Titolo originale | A Letter to a Friend in Gaza |
Anno | 2018 |
Genere | Documentario |
Produzione | Israele |
Durata | 34 minuti |
Regia di | Amos Gitai |
Tag | Da vedere 2018 |
MYmonetro | 3,36 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 4 settembre 2018
Un omaggio a Albert Camus.
CONSIGLIATO SÌ
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Grazie a testi di Mahmoud Darwish, S.Yizhar, Emile Habib, Amira Hass e Albert Camus, Amos Gitai struttura un j'accuse molto diretto alla politica del governo israeliano nei confronti dei palestinesi.
Uno dei testi utilizzati in questo breve ma estremamente significativo film del regista israeliano è di Amira Hass, giornalista anch'essa israeliana.
Il testo dice: "Sprofondiamo nella scelta di andare con il gregge, malvagia e gradevole di per sé? Quale abisso dobbiamo raggiungere prima che i giovani restino scioccati dalle azioni dei genitori e dei nonni e smettano di imitarli, un'emulazione che è anche un miglioramento in qualche modo. Concediamoci un minuto di ottimismo e immaginiamo che questa domanda venga posta prima che sia troppo tardi".
Il regista è stato abbattuto con il suo elicottero nella guerra del Kippur sopravvivendo miracolosamente all'impatto con il terreno. Gitai afferma che, dopo quel evento, poteva dire liberamente quello che pensava perché la vita per il suo Paese l'aveva già offerta. È ciò che torna a fare in questo film dove non fa nessuno sconto alla politica di Netanhyau accostandola a metodi che gli ebrei hanno provato sulla propria carne e che ora una parte di Israele sembra voler applicare a quelli che considera nemici per i quali spendere la parola pacificazione sembra una perdita di tempo.
Gitai, grazie agli scritti dei vari autori, si pone domande etiche ma anche direttamente pratiche. Quando ad esempio si domanda cosa c'entri con la lotta al terrorismo il distruggere le cisterne dell'acqua per la popolazione di alcune aree di Gaza la risposta è dolorosamente palese.