lucilioseneca
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martedì 11 marzo 2014
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i soldi del biglietto dateli in beneficienza!
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Un orrore; il film più brutto dall'arrivo del treno dei fratelli Lumiere... Lento, scontato, banale, retorico, grossolano, monocorde... dialoghi prevedibilissimi, personaggi delineati con l'accetta: i bianchi cattivissimi e psicopatici, i neri buoni e remissivi...
In confronto "Radici" di trent'anni fa era cinema d'avanguardia... Come si fa a dare l'oscar ad un film di una sciatteria del genere? Potere delle Major? Cattiva coscienza degli americani?
Si arriva al parossimo quando (era ora!) il protagonista torna a casa dopo dodici anni dal rapimento e..
Lui cosa fa? Chiede scusa... di cosa?
La moglie cosa fa? Lo guarda e solo dopo molto tempo si avvicina e lo abbraccia come fosse sceso a comprare un litro di latte.
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Un orrore; il film più brutto dall'arrivo del treno dei fratelli Lumiere... Lento, scontato, banale, retorico, grossolano, monocorde... dialoghi prevedibilissimi, personaggi delineati con l'accetta: i bianchi cattivissimi e psicopatici, i neri buoni e remissivi...
In confronto "Radici" di trent'anni fa era cinema d'avanguardia... Come si fa a dare l'oscar ad un film di una sciatteria del genere? Potere delle Major? Cattiva coscienza degli americani?
Si arriva al parossimo quando (era ora!) il protagonista torna a casa dopo dodici anni dal rapimento e..
Lui cosa fa? Chiede scusa... di cosa?
La moglie cosa fa? Lo guarda e solo dopo molto tempo si avvicina e lo abbraccia come fosse sceso a comprare un litro di latte....
Infine, la nota peggiore... (finora ne ho parlato bene...)la tesi di fondo è che il raccapriccio principale risiede nell'aver rapito un uomo libero! Capito? C'erano milioni di schiavi ma.. in un certo senso... erano nati tali! Invece lui no, il povero violinista era nato libero e questo dovrebbe muoverci a maggior compassione rispetto a chi è schiavo dalla nascita! Lui aveva una bella casa ed era quasi ricco, com figli istruiti ed era un artista: pietà maggire per lui rispetto a chi era stato nato da sequestrati dall'Africa! Come si fa a tradurre in opera cinematografica una tesi paradossalmente razzista?
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alessiomovie
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lunedì 10 marzo 2014
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drammatica storia di un uomo nero libero americano
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“12 anni schiavo” è la drammatica storia di un uomo nero libero americano di nome Solomon Northup.
Il film è ambientato in una cittadina dello stato nordista di New York nel 1841. Solomon è un musicista di colore, libero e sposato con una moglie e due figli. Illuso ed ingannato da due brutti ceffi, si ritrova nella condizione di schiavo senza documenti né possibilità di fuga e con il nuovo nome di Blatt.
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“12 anni schiavo” è la drammatica storia di un uomo nero libero americano di nome Solomon Northup.
Il film è ambientato in una cittadina dello stato nordista di New York nel 1841. Solomon è un musicista di colore, libero e sposato con una moglie e due figli. Illuso ed ingannato da due brutti ceffi, si ritrova nella condizione di schiavo senza documenti né possibilità di fuga e con il nuovo nome di Blatt. Venduto a uno schiavista nel porto di New Orleans, comincerà a lavorare come taglialegna presso la famiglia Ford, poi passerà alla piantagione di cotone di Edwin Epps. La figura di quest’ultimo proprietario terriero è quella più crudele della pellicola e rappresenta lo stereotipo dello schiavista sudista, che uscirà sconfitto dalla guerra di secessione americana alla fine del secolo. Dopo varie peripezie durate dodici anni, Solomon riesce a tornare dalla propria famiglia. All’interno della storia emerge un crudele triangolo di amore e odio, o meglio di violenza e passione, tra i coniugi Epps e la giovane schiava nera Patsey che riesce a esemplificare non solo la durezza della condizione di schiavo, ma anche le psicosi e la mentalità di quel genere di uomo bianco.
Il cast è fenomenale: Chiwetel Ejiofor (Solomon Northup), Michael Fassbender (Edwin Epps), Sarah Paulson (Mary Epps), Lupita Nyong’o (Patsey) e Brad Pitt (nel ruolo di Samuel Bass).
Da sottolineare l’interpretazione di Michael Fessbender e di Lupita Nyong’o, vincitrice del premio Oscar: il primo riesce a diventare sul set duro, cattivo, spietato, perfido, molesto e a tratti pazzo, mentre la giovane attrice naturalizzata keniota porta in primo piano la sofferenza e la resa nei confronti del padrone.
Il film è bello, a tratti commovente e toccante, purtroppo un po’ lento nelle fasi centrali.
Allo spettatore rimangono i colpi di frusta e il dolore nel volto di un uomo che è stato soggiogato da persone senza scrupoli.
Il regista Steve McQueen fa suo il libro autobiografico di Solomon Northup e racconta la schiavitù e la successiva riconquista della propria vita da una diversa visuale, quella di un uomo che già conosceva la libertà. La pellicola fa anche riflettere come sia cambiata oggi l’America e quali siano stati i travagliati passaggi per raggiungere questa situazione.
Il mio giudizio è “Si deve vedere” e si passerà una serata emozionante che lascerà spunto a molte riflessioni.
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feccino71
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domenica 9 marzo 2014
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wow
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Non capisco come si faccia a criticare un film del genere. Attori mostruosi, di una bravura indicibile. Semplicemente un capolavoro, Oscar meritati (specialmente quello per la Nyong'o, davvero strepitosa).
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kimkiduk
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domenica 9 marzo 2014
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come vincere l'oscar
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McQueen ha scelto di debuttare alla regia con Hunger ed ha rappresentato la realtà in modo talmente feroce e profondamente personale da non essere messo neanche nei circuiti internazionali pur realizzando un capolavoro assoluto. Allora fece Shame altro bellissimo film sapendo di incorrere nello scandalo, ma che fa notorietà o che per lo meno fa parlare di te. A Venezia molti scandalizzati ma molti a dire che bello e che bravo il resuscitato Steve McQueen ...... ah ma non è lui ..... e chi è? Allora tutti a vedere il suo primo film, doppiato e distribuito anche in Italia in DVD e tutti hanno scoperto che aveva realizzato non uno ma due capolavori su due film fatti.
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McQueen ha scelto di debuttare alla regia con Hunger ed ha rappresentato la realtà in modo talmente feroce e profondamente personale da non essere messo neanche nei circuiti internazionali pur realizzando un capolavoro assoluto. Allora fece Shame altro bellissimo film sapendo di incorrere nello scandalo, ma che fa notorietà o che per lo meno fa parlare di te. A Venezia molti scandalizzati ma molti a dire che bello e che bravo il resuscitato Steve McQueen ...... ah ma non è lui ..... e chi è? Allora tutti a vedere il suo primo film, doppiato e distribuito anche in Italia in DVD e tutti hanno scoperto che aveva realizzato non uno ma due capolavori su due film fatti. Ma allora è un grande avranno pensato tutti. L'america lo chiama, Brad Pitt lo distribuisce e vince Oscar per il miglior film con il tema caro agli americani (che amano mettersi in discussione ma sempre dicendo "comunque noi siamo l'America"). McQueen sei inglese, ma sei nero .... un bel film sul razzismo dai. Nasce 12 anni schiavo il peggiore dei suoi tre ma il più vincente. Attori e recitazione pessima se non ci fosse ancora Fassbender che salva molto, ma che sa forse quello che avrebbe voluto McQueen. Oscar alla migliore atrice ad una sconosciuta Lupita Nyong'o che è bravina si ma in fin dei conti prende frustate schiaffi viene stuprata e poco più. Scena del ritorno a casa e finale quasi da strappare e gettare nel cestino. Qui forse il film doveva continuare. Ci sono film di 3 ore come The Wolf Of Wall Street che ne basterebbe una e qui forse servivano altri 20 minuti per far vedere come reagisce a quanto successo. Ma forse Pitt ha detto: no dai facciamolo giusto, la gente deve andare a vederlo il commercio vuole questo e poi in America si cercano le storie non come sono proseguite. L'Industria cinematografca americana vuole questo, già con The Artist hanno fallito il botteghino non rischiamo. Spero che Steve McQueen saltando sul palco come una "gazzella" abbia voluto dire ora forse potrò rifare quello che voglio dopo questo premio e che si sia venduto all'america per la libertà come ha fatto spesso Solomon nel film per sopravvivere. Spero sia questa la verità e che McQueen sia quello di Hunger e non di 12 anni schiavo. Non che sia un film orrendo ma sicuramente mi aspettavo molto di più. Peccato
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cizeta
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sabato 8 marzo 2014
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libertà
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La trama è ispirata alla storia vera di Solomon Northup, nato libero ma ridotto in schiavitù con un inganno tramato su di lui... non mi dilungo tanto sulla trama e le vicende annesse perchè è facilmente reperibile anche nelle altre recensioni e/o commenti ma bensì sulla più o meno riuscita emotiva del film...
Mi spiego meglio... 12 anni schiavo è un bellissimo film, senza alcun dubbio. Corretto ed equilibrato in ogni suo punto: dalla lunghezza della pellicola, al peso dato alle varie vicende, alla fotografia ed il montaggio ed ai costumi... Nonostante questa precisione ed attenzione il film non mi ha coinvolto emotivamente; avrò dato troppe aspettative ma questo era un film che avrebbe dovuto toccare emotivamente lo spettatore, renderlo partecipe di una tragedia storica (la schiavitù in primis e la vicenda di Solomon poi) ed invece ciò non accade.
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La trama è ispirata alla storia vera di Solomon Northup, nato libero ma ridotto in schiavitù con un inganno tramato su di lui... non mi dilungo tanto sulla trama e le vicende annesse perchè è facilmente reperibile anche nelle altre recensioni e/o commenti ma bensì sulla più o meno riuscita emotiva del film...
Mi spiego meglio... 12 anni schiavo è un bellissimo film, senza alcun dubbio. Corretto ed equilibrato in ogni suo punto: dalla lunghezza della pellicola, al peso dato alle varie vicende, alla fotografia ed il montaggio ed ai costumi... Nonostante questa precisione ed attenzione il film non mi ha coinvolto emotivamente; avrò dato troppe aspettative ma questo era un film che avrebbe dovuto toccare emotivamente lo spettatore, renderlo partecipe di una tragedia storica (la schiavitù in primis e la vicenda di Solomon poi) ed invece ciò non accade... McQueen ti sbatte il tema in faccia, anche in modo cruento ma non trova la nota che ti faccia dire "Capolavoro" ed allo stesso tempo salire le lacrime agli occhi!
Voto Personale: 8
Nota di merito per il cast: Ejifor forse non ha i giusti agganci all'Academy ma avrebbe meritato l'Oscar, interpretazione di spessore assoluto; Fassbender che continua il sodalizio artistico con McQueen, anche lui con una interpretazione impeccabile...bravissima anche la giovane Lupita, meritevole dell'Oscar, con una delle parti più delicate del film.
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mauridal
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sabato 8 marzo 2014
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la scelta di solomon "12 anni schiavo"
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quando un giovane artista inglese, colto ed intellettuale come steve mc queen, di formazione molto britisch ,studi in college a londra, ha poi una svolta newyorkese , riscopre le sue origini nere e inizia il lavoro di regista cinematografico, allora riusciamo a comprendere meglio, le sue scelte nella riscoperta della tematica dello schiavismo americano nel 1840 , al tempo della seccessione nord sud ante Lincoln e nel pieno della formazione culturale americana, della separazione razziale tra bianchi e neri .Dunque comprendiamo, approvandola, la scelta di realizzare un film per raccontare la storia vera di un uomo nero ,libero cittadino di New York Solomon Northup ,violinista , che diventerà per l’inganno degli amici bianchi , schiavo negro comprato e segregato da ricchi bianchi proprietari delle piantagioni di cotone degli stati del sud.
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quando un giovane artista inglese, colto ed intellettuale come steve mc queen, di formazione molto britisch ,studi in college a londra, ha poi una svolta newyorkese , riscopre le sue origini nere e inizia il lavoro di regista cinematografico, allora riusciamo a comprendere meglio, le sue scelte nella riscoperta della tematica dello schiavismo americano nel 1840 , al tempo della seccessione nord sud ante Lincoln e nel pieno della formazione culturale americana, della separazione razziale tra bianchi e neri .Dunque comprendiamo, approvandola, la scelta di realizzare un film per raccontare la storia vera di un uomo nero ,libero cittadino di New York Solomon Northup ,violinista , che diventerà per l’inganno degli amici bianchi , schiavo negro comprato e segregato da ricchi bianchi proprietari delle piantagioni di cotone degli stati del sud. Dunque una vicenda pienamente americana che riguarda la formazione politica e culturale di quelli che poi di lì a poco saranno gli Stati Uniti d’America , potenza economica e militare del mondo. Tuttavia il regista coglie e propone oggi, una contraddizione e una ferita, sì rimarginata nel corpo degli americani ma ancora bruciante come il razzismo e la relativa tendenza a ripercorrere vecchie strade di schiavismo e separazione. In forme differenti, certo, non essendovi oggi in America schiavi, neri o americani di colore , segregati, fisicamente, pur essendoci grosse differenze tra ricchi e miserabili . La forma di razzismo cambia e si tramuta in separazione economica, in mancato sviluppo e marginalità sociale. Il film racconta di come quest’uomo nero , Solomon, forte di animo e di principi di giustizia, rimane incrollabile di fronte le torture sadiche inflittegli dai padroni bianchi per lunghi 12 anni, ma sempre in attesa del riscatto finale e della libertà che in fondo lui cerca e sa di trovare nelle leggi e nella giustizia americana. Solomon , non è un ribelle rivoluzionario, anzi , si piega alla schiavitù rimanendo un uomo libero nella sua mente e nella sua arte di musicista. La scelta di Solomon , agli occhi dei neri contemporanei d’America forse è discutibile, ma il giovane regista Mc Qeen la rispetta, e la ripropone a tutta l’America democratica per ribadire che il popolo nero ha conquistato a duro prezzo la Libertà , e che difficilmente tornerà indietro. Un film di buon cinema narrativo, ben interpretato da tutti i protagonisti, che lo spettatore anche nelle scene più cruenti, vuole condividere, per la definitiva condanna del razzismo e della schiavitù vere piaghe del genere umano. mauriziodalessio
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cassiopea
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giovedì 6 marzo 2014
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a che servono le censure?
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Riguardo questo film sono state dette tante cose, tra cui ho sentito pronunciare la parola "spettacolarizzazione". Ora, io non vedo come si possa parlare di questo film in termini di superficialità e spettacolo. Lo trovo a dir poco inappropriato. Sembra davvero che le persone non tollerino la crudeltà "nuda", spiattellata davanti agli occhi in tutta la sua forza, neppure se rispecchia una verità storica. Tutti sanno che quelle barbarie sono accadute, ciascuno di noi è a conoscenza della brutalità di cui l'uomo è capace, tutti (o quasi) abbiamo studiato a scuola la schiavitù. Perchè dunque dare a questa crudeltà un "volto", attraverso delle immagini, risulta ad alcuni una spettacolarizzazione? Se è questo che è accaduto, esattamente questo, perchè dobbiamo censurare la verità?
E' la reale violenza delle immagini a rendere grande questo film, insieme all'abilità recitativa ed alla forza delle emozioni che traspaiono da essa.
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Riguardo questo film sono state dette tante cose, tra cui ho sentito pronunciare la parola "spettacolarizzazione". Ora, io non vedo come si possa parlare di questo film in termini di superficialità e spettacolo. Lo trovo a dir poco inappropriato. Sembra davvero che le persone non tollerino la crudeltà "nuda", spiattellata davanti agli occhi in tutta la sua forza, neppure se rispecchia una verità storica. Tutti sanno che quelle barbarie sono accadute, ciascuno di noi è a conoscenza della brutalità di cui l'uomo è capace, tutti (o quasi) abbiamo studiato a scuola la schiavitù. Perchè dunque dare a questa crudeltà un "volto", attraverso delle immagini, risulta ad alcuni una spettacolarizzazione? Se è questo che è accaduto, esattamente questo, perchè dobbiamo censurare la verità?
E' la reale violenza delle immagini a rendere grande questo film, insieme all'abilità recitativa ed alla forza delle emozioni che traspaiono da essa. Peccato per la caratterizzazione sommaria di alcuni personaggi, che sarebbe stato interessante conoscere un po' meglio.
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silvia63
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giovedì 6 marzo 2014
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film da vedere
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Ennesima conferma della cattiveria umana. Ansia, angoscia, rabbia e solidarietà ti accompagnano durante tutto il film e ti domandi ingenuamente come tutto ciò potesse accadere. Bravissimo Ejiofor come pure Fassbender.
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paride86
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mercoledì 5 marzo 2014
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splendido
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Una bellissima storia - purtroppo vera -, dei grandi attori, una bella fotografia e delle emozioni che ti stringono lo stomaco...tutto questo è "12 anni schiavo".
Oscar meritatissimo.
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blasiusack
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martedì 4 marzo 2014
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non un capolavoro
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Assolutmente non un capolavoro. Non meritava tutti quegli Oscar specialmente quello di Lupita Nyong'o!!
[+] giusto
(di barracuda argento)
[ - ] giusto
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