Anno | 2019 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Paolo Santamaria |
Attori | Ex-Otago, Francesco Bacci (II), Simone Bertuccini, Rachid Bouchabla, Maurizio Carucci Olmo Martellacci (II). |
Uscita | lunedì 18 febbraio 2019 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
MYmonetro | 3,10 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 22 febbraio 2019
La storia degli Ex-Otago attraverso immagini live, retroscena e testimonianze di vita quotidiana. In Italia al Box Office Ex-Otago - Siamo come Genova ha incassato 8,8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Nata nel 2002, la band degli Ex-Otago si è affermata progressivamente nel circuito indie nazionale, stringendo un rapporto sempre più solido con la città natale, Genova. Il regista Paolo Santamaria approfondisce questo legame indissolubile attraverso un docu-film in cui trovano spazio tanto i live del gruppo, quanto le testimonianze dirette dei suoi componenti.
Reduci da Sanremo, dove si sono piazzati al tredicesimo posto, gli Ex-Otago hanno dato prova di estrema coerenza e indipendenza persino a bordo della più nazionalpopolare delle manifestazioni italiche.
Il loro brano "Solo una canzone" ha portato sul palco dell'Ariston una ventata di malinconica tenerezza, raccontando di un amore messo alla prova dal tempo. Proprio come quello che unisce i membri della band a Genova e ancora di più al quartiere Marassi, che ha dato anche il titolo a uno dei loro album più noti. Perché questi cinque ragazzi nati negli anni Ottanta hanno saputo interpretare alla perfezione lo spirito della città, presente in molte loro canzoni, e il suo fascino sfuggente.
Ponendosi come anello di congiunzione tra il nuovo cantautorato indie e l'inarrivabile tradizione di Fabrizio De André - omaggiato con la loro versione di "Amore che vieni, Amore che vai "- e degli altri grandi autori genovesi.
Paolo Santamaria riesce a costruire attorno a una band dall'estetica tutt'altro che fragorosa e altisonante un documentario lieve che, esattamente come i musicisti che rappresenta, evita la spettacolarizzazione dei dolori e delle passioni, grazie a un profondo senso della misura. Così ad esempio, l'inevitabile gancio con l'attualità della tragedia del ponte Morandi, viene gestito con ammirevole rispetto: impossibile per lo spettatore non pensare a quel braccio di cemento spezzato, appena Genova appare sullo schermo. Eppure è solo nel dolente capitolo finale che il riferimento viene esplicitato, mentre i membri del gruppo riflettono sul significato che quell'evento ha avuto su di loro e sulla città.
Come il Johnny Cash di At Folsom Prison, anche gli Ex-Otago hanno dimostrato grande sensibilità verso gli "ultimi", scegliendo di suonare nel carcere di Genova. Un modo per ridare dignità alle persone messe a confronto con i loro errori e per rivendicare il potere della musica di dare espressione anche al vissuto più difficile.
Oltre a questa dimensione pubblica di impegno, c'è poi la vita privata, su cui Santamaria incede con poche ma efficaci pennellate. Come la scelta di rottura del cantante Maurizio Carucci, che ha deciso di lasciare la città, pur continuando ad amarla, per coltivare la terra ad Albera Ligure, in provincia di Alessandria. Un luogo in cui la percezione del tempo muta completamente, lasciando spazio al silenzio e all'ispirazione. Sembra risiedere proprio in questa capacità di stare tra mondi diversi, d'altra parte, la maggiore qualità degli Ex-Otago.
Non c'è contraddizione in una band che può sentirsi a casa tanto in un piccolo locale, intonando "Come mai" degli 883 tra un bicchiere e l'altro di Corochinato, quanto sul palco del Primo maggio, tra luci d'effetto e grandi amplificazioni. Proprio come Genova, misteriosa realtà arroccata tra mare e monti, con un passato recente da rielaborare e un futuro da ricostruire.
Titolo: Ex-Otago. Sottotitolo: Siamo come Genova. Ipotetico sotto-sottotitolo: Per un nuovo musicarello. Perché l'intenzione è manifestamente questa: risvegliare il profittevole genere sopito, e rielaborarlo in versione 2.0 con, in luogo di Morandi e Caselli, i musicisti detti indie (per quanto senso possa avere, oggi, dirlo...). Forse non è nata una stella, però è nata una partnership: tra I Wonder [...] Vai alla recensione »