Titolo originale | Donbass |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Germania, Ucraina, Francia |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Sergei Loznitsa |
Attori | Tamara Yatsenko, Liudmila Smorodina, Olesya Zhurakovskaya, Boris Kamorzin Sergey Russkin, Petro Panchuk, Irina Zayarmiuk, Grigory Masliuk, Mikhail Voloshin, Evgeny Chepurnyak, Igor Kirilchatenko, Vladislav Simanko, Alexei Beldei, Yaroslav Bezkorovayny, Elena Khizhnaya, Arsen Bosenko, Thorsten Merten, Oleksandr Techynskyi (II), Vladimir Lubovsky, Sergey Russkin, Daniil Makarov, Irina Plesnyayeva, Galina Korneeva, Zanna Lubgane, Andrey Melnikov, Vadim Dubovsky, Valeriu Andriuta, Serhiy Smiyan, Alexander Zamuraev, Georgiy Deliev, Valeriy Antonyuk, Irina Kravchenko, Konstantin Itunin, Valerii Pasichnyk, Evgeny Chistyakov, Alexander Cheryomushkin, Nina Antonova, Victor Aldoshin, Elena Bondareva-Repina, Sergey Kolesov, Svetlana Kolesova, Natalya Buzko. |
MYmonetro | 2,80 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 21 marzo 2019
Questa non è la storia di una regione, un paese o un sistema politico. Si tratta di una crisi dell'umanità e della civiltà in generale. Riguarda ognuno di noi. Il film è stato premiato al Festival di Cannes,
CONSIGLIATO SÌ
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Ad un posto di blocco militare i passeggeri maschi di un bus di linea sovraffollato vengono fatti scendere e minacciati di venire arruolati per direttissima. C'è anche un giornalista tedesco, che vorrebbe capire cosa succede ma non riesce a farsi strada tra gli scherzi e la vanagloria dei soldati. Nella regione del Donbass, nell'Ukraina orientale, nel 2014, i separatisti hanno dato origine agli scontri che hanno portato alla proclamazione dello stato della Nuova Russia. Nei palazzi del potere occupati si celebra un matrimonio grottesco, tra risate e pallottole, si sequestrano le automobili e poi anche i loro proprietari.
Per strada un patriota della parte occidentale viene legato ad un palo ed esposto alla fame di vendetta dei passanti. Fioriscono le dicerie, le paure incontrollate, i selfie col traditore e quelli con i compagni d'armi.
Loznitsa torna sui temi di Maidan, il documentario girato a Kiev all'epoca della protesta iniziale nell'omonima piazza, con un film cosiddetto di finzione. La circospezione lessicale è d'obbligo, non solo perché la genesi di Donbass affonda in un video amatoriale, che il regista si è trovato a visionare e dal quale è partito per orchestrare il suo affresco, né soltanto perché il linguaggio è fortemente para-documentaristico, l'utilizzo di macchina a mano e soggettive è massiccio e qualsiasi intervento musicale extradiegetico è negato. Ma c'è di più, perché l'ambiguità del mezzo è il messaggio stesso. Pensato in formulazione circolare, il film prende le mosse dalla roulotte del trucco di una troupe, nella quale un gruppo di civili si prepara a comparsare per un telegiornale. Subito qualcosa non è chiaro: è davvero una messa in scena? A qual fine? E chi la dirige? Il finale del film riprenderà questo set facendo sfumare del tutto i confini tra l'evento e la sua costruzione.
Demiurgo di una satira che incontra ad ogni angolo la tragedia della realtà, Loznitsa non va per il sottile, accusando di follia criminale protagonisti e comparse dell'insurrezione militare filorussa e facendolo alla maniera del suo cinema, ossia lasciando che siano le immagini a costruire, per spontanea eloquenza, le scene di questo teatro dell'assurdo, e completando il quadro con dialoghi tautologici e scenografie kafkiane.
Ciò che Loznitsa constata e ricostruisce, rischiando a tratti di parlarsi addosso, è una realtà che ha perso i connotati della plausibilità, che pare scritta per il teatro o per il cinema, o uscita dalla grande letteratura russa, intrisa d'ironia. Poi però le mine esplodono, le mitragliatrici sparano e si contano cadaveri veri, da una parte e dall'altra della stessa nazione.
Cominciamo dal nome. Fino a due mesi fa, la maggior parte degli italiani non aveva una idea precisa del nome DONBAS, l'area geografica del bacino del fiume Donec al confine orientale tra l'Ucraina e la Federazione Russa. Da quando l'orrore della guerra in corso fra i due Paesi, è entrato nelle nostre case, occupando tutti i telegiornali, i salotti televisivi, e le pagine dei media, si è preso [...] Vai alla recensione »