Titolo originale | Gueule d'ange |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Vanessa Filho |
Attori | Marion Cotillard, Ayline Etaix, Alban Lenoir, Amélie Daure, Nade Dieu Stéphane Rideau, David Ayala, Stefano Cassetti, Jean-Michel Correia, Rosaline Gohy, Rayan Ounissi-Herzog, Elyes Jabri, Enzo de Giovanni, Marion Lubat, Charlotte Wullen, François Zaragoza, Rubens Colombero, Anne Guégan, Séverine Ragé, Mario Magalhaes (II), Pascal Parmentier, Pascal Bulot, Joaquim Vidal, Daniel Fiscot, Chakim Bendadou, Nizar El Bezi, Dari Marouf, Samuel Foubert, Bastien Rieu, Dimitri Boetto. |
Uscita | giovedì 25 ottobre 2018 |
Distribuzione | Sun Film Group |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,01 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 26 ottobre 2018
Una donna vive da sola con la figlia piccola finchè decide di andarsene di casa abbandonando la bambina. In Italia al Box Office Angel Face ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 423 mila euro e 7,3 mila euro nel primo weekend.
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Elli ha otto anni. Non ha mai conosciuto suo padre e vive con la madre, Marlene, in una cittadina francese sul mare. Marlene cerca di venire a patti con il suo ruolo di madre ma, al contempo, non riesce a controllare il suo bisogno di avere un uomo accanto. Quando pensa di avere trovato quello giusto si allontana dalla figlia che si ritrova da sola e cerca un adulto di cui potersi fidare.
Vanessa Filho, alla sua opera prima, affronta un tema che il cinema ha preso in considerazione numerose volte: il complesso rapporto tra un genitore incapace di assumersi le indispensabili responsabilità e un minore che ne subisce le conseguenze.
Se la sceneggiatura, dopo un'iniziale fase di presentazione del rapporto tra le due protagoniste, inizia a segnare un po' il passo ruotando attorno al profondo senso di abbandono della bambina e al suo progressivo cercare un rifugio nelle bevande alcoliche, senza per questo perdere in lucidità, non altrettanto accade a chi ne interpreta i ruoli.
A Marion Cotillard, a cui bisogna preliminarmente dare atto della disponibilità a lavorare con registi/e al debutto, viene dato il compito di cesellare il carattere della sua Marlene nella prima parte del film. Ce la presenta come una donna contraddittoria e, al contempo, profondamente debole, tanto bisognosa d'amore quanto incapace di farsi carico non solo estemporaneamente della figlia. A seguire però il centro della scena viene preso da una straordinaria Ayline Aksoy-Etaix, che fa di Elli la protagonista effettiva del film, tanto che viene da chiedersi quale lavoro di approfondimento e di sostegno psicologico ci sia dietro a questa bambina, che riesce a far leggere sul proprio volto una gamma di sentimenti che va dalla ingenuità più infantile a una determinazione che potremmo definire 'adulta'.
Elli capisce fin troppo presto che non può 'affidarsi' a una madre a cui non smette di voler bene ma di cui soffre la fragilità caratteriale. Ma ha anche bisogno di una figura maschile che le è sempre mancata e la cerca in un giovane uomo solitario a cui 'impone' la sua presenza.
Ciò che però più colpisce nel lavoro di Vanessa Filho è l'acutezza dello sguardo che rivolge alle dinamiche di relazione tra i pari età. Elli, nonostante tutto, è brava a scuola e ottiene anche il ruolo della Sirenetta nella recita scolastica che si va allestendo. I suoi compagni però sono attentissimi a cogliere le sue fragilità e ad infierire su quelle. I bambini di Filho non sono idealisticamente 'buoni'. Al contrario: sanno come far male lasciando segni sull'anima.
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Opera prima di Vanessa Filho che dipinge, metaforicamente e visivamente, la pellicola di vibranti e caldi colori pastello, indulgendo nelle sfumature del rosa, inserendo tanto glitter e trucchi in questa parabola amara. Un contrasto netto con la trama e il soggetto sviluppato che colpisce subito l'occhio e la mente dello spettatore e crea quasi una dimensione parallela, un limbo onirico tra l'innoce [...] Vai alla recensione »
Chiunque sia stato bambino (e lo siamo tutti) e si ricordi cosa significa essere un bambino (e non tutti lo ricordano), con l'amplificarsi esagerato delle gioie e dei dolori quotidiani che si provano nell'età infantile, non potrà non provare empatìa e tenerezza per la piccola protagonista di questo film. Empatìa enfatizzata dall'orribile personaggio della mamma [...] Vai alla recensione »
tendenzialmente non mi piacciono i film dal finale incerto....la storia è convincente ma la domanda è:che fine fa il ragazzo ? la fine lascia il quesito purtroppo e questo induce lo spettatore ad aver visto un'incompiuto è inutile lasciare lo spettatore a dedurre....
La sempre bella Marion Cotillard scivola in un melodramma con qualche momento toccante, ma orientato sul ridicolo involontario. La scombinata Marlène vaga per la Costa Azzurra, trascinandosi la figlia di otto anni Elli, avuta da chissà chi. Un marito l'ha trovato, e perduto subito dopo il brindisi, colta in flagrante adulterio ancora in abito nuziale.