La storia di un ballerino rivoluzionario, un guerriero, di un eroe di strada alla conquista del mondo. Recensione di Roberto Manassero, legge Giovanni Cannata.
di A cura della redazione
Bambino ribelle a L'Havana, soprannominato Yuli in onore di una divinità, Carlos Acosta è costretto dal padre a frequentare la rinomata Escuela Nacional Cubana de Ballet. Dopo anni di difficoltà e umiliazioni, conquisterà il mondo della danza, senza mai dimenticare le origini.
Nella mitologia yoruba, Yuli è il figlio di Ogùn, semidio della guerra e del fuoco: un guerriero. Acosta, ballerino rivoluzionario, primo "principal" di colore del Royal Ballet, è un guerriero anche lui. Sottolineando il paragone, il film racconta una battaglia interiore, la conquista del mondo da parte di un eroe di strada . Un racconto di formazione illustrato abilmente dallo stile senza fronzoli di Icíar Bollaín.
Il risultato è un ritratto onesto, simile all'album di ritagli di giornale che il padre di Carlos ha custodito per tutta la vita.
In occasione dell'uscita al cinema di Yuli - Danza e libertà, Giovanni Cannata interpreta la recensione di Roberto Manassero.