Titolo originale | Le chagrin des oiseaux |
Anno | 2014 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia, Mauritania |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Abderrahmane Sissako |
Attori | Ibrahim Ahmed, Toulou Kiki, Abel Jafri, Fatoumata Diawara, Hichem Yacoubi Kettly Noël, Mehdi A.G. Mohamed, Layla Walet Mohamed, Adel Mahmoud Cherif, Salem Dendou, Mamby Kamissoko, Yoro Diakité, Cheik A.G. Emakni, Zikra Oualet Moussa, Weli Kleïb, Djié Sidi, Damien Ndjie. |
Uscita | giovedì 12 febbraio 2015 |
Tag | Da vedere 2014 |
Distribuzione | Academy Two |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,44 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 16 giugno 2023
Una famiglia vive tranquillamente sulle dune del deserto fino a quando un loro animale viene ucciso. Questo porrà fine al loro regno di pace. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 1 candidatura a BAFTA, 8 candidature e vinto 7 Cesar, In Italia al Box Office Timbuktu ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 428 mila euro e 70,2 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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A poca distanza da Timbuktu, dove domina la polizia islamica impegnata in una jihad in cui divieto si aggiunge a divieto, una famiglia vive tranquilla sulle dune del deserto. Sotto un'ampia tenda Kidane, Satima e la loro figlia Toya possono solo cogliere dei segnali di quanto accade in città. Il giorno in cui il loro pastore dodicenne si lascia sfuggire la mucca preferita che distrugge le reti di un pescatore nel fiume che scorre tra la sabbia, tutto però muta tragicamente. L'animale viene ucciso e Kidane non accetta il sopruso.
La fonte di ispirazione di questo intenso quanto rigoroso film di uno dei Maestri del cinema africano è rintracciabile in un fatto di cronaca accaduto in una cittadina del nord del Mali.
Una coppia è stata lapidata perché portatrice di una colpa inaccettabile agli occhi accecati degli integralisti islamici: i due non erano sposati. Sissako però non vuole essere il narratore di un fatto di cronaca accaduto in un Paese che non fa notizia e non origina mobilitazioni internazionali. Vuole raggiungere, riuscendoci, un obiettivo molto più elevato. Lo testimonia la stessa struttura del suo film che si sviluppa sul piano di una continua alternanza per almeno tre quarti della narrazione. Da un lato uomini che cercano a fatica nella lingua araba la loro radice mentre impongono norme che condizionano anche la più quotidiana delle attività avendo spesso di mira le donne e dall'altra la vita di una famiglia che conosce l'armonia e la fedeltà (quella vera e profonda) nelle relazioni parentali e con la divinità. Sissako ci fa percepire la distanza abissale tra questi mondi grazie anche a una fotografia di straordinaria bellezza e intensità che non si perde mai nell'estetismo autoreferenziale. Non è un film anti-islamico il suo (il discorso che l'imam locale fa al neofita jihadista ne costituisce la prova più evidente). È piuttosto un grido di allarme lanciato a un Occidente spesso distratto (salvo quando si presentino episodi mediaticamente rilevanti come il sequestro di giovani studentesse) e talaltra incline a pensare che in fondo l'integralismo sia una rivolta contro i secoli di colonialismo e che nasca dall'interno delle varie realtà nazionali. Nulla di tutto ciò risponde a verità ci dice il regista: siamo di fronte a un'oppressione che arriva da fuori e prende a pretesto una supposta fede per sottomettere intere popolazioni. Non resta allora alle nuove generazioni che fuggire come gazzelle dinanzi a belve assetate di sangue infedele oppure, come ci viene proposto in una sequenza al contempo di grande forza ed eleganza, di continuare a giocare una partita proibita. Anche se non c'è il pallone.
"Sfiancala, non ucciderla", questa è la frase di un gruppo di jihadisti che insegue una gazzella a bordo di un pick up nella savana del Mali. "Sfiancala, non ucciderla" appare come una metafora, è un'espressione che interpreta l'essenza stessa dello jihadismo, spesso forza d'occupazione che arriva da altri paesi, assoggetta intere comunità musulmane e impone una ideologia regressiva basata su una [...] Vai alla recensione »
Timbuctu, Mali. Le truppe jihadiste aprono il film con l'inseguimento, a suon di jeep e kalashnikov, di una gazzella in fuga: dovrà essere sfiancata, ma NON uccisa. Questo è l'incipit di una storia corale, di una tristezza disperata, in cui viene inscenato soprattutto il potere e la sua perversione. Chi decide della vita o della morte altrui non è migliore di chi muore [...] Vai alla recensione »
Timbuctu. Mali. Milizie di estremisti arrivano nella tranquilla cittadina africana e impongono alla popolazione delle leggi severissime. Il tutto porterà con se tragiche conseguenze anche se tutti non sono disposti ad accettare le nuove regole. Sissako parte da fatti realmente accaduti per costruire un'opera cinematografica ai limiti del documentario.
Film documentario in cui si presentano le leggi islamiche rigorose e quanto mai assurde che gli abitanti, in questo caso, del Mali sono costretti ad osservare senza mai osare ribellarvisi. In questa pellicola che funge in pratica da documentario e da denuncia di una situazione esistenziale purtroppo assai estesa tra le popolazioni di religione islamica strettamente osservanti vengono [...] Vai alla recensione »
Un film molto elegante, condotto con stile cinematografico maturo dagli evidenti influssi europei (nel gioco senza pallone si intravede per esempio Antonioni), ma con il sentimento e la sensibilità di un africano che ama la sua terra, e ne documenta con dolore lo snaturamento sotto i colpi degli eventi. Gli eventi prendono corpo nell'arrivo di una brigata dell'Isis a Timbuktu, leggendaria [...] Vai alla recensione »
Siamo nel Mali, un luogo nel quale gli idiomi locali si mescolano con quelli importati dall’Europa in una babele decifrabile solo con gli interpreti. Le immagini aprono e chiudono con una gazzella che corre all’impazzata e non sa dove andare per sfuggire a un destino segnato. Come l’animale, folle di paura, corrono la bambina sola al mondo, il ragazzo che guarda le mucche [...] Vai alla recensione »
Il regista mauritano-maliano Sissako ambienta il suo film a Timbuktu, nel Mali multietnico, al tempo della occupazione del paese da parte del gruppo islamista fondamentalista Ansar Dine nel 2012. Gli occupanti impongono nel paese la sharia nella forma più dura (pena capitale per gli adulteri; donne costrette a subire limitazioni nella loro libertà di movimento, di relazioni, di [...] Vai alla recensione »
A Timbuktu, nel cuore dell’Africa, si incrociano le vicende di numerose famiglie e personaggi, costrette a convivere con la brutalità dei terroristi jihadisti e la loro visione corrotta dell’Islam. Ma c’è anche chi ha il coraggio di resistere e di affermare che c’è un unico, vero Islam e che la follia omicida della jihad non è religione, ma [...] Vai alla recensione »
E' meglio essere frustati da un miliardario o da un estremista islamico? A giudicare dagli incassi di "50 sfumature di grigio" e di "Timbuktu" il pubblico italiano sembra preferire la prima opzione. Ma, scherzi a parte, questo film del regista africano Sissako (nato in Mauritania ma vissuto per molto tempo in Mali) meriterebbe molta più attenzione.
A pochi kilometri da Timbuctù, la famiglia di Kidane vive in una gigantesca tenda beduina le giornate in pace e senza troppe pretese, ma con sufficienti risorse per andare avanti dignitosamente. Nel vicino villaggio, però, fa la sua inattesa comparsa un gruppo di jihadisti dagli intenti poco rassicuranti: instaurare la Sharia, impedire alle donne di tenere il volto scoperto ed agli uomini [...] Vai alla recensione »
film bellissimo di una potenza narrrativa inaudita...La scena piu' toccante? il momento in cui ambedue i protagonisti , marito e moglie, muoiono sotto i colpi di mitra del miliziano jihadista nell' ultimo tentativo di abbracciarsi ... un' altra scena molto potente? è quella della partita pallone giocata senza [...] Vai alla recensione »
Ambientato presso la celeberrima località maliana, ma situabile in molte altre in giro per il mondo ai giorni nostri. Film che racconta la vita di una piccola comunità sottoposta al controllo di militanti islamisti. Lo fa a vari livelli: dalla puerile distruzione di simulacri animisti alle tragiche esecuzioni capitali. Il regista mauritano Sissako mette in scena un'opera drammatica [...] Vai alla recensione »
Gradevolissima sorpresa per questo bel film africano. Si respira Africa in ogni aspetto, regia, fotografia, attori, sceneggiatura. Il mondo visto dall'Africa non è lo stesso di quello visto dall'Europa, ed anche la Jihad non è la stessa. In questo piccolo villaggio nel deserto e nella tenda del protagonista il mondo è capovolto; la Jihad è portata da stranieri, con [...] Vai alla recensione »
Un film che lascia un ricordo struggente e doloroso, sguardi persi nell'inferno della jihad, una tremenda guerra civile scatenata dagli estremisti islamici. Parte settentrionale del Mali, zona infiltrata da milizie jihadiste che arrivano dalla Libia, uomini armati in gran parte stranieri hanno imposto la sharia alla popolazione locale: niente musica, sigarette, calcio e le donne devono essere [...] Vai alla recensione »
Succede da sempre che un Potere irrompa e si insinui in un territorio imponendo proprie regole, attraverso la persuasività della forza, ad una popolazione debilitata da condizioni avverse. Se le regole sono legate ad una religione, e se la religione è la sharia, le regole diventano la legge di Dio , quindi sono assolute ed inderogabili.
Un film intenso che mi ha evocato alcune pellicole di Pier Paolo Pasolini per l’essenzialità e quasi secchezza del racconto, per la durezza, per alcune simbologie e per i tempi lenti quasi dilatati. Sembra un congegno teatrale con tre scene: la tenda nella duna, l’oasi e l’agglomerato urbano. I processi, le lapidazioni, le fucilazioni avvengono tutti attorno a queste quatto [...] Vai alla recensione »
Film che racconta di alcune vicende dove sovrasta l'islam, i principali protagonisti sono una famiglia, dove il marito combina un casino e viene arrestato. Questo film mostra come vanno le cose in quei posti, dove girano con i turbanti e gli islamiti girano armati e impongono la loro religione e il loro credo a tutti, senza troppi problemi. È un film interessante, per chi non conoscesse [...] Vai alla recensione »
Encomiabili gli attori l'intensa espressività e la bravura - benché quest'ultima non sia messa certo a dura prova dalla sceneggiatura - per la capacità di sopravvivere a una sceneggiatura teneramente ingenua e a dialoghi decisamente irritanti per il loro unire a una dilettantistica inconsistenza una plateale ridondanza drammaturgica rispetto alle immagini.
Questo film viene continuamente superato dalle notizie che ci arrivano dai territori occupati dagli integralisti. In confronto alle immagini tratte dalla realtà, facilmente reperibili sul web o su diversi network televisivi, questo film rimane indietro di parecchio, cioè su livelli meno drammatici e spettacolari. L'effetto denuncia è quindi ampiamente scontato e lo spettaore [...] Vai alla recensione »
In questo periodo assistiamo sempre più spesso alle atrocità compiute dai jihadisti nei confronti degli occidentali e non solo. Questo inevitabilmente (in realtà causa ignoranza della gente e disinformazione da parte dei nostri "bei" politici, Lega Nord e Fratelli d'Italia docet) ha fatto sì che molta gente facesse di tutta l'erba un fascio inorridendosi ogni qual volta gli capitasse davanti un qualsiasi [...] Vai alla recensione »
.........come la storia che racconta, i suoi personaggi......forse un luogo "di crocevia", come il momento storico che stiamo vivendo.
non essendoci la traduzione in parecchi dialoghi ,ci si accontenta delle immagini,ma così il senso viene perduto,inutile farne un dvd se non è comprensibile ai più....
I soprusi e le malavagità commessi in nome della fede per una religione, che troppo spesso viene usata come pretesto per commetterli. La bellezza di una famiglia che tenta di sopravvivere al di fuori dell'oppressione, standosene a vivere nel deserto e di un padre che non rinuncia alla propria dignità quando viene inevitabilmente coinvolto in questa assurda guerra.
Silenzio. Una gazzella corre lieve fra le dune. Stacco, un gruppo di uomini armati su una jeep apre il fuoco sulla gazzella per poi accanirsi su una catasta di idoli lignei crivellandoli di colpi. Sono integralisti, quegli idoli offendono l'islam (il loro Islam), dunque vanno distrutti. Basterebbe il prologo del meraviglioso Timbuktu per capire l'immensa portata del lavoro di Sissako, il primo regista [...] Vai alla recensione »
Poco lontano da Timbuktu, presa in ostaggio dagli estremisti religiosi, il tuareg Kidane vive pacificamente con la moglie Satima, la figlia Toya e il pastorello Issan. Finché un giorno la sua mucca favorita sfugge al controllo e rompe le reti del pescatore Amadou, che la trafigge con una lancia. Non finisce bene... È nella cinquina dei candidati all'Oscar 2015 per il miglior film straniero questo dramma [...] Vai alla recensione »
Siamo nella parte settentrionale del Mali, una zona inflitrata da milizie jihadiste che arrivano dalla Libia e dintorni. Un gruppo di uomini armati ha preso il controllo di un sobborgo nel deserto nei pressi di Timbuctu. In gran parte stranieri, sono armati di semiautomatiche, parlano arabo e francese invece del dialetto Tuareg o dell'inglese e hanno imposto la sharia alla popolazione locale - niente [...] Vai alla recensione »
Girato tra le architetture dei dogon maliani, dove da tempo è in atto una tremenda guerra civile, scatenata dagli estremisti islamici, che proibiscono perfino di suonare, giocare a calcio, portare i pantaloni in un certo modo, obbligando le donne alle umiliazioni più crudeli, "Timbuktu" è un film che lascia un ricordo struggente e doloroso. Il regista Abderrahmane Sissako (mauritano che vive nel [...] Vai alla recensione »
Roba da matti. Questo filmino di un regista mauritano, dal nome impossibile, corre all'Oscar per il miglior film straniero. Nobili gli intenti, mortale la noia. Nel deserto del Mali un pastore ammazza un bue che aveva sconfinato. A sua volta l'imbufalito proprietario dell'animale uccide il buicida (voleva solo dargli una lezione) e scatta la condanna a morte.