Titolo originale | V8 - Du willst der Beste sein |
Anno | 2013 |
Genere | Avventura |
Produzione | Germania |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Joachim Masannek |
Attori | Georg Sulzer, Maya Lauterbach, Samuel Jakob, Klara Merkel, Emilio Moutaoakkil Tom Hoßbach, Nick Romeo Reimann, Heiner Lauterbach, Christoph Maria Herbst, Adam Bousdoukos, Mina Tander, Ilja Richter, Christian Tramitz. |
MYmonetro | 3,02 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 5 dicembre 2016
Il regista di Uno stadio per la tribù torna nelle sale con la storia di quattro bambini molto diversi che condividono il medesimo sogno.
CONSIGLIATO SÌ
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David ha una sorella minore che vorrebbe essere un maschio (si chiama Luca). Robin è un figlio di papà che si allena col go-kart per realizzare i sogni di successo del genitore mentre Lilou vive nel Sud della città, zona ritenuta povera e infrequentabile. Tutti e quattro ricevono una moneta che li invita a recarsi in un circuito di cui si favoleggia l'esistenza ma che resta misterioso. Li unisce la passione per le corse anche se i caratteri sono diversi. Dovranno formare un team (il V8) e gareggiare con i temibili Barracuda.
Joachim Masannek è un regista tedesco specializzato in film per ragazzi. Sua è la saga de La tribù del pallone che è arrivata alla sesta avventura. Questo è innanzitutto un segno evidente di una differenza tra il nostro mercato e quello germanico. Indipendentemente dal valore delle singole opere, in Germania esistono sale che programmano film per ragazzi che non siano solo di provenienza statunitense ma che abbiano anche un'origine nazionale. Cosa che da noi purtroppo non avviene perché ormai il compito è stato delegato ai canali televisivi.
Detto ciò va rilevato come la sua scrittura (è anche sceneggiatore dei suoi film) riesca a tenere in equilibrio il versante fantastico con il realismo. Perché in questa vicenda il riferimento al fatto che molti campioni automobilistici si sono formati sui go-kart è vera così come realistiche sono le descrizioni delle rispettive famiglie (finalmente con genitori che partecipano alla vita dei figli e non stereotipatamente stupidi, ad eccezione dell'ossessivo padre di Robin). C'è poi il poliziotto tanto attaccato alla Legge quanto incapace e ci sono le differenze e diffidenze di classe.
Se ci si aggiunge anche una rivalità amorosa preadolescenziale il gioco è fatto. A questo si aggiunge il versante fantastico con citazioni anche alte (v. Mad Max) ma mai cinefilicamente supponenti. Monete magiche, automezzi improbabili che funzionano grazie a stivali magnetici, inseguimenti che farebbero impallidire anche il Maggiolino tutto matto contribuiscono alla realizzazione di un'opera adatta a chi si trova nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza e ha conservato il piacere di vedere una vicenda in cui non ci sono effetti strabilianti ma si sa come raccontare quel tanto di surreale che fa parte del fantasticare. Masannek sembra, anche questa volta, contare almeno su un sequel. Il finale lo lascia intendere chiaramente.