ❯
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Un road movie per raccontare un'altra Sicilia. Espandi ▽
Chi conosce Giovanna Taviani e ne apprezza l'opera non poteva non aspettarsi un'apertura in cui il mare fosse dominante. Questa attesa viene soddisfatta perché Giovanna prende le mosse dalle profondità marine per narrare e far narrare di donne, cavalier, arme ed amori mostrando come non si tratti di archeologia culturale ma di tesi ed azioni teatrali che mordono sul presente. Perché le vicende di Ulisse o dei Paladini di Francia hanno una presa che travalica il tempo. Così come le cantate sui morti di mafia o sulla madre di Salvatore Carnevale (prima donna a costituirsi come parte civile in un processo contro mafiosi) ci parlano di un passato prossimo che non ha smesso, purtroppo, di essere attuale. Gli interpreti che incontra nel suo viaggio mostrano con la loro voce e i loro corpi, nonché con i pupi, che non sono più personaggi ma vere e proprie persone, la passione artistica e civile che li anima. Recensione ❯
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Due ragazzi iniziano a comunicare via radio per poi scoprire che vivono in anni differenti. Espandi ▽
Una storia romantica arricchita di un elemento fantascientifico che conferisce profondità alla narrazione. Delicato e coinvolgente, il lungometraggio trasporta lo spettatore in un mondo dai toni pastello, in cui c’è spazio per i sogni e, soprattutto, per l’amore. Ditto racconta infatti di un viaggio nel tempo capace di segnare profondamente le vite di un ragazzo e di una ragazza provenienti da epoche differenti. Se si conosce il proprio futuro, è possibile modificarlo? E in che modo il passato può incidere su quel che sarà? Un film leggero, ma mai superficiale, sull’amore: emotivamente coinvolgente, sul finale strappa più di qualche lacrima, senza tuttavia risultare sdolcinato. La splendida scrittura di Seo Eun-young - unita a una regia particolarmente ispirata - riesce a conferire profondità a un concetto semplice, messo in scena grazie a una fotografia avvolgente dai toni pastello, oltre che a un cast in ottima forma. Recensione ❯
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Seguendo la street artist Laika: un ritratto dal taglio efficace e inedito. Documentario, Italia2022. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un doc per rivivere gli anni di pandemia attraverso gli occhi e il talento di Laika, una donna che si
definisce "un'attacchina romana" e dimostra una profonda consapevolezza morale e artistica. Espandi ▽
Attiva dal 2019, Laika incolla i suoi poster sui muri di Roma. Senza chiedere permesso, come tanti altri artisti più o meno noti di lei, che usano all'incirca gli stessi strumenti per prendere voce, esprimere dal basso una posizione, soprattutto per conto di chi una voce non l'ha: migranti, donne, vittime della guerra, persone che in Italia non hanno cittadinanza.
È una voce critica del potere dei capi di Stato, ma esprime anche attaccamento a figure popolari, dai calciatori a persone molto meno famose. Spera, che presenta il suo film d'esordio in Freestyle alla Festa del cinema di Roma 2022, ha ottenuto la sua fiducia e disponibilità e può osservarla (ammesso che si tratti di una donna) anche durante l'isolamento del lockdown. La regia coglie i tratti essenziali del suo gesto - spirito antisistema, velocità di esecuzione, immediatezza e incisività del messaggio - e mutua alcuni stilemi del cinema di genere (accelerazioni, musica elettronica, ritmo, immaginario ma anche ironia metacinematografica da superhero movies) tramite i quali si tiene lontano dal rischio di uno scolastico profilo d'artista. Recensione ❯
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Una curatissima messa in scena, interpretazioni profonde, personaggi originali ed esplosioni di violenza che bucano lo schermo. Western, Drammatico - Gran Bretagna, USA2022.
La serie prende i temi centrali dell'identità e della vendetta per raccontare una parabola unica e avvincente sulla razza, il potere e l'amore. Espandi ▽
Lady Cornelia giunge nel selvaggio West nel 1890, in cerca di vendetta sull'uomo responsabile della morte di suo figlio. Il suo arrivo però non è passato inosservato e la donna finisce prigioniera di un albergatore senza scrupoli, che cattura anche un nativo americano di passaggio. Questi si chiama Eli Whipp ed è un sergente che ha da poco lasciato l'esercito per andare a reclamare in Nebraska le terre che avrebbe guadagnato con il proprio servizio.
Quella di The English è un'odissea in un Far West popolato di figure grottesche e iperviolente, dipinte da colori sgargianti che ne magnificano tanto la bellezza quanto l'orrore.
La serie rimane affascinante grazie alla curatissima messa in scena, alla profondità delle interpretazioni, all'originalità di alcuni personaggi e alle esplosioni di violenza che bucano lo schermo. Le scene più memorabili sono spesso "rubate" dai comprimari della serie, interpretati da un'ottima galleria di caratteristi. Recensione ❯
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Un uomo cieco perde le sue certezze quando incontra una donna. Espandi ▽
Dall'Iran arriva un film di denuncia che costruisce il proprio assunto sul ricordo e sul desiderio. Un film che non fa concessioni al regime degli ayatollah mentre costruisce una vicenda che va oltre alla semplice denuncia per scavare nel profondo di una condizione umana ed esistenziale.
Il fare film oggi in Iran uscendo dagli schemi consueti non deve essere per nulla facile e quindi l'escamotage dell'immaginario può divenire utile per far sì che la lettura dei censori non sia così drastica come invece avrebbe potuto essere. Resta forte la percezione di un cinema che sente battere con violenza alle proprie porte l'imposizione del Potere. In una visione della società che si vorrebbe ipovedente e quindi incapace di 'guardare oltre', quei colpi si trasformano in un collirio che, se anche attualmente non può modificare la situazione, impedisca almeno che si trasformi in cecità conformistica e totale. Recensione ❯
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Un ritratto di Gian Paolo Barbieri, un fotografo che ha saputo ridefinire le immagini della moda. Espandi ▽
Gian Paolo Barbieri è un fotografo di moda (e non soltanto) che ha lasciato e continua a lasciare, malgrado una malattia incurabile, il proprio segno nel mondo dell'arte. Il documentario lo vede come protagonista che riflette sulla propria opera con il contributo di chi quell'opera ha amato e continua ad amare.
Ogni opera di Barbieri rivela come il suo pensiero creativo abbia sempre messo al centro tutto ciò che deve trovarsi (o essere escluso) dall'inquadratura. Vediamo Barbieri all'opera ma anche, grazie ai propri collaboratori e a un'importante collezionista d'arte, tornare a visitare il proprio percorso artistico, con commozione talvolta, ma anche con una memoria pronta a riportarlo a considerare le ragioni e la tecnica necessarie per ottenere quella precisa immagine.
Anche chi non è particolarmente interessato al mondo della moda dovrebbe vedere questo documentario. Avrebbe l'occasione per cogliere una trasposizione in immagini decisamente magistrale del concetto di bellezza. Recensione ❯
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Archivi e memorie privati rievocano uno spazio di libertà in tempi repressione sessuale. Un documento di storia queer. Documentario, Francia, USA2022. Durata 97 Minuti.
Due donne raccontano gli arbori della trans-identità nell'America degli anni '50 e '60. Espandi ▽
Tra gli anni '50 e '60, in una residenza privata sui monti Catskills, nello Stato di New York, trovarono un posto segreto e riservato decine di donne transgender e uomini crossdressers, cioè con la passione per l'indossare abiti femminili. In quegli anni travestirsi era illegale, così come dichiarare la propria omosessualità, e tali incontri poterono avvenire solo tramite annunci personali pubblicati dalla rivista di nicchia "Transvestia". Battezzato "Casa Susanna" dal soprannome di uno dei suoi due promotori en travesti (Tito, detto Susanna, compagno di Maria, liberale parrucchiera di origini italiane), quel piacevole resort, teatro di incontri e anche spettacoli di female impersonators, in seguito chiuso, è richiamato alla memoria dalle testimonianze di due degli originali partecipanti a quelle riunioni e da familiari di frequentatori della casa.
Procedendo nel solco tracciato dal bellissimo e inusitato Les invisibles (2012), preziosa ricognizione nella clandestinità e nell'isolamento degli omosessuali francesi anziani, Sébastien Lifshitz aggiunge un nuovo capitolo alla sua opera di storiografia della comunità LGBTQ+, ovviamente molto prima che le distinzioni operate da questo acronimo fossero chiaramente espresse e chiare. Recensione ❯
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