sbem90
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lunedì 24 dicembre 2012
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film per fascia di età 5-12 anni
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Sono andato a vedere lo hobbit non sperando d rivedere un capolavoro come i suoi precedessori, ma sperando di vedere comunque un bel film , e invece mi sono trovato davanti a un film per carità fatto bene su quello niente da dire , ma con una storia che non ti coinvolge per niente , e in più pieno di battutine orribili ! C' è ho sentito più risate in lo hobbit in sala che in qualsiasi altro cinepanettone -.-. Orribile scena che non mi scorderò mai quella del gobelin gigante con attaccato al mento una specie di sacca . Appena è stato ucciso da gandalf il goblin afferma "ops, sono stato sconfitto ". In conclusione lo hobbit è un buon film per portare i vostri figli al cinema ma se siete adulti vi annoieret
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Sono andato a vedere lo hobbit non sperando d rivedere un capolavoro come i suoi precedessori, ma sperando di vedere comunque un bel film , e invece mi sono trovato davanti a un film per carità fatto bene su quello niente da dire , ma con una storia che non ti coinvolge per niente , e in più pieno di battutine orribili ! C' è ho sentito più risate in lo hobbit in sala che in qualsiasi altro cinepanettone -.-. Orribile scena che non mi scorderò mai quella del gobelin gigante con attaccato al mento una specie di sacca . Appena è stato ucciso da gandalf il goblin afferma "ops, sono stato sconfitto ". In conclusione lo hobbit è un buon film per portare i vostri figli al cinema ma se siete adulti vi annoierete
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[+] ovvio
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renato volpone
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domenica 23 dicembre 2012
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un altro viaggio a puntate
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Peter Jackson ci riporta nel mondo del “Signore degli anelli” e tra gli “hobbit”. Mescolando i racconti di Tolkien ne trae un polpettone a puntate. Lo spettatore in questo primo film arriva ad un finale sull’orlo di un precipizio con i personaggi a cui si è affezionato nelle quasi tre ore di film e si rende conto che da lì partirà sicuramente una seconda puntata. La storia è coinvolgente e in un crescendo di avventura ci porta a ritrovare personaggi che avevamo lasciato nella ormai vecchia trilogia. Paesaggi mozzafiato, buone musiche e personaggi forse un po’ troppo caricaturali e sanguigni. A tratti alcune scene con l’effetto tridimensionale danno la cattiva sensazione di vedere gli attori muoversi nelle sale di ripresa con le immagini che scorrono sullo fondo.
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Peter Jackson ci riporta nel mondo del “Signore degli anelli” e tra gli “hobbit”. Mescolando i racconti di Tolkien ne trae un polpettone a puntate. Lo spettatore in questo primo film arriva ad un finale sull’orlo di un precipizio con i personaggi a cui si è affezionato nelle quasi tre ore di film e si rende conto che da lì partirà sicuramente una seconda puntata. La storia è coinvolgente e in un crescendo di avventura ci porta a ritrovare personaggi che avevamo lasciato nella ormai vecchia trilogia. Paesaggi mozzafiato, buone musiche e personaggi forse un po’ troppo caricaturali e sanguigni. A tratti alcune scene con l’effetto tridimensionale danno la cattiva sensazione di vedere gli attori muoversi nelle sale di ripresa con le immagini che scorrono sullo fondo. Il fenomeno si ripete un po’ troppo spesso. Gli effetti speciali, però, sono molto buoni e animali e mostri fantastici sono quanto mai reali. Forse solo la discesa di Gandalf dall’uccello gigante è un po’ troppo scivolosa. Il film non annoia, anzi, per capire meglio gli spazi temporali entro cui si muovono i personaggi ti invoglia ad andarlo a rivedere perché alcune cose lasciano perplessi. E nonostante il film non sia eccezionale lo si può rivedere volentieri, soprattutto per gli appassionati del genere.
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xxseldonxx
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domenica 23 dicembre 2012
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the gollum: il film dalla doppia personalità
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Bilbo vive tranquillo nella contea, quando un lo stregone Gandalf gli propone di partire insieme ad un gruppo di nani per riconquistare Erebor, il regno sotto la montagna: ha così inizio un "viaggio inaspettato".
Rispetto al progetto di Del Toro due sono le principali modifiche apportate da Jackson: girare il film in tre dimensioni e a 48 fps e inserire episodi tratti dalle "Appendici" nella trama del film. Non avendo chi scrive testato né il formato HFR né quello 3D, questa recensione tralascerà questo aspetto.
Queste aggiunte invece si rivelano un importante fattore per la qualità della narrazione. Se infatti i flashback sulla storia di Erebor si rivelano azzeccati poiché riescono a inserire scene d’azione nella prima parte della trama, altrimenti deficitaria sotto questo aspetto, altrettanto non si può dire dell'aggiunta del personaggio di Radagast il Bruno, che finisce per spingere la comicità del film oltre il limite del ridicolo, o della riunione del Bianco Consiglio, che risulta pesante inutile.
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Bilbo vive tranquillo nella contea, quando un lo stregone Gandalf gli propone di partire insieme ad un gruppo di nani per riconquistare Erebor, il regno sotto la montagna: ha così inizio un "viaggio inaspettato".
Rispetto al progetto di Del Toro due sono le principali modifiche apportate da Jackson: girare il film in tre dimensioni e a 48 fps e inserire episodi tratti dalle "Appendici" nella trama del film. Non avendo chi scrive testato né il formato HFR né quello 3D, questa recensione tralascerà questo aspetto.
Queste aggiunte invece si rivelano un importante fattore per la qualità della narrazione. Se infatti i flashback sulla storia di Erebor si rivelano azzeccati poiché riescono a inserire scene d’azione nella prima parte della trama, altrimenti deficitaria sotto questo aspetto, altrettanto non si può dire dell'aggiunta del personaggio di Radagast il Bruno, che finisce per spingere la comicità del film oltre il limite del ridicolo, o della riunione del Bianco Consiglio, che risulta pesante inutile.
La prima parte del film si svolge dunque in maniera troppo lenta (la partenza di Bilbo da casa avviene dopo 40 minuti) e discontinua e, nonostante ricordi molto lo stile della precedente trilogia Jacksoniana non riesce a elevarsi al suo livello.
Dopo la partenza dalla città elfica, invece, il film cambia completamente registro, nonostante permangano alcune criticità: l'incontro con il Re Goblin, figura grottesca e stereotipata, e l'intera scena di fuga (troppo videoludica) dal sottosuolo, che tocca il punto più basso dell'intero film.
Tolte queste due scene, tuttavia, la seconda parte può vantare alcuni momenti capaci di emozionare: la sfida agli indovinelli tra Gollum e Bilbo, scena di punta del film e splendido dialogo-duello tra due grandi attori; magnifico anche lo scontro alla fine del film, in cui Jackson ritrova finalmente quell'epicità a cui ci aveva abituato con la trilogia de "Il Signore degli Anelli".
Così, anche i personaggi possono essere divisi in due categorie qualitative differenti: se infatti la pellicola contiene figure infime, non si possono dimenticare quelle che invece sono davvero riuscite. Tralasciando un Gandalf che si dimostra essere all'altezza di quello del “Signore degli Anelli”, e Serkis che col suo Gollum fa ancora una volta faville, non si possono che lodare Martin Freeman e Richard Harmitage, l'uno per il carattere british con cui ha reso alla perfezione quel Bilbo incerto e pantofolaio, l'altro per quello sguardo carico d'odio e fierezza che rende Thorin il miglior personaggio del film.
Ben realizzati sono anche i restanti nani, resi attraverso un trucco e dei costumi veramente ottimi; d'altronde sotto il punto di vista tecnico il film si pone al livello della precedente trilogia, dato che Jackson ha riunito gli stessi collaboratori di una volta: non si può non elogiare la scenografia, per la quale, dove possibile, sono stati usati gli stessi set delle precedenti tre pellicole, e le musiche di Howard Shore.
La soddisfazione che si prova allo scorrere dei titoli di coda è generata solo dal fatto che nell'ultima parte la qualità del film si rialza coraggiosamente, ma, guardando l'opera complessiva con uno sguardo d'insieme, ci si accorge che la storia appesantita dai tagli non fatti e scissa in due diverse personalità, raccontata a due diverse velocità. L'auspicio è che i due sequel, già pronti e in attesa di essere distribuiti, si mantengano all'altezza delle ultime sequenze di questa prima puntata.
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xxseldonxx
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domenica 23 dicembre 2012
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the gollum: il film dalla doppia personalità
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Bilbo Baggins è un hobbit, anzi: è Lo hobbit. Vive tranquillo nella sua "caverna hobbit", quando un giorno si presenta alla sua porta lo stregone Gandalf, sua vecchia conoscenza, che gli propone un'avventura insieme a lui e ad un gruppo di nani: lo scopo del viaggio è la riconquista di Erebor, il regno sotto la montagna, un tempo prospero sotto il governo di Thrór e ora occupato dall'avido drago Smaug. Dopo un iniziale rifiuto, Bilbo decide di partire al seguito della compagnia guidata da Thorin Scudodiquercia, nipote di Thrór e grande guerriero. Ha così inizio un "viaggio inaspettato", in cui i nostri dovranno vedersela con ogni tipo di creatura che popola la Terra Di Mezzo.
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Bilbo Baggins è un hobbit, anzi: è Lo hobbit. Vive tranquillo nella sua "caverna hobbit", quando un giorno si presenta alla sua porta lo stregone Gandalf, sua vecchia conoscenza, che gli propone un'avventura insieme a lui e ad un gruppo di nani: lo scopo del viaggio è la riconquista di Erebor, il regno sotto la montagna, un tempo prospero sotto il governo di Thrór e ora occupato dall'avido drago Smaug. Dopo un iniziale rifiuto, Bilbo decide di partire al seguito della compagnia guidata da Thorin Scudodiquercia, nipote di Thrór e grande guerriero. Ha così inizio un "viaggio inaspettato", in cui i nostri dovranno vedersela con ogni tipo di creatura che popola la Terra Di Mezzo.
Finalmente approda sul grande schermo la trasposizione cinematografica de "Lo Hobbit". "Finalmente" perchè questo film è il frutto di una produzione decisamente travagliata e burrascosa: Jackson desiderava girarlo fin dal '95 ma solo nel 2006, a seguito dell'enorme successo della "Trilogia degli anelli", la MGM concede l'utilizzo dei diritti del film, che nel 2008 viene affidato alla regia di Guillermo del Toro. Dopo due anni di preparazione tecnica e di scrittura della sceneggiatura il regista messicano abbandona il timone, causa il continuo posticipare le riprese per volere della produzione. Jackson allora decide di tornare in prima persona nel mondo che John Ronald Reuel Tolkien creò nel lontano 1937.
Due sono le principali modifiche apportate dal regista neozelandese rispetto al progetto originale di Del Toro: la prima consiste nel girare il film in tre dimensioni e nel tanto pubblicizzato, criticato e chiaccherato formato di 48 fps (fotogrammi per secondo), rispetto ai canonici 24; la seconda sta nell'inserimento di episodi tratti dalle "Appendici" nella trama del film e nel conseguente aumento della durata della pellicola, i cui sequel diventano due. Non avendo chi scrive testato né il formato HFR né quello 3D, questa recensione tralascerà (come è inevitabile) queste modifiche tecniche per concentrarsi su quelle contenutistiche.
Queste "divagazioni" inserite da Peter Jackson si rivelano, per il numero e per l'altalenante qualità, un importante fattore per la fluidità della narrazione. Se infatti da un lato i flashback sulla storia di Erebor si rivelano decisamente azzeccati dato che riescono a inserire scene di combattimenti di ottima qualità nella prima parte della trama, altrimenti deficitaria sotto questo aspetto, altrettanto non si può dire dell'aggiunta del personaggio di Radagast il Bruno, che, nelle scene in cui appare, finisce per spingere la comicità del film oltre il confine che separa il gradevole dal ridicolo, o della scena della riunione del Bianco Consiglio, che, sebbene prolunghi la permanenza dello spettatore nelle atmosfere magiche di Gran Burrone e mostri alcune vecchie conoscenze per i veterani della Terra Di Mezzo, risulta pesante e non riesce a trovare un'utilità all'interno della trama, se non quella di collegare il film alla saga de "Il Signore degli Anelli".
La prima parte del film si svolge dunque in maniera decisamente troppo lenta (la partenza di Bilbo da casa sua avviene dopo 40 minuti) e discontinua e, nonostante ricordi molto lo stile della precedente trilogia Jacksoniana, sia per quanto riguarda l'atmosfera che per le ampie riprese panoramiche dall'elicottero, non riesce (almeno per la prima metà del film) a elevarsi al suo livello.
Dopo la partenza dalla città elfica, invece, il film cambia completamente registro, assumendo un aspetto più epico e meno umoristico, nonostante non manchi qualche criticità: l'incontro con il Re Goblin, figura decisamente grottesca e stereotipata, forse la peggiore della pellicola, e l'intera scena di fuga dalla caverna goblin, che assume un aspetto e una dinamica che sembrano ricalcare quelli delle sequenze in quick-time event dei videogiochi e che, nonostante l'ottima realizzazione grafica, tocca il punto più basso dell'intero film.
Tolte queste due scene, tuttavia, la seconda parte può vantare alcuni momenti capaci di emozionare: la sequenza dei giganti di roccia, che si mostra in tutta la sua maestosità grazie ad un uso davvero ottimo della computer grafica e si fa apprezzare anche se costituisce una leggera divagazione rispetto al libro di Tolkien; la sfida degli indovinelli tra Gollum e Bilbo, scena di punta del film e splendido dialogo-duello tra due grandi attori e personaggi, a seguito della quale si inizia a vedere la trasformazione psicologica dell'hobbit, che, speriamo, continuerà nei sequel; magnifico anche lo scontro con orchi e mannari alla fine del film, in cui Peter Jackson ritrova finalmente quell'epicità a cui ci aveva abituato con la trilogia de "Il Signore degli Anelli".
Così, anche i personaggi possono essere divisi in due categorie qualitative completamente differenti: se infatti la pellicola contiene figure infime, non si possono dimenticare quelle che invece sono davvero riuscite, sia per la caratterizzazione psicologica, che per l'abilità di recitazione degli attori. Tralasciando un Gandalf (ben doppiato da Proietti) che si dimostra essere all'altezza di quello del Signore degli Anelli, e Serkis (qui anche in veste di co-regista) che col suo Gollum fa ancora una volta faville, non si possono che lodare Martin Freeman e Richard Harmitage, l'uno per il carattere british con cui ha reso alla perfezione quel Bilbo incerto, impaurito e pantofolaio, l'altro per quello sguardo carico d'odio, fierezza e ricordi che rende lo Shakesperiano Thorin Scudodiquercia forse il miglior personaggio del film.
Ben realizzati sono anche i restanti nani, resi attraverso un trucco e dei costumi veramente ottimi; d'altronde sotto il punto di vista tecnico il film si pone al livello della precedente trilogia, dato che Jackson ha riunito gli stessi collaboratori, ormai ferrati e veterani del mondo creato da Tolkien: oltre agli aspetti appena citati non si può non elogiare la scenografia, per la quale, dove possibile, sono stati usati gli stessi set delle precedenti tre pellicole, e soprattutto le splendide musiche di Howard Shore, che contribuiscono grandemente a riportare lo spettatore nella Terra di Mezzo, lasciata nel 2006.
La sensazione che si prova allo scorrere dei titoli di coda è quella di una grande soddisfazione: questa tuttavia è generata solo dal fatto che nell'ultima parte la qualità del film si rialza coraggiosamente, ma, se si guarda l'opera complessiva con uno sguardo d'insieme, ci si accorge che la debolezza della pellicola consiste principalmente nell'eccessiva dilatazione dei tempi, perlomeno fino alla sequenza dei giganti di roccia; ciò appare come il forzatissimo tentativo di proporre una storia come quella di "Lo Hobbit" in tre film differenti, cercando di mettersi a confronto con "Il Signore degli Anelli" (confronto richiamato anche dai continui riferimenti all'opera maggiore) e di garantire incassi maggiori alle case di distribuzione.
Il risultato è una storia appesantita dai tagli non fatti e pertanto scissa in due diverse personalità, raccontata a due diverse velocità. L'auspicio, l'unico possibile, è che i due sequel, già pronti e in attesa di essere distribuiti, si mantengano all'altezza delle ultime sequenze di questa prima puntata e che l'opera complessivamente possa essere rivalutata positivamente.
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vapor
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domenica 23 dicembre 2012
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cambio recensione
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CIAO A TUTTI, VOLEVO CHIEDERE CORTESEMENTE DI PRENDERE ATTO DEL FATTO CHE LA RECENSIONE DI MARIANNA CAPPI RISULTA ESSERE FUORVIANTE PER CHI CERCA UN GIUDIZIO IL PIù POSSIBILE IMPARZIALE SU "LO HOBBIT" DI JACKSON, PERTANTO VI CHIEDO DI SOSTITUIRLA CON UNA PIù IDONEA; CONSULTATEVI ANCHE COMUNEMENTE IN GIRO, NESSUNO SEMBRA AVER AVUTO QUESTA IMPRESSIONE PENOSA DEL FILM, ANZI AI PIù SEMBRA ENTUSIASMANTE E MOLTO BELLO. QUANTO MENO METTETE UNA RECENSIONE DI QUALCUNO CHE ABBIA DORMITO E MANGIATO BENE PRIMA DI AVER VISTO IL FILM. BYE BYE, MATTIA
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joker 91
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domenica 23 dicembre 2012
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un viaggio inaspettato discreto
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Lo Hobbit è un film discreto dove è chiaramente evidente l'assenza dell'epicità della trilogia del signore degli anelli,il libro di Tolkien sullo Hobbit è chiaramente diverso dalla sua opera più famosa. Martin Freeman non sfigura nel ruolo di Bilbo,la maestria di Jackson nel trattare l'immaginario della fantasia non vien meno come anche le rappresentazioni di bellissimi paesaggi al momento opportuno. Mckeller fa il suo con un magistrale doppiaggio del nostro Proietti,si tratta di una buona opera che alterna momenti di forte presa sul pubblico ad momenti di forte infantilità tipici di un certo tipo di cinema Fantasy. Un buon film,tuttavia manca della carica adrenalinica e della serietà della grandissima trilogia dell'anello ed questo non è poco
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nick castle
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domenica 23 dicembre 2012
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bellissimo...
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Bellissimo che gihannibal abbia paragonato Lo Hobbit a Fantaghirò! Mi sono scese le lacrime pensandoci!
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nick castle
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domenica 23 dicembre 2012
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zio peter se la tira molto, con poca corda però!
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Signori, non mi posso certo ritenere un appassionato della saga di Tolkien, ma dieci anni fa non mi tappai gli occhi davanti a quello splendore visivo che era la precedente trilogia de "Il signore degli anelli", è la verità era che, Peter Jackson era riuscito a portare il genere fantasy a un livello veramente più alto, mentre Lo Hobbit sembra piuttosto intenzionato portare il genere a qualcosa di più basso rispetto alla precedente trilogia. Perchè Signori, mi dichiaro totalmente, ho iniziato a inorridire davanti allo schermo cinematografico quando, la combricola di nani inizia a cantare mentre lava i piatti, c'era davvero da tapparsi gli occhi e le orecchie, e anche la canzoncina cantata poco dopo davanti al fuoco mamma mia (ma cos'era, la Premiata Forneria Marconi che cantava Impressioni di settembre?).
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Signori, non mi posso certo ritenere un appassionato della saga di Tolkien, ma dieci anni fa non mi tappai gli occhi davanti a quello splendore visivo che era la precedente trilogia de "Il signore degli anelli", è la verità era che, Peter Jackson era riuscito a portare il genere fantasy a un livello veramente più alto, mentre Lo Hobbit sembra piuttosto intenzionato portare il genere a qualcosa di più basso rispetto alla precedente trilogia. Perchè Signori, mi dichiaro totalmente, ho iniziato a inorridire davanti allo schermo cinematografico quando, la combricola di nani inizia a cantare mentre lava i piatti, c'era davvero da tapparsi gli occhi e le orecchie, e anche la canzoncina cantata poco dopo davanti al fuoco mamma mia (ma cos'era, la Premiata Forneria Marconi che cantava Impressioni di settembre?). Con ciò, ci sarebbero i presupposti per andarsene dalla sala, ma dopo aver già inziato a sbadigliare mi dico, ho fatto 30, faccio anche 31 e così la visione continua, tra chiacchere vuote e prive di ogni utilità narrativa e dialoghi didascalici e pedanti che servono solo a raccontare la storia che Peter Jackson non è stato capace di narrare con le immagini. A ecco, c'è da spendere più di qualche parola per le immagini di questo film, ho visto il film nel tanto agognato HFR 3D (High frame rate 3D) in 48 fotogrammi al secondo, e preannuncio che non c'è nessuna differenza con il normale 3D a 24 fps se non quella di vedere in alcune scene i personaggi che si muovono come in cortometraggio di Charlie Chaplin o di Buster Keaton, ovvero che vanno più veloce del normale, il chè da, al film un aspetto a tratti ridicolo, oltre questo non c'è nessuna differenza e non serve più tempo per abituarsi alla visione. Il problema del lato visivo del film è che, il digitale con cui è girato crea delle immagini lucide, piatte, in poche parole squallide, che sanno di film porno, che sia chiaro nella messa in scena Jackson non pecca e neanche nella direzione degli attori, tutto ciò è compito del direttore della fotografia Andrew Lesnie che evidentemente poco pratico di riprese in digitale crea un film fantasy dai colori freddi che sembra un film televisivo con uso e abuso di sfocature Gaussiane inserite in post-produzione. Visivamente a mio parere è un fiasco, si salvano almeno gli attori, e quà Jackson da prova di saper cosa vuol dire fare il regista, ma anche quà, quando entrano in scena insieme Ian McKellen, Cate Blanchett, Christopher Lee e Hugo Weaving il tutto prende una piega del tipo, rimpatriata di vecchie glorie. La seconda parte si fa più interessante e detto francamente le battaglie e gli scontri sono ben fatti, ma questo non riscatta un ora e mezza di noia solenne, chiacchere e indovinelli (ma vi rendete conto che Bilbo e Gollum per l'unica scena in cui si incontrano si metteno a fare indovinelli per 15 minuti contati?!). Onestamente è un film che non mi ha appassionato, che fatica a prendere quota e la perde molto in fretta, e ancora più onestamente, stiracchiare un libro in tre film, non mi sembra proprio una buona idea, per quanto sia lungo (e neanche tanto, 400 pagine circa le riedizioni...) è sempre uno e uno solo, e distribuito in tre film è ovvio che diventi uno strazio, infatti quà tutta la parte prima della partenza si poteva fare anche meglio in 10-15 minuti, ma si sa che se si parla di Peter Jackson, i fan hanno il prosciutto sugli occhi, se l'avesse diretto veramente Guillermo Del Toro, le critiche da parte dei fan sarebbero state di fuoco, mentre a Jackson non solo perdoniamo ma facciamo persino finta di niente. Ma d'altronde come mi disse mio padre all'uscita della sala: "Beh, questo è solo un assaggio, il bello verrà dopo!", però questo è un assaggio di 170 minuti e si sa che quando si assaggiano troppi antipasti ci si rovina l'appetito.
P.S. Qualche critico statunitense ha detto che alcune scene non hanno motivo di esistere, sopratutto quelle iniziali. Aveva ragione, Dio ce ne scampi dalla versione estesa che uscirà in home video. Recensione dedicata a Mario!
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claudiotto
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domenica 23 dicembre 2012
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capolavoro minato da doppiaggio e soundtrack
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A mio personale giudizio, Lo Hobbit rappresentava una sfida davvero ardua e pericolosa per Jackson.
Il racconto molto più semplice e breve, la storia antecedente al Signore degli Anelli, i molti personaggi, il successo planetario della trilogia dell'anello erano tutte componenti ad alto rischio per il neozelandese.
Devo dire che il primo dei 3 episodi de "Lo Hobbit" ha fatto tecnicamente un balzo in avanti rispetto alla trilogia, e soprattutto rispetto alla "Compagnia dell'Anello".
Le varie scene in motion control con le interpretazioni assemblate di McKellen sono davvero a livelli eccelsi.
Piccole imperfezioni (a volte le linee dello sguardo tradiscono queste scene realizzate in vari step, come nella riunione tra Elfi e Stregoni a Granburrone), ma complessivamente il film è davvero bello, godibile e non ci si accorge assolutamente di essere stati seduti 2 ore e 40 minuti.
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A mio personale giudizio, Lo Hobbit rappresentava una sfida davvero ardua e pericolosa per Jackson.
Il racconto molto più semplice e breve, la storia antecedente al Signore degli Anelli, i molti personaggi, il successo planetario della trilogia dell'anello erano tutte componenti ad alto rischio per il neozelandese.
Devo dire che il primo dei 3 episodi de "Lo Hobbit" ha fatto tecnicamente un balzo in avanti rispetto alla trilogia, e soprattutto rispetto alla "Compagnia dell'Anello".
Le varie scene in motion control con le interpretazioni assemblate di McKellen sono davvero a livelli eccelsi.
Piccole imperfezioni (a volte le linee dello sguardo tradiscono queste scene realizzate in vari step, come nella riunione tra Elfi e Stregoni a Granburrone), ma complessivamente il film è davvero bello, godibile e non ci si accorge assolutamente di essere stati seduti 2 ore e 40 minuti.
Specifico di aver avuto la fortuna di vederlo in 2 sale HFR, con proiettori digitali 2K e 4K.
Per questo motivo, posso dire che le scene di azione nel regno dei Goblins ed i primi piani da antologia del Gollum su schermi da oltre 200 mq sono così ricchi di particolari, oggetti, protagonisti, azione e definizione che i protagonisti possono passare in secondo piano, concentrandosi piuttosto su tutta la scena in background.
Jackson ha un (bel) po' allungato il brodo e preso qualche licenza dal racconto originale, ma il risultato è molto godibile anche da chi non conosceva il libro.
Anche se dai trailers il cast mi era sembrato un po’ debole per Bilbo ed i Nani, devo dire che Freeman porta sullo schermo una nota molto particolare e fresca, con un’interpretazione molto "British" adattissima ad un Hobbit.
Bel personaggio è anche Armitage in Thorin, che per il sottoscritto è da sempre IL re valoroso e senza macchia.
Il personaggio più centrato è secondo me quello di Balin: ha un aspetto, un portamento ed una voce come meglio non si poteva fare.
Dopo questi sperticati elogi, devo però passare a 2 dolenti note
La prima riguarda la colonna sonora.
Se Shore ha realizzato per la trilogia dei temi bellissimi, indimenticabili e riconducibili a luoghi e personaggi, qui ha fatto l'esatto opposto.
Non c'è UN tema originale che si ricordi usciti dalla sala, se non un accenno della canzone dei nani alla partenza dalla Contea, magistralmente cantata a cappella in italiano.
Durante il film troviamo molti temi (accennati o estesi) della trilogia, perfettamente coerenti tra loro, ma... già sentiti!
Vedendo i titoli di coda la prima cosa che viene in mente è che... non ci sia stata alcuna colonna sonora.
La seconda critica che mi permetto di muovere è al doppiaggio.
Tutti i personaggi sono stati ben doppiati; tutti TRANNE Gandalf!
Gigi Proietti è - credo - il migliore e più duttile attore italiano vivente, ma purtroppo la sua voce è assolutamente SLEGATA, INADATTA ed INUTILE per Gandalf.
Non c'è nulla da fare: non solo al sottoscritto, ma a tutti coloro ai quali ho chiesto un'opinione in sala, è sembrato di sentire il Maresciallo Rocca ogni volta che Gandalf apriva bocca, distraendo completamente l'attenzione dal personaggio.
Purtroppo lo scomparso Gianni Musy aveva così bene caratterizzato Gandalf, che sarebbe stato impossibile fare meglio. Nella circostanza però, penso che sia stata fatta un'operazione davvero controproducente.
Per ora, posso solo consigliare a tutti di vedere il film almeno 2 volte: una per gustarsi la trama ed i personaggi, ed una... per tutto quello che c'è dietro!
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mirkospike
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sabato 22 dicembre 2012
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film noioso
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Mi aspettavo tanto visto che il regista è lo stesso.. e invece sono uscito dalla sala deluso e annoiato. La gente dormiva tranquillamente.
Non consigliato
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