andre89lost
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sabato 29 dicembre 2012
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capolavoro!
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A chi è piaciuta la trilogia del Signore degli Anelli sicuramente amerà questo film. La trama, lenta all'inizio, diventa dopo la prima ora molto avvincente. Irresistibile l'ingresso in scena di Smigol. Effetti speciali magnifici, nettamente superiori a quelli dei primi film (vedere ad esempio la scena di guerra tra i mostri di pietra, incredibile). Il 3D, ben fatto, è fastidioso solo all'inizio, ma poi ci si abitua.
Finale perfetto, in attesa del secondo imperdibile capitolo.
Voto. 9+
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venarte
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venerdì 28 dicembre 2012
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capolavoro fantasy di jackson e tolkien
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È difficile dire dove finisce Tolkien e comincia Peter Jackson, e viceversa. Lo scrittore britannico e il regista neozelandese, pur non essendo contemporanei, sono oramai fusi e indivisibili. Entrambi hanno contribuito alla creazione di un mondo fantastico pregno di magia, di orchi, di troll, di stregoni, di elfi e di tutto il campionario fantasy che abbiamo potuto ammirare ne Il signore degli anelli, sia come film che come romanzo.
Lo hobbit narra di un viaggio inaspettato che ha per protagonista il giovane Bilbo. Dopo un’iniziale titubanza, lo zio di Frodo non riesce a resistere al richiamo dell’avventura con tutte le incognite che questa comporta: pericoli ma anche storie da poter in seguito raccontare.
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È difficile dire dove finisce Tolkien e comincia Peter Jackson, e viceversa. Lo scrittore britannico e il regista neozelandese, pur non essendo contemporanei, sono oramai fusi e indivisibili. Entrambi hanno contribuito alla creazione di un mondo fantastico pregno di magia, di orchi, di troll, di stregoni, di elfi e di tutto il campionario fantasy che abbiamo potuto ammirare ne Il signore degli anelli, sia come film che come romanzo.
Lo hobbit narra di un viaggio inaspettato che ha per protagonista il giovane Bilbo. Dopo un’iniziale titubanza, lo zio di Frodo non riesce a resistere al richiamo dell’avventura con tutte le incognite che questa comporta: pericoli ma anche storie da poter in seguito raccontare. E anche noi partiamo insieme a lui, alla scoperta di paesaggi incantati e incantevoli con la consapevolezza che, alla fine del cammino, proprio come Bilbo, non saremo più gli stessi.
Il film di Peter Jackson è una pellicola avvincente, da contemplare estasiati. Le musiche epiche e solenni accompagnano le peripezie dei protagonisti, tra battaglie contro le forze del male e momenti più intensi in cui sono messi a nudo i sentimenti di sincera amicizia che si istaurano tra i personaggi.
Il regista, inoltre, sa dosare la carica di tensione: il drago Smaug, infatti, non viene mai mostrato ma, ugualmente, è possibile percepire la sua malvagia presenza che come un’ombra aleggia lungo tutto il prologo. La figura di Gandalf il Grigio, invece, con la voce dell’impareggiabile Gigi Proietti, dispensa come al solito perle di saggezza, usando i suoi poteri di stregone per tenere a bada l’oscurità e proteggere i suoi piccoli amici.
Ancora una volta troviamo il personaggio di Gollum, la strana creatura dalla doppia personalità nonchè vero movente di tutta la vecchia e la nuova trilogia: è lui infatti, che detiene l’anello bramato da Sauron ma che passerà prima dalle mani di Bilbo e poi da quelle di Frodo.
Immancabile lo humor che, come per Il signore degli anelli, alleggerisce e spezza la narrazione, facendoci familiarizzare con i protagonisti. Una novità rispetto alla precedente trilogia, è costituita dall’introduzione di alcune canzoni cantate dai nani: in queste sequenze si respira un’atmosfera quasi disneyniana. Una scena in particolare, infatti, in cui i nani sparecchiano e accumulano piatti su piatti, ricorda l’incantesimo analogo del mago Merlino ne La spada della roccia.
Il film, però, essendo l’inizio di una nuova trilogia, non è concluso, cioè non presenta un finale, lasciando tutti con il fiato sospeso in attesa del prossimo capitolo che approderà nei cinema nel dicembre 2013. Per i più curiosi, consiglio di procurarsi il romanzo di Tolkien e di divorarlo pagina dopo pagina. Non so voi, ma io non riuscirò a resistere a questa tentazione.
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(di franco svizzero)
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26watt
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venerdì 28 dicembre 2012
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terrificante
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Le aspettative erano molto alte, il risultato pessimo.
Due ore e mezza di effetti speciali decisamente ben fatti ma senza una storia credibile a portarli avanti.
Un'attesa lunghissima e decisamente noiosa che termina con l'inizio del prossimo film, come al solito, per vendere un altro po' di braccia, gambe e teste mozzate, mostri ributtanti e una morale piccola piccola.
Come sanno fare bene la pubblicità le major, peccato non sia lo stesso per i contenuti, che nel libro invece non mancano.
La fine del film è stata una liberazione, lo stomaco ringrazia.
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cavebiker
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venerdì 28 dicembre 2012
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superfluo
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Il fantasy non è il mio genere preferito, ed è proprio per questo che ho apprezzato il grandioso lavoro dei realizzatori della saga ISDA che sono riusciti a farmi apprezzare così tanto la trilogia. Quando si trattano certi temi al cinema è enorme il rischio di produrre una baracconata per adolescenti fra l'estenuante e il ridicolo. I primi tre film realizzati sono riusciti a tenersene lontani, permeando le vicende di vera epica e rendendo tutto veramente godibile. Tutto ciò che ha impedito ai tre ISDA di diventare patetici, in 'Lo hobbit' non è stato fatto. Manca l'ampio respiro, l'atmosfera, il ritmo, il senso de personaggi. Durante la prima parte si rischia seriamente di addormentarsi, mentre la seconda si sviluppa improvvisamente sullo stile del più becero Indiana Jones, con continui pericoli mortali da cui tutti i personaggi sfuggono puntualmente in modi rocamboleschi che spesso sconfinano nel ridicolo involontario.
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Il fantasy non è il mio genere preferito, ed è proprio per questo che ho apprezzato il grandioso lavoro dei realizzatori della saga ISDA che sono riusciti a farmi apprezzare così tanto la trilogia. Quando si trattano certi temi al cinema è enorme il rischio di produrre una baracconata per adolescenti fra l'estenuante e il ridicolo. I primi tre film realizzati sono riusciti a tenersene lontani, permeando le vicende di vera epica e rendendo tutto veramente godibile. Tutto ciò che ha impedito ai tre ISDA di diventare patetici, in 'Lo hobbit' non è stato fatto. Manca l'ampio respiro, l'atmosfera, il ritmo, il senso de personaggi. Durante la prima parte si rischia seriamente di addormentarsi, mentre la seconda si sviluppa improvvisamente sullo stile del più becero Indiana Jones, con continui pericoli mortali da cui tutti i personaggi sfuggono puntualmente in modi rocamboleschi che spesso sconfinano nel ridicolo involontario. Per non parlare della fuga in cui una dozzina di personaggi (molti dei quali nemmeno guerrieri, lo si sottolinea nel film stesso) si liberano come mosche di migliaia di orchi armati.
La vicenda è sfilacciata, le scene sono scollegate e tenute insieme da un esilissimo filo conduttore che più che una vera e propria trama è un debole pretesto per dare un senso a tre ore di eventi. I personaggi sono piatti, e la comparsa dei visi già visti nella prima trilogia non è mai veramente significativa ma sembrano più che altro tanti piccoli cameo per strizzare l'occhio agli appassionati della saga e farli sentire 'a casa'.
Insomma, se ISDA esprimeva la volontà di sfruttare i meravigliosi mezzi del grande schermo per raccontare un grande libro, questo Hobbit è un evento cinematografico al 100%, con il solo scopo di riempire le sale a prescindere dal mezzo. Una pura operazione commerciale.
Come dimostra il fatto che dopo aver tirato fuori 9 ore di film da 1400 pagine di libro, ora ne tirano fuori altre 9 da 300 pagine scarse. Forse anche questa è stregoneria.
In una parola, un film davvero superfluo.
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dragonia
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giovedì 27 dicembre 2012
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lo hobbit - atto primo
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Il giorno del suo 111 compleanno, Bilbo Baggins comincia a raccontare al nipote Frodo le avventure che, sessant'anni prima, lo portarono ad entrare in possesso di quello che in seguito si scoprirà essere l'Unico Anello, nonché di una notevole quantità d'oro: tutto iniziò quando alla sua soglia si presentò lo stregone Gandalf, accompagnato da una combriccola di tredici nani guidati dal valoroso Thorin Scudodiquercia, intenzionati a riprendersi Erebor, il regno sotto la montagna, ora nelle grinfie del drago Smaug...
Già fin dai primi minuti si capisce di che pasta sia fatto questo Lo Hobbit, che non esita a scagliarci subito contro le solite, grandi musiche, i soliti, indimenticabili e azzecatissimi personaggi, le solite, epiche atmosfere (qui virate leggermente più verso il fiabesco) e, last but not least, scenografie e paesaggi più sontuosi del solito.
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Il giorno del suo 111 compleanno, Bilbo Baggins comincia a raccontare al nipote Frodo le avventure che, sessant'anni prima, lo portarono ad entrare in possesso di quello che in seguito si scoprirà essere l'Unico Anello, nonché di una notevole quantità d'oro: tutto iniziò quando alla sua soglia si presentò lo stregone Gandalf, accompagnato da una combriccola di tredici nani guidati dal valoroso Thorin Scudodiquercia, intenzionati a riprendersi Erebor, il regno sotto la montagna, ora nelle grinfie del drago Smaug...
Già fin dai primi minuti si capisce di che pasta sia fatto questo Lo Hobbit, che non esita a scagliarci subito contro le solite, grandi musiche, i soliti, indimenticabili e azzecatissimi personaggi, le solite, epiche atmosfere (qui virate leggermente più verso il fiabesco) e, last but not least, scenografie e paesaggi più sontuosi del solito. Non appena la voce del vecchio Bilbo inizia a raccontare, la storia ingrana a ritmo abbastanza sostenuto fin dall'inizio, con tutte le caratteristiche che hanno reso la vecchia trilogia dell'Anello una gioia per gli occhi e per il cuore (davvero, non so spiegarmi come qualcuno potrebbe trovare lenta o troppo lunga la sequenza della cena a casa di Bilbo, che in sé durerà non più di un quarto d'ora o venti minuti. Poi, può sempre essere una mia impressione...)
Gli attori sono stati scelti alla perfezione. Su tutti primeggiano, oltre al solito, scontato, grande, immenso Ian McKellen: il simpatico Martin Freeman nel ruolo del giovane Bilbo Baggins, un hobbit pigro e poco determinato a lanciarsi in avventure che, a suo dire, "fanno far tardi a cena" e, soprattutto, molto più facile con cui empatizzare rispetto al complessato Frodo del Signore degli Anelli, e il valoroso Richard Armitage nel ruolo di quello che è stato definito "l'Aragorn de Lo Hobbit", quel Thorin Scudodiquercia al quale non occorre molto tempo per colpire lo spettatore con il suo carattere burbero, il suo carisma e le sue abilità di combattente.
Poi, infine, c'è la storia, altro grande punto a favore di questo film, la quale, pur seguendo molto fedelmente la trama del libro da cui è tratta, inserisce elementi che non solo non stonano, ma lo rendono più ricco e intrigante (ad esempio la storia di Thorin e della sua nemesi, l'Orco Pallido, oppure l'ascesa del Negromante. In questa circostanza,poi, non si può non menzionare il personaggio di Radagast il Bruno, lo strambo stregone amante delle piante e degli animali e, a detta di Saruman, troppo preso dall'uso di "funghi allucinogeni", protagonista, comunque, di due delle scene più suggestive del film).
E il reparto tecnico? Nulla da dire, se non che è in perfetto stato di grazia, realizzatore di scenografie che sono un autentico portento (la reggia dei Nani ad inizio film) e sequenze di indubbio impatto visivo (la lotta fra i giganti di pietra). Per il resto, si segnalano le grandi musiche di Howard Shore, il quale non ha disdegnato l'inserimento di canzoni che, in un primo momento, possono spiazzare, ma poi, ripensandoci, non disturbano affatto e risultano seguire perfettamente lo spirito tolkeniano.
Altro che le due stelle della Cappi! Questo è un film fantasy degno di essere chiamato tale, andatelo a vedere perché non ve ne pentirete affatto. Ora non ci resta che attendere di vedere quello che faranno con Smaug.
P.S. La tanto acclamata scena degli indovinelli con Gollum secondo me non si distingue rispetto al resto del film, direi che è nella media. In compenso, però, mi è piaciuta molto la scena in cui Bilbo decide di risparmiargli la vita.
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jess.antinori
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giovedì 27 dicembre 2012
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scommettiamo che...
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...Se lo Hobbit fosse stato una specie di "film fotocopia" del Signore degli Anelli, con annessi e connessi toni dark, epicità, serietà e quant'altro, sarebbero sorte, al contrario di quanto accade ora, critiche di questo tipo... "P.J. è completamente uscito dal seminato cercando di trasformare un libro per bambini in un dramma epico che richiamasse la precedente trilogia; Ha finito per esagerare e non rispettare per niente lo stile del romanzo rovinando una buona parte del lavoro di Tolkien..." e via dicendo... Invece trovo che la scarsa epicità e i toni leggeri e a tratti comici di questa prima parte di avventura siano più che leciti, anzi FONDAMENTALI. Jackson si è basato su di un "semplice" libro ed è riuscito a farne scaturire l'essenza.
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...Se lo Hobbit fosse stato una specie di "film fotocopia" del Signore degli Anelli, con annessi e connessi toni dark, epicità, serietà e quant'altro, sarebbero sorte, al contrario di quanto accade ora, critiche di questo tipo... "P.J. è completamente uscito dal seminato cercando di trasformare un libro per bambini in un dramma epico che richiamasse la precedente trilogia; Ha finito per esagerare e non rispettare per niente lo stile del romanzo rovinando una buona parte del lavoro di Tolkien..." e via dicendo... Invece trovo che la scarsa epicità e i toni leggeri e a tratti comici di questa prima parte di avventura siano più che leciti, anzi FONDAMENTALI. Jackson si è basato su di un "semplice" libro ed è riuscito a farne scaturire l'essenza. Una trasposizione tanto fedele sarebbe stata inarrivabile per chiunque altro. Tutti i paragoni con il Signore degli Anelli sono insensati poiché la storia è del tutto diversa e così deve rimanere. Altrimenti sono convinta che la gente avrebbe trovato altri motivi per lamentarsi...
Per quanto riguarda la scelta di dividere il film in tre parti...non mi sembra per niente illogica. Certo, sarà di sicuro stata effettuata per motivi economici, ma in gran parte per bilanciare le colossali spese di produzione: parliamo del film più costoso mai prodotto, o no? E poi diciamocelo, un po' di cinema sano di questi tempi non può che farci bene! Peter Jackson e Co. hanno lavorato anni (e non hanno ancora finito, tra l'altro : ) per farci vivere un capolavoro e ci sono riusciti egregiamente. L'unico punto su cui non mi voglio sbilanciare è quello riguardante i 48 fotogrammi al secondo... a me hanno fatto un'ottima impressione già da ora, ma visto che siamo appena agli inizi ci sarà tempo per migliorare la tecnologia.
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jezacit
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giovedì 27 dicembre 2012
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scappate
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se non siete dei veri amanti di Tolkien , scappate a gambe levate
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orlock
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giovedì 27 dicembre 2012
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una piccola delusione
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devo dire che, da fan di tolkien e della trilogia cinematografica di jackson, mi sono sentito molto deluso all'uscita dal cinema. principalmente i motivi per cui il film non mi è piaciuto sono due:
il primo, di carattere prettamente strutturale, la decisione di dividere la riduzione cinematografica in tre film, quando poteva andare benissimo un film solo o, tuttalpiù, due, per la mole del libro; molte scene sono state tirate un po' troppo, per i tempi cinematografici, e sono stati aggiunti avvenimenti non presenti originariamente(e questo mi ha sorpreso molto, pensando a come jackson nella trilogia del signore degli anelli avesse seguito quasi sempre in modo pedissequo l'opera di tolkien);
il secondo, il tono con cui si è deciso di narrare la storia, a tratti epico, adottato, anche giustamente, da un punto di vista squisitamente commerciale, per creare un parallelo con il signore degli anelli; l'epicità è in effetti una componente quasi del tutto assente nello hobbit di tolkien, che assomiglia più a una favola per bambini, per stile e temi: avrei quindi preferito toni più leggeri(non che non vi siano scene ironiche o comunque tese a divertire lo spettatore ma, a parer mio, esse scadono spesso nel ridicolo);
le note positive sono: la scelta del cast, la rappresentazione dei personaggi e, ovviamente, il fantastico mondo della terra di mezzo creato da jackson anche per questo film.
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devo dire che, da fan di tolkien e della trilogia cinematografica di jackson, mi sono sentito molto deluso all'uscita dal cinema. principalmente i motivi per cui il film non mi è piaciuto sono due:
il primo, di carattere prettamente strutturale, la decisione di dividere la riduzione cinematografica in tre film, quando poteva andare benissimo un film solo o, tuttalpiù, due, per la mole del libro; molte scene sono state tirate un po' troppo, per i tempi cinematografici, e sono stati aggiunti avvenimenti non presenti originariamente(e questo mi ha sorpreso molto, pensando a come jackson nella trilogia del signore degli anelli avesse seguito quasi sempre in modo pedissequo l'opera di tolkien);
il secondo, il tono con cui si è deciso di narrare la storia, a tratti epico, adottato, anche giustamente, da un punto di vista squisitamente commerciale, per creare un parallelo con il signore degli anelli; l'epicità è in effetti una componente quasi del tutto assente nello hobbit di tolkien, che assomiglia più a una favola per bambini, per stile e temi: avrei quindi preferito toni più leggeri(non che non vi siano scene ironiche o comunque tese a divertire lo spettatore ma, a parer mio, esse scadono spesso nel ridicolo);
le note positive sono: la scelta del cast, la rappresentazione dei personaggi e, ovviamente, il fantastico mondo della terra di mezzo creato da jackson anche per questo film.
in generale, una pellicola(ops, col passaggio al digitale non si può dire più) accettabile, anche se farà storcere il naso ai puristi.
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[+] mmm
(di mikegandalf)
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chiarachiti
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giovedì 27 dicembre 2012
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aldilà di piedoni e strane magie...
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Ancestrale desiderio di pace, innata appartenenza ad una terra, senso di amichevole fratellanza : è di questo che parla il film. Il più bello è scritto fra le righe, è nascosto tra una battaglia e l'altra e si coglie benissimo dallo sguardo dei personaggi nei momenti più critici. Sono toccanti le scene in cui i vecchi nemici di Thorin lo guardano dritto negli occhi, ripetendo, con una solennità indicibile, la schiera dei coraggiosi avi del capo dei nani, che ricambia lo sguardo, smettendo di combattere, se stava combattendo, di fuggire, se stava fuggendo, di tremare, se avvertiva paura. Erebor è invocata, desiderata, agognata e, quasi alla fine, anche il giovane "mezz'uomo" Bilbo Baggins riconosce l'eroicità dell'impresa di quel gruppo di cui da poco fa parte: sa bene quanto sia importante avere una casa a cui ritornare, lui che da sempre ce l'aveva e per la prima volta l'aveva lasciata.
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Ancestrale desiderio di pace, innata appartenenza ad una terra, senso di amichevole fratellanza : è di questo che parla il film. Il più bello è scritto fra le righe, è nascosto tra una battaglia e l'altra e si coglie benissimo dallo sguardo dei personaggi nei momenti più critici. Sono toccanti le scene in cui i vecchi nemici di Thorin lo guardano dritto negli occhi, ripetendo, con una solennità indicibile, la schiera dei coraggiosi avi del capo dei nani, che ricambia lo sguardo, smettendo di combattere, se stava combattendo, di fuggire, se stava fuggendo, di tremare, se avvertiva paura. Erebor è invocata, desiderata, agognata e, quasi alla fine, anche il giovane "mezz'uomo" Bilbo Baggins riconosce l'eroicità dell'impresa di quel gruppo di cui da poco fa parte: sa bene quanto sia importante avere una casa a cui ritornare, lui che da sempre ce l'aveva e per la prima volta l'aveva lasciata. L'esperienza dei nani è in contrasto con quella dello hobbit: quest'ultimo dimostra la sua grandezza nel lasciare il suo nido, gli altri la affermano tornando in quella città che da 60 anni non possono più chiamare "patria". Ed è proprio per questo che non condivido la scelta del regista di introdurre l'avventura come un flashback, come un racconto a posteriori da parte di un Bilbo Baggins ormai invecchiato: sono state penalizzate la freschezza e l'eroicità delle imprese, banalizzandole fino a renderle "ricordo di...". La regia si è ripresa con la meravigliosa caratterizzazione dei personaggi, tra cui spicca, tra gli altri il mago Radgast il Bruno, che, aldilà della sua eccentricità, invita a cercare la fonte dei problemi fuori e dentro di noi: nel suo caso, attraverso una natura che lui conosce a fondo, che ha fatto propria, vivendo da eremita; senza parlare poi della fine introspezione psicologica del personaggio di Gandalf il Grigio e di Bilbo Baggins, che fin da subito instaurano un legame molto intimo. Da sogno la colonna sonora di Howard Shore, impreziosita da alcuni canti interpretati direttamente dai personaggi che ricordano vagamente le sonorità irlandesi. Film ben costruito, senza però eccellere nel suo genere a causa di banali errori e di una sceneggiatura che non dà giustizia alla grandezza delle gesta.
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tonysamperi
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mercoledì 26 dicembre 2012
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solo per sapere come tutto ha inizio
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SULLA SCENEGGIATURA:
La trama soffre in realtà un po' la debolezza della versione letteraria, quando il buon Tolken non aveva la maturazione che ha portato a "Il signore degli anelli".
Ma peter Jackson ne ricava una pellicola che in sè è fatta anche bene.
Tuttavia l'epicità che è filo conduttore della trilogia non è presente in questo prequel, lasciando posto ad una piccola avventura di un gruppo di nani. Infatti dopo un breve intro rocambolesco il ritmo è piuttosto basso, l'avventura risulta più intrisa di simpatia che di azione, portando un po' di adrenalina solo più avanti nella storia.
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SULLA SCENEGGIATURA:
La trama soffre in realtà un po' la debolezza della versione letteraria, quando il buon Tolken non aveva la maturazione che ha portato a "Il signore degli anelli".
Ma peter Jackson ne ricava una pellicola che in sè è fatta anche bene.
Tuttavia l'epicità che è filo conduttore della trilogia non è presente in questo prequel, lasciando posto ad una piccola avventura di un gruppo di nani. Infatti dopo un breve intro rocambolesco il ritmo è piuttosto basso, l'avventura risulta più intrisa di simpatia che di azione, portando un po' di adrenalina solo più avanti nella storia.
Personalmente avrei tolto la visita agli elfi, che costituisce un freno inutile al ritmo del film, non avendo influenza sulla trama, con la sola utilità di farci incontrare il buon Hugo Weaving, Kate Blanchett e Christopher Lee.
Comunque un film fatto bene nel suo genere, sicuramente da consigliare a chi è appassionato de "Il signore degli anelli", ricordando però che è solo un prequel che racconta come il buon Bilbo Beggins entra in possesso dell'anello.
SULLA FOTOGRAFIA:
Le riprese sono sublimi, fantastiche le ampie panoramiche che aprono sulle vaste distese neozelandesi. Le scene più veloci disturbavano la vista, non so se per un problema legato al 3D.
SUL CAST:
Sicuramente Ian McKellen, che ha già interpretato Gandalf, non è da redarguire, anche se personalmente l'ho trovato un po' invecchiato, diventando quasi anacronistico nella storia.
Martin Freeman è sicuramente da mettere in risalto, si cala nel suo personaggio in modo brillante, lasciando fluire quando serviva la sua vena comica.
SUL DOPPIAGGIO:
Data la scomparsa del grande Gianny Musi, ho apprezzato il buon Gigi Proietti al doppiaggio di Ian McKellen.
Segnalerei inoltre Carlo Valli al doppiaggio di Ken Stott, Luca Biagini al doppiaggio di Hugo Weaving e Francesco Vairano al doppiaggio di Gollum.
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