Sebbene il film venga presentato come il prequel di quella trilogia dal successo planetario che conquistò il mondo dieci anni fa e che incondizionatamente fece la storia del genere fantasy, state pur certi, tutta quella magia a cui Peter Jackson ci aveva abituati è inesorabilmente svanita.
La trama de “Lo Hobbit” è già di per sé labile ed effimera, totalmente inconsistente se si tenta un paragone coi precedenti film, che miravano non solo a raccontare semplicemente un susseguirsi di eventi, quanto a far emergere, con monumentale eleganza, la psicologia dei personaggi in ogni singola scena. Ma questo è il meno. In effetti il libro da cui è tratto l’omonimo film viene giudicato, dagli stessi filologi dell’universo Tolkien, come frammentario e ordinario ad indicare un autore ancora grezzo e non totalmente espresso.
Ciò che quindi incide maggiormente sulla resa insoddisfacente del film è un’evidente sproporzione nella narrazione, divisa nettamente in due parti.
La prima, dedicata alla presentazione del protagonista Bilbo e della chiassosa combriccola di nani, è di una verbosità sconcertante. Incapace, quanto meno qui, di raccontare attraverso le immagini, il regista deve affidarsi ad una continua e prolissa voce fuori campo, rendendo fiacco e faticoso l’avanzamento del film. La seconda parte della narrazione risulta invece diametralmente opposta. Si assiste ad una successione infinita di imprevisti, ostacoli e azione che anziché coinvolgere, annoiano fino ad implorare pietà.
Sul piano tecnico resiste solo l’epica colonna sonora, merito di Howard Shore, che si riconferma in grado di emozionare ed esaltare a seconda delle circostanze; ma tutto il resto è un buco nell’acqua.
Scopiazzata la scenografia, la roccaforte finale infatti ricorda molto il famoso castello di Hogwarts così come la caverna dove il putrido Gollum dilania uno sfortunato goblin, è del tutto simile al nascondiglio dell’Horcrux ricercato dalla coppia Silente-Potter nel sesto film del celebre maghetto.
Patetica la sceneggiatura, che senza motivo si ostina a voler strappare, spesso anche senza successo, il sorriso allo spettatore, opacizzando il genere fantasy e confondendolo con una commedia per bambini.
La nota più dura và però fatta alla fotografia, punto cardine del Signore degli Anelli e tallone d’Achille de “Lo hobbit”. Surreale ma ancora accettabile è la saturazione dei colori e la definizione digitale nelle immagini statiche. Eccessiva e insopportabile è invece la fotografia nelle scene dinamiche, dove l’esagerazione degli effetti speciali allontanano il pubblico da qualsiasi dimensione reale catapultandolo in uno scenario plausibile esclusivamente in un videogioco.
Non si può quindi che uscire dalla sala con l’amaro in bocca, consci di aver visto un film ordinario e livellato alla tendenza prevaricante di iperdigitalizzare le pellicole, dimenticando quanto l’arte del cinema consista nel sapersi approcciare alla verità degli uomini attraverso le emozioni e non di raccontare storie sempre più sorprendenti.
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winterwake
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domenica 20 gennaio 2013
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ma se uno non sa come stanno le cose
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perché si ostina a commentare? Lo Hobbit è, che piaccia o meno, il prequel de Il Signore degli Anelli, non perché lo dice Jackson, ma perché lo ha scritto Tolkien e lo ha utilizzato come antefatto del romanzo successivo. Sminuisce il fantasy e lo rende una commedia per bambini? autore non maturo? Ma quantomeno sei consapevole del fatto che Lo Hobbit venne scritto per essere "fantasy" ma per essere una semplice fiaba per bamibini, e che per di più la sua pubblicazione è dovuta alla recensione di un bambino di 10 anni che lo trovò bellissimo??? Se non sai cosa vai a vedere è poi inutile che fai paragoni a casa basandoti sulle tue aspettative, il film è presentato per quello che è, il prequel de Il Signore degli Anelli, che come mezzo mondo sa, è nato da un primo racconto che era una semplicissima fiaba, con molti elementi pensati appositamente per divertire i bambini.
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perché si ostina a commentare? Lo Hobbit è, che piaccia o meno, il prequel de Il Signore degli Anelli, non perché lo dice Jackson, ma perché lo ha scritto Tolkien e lo ha utilizzato come antefatto del romanzo successivo. Sminuisce il fantasy e lo rende una commedia per bambini? autore non maturo? Ma quantomeno sei consapevole del fatto che Lo Hobbit venne scritto per essere "fantasy" ma per essere una semplice fiaba per bamibini, e che per di più la sua pubblicazione è dovuta alla recensione di un bambino di 10 anni che lo trovò bellissimo??? Se non sai cosa vai a vedere è poi inutile che fai paragoni a casa basandoti sulle tue aspettative, il film è presentato per quello che è, il prequel de Il Signore degli Anelli, che come mezzo mondo sa, è nato da un primo racconto che era una semplicissima fiaba, con molti elementi pensati appositamente per divertire i bambini. Diamine, è così difficile informarsi?
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