Le avventure di una ventina di persone che ha trovato nella montagna, e nel fare squadra intorno a essa, ciò che si trova a fatica fuori - nella società.
di Ilaria Ravarino
Una troupe cinematografica segue per sei mesi un gruppo di arrampicatori non professionisti durante gli allenamenti in palestra e lungo le arrampicare sulle falesie del Lazio. Un viaggio sorprendente all'interno di una comunità coesa, fondata sull'amore per la natura e sul valore della solidarietà.
Un gruppo, una squadra, una tribù. Un clan. Una crew. Di film sulla montagna, e sull'arte di arrampicare (un verbo che lo "slang" vuole così, in forma intransitiva e non riflessiva), ne esistono parecchi - molti dei quali eccellenti. Pochi però hanno il merito di andare là dove si spinge Alè, un piccolo film fortemente voluto da un gruppo di appassionati "frequentatori di montagna", che lo ha costruito pezzo dopo pezzo mettendo insieme crowdfunding e produzioni dal basso: più che la vetta delle falesie, la profondità del desiderio di chi ha fatto di questo sport una ragione sociale.
Al centro del documentario di Zingaretti non c'è l'impresa in sé, non c'è il free solo, non c'è l'individuo ma il gruppo: una ventina di persone che ha trovato nella montagna, e nel fare squadra intorno a essa, ciò che si trova a fatica fuori - nella società.