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Ultimo aggiornamento mercoledì 12 febbraio 2020
Un uomo cambia il proprio viso dopo un'operazione chirurgica. Come affronterà la vita dopo questa drastica trasformazione? Il film è stato premiato al Festival di Berlino, In Italia al Box Office Un'altra Vita - Mug ha incassato 43,6 mila euro .
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Jacek ama l'heavy metal e il suo cane. Si diverte ad attraversare le strade di campagna come se fossero piste da corsa e a giocare la parte del tipo alternativo in un tradizionale villaggio della Polonia. Jacek lavora in un cantiere vicino alla frontiera polacco-tedesca dove verrà costruita la più grande statua di Gesù al mondo, che deve competere con quella di Rio de Janeiro. Tuttavia poco dopo aver chiesto la mano alla sua fidanzata Dagmara con cui progettava un futuro insieme, un terribile incidente al lavoro gli sfigura completamente il viso e gli stravolge la vita. Assediato dalla stampa polacca, Jacek diventa il primo caso nel Paese di trapianto alla faccia. La gente lo festeggia come eroe nazionale e martire del lavoro, ma lui non riesce più a riconoscersi allo specchio. Nel frattempo la statua di Gesù diventa sempre più alta.
Dopo In the name of (2013), Malgorzata Szumowska ritorna ad esplorare la vita di provincia della Polonia rurale, imbevuta di cattolicesimo bigotto e superstizioni popolari, in un dramma dallo humour nero e i toni grigi.
La regista polacca conduce sapientemente un aspro dramma sul suo Paese, di cui porta alla luce contraddizioni, ipocrisie e un orgoglio religioso e nazionalistico, di cui è simbolo l'enorme statua di Gesù. La storia di Jacek, outsider del paese che ascolta i Metallica, porta jeans strappati e sogna di trasferirsi in Inghilterra, offre dunque uno sguardo impietoso sulla ristrettezza di orizzonti di un villaggio a cui non si sente di appartenere. Sarà probabilmente lo stesso amore-odio della regista per la sua terra madre, da cui si allontana ma a cui sempre ritorna, che la aiuta a distanziarsi in campi lunghi sulla bellezza della sua Polonia per poi focalizzarsi sullo squallore e sulla piattezza della gente di provincia. In piani sempre più stretti Szumowska osserva il volto sfigurato di Jacek, specchio di un villaggio deformato da meschinità, volgarità e fatalismo.
Mug, che vuol dire appunto "brutto muso" ci porta a riflettere sulla percezione di sé e quella degli altri, sul significato di identità in rapporto all'apparenza. Il viso deforme di Jacek non gli permette più di lavorare, vivere o essere amato come prima, perfino dalla sua stessa madre che vede in lui un'altra persona, un estraneo.
Il duro realismo della storia che non cede ad alcuna edulcorazione, si tinge tuttavia della bizzarra leggerezza della commedia fantastica in una dramma commovente venato di sottile ironia. La caratterizzazione dei personaggi, che assomigliamo piuttosto a caricature, tra cui il prete del villaggio, riescono a suscitare il riso nonostante la tragicità della situazione.
A introdurre il tono di Mug, la scena d'apertura con una corsa di clienti in lingerie per i saldi di intimo in un ipermercato, in una metaforica visione del consumismo, stabilisce una strana e inconfortevole atmosfera che perdura per tutto il film fino all'apparizione dell'opera finita della statua di Gesù che su tutti veglia. Tra l'assurdo e il grottesco, dunque, la sofferenza di Jacek, che rimanda in qualche modo a quella di Gesù, rimane come testimonianza della lotta di un singolo alienato dalla sua comunità.
UN'ALTRA VITA - MUG disponibile in DVD o BluRay |
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Un'altra vita si chiama il film in italiano, Twarz in polacco, che vuol dire faccia, è la faccia che si spappola il bello e simpatico Jacek cadendo dall'impalcatura mentre lavora a modellare la testa che verrà posta sulla statua di Cristo Re più alta del mondo, più di quella di Rio de Janeiro. Esiste davvero questa statua, costata un'enormità con [...] Vai alla recensione »
Non farò cenno alla trama per non togliere nulla dello choc visivo che colpisce come un cazzotto allo stomaco lo spettatore ignaro a metà film. Ma ugualmente si capisce, sin dal primo grottesco fotogramma, che l'Autrice ha una gran voglia di menare le mani. E lo farà, per tutto il sentiero narrativo, con una determinazione e con una drammatica lucidità che non ammette [...] Vai alla recensione »
Al festiva di Berlino dovevano essere messi male per premiare un film orrido come il volto mal truccato del protagonista. Al netto dei giochini da lensbaby sulle sfocature, resta una collanina di scenette che non diventano mai una trama e tradiscono un vuoto pneumatico di pensiero. Il cinema polacco ha sempre mostrato profondità e solidità nel discorso teologico: qui siamo [...] Vai alla recensione »
Si sta costruendo la statua di Cristo più alta del mondo, più ancora di quella di Rio de Janeiro (e non è una trovata di surrealismo polacco, si trova a Swiebodzin nella Polonia occidentale, cinque anni per costruirla, realizzata con le donazioni della popolazione). Jacek (Mateusz Kosciukiewicz), un operaio che fa lo scalpellino nel cantiere si salva per miracolo da un incidente sul lavoro, ma resta [...] Vai alla recensione »
Fatto 1: a Swiebodzin, in Polonia, dal 2010 si erge la più alta statua di Cristo al mondo: 36 metri esclusa la base. Fatto 2: nel 2013 un operaio di 33 anni, vittima di un incidente sul lavoro, si è sottoposto al primo trapianto di faccia mai eseguito in Polonia. Magorzata Szumowska, al settimo lungo di finzione (Gran premio della giuria alla Berlinale 2018), fonde i due primati nazionali in quella [...] Vai alla recensione »
Jacek (Mateusz Kociukiewicz) è un tipo bizzarro quanto bonario, metallaro sfegatato e innamorato perso della sua Dagmara (Magorzata Gorol). Operaio edile nel cantiere di quella che dovrebbe diventare la statua di Cristo più alta del mondo, subisce un gravissimo infortunio, cadendo all'interno della stessa: ne esce sfigurato, tanto da decidere di sottoporsi al primo trapianto facciale effettuato in [...] Vai alla recensione »
L'immagine non è mai totalmente a fuoco. Quasi mai. Dall'inizio alla fine del film il direttore della fotografia Michal Englert, in accordo con la regista Magorzata Szumowska, applica la tecnica della messa a fuoco selettiva. Seleziona cioè la porzione di immagine che vuole sia perfettamente a fuoco e lascia più o meno sfuocato il resto. È talmente insistito e vistoso, il procedimento, che stupisce [...] Vai alla recensione »
Jacek è un giovane un po' eccentrico che vive a wiebodzin, un paesino rurale della Polonia occidentale. Piuttosto trasgressivo per i canoni della cattolicissima provincia polacca il ragazzo, che fa l'operaio, è appassionato di musica metal e sta per sposarsi con Dagmara. Un giorno mentre lavora alla costruzione di un'imponente statua del Cristo su una collina intorno al paese, cade da un'impalcatura [...] Vai alla recensione »
In un posto indefinito, dice la didascalia all'inizio del nuovo film di Malgorzata Szumowska (Elles, con la Binoche e In the name of sulla passione omosessuale di un sacerdote), cineasta premiata tra Locarno, Toronto e Berlino. In un posto così indefinito della campagna polacca di oggi che ricorda alienazioni, radici e correnti reazionarie d'Europa, religiose, famigliari, sociali.
È tragicamente impossibile scrivere di questa cupa ma divertente satira senza evitare di fare qualche rivelazione sulla trama. Per la prima mezz'ora Un'altra vita sembra raccontare i tentativi di un outsider di scappare dalla iperconservatrice comunità rurale a cui appartiene. L'operaio edile Jacek adora l'heavy metal, ama andarsene in giro con la sua fidanzata Dagmara e sogna una vita da qualche altra [...] Vai alla recensione »
Pluripremiato l'anno scorso a Berlino, Un'altra vita - Mug è un film difficile da etichettare. Una commedia nera, forse, ma dai toni aspri e duri. I personaggi sono alcolizzati razzisti o fanatici religiosi: eppure la regista non li osserva con odio, piuttosto con pietà e mestizia per il mondo in cui ci tocca abitare. Bel giovane amante dell'hard-rock e della sua ragazza, Jacek lavora a una gigantesca [...] Vai alla recensione »
Jacek ha tre amori. Il cane. La fidanzata. L'heavy metal. Lavora alla costruzione della statua di Cristo più alta del mondo tra i clandestini ma è lui a cadere restando sfigurato. Un trapianto facciale - il prima in Polonia - cambierà la sua vita. E pure quella del pubblico, stremato da tanta bruttezza, ipocrisia clericale e disprezzo umano che allontanano dalla religione e dal cinema.
Jacek ama l'heavy metal, la sua fidanzata e il suo cane. La sua famiglia e i parrocchiani del suo paesino lo trovano un tipo bizzarro e divertente. Jacek lavora presso il cantiere edile di quella che dovrebbe diventare la statua di Cristo piu alta del mondo. Dopo che un grave incidente lo sfigura completamente, tutti gli occhi vengono puntati su di lui mentre si sottopone al primo trapianto facciale [...] Vai alla recensione »
Un'altra vita - Mug (titolo originale: Twarz) di Malgorzata Szumowska, premiato alla 68esima Berlinale con il Gran Premio della Giuria, è un film che sorprende ed emoziona, strano e coinvolgente. Un esempio di cinema inflessibile, che irrompe sullo schermo con tutta la sua crudezza e mostra, con rigore e asprezza, il disagio, la povertà, la frustrazione della vita quotidiana nella Polonia dei giorni [...] Vai alla recensione »
In una zona rurale polacca si sta costruendo una statua a Cristo come quella di Rio. Ma durante la lavorazione, l'operaio Jacek subisce un grande incidente, costringendo i medici a un trapianto di faccia e a costruirsi una nuova vita, rinunciando per sempre ai propri sogni e alla propria ragazza. Szumowska disegna una metaforona sulla Polonia (che cambia volto, dopo l'addio sovietico), mostrando un [...] Vai alla recensione »
Un Cristo immenso, superiore in altezza al Redentore carioca. Talmente alto che cadervi incidentalmente dalla sua cima - mentre lo si costruisce - può essere "fatalmente salvifico". Ne fa esperienza il giovane metallaro Jacek, che si salva per "miracolo" restando però sfigurato nel volto, che deve quindi sottoporre a un trapianto facciale, il primo in Polonia.
Autrice doc della kermesse berlinese, in cui le sue opere sono sistematicamente presenti in una sezione o nell'altra dal 2004 (nel 2015 riesce finalmente a portarsi a casa un premio, l'Orso d'Argento per la regia di Corpi prima del Gran Premio della giuria per questo film), la polacca Szumowska tenta con Un'altra vita - Mug di tornare sulle tematiche forti della propria poetica per attraversarle stavolta [...] Vai alla recensione »