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La politica degli autori: Mike Leigh

L'ultimo film del regista, Turner, esce in sala il 29 gennaio.
di Mauro Gervasini

In foto il regista inglese Mike Leigh.
Mike Leigh (81 anni) 20 febbraio 1943, Manchester (Gran Bretagna) - Pesci. Regista del film Turner.

martedì 27 gennaio 2015 - Approfondimenti

Ognuno ha le sue piccole playlist, e allora giochiamo. Dovessero chiedere al sottoscritto quale sia la sequenza più bella, significativa, importante e indimenticabile del cinema anni Novanta, la risposta sarebbe immediata. Il confronto nel bar tra Hortense (Marianne Jean-Baptiste) e Cynthia (Brenda Blethyn) di Segreti e bugie, quando la prima, nera, rivela alla seconda, bianca, di essere sua figlia. Una scena stupefacente per come è costruita. Ripresa frontale ma voragini di spazio che si aprono fuori campo solo seguendo gli sguardi delle due protagoniste, spesso chiamate a guardare "altrove"; un altrove dove rivedono e rivivono, per un attimo, trent'anni di vita non trascorsa insieme, con tutti gli errori, le illusioni e le speranze del caso. Mike Leigh dimostra con Segreti e bugie di essere un grande cineasta: un umanista mai rassegnato ma consapevole di quanto gli aspetti meno edificanti degli individui (l'ipocrisia imperante, per esempio) facciano comunque parte di "noi", e vadano raccontati più che giudicati. Cynthia all'inizio neanche ricorda di avere abbandonato una neonata concepita in una fugace notte d'amore, ma non per scelleratezza, solo che la vita le è piombata addosso con tutto il suo peso, implacabile e difficile. Il film vince la Palma d'oro a Cannes nel 1996 e favorisce un recupero delle opere precedenti del regista, anche grazie ai festival (si ricorda, ad esempio, una bella retrospettiva del Bergamo Film Meeting).
Classe 1943, originario di Manchester, una gavetta lavorando in tv come è consuetudine per molti registi della sua generazione. Negli Anni Settanta dirige nove film per il piccolo schermo, praticamente uno all'anno, e nel 1988 fonda a Londra, insieme al produttore Simon Channing Williams, una società di produzione cinematografica che rappresenta l'occasione per una nuova carriera. Belle speranze (1988) è una storia corale ambientata a King's Cross, tra coppie borghesi, alcune delle quali segnate dall'egoismo dominante. Un affresco sociale anche ideologico che funziona però come "mappa" stilistica per opere successive. Ad esempio Another Year (2010): i due protagonisti Jim Broadbent e Lesley Manville potrebbero essere, invecchiati, gli stessi di allora, solo più cinici dietro una convenzionale parvenza di altruismo. In Italia gode di una certa notorietà a partire da Naked (1993), sorprendente commedia non riconciliata che lancia un attore incisivo come David Thewlis nei panni di un filosofo randagio. E con Segreti e bugie è assicurato anche il successo commerciale (seppure nel circuito di nicchia di cineforum e rassegne).
La seconda parte della sua carriera è forse meno originale, con titoli che non si discostano, per estetica e contenuti, dal percorso tracciato in precedenza. Un'alternanza di lavori storico biografici come Topsy-Turvy (1999), sugli autori del teatro comico vittoriano Gilbert e Sullivan, e appunto Turner, nelle sale italiane dal 29 gennaio, biografia del grande paesaggista britannico William Turner interpretato da Timothy Spall (straordinario). Oltre ad affreschi umani molto attenti alle figure femminili, possibilmente emancipate e "forti" come nell'acclamato Il segreto di Vera Drake (Leone d'oro a Venezia nel 2004) o il meno riuscito La felicità porta fortuna - Happy Go Lucky (2008). Tutti, fino a Turner, hanno una caratteristica esaltante: la capacità di calibrare alla perfezione il registro tragico con squarci comici, i colori sgargianti e le cupezze di quel gran paesaggio che è la vita.

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