Titolo originale | Visaaranai |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico |
Produzione | India |
Durata | 106 minuti |
Regia di | Vetri Maaran |
Attori | Dinesh, Samuthirakani, Anandhi (II), Murugadass, Kishore Misha Ghoshal, Raj Pradeesh, Ajay Ghosh, E. Ramdoss, Alwa Vasu, Munnar Ramesh, Dhaya Senthil, Saravana Subbiah, Muthukumar, Cheran Raj, Silambarasan Rathnasamy, Mozammel Hoshen Chowdhury, Garry Sahota. |
MYmonetro | 2,91 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 10 settembre 2015
Un thriller sperimentale incentrato sui metodi brutali adottati dalle forze dell'ordine durante gli interrogatori.
CONSIGLIATO SÌ
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Un gruppo di immigrati è detenuto in una stazione di polizia locale, torturato e forzato ad ammettere un crimine di cui non nessuno dei componenti ha conoscenza. Quando tutte le speranze sembrano perdute, un poliziotto che ne conosce la lingua parla per loro conto alla corte che lo ascolta, liberandoli. Il poliziotto chiede in cambio un favore, e i ragazzi glielo fanno, incuranti del destino a cui vanno incontro.
Vetri Maaran si è collocato con questo film nella storia della Mostra del Cinema di Venezia. Si tratta infatti del primo film in lingua Tamil presentato in una sezione ufficiale. I Tamil sono una popolazione che ha subìto e subisce discriminazioni sia nello Sri Lanka che in India. Il film fa riferimento al libro "Lock Up" in cui l'autore, ora attivista per i diritti civili, racconta la sua ingiusta detenzione e quanto accaduto ai suoi compagni.
Ciò che colpisce in questa opera di forte denuncia non è tanto la seconda parte relativa al complotto in cui il Tamil Pandi e i suoi amici vengono coinvolti perché purtroppo di simili situazioni non abbonda solo la fiction ma anche la cruda realtà. E' piuttosto la prima metà del film che sconvolge uno spettatore che ancora creda nei diritti degli accusati. I metodi utilizzati dalla polizia per ottenere una confessione di colpevolezza sono quanto di più brutale e selvaggio si possa immaginare. Le grida disperate degli innocenti che dovrebbero confessare un furto in un appartamento per consentire alle autorità locali di dichiarare il caso chiuso sono strazianti. Il titolo finisce così con il caricarsi di un'ambivalenza produttiva di senso. Perché qui non si tratta solo di deprecare con forza le modalità da tortura degli interrogatori ma soprattutto di 'interrogarsi' su come uno stato possa definirsi di diritto quando finge di non conoscere i metodi usati dagli uomini che lo rappresentano. Non basta poi a pacificare le coscienze la sequenza del tribunale in cui sembra che la giustizia trionfi. Maraan ci mostra che per il gruppo i problemi non sono finiti caricando di un ulteriore j'accuse un film degno di nota.
Film molto duro su una realtà come quella indiana, ma potrebbe essere anche quella cinese o di un qualsiasi altro paese dove la libertà personale viente continuamente violata, dove vivere è un optional, dove la polizia anzichè essere strumento di protezione è strumento di oppressione, dove la corruzione dilaga in ogni ordine e grado gerarchico, dall'ultimo [...] Vai alla recensione »
Ottimo film che, con grande forza drammatica, denuncia un sistema poliziesco che, con rara violenza e atroce disumanità, si abbatte su quattro disgraziati, distruggendoli. Siamo in Andhra Pradesh, e qui lavorano Pandi e i suoi amici, quattro tamil che sono venuti dal vicino Tamil Nadu per trovare lavoro. Sono poveri e ignoranti e non conoscono bene la lingua del posto (il telugu), quindi ottima [...] Vai alla recensione »