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Ultimo aggiornamento martedì 9 luglio 2019
Da un lato la figlia scomparsa di un dirigente di Hong Kong, dall'altra l'amore di Breslin rinchiuso in una prigione. Chi è il colpevole? In Italia al Box Office Escape Plan 3 - L'ultima sfida ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 179 mila euro e 143 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO NÌ
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La figlia di un magnate di Hong Kong viene rapita e Ray Breslin, incaricato di salvarla, riceve una minaccia da Lester Clark jr., figlio del precedente socio in affari di Ray, che gli promette vendetta. Ray riceve anche l'aiuto di due esperti di sicurezza di Hong Kong, ossia Bao Yung che si sente in colpa per non essere riuscito a salvare la donna, e il misterioso Shen Lo, formidabile artista marziale che ha un interesse molto personale verso la vittima del rapimento. Ray poco dopo è a sua volta colpito negli affetti da Lester e così, insieme al sodale e massiccio Trent DeRosa, è deciso più che mai a portare a termine la missione.
Strizzando quanto più possibile gli occhi al mercato asiatico, Escape Plan 3 - L'ultima sfida, terzo capitolo di una saga nata stanca, non ci prova nemmeno più a raccontare ingegnose storie di evasioni e si accontenta di essere un action poco ispirato, dove Stallone e Bautista appaiono sempre più svogliati e marginali.
Dave Bautista, che nel secondo capitolo raccoglieva la staffetta di Schwazenegger, è qui infatti ben poco presente: con la scusa che il suo personaggio preferisce operare da solo esce di scena, per rientrare solamente per la sequenza d'azione da contratto, ovviamente contro un bestione più grosso persino di lui. Il personaggio di Stallone sarebbe quello più emotivamente stravolto dalla vicenda, ma per motivarlo si ricorre al più banale e bieco dei luoghi comuni del cinema virile: "la donna nel frigorifero". Ossia un personaggio femminile, nominalmente importante ma in realtà tutt'altro che sviluppato, viene ucciso nel modo più brutale possibile solo per scatenare la vendetta dell'eroe.
Se si considera che poi l'altra donna del film è una donzella in pericolo, in bisogno di essere salvata dal suo amante cinese, ecco che la pigrizia di scrittura davvero è al vertice. E le battute non aiutano di certo, con appellativi che vorrebbero essere ironici e metatestuali come "uomo del mistero" ma denunciano più che altro la convenzionalità del copione stesso.
Tutto questo sarebbe in fondo secondario se almeno da altri punti di vista il terzo Escape Plan funzionasse, purtroppo però siamo di fronte a una produzione rivolta in molti Paesi direttamente al mercato video e Tv, realizzata al risparmio quanto a effetti speciali e location. E far rimpiangere il primo Escape Plan, di certo non un capolavoro ma qui evocato dalla ripresa di alcune scene con Vincent D'Onofrio, non era impresa da poco e la dice lunghissima su questo terzo capitolo.
Alla elaborata prigione del primo film e al dialettico rapporto tra Stallone e Schwarzenegger, si sostituiscono una manciata di corridoi di un edificio abbandonato, dove i nostri semplicemente entrano di soppiatto e sconfiggono a turno i vari avversari. La recitazione della star marziale cinese è limitata e pertanto il film non cerca nemmeno di creare una dinamica da buddy movie, mancando così anche di ogni traccia di ironia.
I singoli combattimenti, chiaramente il punto di forza dell'operazione, vanno dal buono al passabile, ma la povertà di scrittura e scenografia in cui sono immersi gli impedisce di brillare. Su tutto il resto, incluso il finale molto sbrigativo, è decisamente meglio stendere un velo pietoso.
ESCAPE PLAN 3 - L'ULTIMA SFIDA disponibile in DVD o BluRay |
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Partita bene e proseguita malissimo, la saga Escape Plan finisce con un film che odora di produzione amatoriale in cui Stallone è un comprimario, ma ne esce lo stesso male. Un film senza nessuna personalità, un action thriller generico dalle contrapposizioni basiche che riempie i silenzi con delle botte, collegato agli altri neppure dalla trama e meno che meno dallo stile o dall’approcc [...] Vai alla recensione »
Il motivo conduttore della saga, e cioè il saggio delle capacità di fuga del protagonista Ray Breslin dalle prigioni più impenetrabili, viene del tutto tralasciato in questo terzo capitolo. Tutto si riduce ad una normale operazione di salvataggio da una fatiscente gattabuia dell'Est europeo, cosa tipica di qualsiasi comunissimo action movie.
Ray Breslin e Trent DeRosa devono unire le forze, insieme ad Hush, per salvare un membro del loro team, tenuta prigioniera in un penitenziario conosciuto come Prigione del Diavolo, dal quale nessuno è mai riuscito a fuggire. Film diretto da John Herzfeld e interpretato tra gli altri da Sylvester Stallone e Dave Bautista, Escape Plan 3 - L'ultima sfida è il terzo episodio dell'action thriller che vede [...] Vai alla recensione »
In attesa di vederlo di nuovo nei panni di Rambo all'età di 72 anni, Sly torna in pista come Ray Breslin, progettista di prigioni antievasione, nell'ultimo capitolo della saga Escape Plan. Qui deve salvare la bella Jaime King tenuta prigioniera in un penitenziario conosciuto come "Prigione del Diavolo", dal quale nessuno è mai riuscito a fuggire. Ma non è questo il punto.
Escape Plan 3 ha un pregio: che non replica l'orrendo episodio 2, il punto più basso della carriera di Sly. Per carità, nulla di clamoroso in questo, si spera, ultimo capitolo della saga, dove Stallone dovrà cercare di liberare, dalla Prigione del Diavolo, la figlia di un magnate cinese (il mercato vuole la sua parte) e la donna da lui amata. Il cattivone? Il figlio del suo ex socio.
C'è qualcosa di deliziosamente perfido - al confine col karma - nel fatto che l'ultimo film di Stallone, terzo capitolo della scrausissima serie Escape Plan, come già il precedente destinato quasi ovunque all'home video, esca in sala di fatto solo in Russia (ma allora Rocky IV?). E, ovvio, in Italia, nell'estate delle grandi promesse dei grandi film.