Titolo originale | Stitches |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Serbia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Herzegovina |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Miroslav Terzic |
Attori | Snezana Bogdanovic, Jovana Stojiljkovic, Vesna Trivalic, Dragana Varagic Pavle Cemerikic, Igor Bencina, Radoje Cupic, Ksenija Marinkovic. |
Uscita | giovedì 13 maggio 2021 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | Trent Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,52 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 26 aprile 2021
Una donna è convinta che suo figlio non sia morto, bensì dato in adozione per denaro. In Italia al Box Office Stitches - Un legame privato ha incassato 14,4 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Ana ha un piccolo negozio di sartoria a Nuova Belgrado, una figlia adolescente e un marito che lavora come guardiano notturno. Un appartamento grande il giusto, un ménage piccolo borghese, una quotidianità apparentemente senza scosse. Ma dentro di sé, da anni, la donna è rosa da un interrogativo: che fine ha fatto suo figlio? Morto subito dopo la nascita, diciotto anni prima, il bambino non le è mai stato mostrato. Ana non sa nemmeno dove sia stato sepolto, e per quanto provi a ricavare queste informazioni, la burocrazia dell'ospedale fa di tutto per ostacolarla. Lentamente Ana si convince che suo figlio non sia morto, ma che qualcuno lo abbia rapito. E tuttavia nessuno nella sua famiglia è disposta a crederle. Appoggiare la sua tesi, infatti, costringerebbe tutti a rinunciare a vivere la serenità del presente.
A Nuova Belgrado, la east side della Città Bianca, sembra che non abiti nessuno. Le strade sono vuote. Negli androni dei palazzi, alti e anonimi, rimbombano i passi degli inquilini che si avviano su per le scale, ciascuno chiuso nella propria "bolla" familiare.
Le persone si parlano poco, certamente non si ascoltano. La modernità non ha inciso sull'organizzazione patriarcale del ceto medio, e anche se le donne lavorano, come e più degli uomini, negli uffici del potere la loro parola continua a contare di meno. E la burocrazia è sempre il nemico, spaventosamente ottuso e grottesco. Proprio come trent'anni fa. È un thriller dall'andamento lento, rarefatto e quasi senza tempo (non fosse per il tema, che lo contestualizza nei primi anni del 2000), quello che il regista Miroslav Terzic appoggia sulle spalle dell'eccellente protagonista Snežana Bogdanovic, nei panni di una donna spezzata da una verità in cui crede, e che vede, solo lei. Un film che deve molto a Roman Polanski per l'inquietudine che anima la protagonista Ana e in generale tutta la vicenda, continuamente in bilico tra l'essere una fantasia folle o una cruda verità, e che sposa in più di un'occasione un pedinamento dei personaggi alla Van Sant, con la camera alle spalle a significare, di volta in volta, aderenza emotiva o agguato.
Un film che non si concede facilmente, che rifugge qualsiasi leziosità retorica o emotiva, che pure renderebbe più caldo il legame con una madre devastata da una perdita indicibile e incapace di ricominciare a vivere ("Sei sempre in attesa di qualcosa", la rimprovera la figlia Ivana, interpretata con carattere dalla brava Jovana Stojiljkovic). Terzic sceglie invece la via più rigorosa, dosando con parsimonia suspance e intrigo per concentrarsi sull'ordinaria quotidianità di una donna in procinto di spezzarsi, in una Belgrado che non ha nulla della metropoli in rilancio, della capitale da cartolina con i giovani in bicicletta sulle ciclabili della Sava. Una scelta severa, sostenuta e rafforzata dalla fotografia di Damjan Radovanovic, che costringe lo spettatore a calarsi in un mondo di immagini fredde e desaturate, in un viaggio nell'aridità dei sentimenti altrui e nella resilienza di una donna che nella propria battaglia rischia, consapevolmente, di perdere tutto. La figlia, il marito, il lavoro, gli affetti. Valeva la pena farlo? La questione è destinata a rimanere insoluta, così come sono senza risposta gli avvenimenti cui il film si ispira nel racconto: più di 500 casi di sparizione di neonati nella Serbia degli anni Novanta. Nessuno dei quali, fino a oggi, risolto.
STITCHES - UN LEGAME PRIVATO disponibile in DVD o BluRay |
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Film serbo del 2019 da ricordare quasi con affetto e senz'altro per il valore dell'interpretazione della protagonista Snezana Bogdanovic, oltreché per la regia di Miroslav Terzic (alla sua seconda prova), regalatoci in streaming tempo fa da ArteKino Festival e solo ora da qualche apprezzata sala cinematografica. E' tratto da fatti reali: nei titoli di coda è spiegato [...] Vai alla recensione »
Ana è la signora della piccola sartoria sotto casa, dove andiamo a riparare l’orlo dei pantaloni o delle gonne, una donna molto riservata, una vita modesta e assolutamente normale, in una periferia di una città che può trovarsi in buona parte del mondo.Stitches nasce in questo modo, una situazione molto “normale” e semplice, una famiglia come tante, una esistenza come tante.
Trovato in sala qui a Monza, non segnalato in uscita e mai sentito. La trama mi sembrava accattivante e mi sono buttato. E... il film è bellissimo. Storia straziante (purtroppo vera), una protagonista semplicemente da Oscar. Non lo conoscevo e ora cercherò di farlo vedere a chiunque: segnatevi il titolo, è da recuperare.
Una storia incredibile e a noi in gran parte sconosciuta. Il film si mantiene in equilibrio tra dramma quotidiano e thriller per svelarci una verità sconvolgente. Protagonista magnetica e commovente, attori bravissimi, regia essenziale e fotografia stupenda.
Sono silenziosi i luoghi della Belgrado di Stitches - Un legame privato. Appartamenti, quartieri residenziali e sale d'attesa municipali. Al film bastano questi silenzi, accompagnati da gesti e sguardi, a introdurre la vicenda. C'è una donna che cammina attorno a un ospedale, c'è il marito e la figlia che soffrono alcuni suoi modi di fare (come festeggiare delle ricorrenze inopportune), c'è il suo [...] Vai alla recensione »
Presentato al Festival di Berlino nel 2020, Stitches - Un legame privato conferma che la guerra jugoslava, con il suo corredo di traumi e lutti continua a distanza di vent'anni a fornire materiali per elaborazioni documentarie e fictional, di cui proprio il festival di Berlino è, da tempo, uno dei palcoscenici più vistosi, al più tardi a partire da quando, nel 2006 fu Il segreto di Esma a vincere [...] Vai alla recensione »
Se a Marsiglia non si ride, nella Belgrado di Stitches, primo lungometraggio di Miroslav Terzi, le cose non vanno meglio. Ana (Snežana Bogdanovi) è una sarta ossessionata dall'idea che il figlio avuto diciotto anni prima non sia nato morto come le avevano detto in ospedale. La sua lunga e disperata ricerca della verità si scontra con un muro d'indifferenza e quasi di fastidio da parte delle autorità [...] Vai alla recensione »
Ana ha un terribile sospetto, nonostante siano passati ormai molti anni. Teme che in culla le abbiano sottratto il figlio, dandolo in adozione. Giustificazione ufficiale, una morte prematura. Non si dà per vinta e lotta contro tutti. Marito. Polizia. Assistenti sociali e ospedaliere. Passa per matta ma ottiene una verità sconvolgente. Perla del cinema serbo che dimostra come si possa fare un gran [...] Vai alla recensione »
Il film di Miroslav Terzic, scritto da Elma Tataragi (la penna di Dio è donna e si chiama Petrunya), è basato su una storia vera e su di una tematica che purtroppo ha riguardato centinaia di nuclei familiari. Si tratta del rapimento di bambini alla nascita, una drammatica piaga della sanità serba. Terzic al riguardo ha dichiarato: "Nessuno dei casi è mai stato risolto.
La seconda pellicola del regista serbo Miroslav Terzi, Stitches - Un legame privato, è un elegante ibrido tra il racconto di una storia vera e il thriller d'autore. Il film parte un'idea familiare - un paladino solitario che affronta un sistema corrotto alla ricerca della verità - e offre anche uno studio del carattere psicologicamente avvincente. Tutto questo grazie alla performance inquietante ma [...] Vai alla recensione »
Quello che sembra perdersi nei meandri della Storia, il cinema, il buon cinema, ce lo ricorda. Denunciando ancora una volta. È ciò che vediamo in Stitches-un legame privato del regista Miroslav Terzic, sceneggiato da Elma Tataragic, una delle autrici di Dio è donna e si chiama Petrunya. Protagonista di questo dramma ambientato nell'ex Jugoslavia, è Ana (Snezana Bogdanovic) una madre con lo sguardo [...] Vai alla recensione »
È una città di muri, grate e barriere quella in cui si muove Ana (Snežana Bogdanovi) che di notte non dorme e di giorno si aggira come uno zombie in una Belgrado respingente. Osserva, pedina, vede presenze, cerca delle risposte, apre la sua bottega di sarta, in un angolo deserto della città, cuce ma è tormentata. A casa ha un pessimo rapporto con la figlia Ivana che a fatica le risponde, mentre il [...] Vai alla recensione »
Per metà film osserviamo una signora, dallo sguardo spesso catatonico, aggirarsi per casa, per la strada, nel posto di lavoro, negli uffici, come se cercasse qualcosa, come fosse vittima di un trauma, di una situazione non chiara che la riporta al passato. Siamo in Serbia, lei si chiama Ana, fa la sarta (da cui il titolo, che evoca i punti delle cuciture ottenuti a macchina), e tra i suoi comportamenti [...] Vai alla recensione »
Pedinare i propri personaggi è una tecnica che ha trovato la sua massima espressione nel cinema francese degli anni Cinquanta. Pensiamo alle passeggiate notturne per Parigi di Jeanne Moreau in Ascensore per il patibolo di Louis Malle, al vagare senza meta di Emmanuelle Riva in Hiroshima mon amour di Alain Resnais. È curioso vedere come questa tendenza si stia oggi radicando nelle storie che giungono [...] Vai alla recensione »
Opera seconda del regista serbo Miroslav Terzi che, dopo Redemption Street, torna a mettere il dito nella piaga nel passato recente, martoriato, della Serbia. Se nel primo film si occupava delle guerre jugoslave attraverso l'indagine su un battaglione paramilitare, ora affronta un'altra vicenda che ha scosso il paese, senza apparentemente alcun legame con le vicende belliche dei Balcani, se non indiretto. [...] Vai alla recensione »