Un'opera degna della ricca tradizione del cinema thailandese. Presentato a Orizzonti, in streaming fino al 15 settembre.
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di Tommaso Tocci
Nella Thailandia degli anni sessanta, Maem è una giovane ragazza che vive con il padre orologiaio, facendosi impartire lezioni di filosofia. Il cuore di Maem sembra diviso tra la possibilità di due corteggiatori, il primo un umile conducente di risciò, l’altro un ufficiale dell’esercito molto sicuro di sé.
Dalla giovinezza alla vecchiaia, Maem finirà per accudire il marito che ha scelto mentre entrambi si trovano al crepuscolo delle rispettive vite, appesantiti dalla storia personale ma anche da quella del paese che a essa si intreccia.
Dramma essenziale e di poche parole, il film inizia come una ricostruzione storica ma finisce per rallentare progressivamente fino a raggiungere una stasi in cui si riconoscono soltanto il rimorso e la memoria.
A volte delicato e a volte brutale, Anatomy of Time regala una ricerca formale degna della ricca tradizione del cinema thailandese contemporaneo, con un’ambiziosa per quanto criptica riflessione sul tempo a dargli significato.
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