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Altrimenti ci arrabbiamo, il reboot del cult con Bud Spencer e Terence Hill, tra rinnovamento e nostalgia

Edoardo Pesce e Alessandro Roia nell'omaggio a un film che è diventato di culto per più di una generazione. Dal 23 marzo al cinema.
di Giancarlo Zappoli

lunedì 21 marzo 2022 - Recensioni

Ci voleva coraggio per andare a proporre il reboot di un mito del cinema di intrattenimento nonché al 14° posto al box office del cinema italiano dal 1950 ad oggi. Ebbene sì. Il film di Marcello Fondato con la coppia Terence Hill/Bud Spencer ha fatto 11.246.906 spettatori superando, seppur di poco al botteghino La Bibbia e Il Decameron. Difficile oggi raggiungere quelle cifre. Però, dopo il buio e la luce del proiettore ci sarà poi Netflix a completare l’opera e quindi sui numeri nulla è perduto.

La posta è alta perché - sebbene non ci troviamo di fronte a un remake (questo ci viene chiarito in apertura con un riassunto della vicenda precedente) ma a un reboot - ciò non impedisce i confronti. A partire dalla coppia Pesce/Roja alla quale va riconosciuto un affiatamento nella costruzione della rivalità/affiatamento che si sviluppa in progress perché i due riescono a sostenere senza apparente sforzo i tempi sia di attesa che di entrata in azione della coppia modello.

C’è da chiedersi se il film venga letto dalle nuove generazioni come un’operazione nostalgica (e quindi non preso in considerazione) oppure se venga invece visto come una nuova apertura a una modalità di narrazione rodata ma evergreen. Solo il tempo ce lo dirà.
 

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