Anno | 2021 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Polonia |
Durata | 112 minuti |
Regia di | Ola Jankowska |
Attori | Karolina Kominek-Skuratowicz, Andrzej Poniedzielski, Anna Krotoska, Krzysztof Zarzecki . |
MYmonetro | Valutazione: 2,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 8 settembre 2021
Una giovane donna che, mentre assiste il padre morente, intraprende un viaggio nella memoria della propria vita, in uno scambio continuo tra passato e presente
CONSIGLIATO NÌ
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Mika rivede il padre dopo molti anni. L'uomo infatti è ricoverato in ospedale per una grave disfunzione cerebrale che gli ha causato la perdita della memoria; confonde infatti i giorni della settimana e crede che la figlia sia ancora adolescente. Per lei l'incontro rimette in moto un viaggio nella memoria dove il passato della sua famiglia ma anche quello della sua vita inizia a essere più nitido e compaiono anche gli uomini che sono stati più importanti. Intanto le condizioni del padre peggiorano.
Anatomia segna il debutto nel lungometraggio di finzione di Olga Jankowska realizzato dopo diversi cortometraggi e il documentario I Was Here, diretto nel 2019 insieme a Nathalie Biancheri.
Suddiviso in cinque capitoli (cuore, sangue, spina dorsale, stomaco, morte), è una riflessione sul rapporto tra lo spazio e la memoria. C'è il tempo sospeso dell'attesa, sullo sfondo dei rumori indistinti e delle luci di Varsavia. La regista combina diversi formati: 35 mm, VHS, digitale, infrarossi e documenti d'archivio e costruisce un contatto continuo tra presente e passato con le immagini delle manifestazioni in piazza e i video che risalgono al 1991 che servono a recuperare soprattutto i frammenti della vita vissuta dalla protagonista interpretata da Karolina Kominek. Pensato più come una meditazione visiva, in Anatomia si avverte il peso di un cinema tutto di testa, evidente nei lunghi silenzi, nei piani fissi, nel rapporto tra i dettagli e la protagonista come nell'inquadratura iniziale con gli oggetti nella camera d'albergo. Probabilmente uno dei riferimenti può essere il cinema di Krzysztof Kieslowski nel modo in cui affronta il ruolo del caso e del destino nella vita di Mika. Lo stile però non è essenziale e spoglio come quello del regista polacco. Olga Jankowska punta a un cinema chirurgico, che si sofferma sul volto della protagonista per mostrare i suoi provvisori stati d'animo. Raramente però libera le sue emozioni. C'è solo una scena, dove balla sulle note di "Smalltown Boy" di Bronski Beat in cui c'è un brevissimo frammento vitale. Poi, per riprendere il totale controllo, si rinchiude nuovamente in una compiaciuta autoriflessione di un cinema che punta ad essere contemporaneamente narrativo e sperimentale.
Accenna alle forme del desiderio, poi si avverte tutto il disagio mentre lo sta filmando e lo interrompe bruscamente. Alla base ci sono sicuramente modelli che vanno dal cinema alle installazioni delle mostre però sono uniti in modo confuso. Il numeroso materiale visivo a disposizione ha paradossalmente costituito un limite invece che una risorsa e ha reso Anatomia un film asettico (i muri bianchi dell'ospedale, le radiografie del cervello, le sagome), ai limiti del compiacimento formale che finisce per guardare sempre a maggiore distanza l'amore, la malattia, la morte.
Non deve aver esaltato nessuno Anatomia, coproduzione franco-polacca inclusa nella Selezione Ufficiale delle Giornate degli Autori, il lungometraggio di esordio della regista polacca Ola Jankowska, se a distanza di giorni dalla prima presentazione per la stampa abbia lasciata così poca eco e si fa fatica a trovare in giro sul web delle recensioni. Anche noi, non possiamo dirci entusiasti di una opera-prima [...] Vai alla recensione »