12 anni schiavo

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Un film di Steve McQueen (II). Con Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Benedict Cumberbatch, Paul Dano, Paul Giamatti.
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Titolo originale 12 Years a Slave. Biografico, durata 134 min. - USA 2013. - Bim Distribuzione uscita giovedì 20 febbraio 2014. MYMONETRO 12 anni schiavo * * 1/2 - - valutazione media: 2,94 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
nikthequik mercoledì 26 febbraio 2014
potente, crudo, umano Valutazione 4 stelle su cinque
78%
No
22%

 Se McQueen ci ha fatto provare emozioni forti con Hunger e Shame, qui ci fa uscire dal cinema come se avessimo subito anche noi le frustate, si esce dalla sala provati fisicamente.
Attori meravigliosi veramente straordinari, Ejiofor e Lupita su tutti, ti trasportano in questa incredibile storia di schiavitù e ingiustizie, Brad Pitt si infila visto che è produttore ma con scarsi risultati. [+]

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michele mercoledì 26 febbraio 2014
steve mcqueen non è come gli altri Valutazione 3 stelle su cinque
82%
No
18%

 

Steve McQueen è uno dei registi contemporanei più interessanti del panorama cinematografico mondiale. Dopo due film più piccoli dal punto di vista della produzione, come ‘Hunger’ e ‘Shame’ che sono stati acclamati dalla critica e dal pubblico, è giunto per il video artista londinese il momento di confrontarsi con un film ad alto budget. E’ arrivata Hollywood nella sua vita. La storia è molto semplice, siamo in America nel 1841 e un talentuoso violinista di colore, Solomon Northup, viene rapito con l’inganno e portato in Louisiana, dove sarà schiavo nelle piantagioni di cotone per dodici anni, senza che la moglie e i due figli sappiano più niente di lui.  Chi pensa di andare al cinema e di assistere al classico film hollywoodiano che come tutti i biopic (la storia è vera, tratta dalle memorie scritte del protagonista) procede in maniera didascalica, pieno zeppo di cliché narrativi, si sbaglia. Di questa struttura narrativa fortemente standardizzata, il film ne ripercorre a grandi linee le forme, ma non ne è mai vittima. Il lavoro di promozione che è stato fatto sulla pellicola (trailer e pubblicità varie) faceva credere effettivamente questo, ma in realtà non siamo di fronte ad un prodotto confezionato ad hoc, con musiche trionfanti verso il finale alla John  Williams e farcito di sentimentalismi retorici,  una sorta di Schindler’s List sulla schiavitù per intendersi. Il regista riesce a conferire in maniera abbastanza pregnante il suo stile alla pellicola, regalandoci delle immagine evocative di forte impatto e di reale crudezza, iperrealiste e nel fare questo a volte è perfino eccessivamente freddo, molto distaccato, tant’è che proprio quelle emozioni così intense che uno si aspetta di provare di fronte ad una storia come questa (seppur ripeto, con il rischio di sfociare in un vasto patetismo) vengono a mancare nella forma più classica che conosciamo, ma in questo caso non è un difetto, ma piuttosto un pregio. Gran bel film nel complesso, anche se nella parte centrale si evince una leggera piattezza narrativa che fa un po’ arrancare la storia. Da segnalare una scena su tutte (quella della sua tentata impiccagione), di grande fattura, di grande cinema e un finale toccante, seppur asciutto ed essenziale allo stesso tempo.  McQueen si conferma un regista di grandissimo livello, soprattutto in questo caso, dove il tranello era in agguato. Nove nominations agli Oscar, parte come favorito per fare incetta di premi, ne merita alcuni, ma non tutti, non miglior film.

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[+] che pppalle michele (di dodix2013)
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pisiran martedì 25 febbraio 2014
essere umani?? Valutazione 3 stelle su cinque
34%
No
66%

Il capitalismo, quello peggiore, che ha dato vita alla schiavitù, e ha prodotto quanto di peggio poteva fare l'Essere Umano ad un suo simile, è ben rappresentato da questa pellicola  diretta da Steve McQueen. Il film tratto da una storia vera, prende per la gola lo spettatore che assiste a quanta cattiveria può scatenare un Essere Umano verso un suo simile sentendosi tutelato dalle leggi correnti.Ci si può vergognare del nostro candido colore davanti a tanta crudeltà, e ci si può vergognare anche dei nostri avi così sinistri nel mettere in atto tali situazioni. Il film a tratti un pò lento è quasi per intero sottilineato dal pianto tanto da soppiantare una colonna sonora di un grande autore quale Hans Zimmer. [+]

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alexander 1986 martedì 25 febbraio 2014
lo schiavismo di mcqueen, un'eccellente incompiuta Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

New York, 1841. Solomon Northup (Ejiofor) è un uomo libero, un musicista e un nero senza gerarchia tra i fattori. Agli occhi di altri è invece un nero in prima istanza, un musicista in seconda e per nulla un uomo libero. Tradito da falsi amici, il povero Solomon viene venduto come schiavo presso un ricco proprietario del Sud. Inizia così un'odissea di sventure durante le quali il protagonista, come la Justine dell'omonimo romanzo di Sade, proverà sulla propria pelle una teoria di violenze sempre più dolorose e crudeli.
Quello della schiavitù e delle diseguaglianze razziali è un tema sempre più sentito nella narrativa hollywoodiana contemporanea, ma a ben guardare anche tra i film più recenti è mancato il coraggio di affrontare la questione di petto: 'Django Unchained' (2013) di Tarantino è una quasi carnevalata, mentre il kolossal spielberghiano 'Lincoln' (2013) gira al largo. [+]

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no_data martedì 25 febbraio 2014
film intenso e interessante Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Non voglio scrivere una critica che è già stata scritta da altri, il mio punto di vista è una via di mezzo tra quello di Brat_pack e claudiofedele93.
Ciò che mi dispiace è che voi di Mymovies abbiate scelto come critica ufficiale (quindi credo pagata) quella di Marzia Gandolfi che dimostra, con i suoi commenti, di non aver ben compreso il senso o il messaggio del film dando una chiave di lettura fuorviante e assolutamente discutibile. 

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catcarlo martedì 25 febbraio 2014
12 anni schiavo Valutazione 3 stelle su cinque
80%
No
20%

Nel 1841, Solomon Northup viene rapito a New York, dove vive libero assieme alla famiglia e si guadagna da vivere suonando il violino, e viene deportato come schiavo negli Stati del sud, in crisi di manodopera per le difficoltà sulle rotte negriere dall'Africa. Per raccontarne il lungo incubo prima di ritrovare la libertà, l'inglese Steve McQueen cambia alcune coordinate del suo fare cinema e, quasi a volerlo far intendere subito, utilizza più di una parola nel titolo: si tratta di un film più corale rispetto ai precedenti, che sono dedicati allo scavo psicologico di un solo personaggio, non c’è Fassbender come protagonista assoluto e, soprattutto, la scrittura è affidata a qualcun altro. [+]

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pepito1948 martedì 25 febbraio 2014
un'occasione sprecata Valutazione 3 stelle su cinque
58%
No
42%

Il film appartiene a quel filone nobile, che attraverso la rappresentazione di violenze, soprusi e angherie varie, illustra gli abissi dell'abiezione umana, con lo scopo di rinfocolare nelle coscienze il rigetto verso le peggiori manifestazioni di inumanità, soprattutto verso quelle che la storia ha tramandato, costringendo i posteri a farne un dolorosa elaborazione e a fissarle nella memoria collettiva come monito per le generazioni successive.
Il tema dell’abominio della schiavitù è trattato con riferimento ad un fenomeno poco conosciuto: il rapimento di uomini liberi  da inviare nelle piantagioni di cotone negli Stati americani del Sud. Siamo nel 1841, dopo il divieto di importazione di schiavi neri dall'Africa (la guerra di secessione e l'abolizione della schiavitù sono di là da venire). [+]

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no_data lunedì 24 febbraio 2014
aspro, potente, visivamente perfetto Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

 1841 Saratoga, stato di New York. Solomon Northup è un uomo di colore libero, musicista, padre di famiglia, conduce una vita dignitosa grazie ai guadagni del suo lavoro e quello della moglie. Ingaggiato per un tour di spettacoli viene drogato e venduto come schiavo da due uomini che credeva amici. Inizia così un incubo che durerà 12 lunghi anni, durante i quali verrà privato della cosa più importante per un essere umano: la libertà. Strappato alla sua vita e agli affetti e privato del suo stesso nome Solomon passerà da un padrone all’altro finendo a lavorare nei campi di cotone per un uomo arido e crudele, sotto il sole rovente e lo schiocco della frusta. [+]

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no_data lunedì 24 febbraio 2014
aspro, potente e visivamente perfetto Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

 1841 Saratoga, stato di New York. Solomon Northup è un uomo di colore libero, musicista, padre di famiglia; conduce una vita dignitosa grazie ai guadagni del suo lavoro e quello della moglie. Ingaggiato per un tour di spettacoli viene drogato e venduto come schiavo da due uomini che credeva amici. Inizia così un incubo che durerà 12 lunghi anni, durante i quali verrà privato della cosa più importante per un essere umano: la libertà. Strappato alla sua vita e agli affetti e privato del suo stesso nome Solomon passerà da un padrone all’altro finendo a lavorare nei campi di cotone per un uomo arido e crudele, sotto il sole rovente e lo schiocco della frusta. [+]

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filippo catani lunedì 24 febbraio 2014
la schiavitù senza censure Valutazione 4 stelle su cinque
91%
No
9%

Saratoga 1841. Un violinista di colore vive tranquillamente la propria vita tra concerti in giro per il paese e l'amata famiglia. Una sera, due finti impresari di un circo gli promettono un notevole ingaggio. Una volta a cena i due fanno ubriacare l'uomo che al risveglio si ritrova incatenato in una nave: inizieranno per lui 12 anni di schiavitù. Da una storia vera. McQueen ci ha ormai abituato al suo stile asciutto che non risparmia nulla allo spettatore vuoi che si tratti di sesso (Shame) vuoi che si tratti di digiuno politico (Hunger). Pure in questo caso nulla viene lasciato all'immaginazione: le piaghe delle frustate sono ben visibili tanto che lo spettatore stesso trema in sala a sentire schioccare la frusta. [+]

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