Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato |
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Un film di Peter Jackson.
Con Ian McKellen, Martin Freeman, Richard Armitage, James Nesbitt, Ken Stott.
continua»
Titolo originale The Hobbit: An Unexpected Journey.
Fantastico,
Ratings: Kids+13,
durata 164 min.
- USA, Nuova Zelanda 2012.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 13 dicembre 2012.
MYMONETRO
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Ma perché portare al cinema questo romanzo?
di pbshelleyFeedback: 383 | altri commenti e recensioni di pbshelley |
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giovedì 17 gennaio 2013 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Le opere della maturità di Tolkien si segnalano per la vastità di riferimenti culturali, la profondità di studi linguistici ed etnografici sul mondo della Terra di mezzo, assieme al peculiare gusto per il dettaglio, le descrizioni tentacolari, il vasto respiro epico che accompagnano le gesta dei personaggi: al confronto, la vicenda dello “Hobbit” altro non è che una simpatica avventura narrata con spiccato sense of houmor e un percepibile e divertito gusto per il picaresco. Rendere questa peculiarità di stile e contenuti senza rinunciare al costante riferimento al “Signore degli Anelli” è stato l'anacronismo che più ha pregiudicato la buona riuscita del film: da un lato Jackson si è sforzato di mantenere un tono della narrazione leggero e giocoso; dall'altro, il mercato lo spingeva inesorabilmente a rinsaldare i legami con l'epica del precedente, con evidenti forzature.
L'umorismo prolisso della prima ora abbondante è soprattutto noia (perché addirittura un'ora di cena a casa Baggins, quando Tolkien se l'era sbrigata in poche pagine?) e fastidio (agghiacciante la canzone dei nani), e cozza fragorosamente con il prosieguo, alla costante e disperata ricerca di uno slancio eroico che Jackson si illude di trovare nelle molte e fragorose scene di battaglia, al costo di continue distorsioni di spirito e finanche narrative rispetto all'originale: chi ha letto il romanzo potrà divertirsi a trovarle tutte, e a spiegarle nell'ottica di un maldestro tentativo “epicizzante". In assenza di un piano coerente, il risultato è un miscuglio indigesto e sostanzialmente deludente: rivelatrice del malinteso di Jackson è, fra le altre, la sequenza della autoreferenziale e autocelebrativa "rimpatriata"con Heaving, Lee, McKellen e Blanchett al Bianco Consiglio, evento nemmeno presente nel romanzo (molto tempo dopo la stesura dello “Hobbit”, Tolkien lo immaginerà coevo agli avvenimenti qui narrati): degni di nota i poteri telepatici di Galadriel e l'indolenza di Saruman verso le forze del Bene: un giorno le tradirà, è già chiaro!
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