narcos73
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giovedì 20 dicembre 2012
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l'ennesima occasione persa
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Quando mi trovo di fronte a film di questo genere un solo pensiero mi attraversa la mente. CHE GRAN PECCATO!
Tutto nasce dalla necessità di sacrificare sull'altare del Dio quattrino materiale ad alto potenziale. Successe svariati anni fa con la seconda trilogia di guerre stellari, una delle mie più grandi delusioni cinematografiche, mi è successo di recente con Prometheus (ma gli sceneggiatori da dove sono usciti?).
Questo dello Hobbit è un caso emblematico.
Si chiede allo spettatore di accettare tre film costruiti su una storia che ne permetteva probabilmente uno solo. Conseguenza di una chiara operazione commerciale: La sceneggiatura si infarcisce di strani episodi extra testo per allungare il brodo e stiracchiare la storia.
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Quando mi trovo di fronte a film di questo genere un solo pensiero mi attraversa la mente. CHE GRAN PECCATO!
Tutto nasce dalla necessità di sacrificare sull'altare del Dio quattrino materiale ad alto potenziale. Successe svariati anni fa con la seconda trilogia di guerre stellari, una delle mie più grandi delusioni cinematografiche, mi è successo di recente con Prometheus (ma gli sceneggiatori da dove sono usciti?).
Questo dello Hobbit è un caso emblematico.
Si chiede allo spettatore di accettare tre film costruiti su una storia che ne permetteva probabilmente uno solo. Conseguenza di una chiara operazione commerciale: La sceneggiatura si infarcisce di strani episodi extra testo per allungare il brodo e stiracchiare la storia. E' così che le scene tratte dalla narrazione originale sono riuscite mentre gli allunghi, gli inserti, le invenzioni, sono tanti momenti stridenti. E la perplessità di uno spettatore attento la fa da padrone. Bastava seguire la storia narrata da Tolkien, rimanere fedeli al libro per realizzare un gran bel film, un'opera vera. E invece ci troviamo di fronte ad una operazione commerciale tout court. Incassiamo per tre film invece che per uno. E chi se ne frega se il film è noiso e a tratti decisamente brutto. E' un peccato.
Ho amato la trilogia del signore degli anelli - anche qui rimanendo perplesso di fronte ad alcune scelte che strizzano l'occhio ad uno spettatore ritenuto troppo spesso facile preda di inutili spettacolarizzazioni (vedi improbabili cavalcate su scudo di un surfista con le orecchie a punta di nome Legolas- sic!) - perchè ne avevo apprezzato il tentativo, a mio avviso riuscito, di trasporre in immagini le parole di un libro dal respiro epico senza scostarsi dalla trama originale, semmai rimpaingendone alcuni tagli. Anche perche se un libro funziona, se un libro vende milioni e milioni di copie, è perchè quello che vi è contenuto ha un suo equilibrio, una sua compiutezza che lo rende unico, e quindi perchè stavolgerlo. Se non per ritrovarsi con un lavoro cinematografico non altrettanto compiuto dell'opera letteraria. Ed è questo che succede con lo Hobbit. La necessità di allungare il tempo in sala e la conseguente necessità di interferire con la storia manipolandola e allungandola, toglie quell'equilibrio necessario ad un opera per essere riuscita. E non bastano gli effetti speciali a compensare una pochezza narrativa. Il tutto confezionato con un 3d che se tecnicamente perfetto lascia un senso di fredezza assoluta.
Peccato!
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nucleotorto
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giovedì 20 dicembre 2012
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bentornati nella terra di mezzo
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Subito da precisare, se cercate una fotocopia del Signore degli anelli avete sbagliato film. Lo Hobbit riesce a ritrasportarti nell Terra di Mezzo con una visione completamente diversa. Le due opere letterarie sono profondamente diverse, anche il film riesce a riportare questa diversità, anche se ha un'epicità maggiore rispetto al libro (ma estremamente minore rispetto alla precedente trilogia). Caratterizzazione dei personaggi essenziale, ma perfetta in questa essenzialità, conoscere 13 semiprotagonisti nuovi, che in realtà sono molto simili tra di loro essendo della stessa razza, sarebbe complicato senza annoiare completamente lo spettaore. Jackson ci propone quindi un Thorin (Richard Armitage) turbato, ma pronto a ergesi al comando di un manciata di nani in un'impresa praticamente impossibile, stupenda la perfomance di Armitage, e un Thorin, a mio parere, dverso da quello letterario ma perfetto per una trasposizione cinematografica.
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Subito da precisare, se cercate una fotocopia del Signore degli anelli avete sbagliato film. Lo Hobbit riesce a ritrasportarti nell Terra di Mezzo con una visione completamente diversa. Le due opere letterarie sono profondamente diverse, anche il film riesce a riportare questa diversità, anche se ha un'epicità maggiore rispetto al libro (ma estremamente minore rispetto alla precedente trilogia). Caratterizzazione dei personaggi essenziale, ma perfetta in questa essenzialità, conoscere 13 semiprotagonisti nuovi, che in realtà sono molto simili tra di loro essendo della stessa razza, sarebbe complicato senza annoiare completamente lo spettaore. Jackson ci propone quindi un Thorin (Richard Armitage) turbato, ma pronto a ergesi al comando di un manciata di nani in un'impresa praticamente impossibile, stupenda la perfomance di Armitage, e un Thorin, a mio parere, dverso da quello letterario ma perfetto per una trasposizione cinematografica. Gli altri nani hanno parti minori, eccetto Balin, Dwalin e Bofur, ma ognuno è caratterizzato alla perfezione, da Bombur (che non parla mai, ma sfido a non riconoscerlo) a Gloin che ricorda molto bene Gimli (infatti è suo padre). Martin Freeman è Bilbo Baggins, stupenda la sua interpretazione di un personaggio non semplice, invece lui si è calato nel personaggio con una tale maestria che lascia sbigottiti anche i più crudeli critici. Su Ian McKellen (Gandalf) non c'è più nulla da dire, qui si presenta come un Gandalf meno burbero e misterioso, ma è sempre Gandalf. Nota positiva a Gollum (Andy Serkis), i venti minuti in cui appare sono fenomanli, si notano le somiglianze tra un hobbit normale (Bilbo) e un vecchio hobbit (Gollum), stupenda la sua "doppia personalità" e accentuato benissimo la "pietà" di Bilbo. Analizzando il film si nota che alcune parti potevano essere lasciate all'edizione in dvd, ma nel contesto del film non sono superflue, un Jackson che cerca di accontentare tutti, dagli amnti del libro (vedi il discorso del buongiorno tra Gandalf e Bilbo) agli amanti del Signore degli anelli cinematografico (vedi attacco di Smaug o la riconquista di Moria da parte di Thorin). Le scene prese esterne al libro sono messe egregiamente, facendo perdere un po' la realtà di favola del libro, ma rendendolo cinematograficamente migliore. Le musiche sono qualcosa di eccelso, sono andato a vederlo tre volte il film e in nessuna di queste ho sentito qualcuno parlare durante il canto misty mountains, colonna che accompagna il film e che da i brividi ogni volta. Gli effetti speciali sono eccellenti, alcune volte forse sono un po' esagerati, facendoti perdere il senso di realtà, ma non si può dire che siano brutti a vedersi, anzi. L'unica pecca del film è la troppa comicità, passi il fatto che i nani siano grezzi e qualche caduta di stile possono averla, sembra comuqnue esagerata la parte in cui il re dei Goblin dice "sarò sconfitto", ma nel complesso non è che una piccola accortezza. Agli amanti dell'epicità dico di aspettare ci sarà la battaglia a Dol Gundur, l'incontro con Smaug, la battaglia dei 5 eserciti ecc... Questo non è che l'inizio che si prospetta essere un altro capolavoro.
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tyler77
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giovedì 20 dicembre 2012
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una tragedia.
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Tornato dal cinema sconcertato, ho aspettato di dormirci su un paio di notti prima di scrivere, perché magari, mi sono detto... il giudizio cambierà. Non è stato così.
Una brodaglia digitale di 3 ore per i nostalgici del Signore degli Anelli. Inserti presi da appendici e altre situazioni Tolkeniane liberamente incollate, personaggi ridicoli, e questo 3d HFR (stiamo lentamente scivolando verso la scena di Pozzetto in "Vieni avanti cretino") che rende il film una via di mezzo tra una recita venuta male e una Fiction di Canale 5. Insomma un bel troiaio, figlio del dovere di raccattare quattrini. Spiegatemi come sia possibile fare 3 film di tre ore con 400 pagine.
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Tornato dal cinema sconcertato, ho aspettato di dormirci su un paio di notti prima di scrivere, perché magari, mi sono detto... il giudizio cambierà. Non è stato così.
Una brodaglia digitale di 3 ore per i nostalgici del Signore degli Anelli. Inserti presi da appendici e altre situazioni Tolkeniane liberamente incollate, personaggi ridicoli, e questo 3d HFR (stiamo lentamente scivolando verso la scena di Pozzetto in "Vieni avanti cretino") che rende il film una via di mezzo tra una recita venuta male e una Fiction di Canale 5. Insomma un bel troiaio, figlio del dovere di raccattare quattrini. Spiegatemi come sia possibile fare 3 film di tre ore con 400 pagine. Ve lo dico io come si fa, si prende un po' per il culo lo spettatore con trovate da Nerd Ultimo livello, e si aspetta che milioni di "FanBoy" scrivano recensioni entusiaste su un film che è a tutti gli effetti un Flop. Questo Hobbit è un'operazione commerciale bella e buona, un tentativo mal riuscito di rendere un libro per bambini "epico" come un libro per adulti. Le scene al limite del ridicolo si susseguono senza sosta, l'apertura in casa di Bilbo è degna di Vacanze di Natale. Se questa roba non l'avesse fatta PJ ma un regista qualsiasi staremo a gridare allo scandalo assoluto. Ma di Radagast ne vogliamo parlare? Via per pietà lasciamo perdere. E della scenetta Gandalf -Galadriel, con il primo che si lancia in un improbabile monologo sulle "cose semplici"... agghiacciante.
13 nani che si alternano a dire scemenze e quando non lo fanno corrono. Corrono, corrono. Ma dove siamo? Alle Olimpiadi?
E poi parliamo di questi 48 fps che rendono questa "cosa" ancora più indigesta, pare di vedere la recita delle medie, tutte le scene sono prive di credibiltà, perché per un film del genere Fantasy "l'immersione" nel fantastico è essenziale. Se proprio siete iperappassionati del SA andate a vederlo, altrimenti, lasciate perdere.
Giuro che un paio di persone accanto a me dormivano saporosamente, beati loro.
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daniele chierico
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mercoledì 19 dicembre 2012
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lo hobbit va oltre le aspettative...
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Serata al Cinema: "Lo Hobbit" non delude le aspettative, anzi direi di più...risulta al di sopra! Supera la precedente trilogia del Signore degli Anelli per la ricchezza dei dettagli. Infatti per un solo libro Peter Jackson ha deciso di fare 3 film...per il Signore degli Anelli 3 film per 3 libri. La disposizione di tempo ha permesso al Regista di giocare con i dettagli. La compagnia dei Nani rispecchia totalmente quello che si legge nel libro...Nani buffi e impacciati ma allo stesso tempo coraggiosi e impavidi.
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Serata al Cinema: "Lo Hobbit" non delude le aspettative, anzi direi di più...risulta al di sopra! Supera la precedente trilogia del Signore degli Anelli per la ricchezza dei dettagli. Infatti per un solo libro Peter Jackson ha deciso di fare 3 film...per il Signore degli Anelli 3 film per 3 libri. La disposizione di tempo ha permesso al Regista di giocare con i dettagli. La compagnia dei Nani rispecchia totalmente quello che si legge nel libro...Nani buffi e impacciati ma allo stesso tempo coraggiosi e impavidi. Dulcis in fundo sicuramente il personaggio di Bilbo: è proprio lui!
Leggo commenti negativi da gente che fa il paragone tra "Lo Hobbit" e "Il Signore degli Anelli"...lo Hobbit è lo Hobbit, il Signore degli Anelli è il Signore degli Anelli.
La gente che fa paragoni:
1) Non ha letto assolutamente i libri di Tolkien
2) Parte prevenzionato dalla visione precedente del Signore degli Anelli.
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matteo mantoani
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mercoledì 19 dicembre 2012
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il commento di un fan tolkieniano
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Dopo quasi 10 anni dall'encomiata trilogia de "Il Signore degli Anelli", dopo innumerevoli peripezie legali e non, esce il nuovo film di Peter Jackson basato sull'omonimo romanzo di Tolkien.
Produrre un film su "Lo Hobbit", rendendolo coerente sia al libro che alla precedente trilogia cinematografica, deve essere stata per gli sceneggiatori (capeggiati dallo stesso Jackson) un'impresa a dir poco ardua. Il risultato è in alcuni punti scostante dalla trama originaria del libro, infatti Peter Jackson (assieme ai suoi predecessori) ha cercato di integrare la storia con episodi presi dalle Appendici de "Il Signore degli Anelli", prendendosi a volte anche qualche "licenza" ulteriore al fine di renderlo un film più accettabile da un pubblico di massa.
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Dopo quasi 10 anni dall'encomiata trilogia de "Il Signore degli Anelli", dopo innumerevoli peripezie legali e non, esce il nuovo film di Peter Jackson basato sull'omonimo romanzo di Tolkien.
Produrre un film su "Lo Hobbit", rendendolo coerente sia al libro che alla precedente trilogia cinematografica, deve essere stata per gli sceneggiatori (capeggiati dallo stesso Jackson) un'impresa a dir poco ardua. Il risultato è in alcuni punti scostante dalla trama originaria del libro, infatti Peter Jackson (assieme ai suoi predecessori) ha cercato di integrare la storia con episodi presi dalle Appendici de "Il Signore degli Anelli", prendendosi a volte anche qualche "licenza" ulteriore al fine di renderlo un film più accettabile da un pubblico di massa. Il risultato di questa riscrittura può far storcere il naso a un fan tolkieniano incallito, ma rende il film decisamente più divertente di quello ottenibile attraverso una più rigida adesione alla trama originaria. Se quindi l'orco Azog il Profanatore non trova spazio nella visione tolkieniana, in quella di Jackson rappresenta un ottimo e carismatico antagonista da contrapporre alla figura di Thorin Scudodiquercia. Ad ogni modo, se l'inserimento di Azog rappresenta una delle più azzeccate modifiche alla trama originaria, allo stesso modo la scelta di ridurre il mago Radagast (non direttamente presente in nessun romanzo tolkieniano) ad una specie di barbone-druido, è meno giustificabile. Forse gli sceneggiatori hanno voluto rendere questo personaggio una specie di mediatore tra Tolkien e pubblico di massa, rendendolo di facile comprensione e immedesimazione, nonché incarnazione del classico messaggio "le apparenze non contano" che in soldoni altro non è che la chiave di lettura sia della precedente trilogia cinematografica che di "Lo Hobbit" stesso. Ad ogni modo, la trama del film, con tutte le modifiche a quella originaria e con tutte le prese di distanza dall'universo originale, crea una traduzione decisamente ben riuscita da linguaggio tolkieniano a quello holliwoodiano, forse non apprezzabile dai fan che conoscono i romanzi a menadito, ma vendibile ad un pubblico più vasto.
A parte questo merito, il film presenta alcuni punti deboli, infatti il ritmo del film crolla subito dopo l'inizio, ma decolla nuovamente accompagnato dalle rocambolesche scene di battaglia "alla Spielberg", la cui spettacolarità è stata contestata da molti, ma che a parere del sottoscritto è invece ben sviluppata e ha il pregio di non "ubriacare" lo spettatore.
Per quanto riguarda il design e la caratterizzazione dei personaggi, anche questa volta il film rappresenta un capolavoro, in quanto tutti i dettagli presenti (dai tatuaggi sul cranio di Dwalin ai rilievi sulla tazza da té di Bilbo), fanno sì che il pubblico venga proiettato efficacemente nella fittizia Terra di Mezzo, specie se memore dei film precedenti. Una menzione d'obbligo al design dei nani, il cui aspetto curato nei minimi dettagli, sia per quanto riguarda il carattere che l'aspetto fisico, rappresenta uno dei maggiori punti di forza del film. Una menzione d'onore al simpaticissimo Martin Freeman, pienamente in parte e particolarmente abile nel dare vita al protagonista Bilbo Baggins.
In conclusione, "Lo Hobbit" è un film imperdibile per gli amanti del genere, godibile e divertente per chi intenda accostarsi al fantasy per la prima volta e infine raccomandabile a chi desideri guardare un film (anche se della durata di più di due ore) senza annoiarsi.
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zenth
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mercoledì 19 dicembre 2012
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jackson riesce nell'impresa e regala un capolavoro
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Dopo il successo de "Il Signore degli Anelli", realizzare "Lo Hobbit" non sarebbe stato affatto semplice, e di questo Jackson ne era pienamente consapevole. Il carattere più fiabesco e meno epico del primo libro tolkieniano, una favola scritta per il figlio Christopher, rende "Lo Hobbit" un film che da una parte non può perdere il carattere impressogli dallo scrittore inglese e dall'altra deve sostenere il confronto con un colosso come è stato appunto "Il Signore degli Anelli". Può sembrare quasi impossibile, ma Peter Jackson riesce benissimo in quest'impresa. Scene molto simpatiche e divertenti (l'episodio dei Troll, il duetto Bilbo/Gollum per fare due esempi) si affiancano ad altre decisamente più crude e eroiche (la battaglia nani/orchi, Erebor) e il risultato è un film che ci strappa più di un sorriso, come facevano a loro tempo le storie dei nostri genitori, e nel mentre ci emoziona e ci lascia col fiato sospeso in più occasioni.
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Dopo il successo de "Il Signore degli Anelli", realizzare "Lo Hobbit" non sarebbe stato affatto semplice, e di questo Jackson ne era pienamente consapevole. Il carattere più fiabesco e meno epico del primo libro tolkieniano, una favola scritta per il figlio Christopher, rende "Lo Hobbit" un film che da una parte non può perdere il carattere impressogli dallo scrittore inglese e dall'altra deve sostenere il confronto con un colosso come è stato appunto "Il Signore degli Anelli". Può sembrare quasi impossibile, ma Peter Jackson riesce benissimo in quest'impresa. Scene molto simpatiche e divertenti (l'episodio dei Troll, il duetto Bilbo/Gollum per fare due esempi) si affiancano ad altre decisamente più crude e eroiche (la battaglia nani/orchi, Erebor) e il risultato è un film che ci strappa più di un sorriso, come facevano a loro tempo le storie dei nostri genitori, e nel mentre ci emoziona e ci lascia col fiato sospeso in più occasioni. Ottima recitazione, seppur relativamente poco ci sia da fare, da parte di tutti gli attori, con un riconoscimento particolare a Martin Freeman (Bilbo) che già solo nei primi 5 minuti riesce a catturarci con i suoi simpatici battibecchi con Ian McKellen (Gandalf) e i primi nani; Andy Serkis (Gollum) non si smentisce. Effetti speciali, inquadrature, fotografia e scenografia in generale, non possono non soddisfare un pubblico esigente. Unico piccolo difetto, forse, è la colonna sonora che a parte la canzone "Misty Mountains" già presente nel Trailer e riutilizzata più volte nel film, non aggiunge granchè di nuovo a quei pezzi che avevano reso celebre il precedente film "Il Signore degli Anelli". Peter Jackson non ci delude e ci regala il primo film di una trilogia forse partita con troppi pregiudizi, in parte fondati, e facilmente criticabile da molti punti di vista. Non dimentichiamoci però che l'eredità lasciata dalla precedente trilogia non permette a "Lo Hobbit" di essere la versione cinematografica di una semplice fiaba: di questa deve mantenere la traccia e l'intenzione, ma non può mancare del tratto epico e dei forti spunti di riflessione che sicuramente nei prossimi episodi, ancor più che in questa prima parte, non verranno certo a mancare. Voto: 5/5
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sandro17
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martedì 18 dicembre 2012
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non delude mai
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Troppo lento l'inizio quasi 20 minuti a casa di Bilbo con i nani che mangiano e cantano poi il film si riprende magnificamente. Si rivive il fascino del Signore degli Anelli e dopo 160 minuti si vorebbe stare ancora al cinema. Dividerlo in tre parti mi sembra troppo
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noema
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martedì 18 dicembre 2012
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concerning hobbits: la contea non é mai abbastanza
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Quando vidi in lontananza,ma molto in lontananza la meta dei nostri nuovi amici capitanati dal bel nano Thorin scudo di quercia pensai:"Ecco,ci siamo..l'avventura comincia proprio ora! "E BOOM, titoli di coda ahah! "Sarei rimasta li per un'altra mezz'ora!" Arriviamo al dunque : Ho sempre avuto la sensazione che in realta' Jackson vivesse proprio li a confine con la Contea e le Terre Selvagge ma non pensavo che fosse cosi vero..Con questa sua nuova direzione della nuove trilogia, e non prequel a mio parere, ha davvero superato se stesso. Parto dall'analisi del suo lavoro perche' ho notato un Peter Jackson molto maturo e preciso: ha cercato di usare la sua bravura e tecnica senza autocelebrarsi ma cercando di rispettare il libro e il fan tolkiano che ha dentro.
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Quando vidi in lontananza,ma molto in lontananza la meta dei nostri nuovi amici capitanati dal bel nano Thorin scudo di quercia pensai:"Ecco,ci siamo..l'avventura comincia proprio ora! "E BOOM, titoli di coda ahah! "Sarei rimasta li per un'altra mezz'ora!" Arriviamo al dunque : Ho sempre avuto la sensazione che in realta' Jackson vivesse proprio li a confine con la Contea e le Terre Selvagge ma non pensavo che fosse cosi vero..Con questa sua nuova direzione della nuove trilogia, e non prequel a mio parere, ha davvero superato se stesso. Parto dall'analisi del suo lavoro perche' ho notato un Peter Jackson molto maturo e preciso: ha cercato di usare la sua bravura e tecnica senza autocelebrarsi ma cercando di rispettare il libro e il fan tolkiano che ha dentro. La decisione di aggiungere le chicche di approfondimento per far sentire lo spettatore,legato alla prima saga, un passo avanti rispetto ai nuovi,partecipi di quello che e' stato prima di Frodo e' stato ben collocato e amalgamato nella storia. Ci sono molte cose differenti:un Gandalf giovane che avverte dentro se i primi segni di cambiamento nella terra di mezzo;c'e' un respiro maggiore dedicato alla storia degli antichi popoli ;Bilbo e' uno dei personaggi meglio riusciti: incarna le caratteristiche dell'Hobbit perfetto ed e' un connubbio dei petsonaggi conosciuti in passato..Le musiche e i luoghi neozelandesi mi hanno incosciamente riportato in quello scenario epico -fantasy che molti hanno aggiunto essere piu favolesco del solito ma la missione e' ben diversa: se nella trilogia si ha a che fare con l'intera umanita messa in pericolo , nel "lo hobbit" si ha a che fare con i molteplici avvenimenti che cambiarono le scelte di molti e portarono alle grandi guerre come quella del fosso e di minastirit(scusate la trascrizione!) Da qui si puo capire l'astio che poteva esserci tra Legolas e il nano e i primi eventi con la presenza dell' anello..
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brouck
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martedì 18 dicembre 2012
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stupendo
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le 2 ore e mezza meglio spese di tutti i tempi, un 3D fantastico, un 3D che supera alla grande l'esperienza analoga di avatar, la prima volta che vedo che l'intera sala interagire con lo schermo "la pigna" tutti o quasi si sono spostati.
Tocco di genio riprendere le colonne sonore del Signore degli Anelli. (anche se è un po' azzardato mettere la colonna sonora dello scontro tra Frodo e Sauron nella battaglia tra Bilbo e l'orco bianco)
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filippo catani
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martedì 18 dicembre 2012
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un film che si guarda e si lascia guardare
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La pellicola racconta l'avventura vissuta dallo hobbit Bibbo Baggins che parte con una spedizione di nani verso la riconquista del regno di Erebor caduto sotto le grinfie del terribile drago assetato di oro di nome Smaug.
Partiamo subito da quello che ci ha convinto di più e cioè la splendida fotografia e le stupende scenografie piene di paesaggi neozelandesi. Va detto che il regno degli Elfi (Gran Burrone) è veramente una meraviglia per gli occhi dello spettatore. Così come semplicemente splendida è la lotta dei giganti di pietra sotto la pioggia battente. Andando a scalare troviamo una trama efficace con dilatazioni (un po' eccessive) della narrazione dovute anche al fatto che per tirare fuori una trilogia da un'opera non certo maestosa richiede qualche artificio e qualche aggiunta di sana pianta da parte del regista.
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La pellicola racconta l'avventura vissuta dallo hobbit Bibbo Baggins che parte con una spedizione di nani verso la riconquista del regno di Erebor caduto sotto le grinfie del terribile drago assetato di oro di nome Smaug.
Partiamo subito da quello che ci ha convinto di più e cioè la splendida fotografia e le stupende scenografie piene di paesaggi neozelandesi. Va detto che il regno degli Elfi (Gran Burrone) è veramente una meraviglia per gli occhi dello spettatore. Così come semplicemente splendida è la lotta dei giganti di pietra sotto la pioggia battente. Andando a scalare troviamo una trama efficace con dilatazioni (un po' eccessive) della narrazione dovute anche al fatto che per tirare fuori una trilogia da un'opera non certo maestosa richiede qualche artificio e qualche aggiunta di sana pianta da parte del regista. Ecco sicuramente nella prima metà della pellicola il ritmo è tutt'altro che incalzante ma questo si deve al fatto che serve un po' di tempo per presentare tutti i personaggi e le vicende. Forse la scena degli indovinelli si poteva un attimo accorciare anche se è funzionale sia per questo film sia per la trilogia dell'anello. La colonna sonora ricalca la precedente e piace. Ben assortito anche il cast; bene Freeman nel ruolo dello Hobbit mentre ottima l'interpretazione di Ian McEllen nei panni di Gandalff. Ho visto il film in 2D ma mi sono fatto l'opinione che forse questa pellicola poteva valere il prezzo del 3D. Il prossimo appuntamento è fissato per l'anno prossimo per quello che si candida ad essere un altro strepitoso successo specialmente al botteghino e forse un po' meno per gli Oscar. Non sarà così però a mio modo di vedere non c'è bisogno di fare pellicole di quasi tre ore; almeno per questo episodio due ore o due ore e un quarto andavano più che bene ma comuqnue, anche per la baravura del regista, il film si guarda e si lascia guardare.
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