m_ir-ko
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domenica 6 gennaio 2013
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niente a che vedere con il signore degli anelli
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Un film entusiasmante è vero peccato che non sopporta il confronto con il suo predecessore, il signore degli anelli.
L'ambientazione era fantastica come tutta la Terra i mezzo ma a volte cadeva in scontato per non parlare del tono ironico del film che mancava assolutamente nel signore degli anelli e forse proprio per questo l'ha reso unico.
Aspetterò il continuo del film con la speranza che possa confutare la mia tesi da film discreto a ottima film
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nico92
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domenica 6 gennaio 2013
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lo hobbit, una delusione inaspettata
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Sebbene il film venga presentato come il prequel di quella trilogia dal successo planetario che conquistò il mondo dieci anni fa e che incondizionatamente fece la storia del genere fantasy, state pur certi, tutta quella magia a cui Peter Jackson ci aveva abituati è inesorabilmente svanita.
La trama de “Lo Hobbit” è già di per sé labile ed effimera, totalmente inconsistente se si tenta un paragone coi precedenti film, che miravano non solo a raccontare semplicemente un susseguirsi di eventi, quanto a far emergere, con monumentale eleganza, la psicologia dei personaggi in ogni singola scena. Ma questo è il meno. In effetti il libro da cui è tratto l’omonimo film viene giudicato, dagli stessi filologi dell’universo Tolkien, come frammentario e ordinario ad indicare un autore ancora grezzo e non totalmente espresso.
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Sebbene il film venga presentato come il prequel di quella trilogia dal successo planetario che conquistò il mondo dieci anni fa e che incondizionatamente fece la storia del genere fantasy, state pur certi, tutta quella magia a cui Peter Jackson ci aveva abituati è inesorabilmente svanita.
La trama de “Lo Hobbit” è già di per sé labile ed effimera, totalmente inconsistente se si tenta un paragone coi precedenti film, che miravano non solo a raccontare semplicemente un susseguirsi di eventi, quanto a far emergere, con monumentale eleganza, la psicologia dei personaggi in ogni singola scena. Ma questo è il meno. In effetti il libro da cui è tratto l’omonimo film viene giudicato, dagli stessi filologi dell’universo Tolkien, come frammentario e ordinario ad indicare un autore ancora grezzo e non totalmente espresso.
Ciò che quindi incide maggiormente sulla resa insoddisfacente del film è un’evidente sproporzione nella narrazione, divisa nettamente in due parti.
La prima, dedicata alla presentazione del protagonista Bilbo e della chiassosa combriccola di nani, è di una verbosità sconcertante. Incapace, quanto meno qui, di raccontare attraverso le immagini, il regista deve affidarsi ad una continua e prolissa voce fuori campo, rendendo fiacco e faticoso l’avanzamento del film. La seconda parte della narrazione risulta invece diametralmente opposta. Si assiste ad una successione infinita di imprevisti, ostacoli e azione che anziché coinvolgere, annoiano fino ad implorare pietà.
Sul piano tecnico resiste solo l’epica colonna sonora, merito di Howard Shore, che si riconferma in grado di emozionare ed esaltare a seconda delle circostanze; ma tutto il resto è un buco nell’acqua.
Scopiazzata la scenografia, la roccaforte finale infatti ricorda molto il famoso castello di Hogwarts così come la caverna dove il putrido Gollum dilania uno sfortunato goblin, è del tutto simile al nascondiglio dell’Horcrux ricercato dalla coppia Silente-Potter nel sesto film del celebre maghetto.
Patetica la sceneggiatura, che senza motivo si ostina a voler strappare, spesso anche senza successo, il sorriso allo spettatore, opacizzando il genere fantasy e confondendolo con una commedia per bambini.
La nota più dura và però fatta alla fotografia, punto cardine del Signore degli Anelli e tallone d’Achille de “Lo hobbit”. Surreale ma ancora accettabile è la saturazione dei colori e la definizione digitale nelle immagini statiche. Eccessiva e insopportabile è invece la fotografia nelle scene dinamiche, dove l’esagerazione degli effetti speciali allontanano il pubblico da qualsiasi dimensione reale catapultandolo in uno scenario plausibile esclusivamente in un videogioco.
Non si può quindi che uscire dalla sala con l’amaro in bocca, consci di aver visto un film ordinario e livellato alla tendenza prevaricante di iperdigitalizzare le pellicole, dimenticando quanto l’arte del cinema consista nel sapersi approcciare alla verità degli uomini attraverso le emozioni e non di raccontare storie sempre più sorprendenti.
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[+] ma se uno non sa come stanno le cose
(di winterwake)
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el indio
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sabato 5 gennaio 2013
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jackson il lucas della terra di mezzo
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Come c'era da spettarsi quella di Lo Hobbit è un'operazione commerciale in stile Guerre Stellari, né più né meno. Perdente l'idea di affidare il lavoro allo stesso regista della trilogia degli anelli, e perdente l'idea di proporre una nuova trilogia, riempiendo il romanzo dei più improbabili e inutili intermezzi. Inutile aspettarsi qualcosa di meglio dalle prossime puntante.
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chris98
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sabato 5 gennaio 2013
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ritorno nella terra di mezzo
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Jackson ritorna nella Terra di Mezzo, ma non più con Il Signore degli Anelli. Le atmosfere epiche, i grandi effetti e i paesaggi della Nuova Zelanda. Ritornano personaggi famigliari e ne riscopriamo alcuni: primo fra tutti il convincente Bilbo di Martin Freeman, ma anche un più regale e sereno Elrond. Ritornano gli orchi, ma non Sauron, se non per una breve apparizione. E devo dire che se ne sente la mancanza: senza di lui e del tessssoro sparisce quel senso di minaccia misteriosa e incombente dei film precedenti. Ma in fondo, anche nel libro non c'è. Non ha 5 stelline per il troppo humor e la grafica deludente dell'Orco Pallido.
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mafaldita22
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sabato 5 gennaio 2013
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mi aspettavo di più
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Non so, forse dopo Il Signore Degli Anelli mi aspettavo di più.
Il film è ben fatto e ben interpretato ed io non ho letto il libro, ma tutte quelle battaglie interminabili, con immagini nauseabonde che durano per quasi tutto il film... Capisco l'esigenza di dover fare intuire la fatica del superamento di una battaglia, ma a mio avviso si poteva tagliare di almeno mezz'ora, se non di 45 minuti, senza che il film perdesse nulla.
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ubba99
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venerdì 4 gennaio 2013
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consiglio
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phileas fogg
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venerdì 4 gennaio 2013
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un brodo troppo lungo e allungato male
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Il film è curatissimo nei costumi, nelle location, nella sceneggiatura, Gollum rimane un personaggio fantastico, i paesaggi sono meravigliosi, la computer grafica funziona che è un piacere. Quello che non c'è in questo film, in maniera clamorosa e paradossale, è invece lo spirito di avventura. Per trasformare in una trilogia di film un libretto di 335 pagine (nella edizione Adelphi) Peter Jackson aveva un solo modo: allungare il brodo. Si trattava di capire con cosa lo avrebbe allungato. La scelta più hollywoodiana, più "facile" era quella di aggiungere materiale (cioè incontri, scontri, avventure)a quello già presente nel romanzo di Tolkien; caricare di senso epico la storia originale, e abbondare, sovrabbondare con le scene di combattimento a suon di effettoni.
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Il film è curatissimo nei costumi, nelle location, nella sceneggiatura, Gollum rimane un personaggio fantastico, i paesaggi sono meravigliosi, la computer grafica funziona che è un piacere. Quello che non c'è in questo film, in maniera clamorosa e paradossale, è invece lo spirito di avventura. Per trasformare in una trilogia di film un libretto di 335 pagine (nella edizione Adelphi) Peter Jackson aveva un solo modo: allungare il brodo. Si trattava di capire con cosa lo avrebbe allungato. La scelta più hollywoodiana, più "facile" era quella di aggiungere materiale (cioè incontri, scontri, avventure)a quello già presente nel romanzo di Tolkien; caricare di senso epico la storia originale, e abbondare, sovrabbondare con le scene di combattimento a suon di effettoni. (E' appena il caso di dirlo, ma è questa la scelta che poi ha fatto il regista). L'altra via era quella di lavorare sui personaggi, sul mondo della terra di mezzo, dando profondità e psicologia là dove c'è solo azione. Era la strada più difficile, che paga meno anche al botteghino. Il risultato è che vieni fuori dal cinema e pensi: Quale dei personaggi di questo film ti porti a casa? Quale scena rimane impressa? E' triste dirlo, ma la risposta è: Gollum e la scena del suo dialogo con Bilbo (che arrivano dopo due ore abbondanti di film). Intendiamoci non è tutto da buttare: l'inizio è ottimo, Peter Jackson ha lavorato benissimo nel cercare di creare continui collegamenti tra la storia de Lo Hobbit e quella de Il signore degli anelli e ha cercato di dare senso epico alla vicenda. Ma non c'è un dialogo che valga la pena di ascoltare, la scena del primo incontro tra Bilbo e i nani scorre via bene, ma è troppo, troppo lunga, riportare in scena da Il signore degli anelli Galadriel e Saruman (che non ci sono ne Lo hobbit romanzo) serve, appunto, solo ad allungare il brodo. Dubito che andrò a vedere i seguiti visto che la rotta è già tracciata e non si può correggere.
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nick gordon
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giovedì 3 gennaio 2013
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nulla a confronto del signore degli anelli
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Trama: Quasi scontata, facile da seguire e molto scorrevole.
Cast: Ottima la scelta di Martin Freeman come Bilbo Baggins il nuovo protagonista della trilogia, Eccellente anche Richard Armitage nel ruolo di Thorin, Scudo di Quercia. Insoddisfacente il doppiaggio di Francesco Vairano, il doppiatore ufficiale di Gollum che questa volta non ha dato il suo meglio. Anche la recitazione di Ian MC Kellen (Gandalf) poteva andare meglio.
Colonna Sonora: Forse la cosa migliore del film, avvincente e sognante come sempre. Il brano più bello è sicuramente il canto dei nani: "Misty Mountains Cold" o "Nebbiosi Monti Gelati".
Critica: Un film avvincente e avventuroso, ma non abbastanza per essere un capolavoro.
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Trama: Quasi scontata, facile da seguire e molto scorrevole.
Cast: Ottima la scelta di Martin Freeman come Bilbo Baggins il nuovo protagonista della trilogia, Eccellente anche Richard Armitage nel ruolo di Thorin, Scudo di Quercia. Insoddisfacente il doppiaggio di Francesco Vairano, il doppiatore ufficiale di Gollum che questa volta non ha dato il suo meglio. Anche la recitazione di Ian MC Kellen (Gandalf) poteva andare meglio.
Colonna Sonora: Forse la cosa migliore del film, avvincente e sognante come sempre. Il brano più bello è sicuramente il canto dei nani: "Misty Mountains Cold" o "Nebbiosi Monti Gelati".
Critica: Un film avvincente e avventuroso, ma non abbastanza per essere un capolavoro. Ha acquisito un tocco di ironia, forse fastidioso per gli amanti della trilogia dell' Anello. Inoltre si è persa la meravigliosa lentezza che rendeva "Il Signore degli Anelli" un vero capolavoro. Molto deludente la sequenza in cui Bilbo incontra Gollum, che diventa demenziale ed ha perso la sua caratteristica comportamentale paurosa che lo rendeva tanto amato dal pubblico. Inoltre non ho notato la differenza del nuovo 3D inventato da Peter Jackson, che doveva far sembrare il film più reale e che invece mi è sembrato identico all'originale 3D, che comunque non è stato particolarmente curato. Io personalmente mi aspettavo di meglio, anche se rimane comunque uno dei migliori film del 2012.
Voto: 8/10
Consigliato: Sì
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worldscollapsin
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giovedì 3 gennaio 2013
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epico.
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Lo Hobbit è un film epico (ed è solo la prima parte della trilogia).
Ho letto il libro di Tolkien e, a parer mio, Peter Jackson non poteva renderlo meglio. L'inserimento di Frodo è una mossa astuta. Aiuta i fan più accaniti (come la sottoscritta) a rivivere l'inizio de Il Signore Degli Anelli e, a chi non ricorda quest'ultimo, a tornare al "dove eravamo rimasti" ne La Compagnia Dell'Anello. Jackson ci fa rivivere le cose più semplici ma che sono fondamentali per collegare le due trilogie, come il cartello appeso al cancelletto della casa di Bilbo, o Frodo che si allontana da casa per fare una sorpresa a Gandalf, etc.
Vorrei spendere due parole per l'eccezionale cast che si presenta di lì a poco.
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Lo Hobbit è un film epico (ed è solo la prima parte della trilogia).
Ho letto il libro di Tolkien e, a parer mio, Peter Jackson non poteva renderlo meglio. L'inserimento di Frodo è una mossa astuta. Aiuta i fan più accaniti (come la sottoscritta) a rivivere l'inizio de Il Signore Degli Anelli e, a chi non ricorda quest'ultimo, a tornare al "dove eravamo rimasti" ne La Compagnia Dell'Anello. Jackson ci fa rivivere le cose più semplici ma che sono fondamentali per collegare le due trilogie, come il cartello appeso al cancelletto della casa di Bilbo, o Frodo che si allontana da casa per fare una sorpresa a Gandalf, etc.
Vorrei spendere due parole per l'eccezionale cast che si presenta di lì a poco. Tralasciando Ian McKellen nella parte di Gandalf che è sempre stato un grandissimo, e semppre lo sarà, questo Bilbo giovane ci piace. E' fresco, ingenuo, pauroso quanto basta, ma tenero e simpatico, insomma uno spasso! La scena dell'arrivo dei nani è divertentissima, tutti sono ben calati nella parte e sono contenta che siano state inserite anche delle canzoni, cosa che invece un pò manca ne Il Signore Degli Anelli.
Ho un debole, lo ammetto, per il personaggio di Thorin, reso, secondo me, alla perfezione. E' cupo ma fiero, coraggioso e un pò burbero, ma ha a cuore la sua compagnia, i suoi nipoti Fili e Kili, ed è molto, molto buono. L'attore che lo interpreta è stato bravissimo; il Thorin del film è anche meglio del Thorin del libro.
In definitiva, ogni scena è spettacolare, le riprese, i luoghi, le melodie riprendono Il Signore Degli Anelli, e questa è una gioia per ogni fan! Ma, allo stesso tempo, rievoca una nuova avventura nella quale lo spettatore si può calare perfettamente, nei panni di un piccolo Hobbit che non conosce bene il mondo, nella caparbietà e nella forza dei Nani e nella splendente saggezza di Gandalf.
Un film da cinque stelle, che non ha niente da invidiare a Il Signore Degli Anelli, anzi...le due trilogie (nonostante Lo Hobbit sia appena cominciato) già viaggiano insieme.
Il Signore Degli Anelli è da sempre il mio preferito. Da oggi lo è anche Lo Hobbit.
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mystic
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giovedì 3 gennaio 2013
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jackson è il vero eroe della terra di mezzo
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Prima dell'uscita de "La compagnia dell'anello" nessuno avrebbe giurato che Peter Jackson sarebbe diventato una celebrità a tal punto da iniziare una seconda trilogia con le stesse ambizioni della prima, e probabilmente nemmeno il regista neozelandese osava aspettarselo. Ma i sogni a volte diventano una splendida realtà. In questo primo capitolo della trilogia dedicata a "Lo Hobbit", un libro che Tolkien scrisse prima di dedicarsi alla ben più conosciuta saga dell'anello e che vantava un centinaio scarso di pagine, Bilbo Baggins (Freeman), accompagnato dalla compagnia dei nani guidata da Thorin (Armitage)e da Gandalf (McKellen), cerca di aiutare gli amici alla conquista di Erebor, la città dei nani tenuta sotto scacco dal drago Smaug.
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Prima dell'uscita de "La compagnia dell'anello" nessuno avrebbe giurato che Peter Jackson sarebbe diventato una celebrità a tal punto da iniziare una seconda trilogia con le stesse ambizioni della prima, e probabilmente nemmeno il regista neozelandese osava aspettarselo. Ma i sogni a volte diventano una splendida realtà. In questo primo capitolo della trilogia dedicata a "Lo Hobbit", un libro che Tolkien scrisse prima di dedicarsi alla ben più conosciuta saga dell'anello e che vantava un centinaio scarso di pagine, Bilbo Baggins (Freeman), accompagnato dalla compagnia dei nani guidata da Thorin (Armitage)e da Gandalf (McKellen), cerca di aiutare gli amici alla conquista di Erebor, la città dei nani tenuta sotto scacco dal drago Smaug.
Comunque sia, e su questo molti avranno da ridire, "Lo Hobbit-un viaggio inaspettato" assume pienamente i caratteri di un prequel meravigliosamente riuscito che fa vergognare coloro che con scetticismo hanno atteso l'uscita del kolossal anche dopo l'abbandono di Del Toro. Del cast fanno parte attori straordinari: Ian McKellen, Richard Armitage e Cate Blanchett, ma anche Cristopher Lee in un suggestivo cameo. Ma questo è il film di Martin Freeman, quel condensato di sedentarietà e paura, un piccolo eroe anticonvenzionale (come lo era Frodo), ma anche di Andy Serkis, un attore mai degnamente ripagato per quelle sue straordinarie interpretazioni di Gollum. E sono proprio questi due a regalarci il momento più alto dell'opera, ossia il duello a suon di indovinelli alle Montagne Nebbiose, un momento puro ed elegante, uno straordinario esempio di cinema. La colonna sonora si attiene quasi completamente alla tradizione dei precedenti capitoli e ci accompagna per più di due ore nella "nuova" Terra di Mezzo.
La fotografia è perfetta e riesce senza troppe difficoltà ad evitare le fin troppo fiabesche ambientazioni alla Tim Burton, il che non può essere sottovalutato se pensiamo a come le scene in cui vediamo Radagast curare gli animali avrebbero potuto sposarsi appieno con l'irrealismo visivo di "Alice in Wonderland".
Anche se i fatti narrati sono decisamente meno di quelli delle precedenti produzioni, "Lo Hobbit" rimane un film lungo e gradevole. Il doppio prologo iniziale che si estende per una decina di minuti basta a farci capire come Jackson non voglia ridimensionare le ambizioni della pellicola. Se il film vanta molti pregi sono immancabili i difetti: l'ironia stancante e la fuga dalle Montagne Nebbiose recano qualche dubbio circa la valutazione della pellicola, e proprio la fuga sembra tecnicamente il livello particolarmente complesso di un videogioco d'azione. Ma per ogni scena poco riuscita il regista ne regala altre di impareggiabile valore, dalla visione dall'alto della contea mentre Bilbo corre fino a scene di battaglie ben girate, passando per un arrivo a Granburrone fortemente epico.
E quando troviamo un piccolo grande eroe in viaggio nella Terra di Mezzo non parliamo di Bilbo, ma di Peter Jackson.
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