Anno | 2021 |
Genere | Biografico |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Lucio Pellegrini |
Attori | Eduardo Scarpetta (II), Nicolo Pasetti, Vincenzo Nemolato, Enzo Casertano Alessandro Loffredi, Ludovica Martino, Antonio Orefice. |
Tag | Da vedere 2021 |
MYmonetro | 3,42 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 22 febbraio 2023
L'avventura professionale del musicista italiano più famoso al mondo. Il film ha ottenuto 3 candidature ai Nastri d'Argento,
CONSIGLIATO SÌ
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New York, 1958. Renato Carosone è in concerto alla Carnegie Hall: la punta di diamante di una carrierache ha visto il pianista, compositore, autore e direttore d'orchestra salire ben tre volte in cima alle classifiche d'oltreoceano con canzoni rigorosamente in lingua italiana. Altro che "voler fa' l'americano": Carosone ha trionfato in tutto il mondo con il suo mix di enorme talento musicale e irresistibile ironia partenopea, avanspettacolo e visionarietà. Il telefilm racconta la sua ascesa, dall'esame per la licenza al conservatorio fino all'addio alle scene, attraversando Paesi e continenti e forgiando rapporti durati tutta la vita: con la moglie Lita e il figlio Pino, con il paroliere Nicola Salerno detto Nisa e con il batterista Gegè Di Giacomo, vulcanico contraltare comico al rigore musicale di Renato.
Carosello Carosone è un biopic tradizionale, intriso di nostalgia e di amore per un artista poliedrico e un uomo di grande tenerezza cui tutti, ma proprio tutti, hanno voluto e continuano a voler bene.
Un musicista con lo sguardo sempre avanti, che ha saputo contaminare le sue composizioni con ritmi africani e sonorità statunitensi, facendo tesoro delle proprie esperienze di vita e di ascolto. Uno che non faceva "la ricerca, ma la ritrova", cogliendo l'universale nel particolare, sperimentando il nuovo, perché "se non è nuovo, che lo facciamo a fa'?".
La ricostruzione storica si prende qualche libertà (come l'uscita di scena di Peter Van Wood dal trio di Carosone) e fa almeno una rivelazione inedita sulla paternità di Renato, saltando attraverso il percorso umano e artistico di Carosone, preoccupandosi di valorizzare le sue creazioni ed esibizioni musicali (alla supervisione delle musiche c'è Stefano Bollani, anche autore della colonna sonora e ricreatore delle sonorità del giovane Carosone nelle sue performance africane) e la qualità dei rapporti.
Gli scambi fra Renato e Gegèsono il cuore pulsante della storia, anche perché possono fare leva su due ottimi interpreti: Eduardo Scarpetta, erede di una grandissima tradizione teatrale cui fa onore (l'avevamo già notato ne L'amica geniale, ma qui prende il centro della scena), e Vincenzo Nemolato, perfetto (anche fisicamente) nei panni dell'inventore del grido: "Napoli + aggettivo". Scarpetta riesce a comunicare la grande dolcezza che caratterizzava Carosone, mentre Nemolato si fa interprete di quel coté teatrale partenopeo che aprirà la strada al cabaret musicale di, fra gli altri, il meneghino Enzo Jannacci.
Meraviglioso infine Tony Laudadio nei panni del padre di Renato, portatore di valori famigliari ai quali il racconto ci invita a ritornare. Perché Carosello Carosone, filmato in piena pandemia, mette intenzionalmente l'accento sul "lato chiaro" di una carriera musicale che ha viaggiato esclusivamente sul talento, forte di quella solarità serena della quale al momento abbiamo tutti bisogno.
La tentazione agiografica da rete televisiva ammiraglia è tenuta a bada dalla semplicità della narrazione (la sceneggiatura è di Giordano Meacci e Francesca Serafini, i cui occasionali affondi danno tridimensionalità ad una storia altrimenti molto lineare) e dalla regia raffinata ed essenziale di Lucio Pellegrini, che rispetta un mondo antico dai ritmi più distesi di quanto non consenta la contemporaneità nevrotica cui siamo, anche mediaticamente, abituati. Elegantissime le scenografie di Veronica Rosario e i costumi di Valentina Taviani, pulito il montaggio di Natalie Cristiani, fluida la fotografia di Marco Bassano.
Peccato solo non avere approfondito maggiormente l'aspetto rivoluzionario e provocatorio della musica di Carosone, che "ammazzava i melodici sul palco" (potremmo immaginare la strage che farebbe oggi...) e prendeva in contropiede la stessa mamma Rai. L'originalità della sua musica è in parte sacrificata alla biografia, la sua allegria irriverente lascia il posto a una pacatezza sommessa, rassicurante ma meno esplosiva.
Carosello Carosone è un prodotto quintessenzialmente italiano, e questo piacerà molto all'estero: ma piacerà anche in Italia perché ci ricorda chi siamo stati e chi possiamo essere, senza svendersi come mero prodotto da esportazione. Anche noi italiani, come Renato Carosone, sappiamo essere "sempre a tempo, con un ritmo preciso": un ritmo nostro, e proprio per questo anche universale.