Salvador Dalì - La ricerca dell'immortalità

Film 2018 | Eventi, +13 105 min.

Titolo originaleSalvador Dalí: In Search of Immortality
Anno2018
GenereEventi,
ProduzioneSpagna
Durata105 minuti
Regia diDavid Pujol
Uscitalunedì 24 settembre 2018
DistribuzioneNexo Digital
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 2,89 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di David Pujol. Un film Titolo originale: Salvador Dalí: In Search of Immortality. Genere Eventi, - Spagna, 2018, durata 105 minuti. Uscita cinema lunedì 24 settembre 2018 distribuito da Nexo Digital. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 2,89 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 25 settembre 2018

Una panoramica dell'uomo dietro il personaggio. In Italia al Box Office Salvador Dalì - La ricerca dell'immortalità ha incassato 268 mila euro .

Consigliato sì!
2,89/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 2,78
CONSIGLIATO SÌ
Immagini suggestive e quasi inedite per raccontare la genesi di un artista che è parte integrante del nostro quotidiano.
Recensione di Rossella Farinotti
mercoledì 19 settembre 2018
Recensione di Rossella Farinotti
mercoledì 19 settembre 2018

Dopo i film su Caravaggio, Cézanne, Van Gogh o Schiele, è la volta di un altro "grande" che ha cambiato la prospettiva del vedere le cose: Salvador Dalí (Figueres, 1904-1989). I baffi alla Dalì, la vita da bohémien - irregolare e mai banale -, l'amore per Gala, la casa sul mare a Cadaqués, e poi le formiche, il surrealismo, l'attività e le creazioni con Buñuel e gli altri scapigliati surrealisti tra arte, cinema e letteratura, il rapporto conflittuale con la famiglia benestante e il mondo borghese, la voglia di immortalità, gli amici artisti, la Spagna, Parigi, la fama negli Stati Uniti....

Questi sono alcuni degli elementi "alla Dalì" che lo hanno fatto conoscere come quel personaggio straordinario che ha precorso i tempi, li ha incisi diventando un simbolo per le generazioni successive, non solo di artisti.

Salvador Dalí nasce da una famiglia borghese a Figueres, a Girona, proprio al confine spagnolo con la Francia. Dopo aver studiato e lavorato in quell'Europa sperimentale, vivida e attiva dal punto di vista artistico e culturale del pre-guerra, tra Madrid, Parigi e, successivamente, Londra e New York, ha un richiamo verso il suo territorio d'origine che non abbandonerà mai: si trasferisce a Cadaqués, località sul mare dove, partendo da una piccola struttura, costruisce negli anni la casa-studio che oggi è un luogo di culto e peregrinazione turistica.

Da questo focus prende forza il documentario Salvador Dalí - La ricerca dell'immortalità sviluppato su delle tematiche precise, che si intersecano tra loro in una lunga narrazione dove il punto forza sta nella ricca ricerca di immagini fotografiche in bianco e nero d'archivio, che fanno vedere soprattutto un Dalì giovane, quasi inedito. Queste tematiche - dalla costruzione della sua casa museo al rapporto duro col padre, dall'interazione col mondo esterno attraverso la sua critica cinica e alla relazione con Gala, sua musa ispiratrice e compagna di vita - indicano linee narrative che si accavallano in modo complesso, come complessa è stata la sua vita dalle diverse sfaccettature.

Raccontare la storia di un artista sul grande schermo è diventata un'attitudine in voga: far conoscere personaggi dell'ambito culturale è un passo positivo e importante. Verrebbe da chiedersi: perché un altro documentario su questo artista spagnolo? Perché il materiale di studio non basta mai e questo film lo può dimostrare.

Qui lo spettatore ha gli strumenti per capire la genesi di un artista che, da pittore, regista, performer, poeta, designer, pubblicitario... fa parte della vita di tutti giorni: Dalì è riscontrabile in tante cose, dal Chupa Chups di cui inventò il logo nel 1969, alla poltrona con le labbra col rossetto di moda dagli anni '70; dagli orologi sciolti - ripresi da autori come Hitchcock, fino ai film d'animazione - alla venere di cassetti. E partire dalle origini, dai rapporti umani e dalla personalità, è il primo passo per comprendere questa figura e la sua vita legati all'evoluzione della sua opera. Un'evoluzione che si adatta al grande schermo, mezzo che l'artista aveva preso di mira. "Considero la televisione, il cinema, la stampa e il giornalismo come dei grandi mezzi moderni di abbruttimento e cretinizzazione della massa. Li adoro questi mezzi".

Come Andy Warhol successivamente, Salvador Dalì già prendeva in giro, utilizzandoli a sua immagine e somiglianza per arrivare al grande pubblico, i mezzi di comunicazione che oggi hanno ancora risonanza. Contesti che lo hanno reso immortale, proprio come voleva lui.

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