Mandy

Red e Mandy vivono soli in una casa nel bosco. La loro tranquilla vita familiare viene sconvolta quando, durante una passeggiata nella foresta, Mandy viene notata da Jeremiah, l'inquietante leader di una setta deviata di cultisti. Deciso a trattenere la ragazza nella setta, l'uomo ne organizza il rapimento. Dopo aver provato inutilmente a resistere al brutale assalto dei rapitori, Red e Mandy si risvegliano legati e imbavagliati in mezzo agli adepti del culto. La situazione precipita quando ai due ostaggi viene iniettata una sostanza altamente allucinogena, che trasformerà la loro prigionia in un incubo.

Insieme al dolce, al salato, all'amaro e all'aspro è uno dei cinque gusti fondamentali percepiti dall'uomo, e i giapponesi, che per primi lo hanno teorizzato, lo chiamano umami. L'umami è il "saporito".

È quel gusto caratteristico che, una volta individuato, non si può più fare a meno di percepire. Un po' come quando si incontra Nicolas Cage in un film: di qualsiasi opera si tratti, appena entra in scena lui l'umami aggredisce le nostre cinepapille preparandoci all'arrivo di qualcosa di molto forte. Cage è come una spezia da maneggiare con cautela - se si potesse calcolare la sua proprietà organolettica, equivarrebbe a quella di una cisterna di cumino. E ciò che rende Mandy di Panos Cosmatos un film estremo (da molti punti di vista) è esattamente l'abuso di Cage, sopra le righe e senza freni in una performance lisergica che sarebbe riduttivo definire eccessiva.

Niente che si possa prevedere, almeno nel primo dei capitoli in cui si articola il film, quando tra mistiche aurore boreali e umide nebbie boschive l'incubo è ancora stilizzato e l'angoscia affidata alla splendida colonna sonora di Jóhann Jóhannsson. Scopriamo i due protagonisti insieme, abbracciati in una casetta nella foresta, a discutere del cosmo ("Qual è il tuo pianeta preferito?", "Saturno è il pianeta più antico"). Le performance sono misurate, i volti interessanti. Lei, Mandy (Andrea Riseborough), illustratrice pulp, look gotico, una cicatrice sull'occhio, andatura da banshee e fascino soprannaturale. Lui, Red (Nicolas Cage), protettivo e innamorato, ruvido boscaiolo di poche parole che ha costruito con le sue mani il nido rustico in cui vive con la compagna.

Ma ecco, quasi subito, l'umami. La presenza di Cage si accompagna alla sensazione che presto un solo gusto prenderà il sopravvento sugli altri. E la sensazione diventa consapevolezza con il rapimento di Mandy ad opera di una setta di hippie maniaci, punto di svolta di un film che da questo momento in poi perderà progressivamente - consapevolmente? - il controllo della materia. Prigionieri della setta, e costretti ad assumere sostanze allucinogene, Mandy e Red trascinano lo spettatore in un viaggio che ha esattamente i tempi di un bad trip di LSD: circa mezz'ora perché gli effetti si manifestino, e poi sequenza dopo sequenza ecco Cosmatos mettere in scena ogni possibile variazione del repertorio psicotropo.

Allucinazioni, sensazioni di separazione corporea, confusione sensoriale, alterazione della realtà, panico, paranoia. In un crescendo di follia ed eccessi si consuma la morte di Mandy e la vendetta di Red, servita nei canoni di un horror epic metal movie con un front man - Cage - che da solo fa il film. Perché nonostante nel film ci sia tutto - ma proprio tutto: duelli con motoseghe, teste mozzate, demoni motociclisti, crocifissioni, gente arsa viva, evocazioni, ocarine magiche, balestre, LSD, cocaina e fiumi di sangue - l'elemento che prevale, turba e disturba più degli altri è proprio la presenza di Cage sullo schermo, la sua capacità di imbarazzare lo spettatore come se lo sfidasse a guardarlo scendere sempre più in basso, seduto in mutande e calzini sulla tavoletta di un water, coperto di sangue con lo sguardo sbarrato in macchina, imperturbabile nel ripetere battute al limite del ridicolo.

Un' autodistruzione progressiva che per chiunque altro sarebbe patetica, ma che nella folle traiettoria di carriera di Cage segna forse, con Mandy, il suo punto più epico. È il trionfo dell'umami: così forte da stordire i sensi, così potente da nauseare, è Cage all'ennesima potenza. E dunque solo per intenditori. 