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Dio è in pausa pranzo, un film drammenziale che non riesce a creare un reale coinvolgimento emotivo

Il tentativo di ridere di noi, delle nostre reazioni di fronte alla pandemia. Da lunedì 28 marzo al cinema.
di Giovanni Bogani

giovedì 24 marzo 2022 - Recensioni

Siamo in piena emergenza Coronavirus. Un quarantenne, per paura di essere infettato dagli anziani genitori, vive rinchiuso in un tinello, in compagnia di uno schermo di computer, di una maschera antigas e della sua collezione di dvd, fra cui alcuni classici horror. Teme che il virus trasformi tutte le persone infettate in zombies, e si tiene sempre a portata di mano una mazza da baseball. 

Un film "drammenziale" che ci porta a ridere di noi, delle nostre reazioni di fronte alla pandemia.

L'esperimento è inedito: trasformare la tragedia che abbiamo vissuto - o che stiamo ancora vivendo - in una commedia horror demenziale splatter. Michele Coppini definisce il genere "drammenziale". Certo, una prima impresa è riuscito a compierla: mettere insieme un cast notevole, fra partecipazioni straordinarie e complicità costruite nel tempo. C'è Sergio Forconi, ormai totem, nume tutelare di tanti comici toscani; c'è la Miss Italia 2016 Rachele Risaliti, ci sono attori ben conosciuti sul territorio come Francesco Ciampi, Francesca Cellini, Alessio Venturini - che interpreta svariati personaggi - Aldo Pellegrini, Ettore Bianchi, Patrizia Ferretti, e la partecipazione straordinaria di Athina Cenci.

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