hironico
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giovedì 17 gennaio 2013
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un film epico
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come primo capitolo di questa nuova trilogia fantasy
tratta dall'omonimo romanzo di tolkien bisogna riconoscere che peter jackson riesce ancora a stupire.
con questo prequel del pluripremiato "Signore degli Anelli" era difficile riuscire a crearne un film all'altezza
ma come immaginavo dal trailer uscito l'estate scorsa lo hobbit non ha nulla da invidiare al suo predecessore.
Un lungometraggio forzatamente prolungato per poterne creare una trilogia da un romanzo lungo a grosso modo come la compagnia dell'anello. ma questo ha fatto si di non dover risparmiare nulla, di assaporare ogni scena, nel dettaglio. si forse
alcune di queste obbiettivante inutili e non necessarie ma riescono comunque ad amalgamarsi alla trama senza sbavature.
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come primo capitolo di questa nuova trilogia fantasy
tratta dall'omonimo romanzo di tolkien bisogna riconoscere che peter jackson riesce ancora a stupire.
con questo prequel del pluripremiato "Signore degli Anelli" era difficile riuscire a crearne un film all'altezza
ma come immaginavo dal trailer uscito l'estate scorsa lo hobbit non ha nulla da invidiare al suo predecessore.
Un lungometraggio forzatamente prolungato per poterne creare una trilogia da un romanzo lungo a grosso modo come la compagnia dell'anello. ma questo ha fatto si di non dover risparmiare nulla, di assaporare ogni scena, nel dettaglio. si forse
alcune di queste obbiettivante inutili e non necessarie ma riescono comunque ad amalgamarsi alla trama senza sbavature.
un film a piccoli tratti anche divertente con alcune vicende dove i 13 nani co-protaginisti di Bilbo regalano qualche piccola
risata tra una scena e l'altra.
un'altro punto a favore va agli effetti visivi. dieci anni di progressi che Peter Jackson ha voluto cogliere e inserire superando quella perfezione che già possedevano, in questo ambito, tutte le sue precedenti pellicole. un Gollum impressionante talmente reale da sembrare un piccolo attore con un pò di cerone in viso, una differenza abissale messa al confronto con le due torri
un'altro punto alla fotografia che grazie hai magnifici paesaggi della Nuova Zelanda e alle location scelte fa da cornice a questo bellissimo dipinto che è lo hobbit
magnifiche le musiche con un punto esclamativo. fondamentale colonna sonora capace di accompagnare e non annoiare. melodie armoniche ma decise nei punti d'azione capaci di cullare e trasportare la mente fondendosi perfettamente tra immagini e poesia.
le note negative a mio parere sono il pessimo adattamento ai dialoghi sperando che non sia la vera è propria sceneggiatura in sè ad essere così banale. frasi comuni e poco poetiche per un'atmosfera fantasy.
un'altra nota dolente è la scelta di Gigi Proietti come voce di Gandalf che, non fraintendetemi io trovo bellissima e lui abilissimo come narratore, ma non azzeccata allo stregone grigio abituati come eravamo con Gianni Musy mancato la scorsa primavera. comunque mancanze nostre non di Jackson che, a mio parere ha fatto davvero un'ottimo lavoro regalandoci immagini e musiche che riescono a trattenerti coinvolto in questa avventura epica che sicuramente rimarrà nella storia del cinema per molto tempo
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archipic
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mercoledì 16 gennaio 2013
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offre quanto promette
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Partendo dal presupposto che Lo Hobbit non può e non deve essere visto come un "clone " de Il signore degli anelli, un giudizio sul film si deve basare, a parer mio, solo su quanto si vede sullo schermo. E' ovvio che l'esperienza insegna e quindi Jackson prende come linea guida tutto quanto realizzato per la precedente trilogia, ed anche questa volta confeziona un prodotto di puro intrattenimento che, pur lamentando un inizio molto lento, col passare dei minuti schiude tutti suoi segreti ed offre immagini di raro impatto visivo. Complice una colonna sonora molto efficace (composta, nuovamente, dall'ottimo Howard Shore), degli effetti sonori che contribuiscono moltissimo alla resa empatica del film, e dei superbi effetti visivi di computer grafica, il film centra il bersaglio: offre allo spettatore 160 minuti di spettacolo, e non importa se la storia è più o meno aderente al libro, o se gli accenni alla saga di Frodo siano più o meno legittimi, il risultato è inconfutabilmente un succulento pasto per gli occhi.
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Partendo dal presupposto che Lo Hobbit non può e non deve essere visto come un "clone " de Il signore degli anelli, un giudizio sul film si deve basare, a parer mio, solo su quanto si vede sullo schermo. E' ovvio che l'esperienza insegna e quindi Jackson prende come linea guida tutto quanto realizzato per la precedente trilogia, ed anche questa volta confeziona un prodotto di puro intrattenimento che, pur lamentando un inizio molto lento, col passare dei minuti schiude tutti suoi segreti ed offre immagini di raro impatto visivo. Complice una colonna sonora molto efficace (composta, nuovamente, dall'ottimo Howard Shore), degli effetti sonori che contribuiscono moltissimo alla resa empatica del film, e dei superbi effetti visivi di computer grafica, il film centra il bersaglio: offre allo spettatore 160 minuti di spettacolo, e non importa se la storia è più o meno aderente al libro, o se gli accenni alla saga di Frodo siano più o meno legittimi, il risultato è inconfutabilmente un succulento pasto per gli occhi. Buona, direi, la prova degli attori con un plauso per Martin Freeman, che riesce a fornire il giusto carattere al suo personaggio. In conclusione, in film da vedere (se non repelle il genere) senza "falegnamerie" mentali... in fondo si tratta solo di spettacolo. That's Entertainment.
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(di pbshelley)
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mirko77
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martedì 15 gennaio 2013
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manca di 'coerenza ontologica'
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Breve riassunto de Lo Hobbit. Si narra del ritorno all'oro dei nani (gli ebrei) nella loro 'Terra Promessa', ostacolati dagli stupidi orchi (i nazisti), e aiutati da hobbit e stregoni (inglesi e americani). Cosa fanno gli elfi nel frattempo? Pontificano e sminuiscono (come fecero gli europei con Hitler).
Lo Hobbit è un genere di film alla Harry Potter, in cui vi è una progressione nella presentazione dei personaggi che, intervenendo con i loro poteri, allargano semrpe di più il fronte del 'possibile' (le risorse che si hanno a disposizione per fronteggiare il Nemico). Ma come accade anche in Dragonball (per esempio, il drago Shanron è capace di soddisfare tre desideri anche di distruggere il nemico) vi è anche in Lo Hobbit la sensazione che 'qualcosa non quadri' nel regno delle possibilità.
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Breve riassunto de Lo Hobbit. Si narra del ritorno all'oro dei nani (gli ebrei) nella loro 'Terra Promessa', ostacolati dagli stupidi orchi (i nazisti), e aiutati da hobbit e stregoni (inglesi e americani). Cosa fanno gli elfi nel frattempo? Pontificano e sminuiscono (come fecero gli europei con Hitler).
Lo Hobbit è un genere di film alla Harry Potter, in cui vi è una progressione nella presentazione dei personaggi che, intervenendo con i loro poteri, allargano semrpe di più il fronte del 'possibile' (le risorse che si hanno a disposizione per fronteggiare il Nemico). Ma come accade anche in Dragonball (per esempio, il drago Shanron è capace di soddisfare tre desideri anche di distruggere il nemico) vi è anche in Lo Hobbit la sensazione che 'qualcosa non quadri' nel regno delle possibilità. La aquile enormi che salvano i nani dagli orchi, per fare un altro esempio, hanno all'incirca le stesse fattezze del drago Smaug (il cattivo di turno). Potrebbero sconfiggerlo? Inoltre, se Gandalf il Grigio riesce a convocarli in caso di bisnogno, perchè andare a cavallo per raggiungere Erebor? Vi sono molte contraddizioni in Lo Hobbit, riscontrabili anche in altre serie di successo. L'equivoco consiste nel pensare che il mondo reale abbia una qualche verosomiglianza alla finzione del film. Per esempio, il concetto di speranza si fonda sulla Providenza ossia una forza sovrannaturale e incontrollata che salvi gli uomini dalle più svariate situzioni. Ma il concetto di provvidenza richiede il concetto di Dio. Il mondo de Lo Hobbit ha necessità di questo concetto per mantere coerenza interna? Io credo che questo sia un limite del lavoro di Tolkien. in Ken il Guerriero le differenze tra i vari personaggi sono date dalla 'tecnica', In questi film epici, invece, le capacità sono date, oltre che da doti caratteriali derivanti dalle esperienze di vita (come in nani, hobbit e uomini), anche da particolari 'poteri' che soltanto alcuni detengono (gli stregoni, il negromante, l'anello, Sauron, ecc...). Chi conferisce questi poteri sovrannaturali? Evidentemente deve esserci un qualche essere superiore che riunirebbe in se' tutte le potenzialità esprimibili dalla materia. Ebbene, in Dragonball, non può esistere un'entità superiore poichè, se ci fosse, sarebbe lo stesso drago Shenron visto che può perfino 'creare materia dal nulla'. Vi è quindi piena contraddizione interna, 'ontologica'. In Lo Hobbit, allo stesso modo, non è chiaro se ci si trovi in un mondo contraddittorio fiabesco, eroico, finto (dionisiaco, direbbe Nietzsche). Oppure se l'intento di Tolkien fosse stato quello di dare una qualche rappresentazione verosimile della realtà. Nel secondo caso, mancherebbe il suo obiettivo poichè non rispetterebbe il concetto di limite, insito nel nostro mondo reale.
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domenicoss90
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lunedì 14 gennaio 2013
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non è il signore degli anelli...ma è lo hobbit!
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Anche come storia a se, e non come prequel, regge benissimo. Ian McKellen è un bravissimo attore, e Gigi Proietti gli da una voce perfetta. Peter Jackson ha iniziato qualcosa che quando finirà nessuno scorderà, come Il Signore degli Anelli. Anche se non ha ricevuto nessuna nomination agli Oscar, Jackson ha ancora 2 film per stupirci.
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paranoidandroid
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lunedì 14 gennaio 2013
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film perfetto
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Chi ha letto il libro non poteva aspettarsi di meglio, critiche infondate
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dargath90
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lunedì 14 gennaio 2013
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aspettative non deluse
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Il film è un prequel, cioè narra fatti verificatisi prima di quelli raccontati nella precedente trilogia de "Il signore degli anelli". La narrazione si avvale della tecnica del flashback: nelle scene iniziali lo Hobbit ultracentenne Bilbo Baggins è intento a scrivere il racconto di un' avventura da lui vissuta 60 anni prima. E' un'avventura cominciata ex abrupto, allorché degli strani personaggi si presentarono alla porta della sua abitazione...
Il giovane Bilbo è interpretato molto bene da Martin Freeman, attore già noto a molti spettatori per aver recitato di recente nella serie televisiva "Sherlock", nei panni del dottor Watson, compagno di indagini del celebre investigatore.
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Il film è un prequel, cioè narra fatti verificatisi prima di quelli raccontati nella precedente trilogia de "Il signore degli anelli". La narrazione si avvale della tecnica del flashback: nelle scene iniziali lo Hobbit ultracentenne Bilbo Baggins è intento a scrivere il racconto di un' avventura da lui vissuta 60 anni prima. E' un'avventura cominciata ex abrupto, allorché degli strani personaggi si presentarono alla porta della sua abitazione...
Il giovane Bilbo è interpretato molto bene da Martin Freeman, attore già noto a molti spettatori per aver recitato di recente nella serie televisiva "Sherlock", nei panni del dottor Watson, compagno di indagini del celebre investigatore. Non poteva mancare Ian McKellen nel ruolo di Gandalf, questa volta con una voce diversa, a causa della scomparsa del precedente doppiatore Gianni Musy. La scelta del suo rimpiazzo, azzeccata a mio parere, è ricaduta su Gigi Proietti. Regia, fotografia e scenografia sono impeccabili e gli effetti speciali, come era prevedibile, sono di alto livello. Non mancano momenti di ilarità, a cominciare dalle primissime scene. Non ho apprezzato, invece, l'abuso della colonna sonora della precedente trilogia. Né ho gradito che in alcune scene sembra di assistere ad una "reunion" di attori, avente lo scopo di suscitare la nostalgia degli spettatori più affezionati ai precedenti film della saga. Ma non saprei dire se tali scene siano state ideate ex novo o riprese dal libro, da me letto molti anni fa.
In conclusione, non si può negare che l'ultimo lavoro di Peter Jackson sia un film valido e godibile, sebbene sia indubbio che esso non raggiunga l'epicità dei film che compongono la precedente trilogia.
VOTO: 3,5 su 5
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therao
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domenica 13 gennaio 2013
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"lo hobbit" - appunti previa visione
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- Appunti previa visione, ovvero: perché "Il Signore degli Anelli" è un capolavoro, "Harry Potter" (si intende il film) fa schifo e "Lo Hobbit" potrebbe essere bello ma anche no -
"Ma solo io mi sono addormentato durante 'Il Signore degli Anelli'?". È da questa frase, pronunciata da un amico durante una bevuta, che sono nate alcune considerazioni che ho pensato di esporre prima di vedere "Lo Hobbit", altro film di Peter Jackson tratto dal lavoro di J. R. R. Tolkien.
Per me dire "mi sono addormentato durante 'Il Signore degli Anelli'" è dire un'eresia, ma ci sono due modi di reagire quando si sente un'eresia: il primo è urlare "m k dici?????fallo tu s 6 capace 1 film ks' bll!!!!!11e poi posso avr i miei gusti????ehh???posso???", l'altro è cercare di capire i motivi dell'eresia.
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- Appunti previa visione, ovvero: perché "Il Signore degli Anelli" è un capolavoro, "Harry Potter" (si intende il film) fa schifo e "Lo Hobbit" potrebbe essere bello ma anche no -
"Ma solo io mi sono addormentato durante 'Il Signore degli Anelli'?". È da questa frase, pronunciata da un amico durante una bevuta, che sono nate alcune considerazioni che ho pensato di esporre prima di vedere "Lo Hobbit", altro film di Peter Jackson tratto dal lavoro di J. R. R. Tolkien.
Per me dire "mi sono addormentato durante 'Il Signore degli Anelli'" è dire un'eresia, ma ci sono due modi di reagire quando si sente un'eresia: il primo è urlare "m k dici?????fallo tu s 6 capace 1 film ks' bll!!!!!11e poi posso avr i miei gusti????ehh???posso???", l'altro è cercare di capire i motivi dell'eresia.
Al mio amico il film non è piaciuto perché, essendo una persona molto pratica, non si era lasciato impressionare particolarmente dalle varie grandiosità in esso descritte. Tutti possono dire "C'è stata una GRANDE guerra TANTO tempo fa tra ENORMI eserciti.", dopotutto, e questo non basta a fare un capolavoro.
Per esempio, in "Harry Potter" (si intende la versione cinematografica), altra saga cinematografica fantasy di grande successo, questo difetto si nota parecchio, perché (e questo l'ho già detto in passato) gli autori del film non sono riusciti a (non hanno voluto) rendere l'importanza della storia limitandosi a chiaccherare di magia senza cognizione di causa, per questo capisco benissimo quelli che, davanti a quella trilogia, hanno detto semplicemente "Ma che è 'sta cagata?" e sono passati ad altro.
"Il Signore degli Anelli", però, è un capolavoro. Ed è un capolavoro per il grande lavoro che c'è dietro, un lavoro da filologi, ma soprattutto un lavoro da cineasti. Devi apprezzare il Cinema in quanto tale per apprezzare "Il Signore degli Anelli". Colonne sonore, scenografie, costumi, concept desing, i tanto vituperati effetti speciali... E la recitazione! Metà dei monologhi de "Il Signore degli Anelli" si potrebbe portare a un'audizione tanto quanto un brano di Shakespeare. Non è il libretto delle istruzioni di "Sedobren Gocce" declamato in maniera ispirata, come suggerito dall'arguta parodia di Leo Ortolani. Non si tratta di un groviglio di frasi a effetto senza senso, o che senso ne ha solo per chi conosce le radici di quello che ascolta. Io non sono un nerd di quelli che sanno tutto delle opere di Tolkien, tante cose le ho imparate dopo aver visto il film, eppure subivo ugualmente il fascino di quelle parole, quei riferimenti. La loro forza era primitiva, non posticcia; come scrisse lo stesso Tolkien, la Terra di Mezzo si trova "ad un altro livello di immaginazione", non su un altro pianeta.
Ma "Lo Hobbit" si presta a un lavoro del genere? Dopotutto di grandi monologhi per attori consumati in questa storia non ne vedo molti, né penso che avrebbe senso soffermarsi tanto su elfi, nani e quant'altro, questa volta, non solo perché il pubblico queste cose, ormai, le ha già viste, ma anche perché il viaggio de "Il Signore degli Anelli" permetteva dei piccoli excursus "da documentario", mentre "Lo Hobbit" è un libro a misura di hobbit, e certe grandiosità stonerebbero.
Insomma, "Lo Hobbit" sarà un bel film solo se il materiale verrà trattato per quello che è, e ci si ricorderà che "Il Signore degli Anelli" è "Il Signore degli Anelli", mentre "Lo Hobbit" è "Lo Hobbit".
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marlic
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sabato 12 gennaio 2013
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fiaba
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DELUSIONE è stata la prima impressione dopo averlo visto,essendo un fan della trilogia.
Mi aspettavo una sorta di prequel invece quello che ho visto non aveva quello che tanto mi colpiva nella trilogia:la realtà visiva ovvero la capacità di far credere che quei fatti potevano quasi essere realmente accaduti.
Mi sono trovato invece di fronte a una fiaba per bambini con personaggi quasi grotteschi e privi di recitazione.
PECCATO!
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marlic
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sabato 12 gennaio 2013
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fiaba
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devo ammettere di essere rimasto abbastanza deluso dalla visione di questo film.
Essendo un vero fan della trilogia,secondo me questo prequel ha perso l'aspetto forse più importante:il realismo visivo che portava quasi a credere che fossero fatti realmente accaduti.
Trasformando di fatto queso film in una favola per bambini
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luca agnifili
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mercoledì 9 gennaio 2013
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magnifico come il signore degli anelli
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Difficile ogni volta capire i motivi ed il vero movente che alimentano lo spirito dei denigratori dei grandi prodotti cinematografici. E si, di una grandissima produzione cinematografica quale il primo capitolo de Lo Hobbit effettivamente è. Sarà forse per apparire voce fuori dal coro e distinguersi dal vasto consenso, in modo magari da comparire per "par condicio" con i sostenitori in prima pagina. Trame arcane delle mente.
Perchè dover dire che bisognava fare di più o meglio del Signore degli Anelli o che il film non regge il confronto: anche il più sprovveduto vede i pregi di tale prodotto. Quando ti siedi in poltrona al cinema e riascolti le stesse musiche, con le dovute viariazioni, oppure vedi la stessa impostazione scenografica e le stesse atmosfere, sembra aver riaperto gli occhi dopo 10 anni e ritrovarsi al punto di partenza: un UNICUM.
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Difficile ogni volta capire i motivi ed il vero movente che alimentano lo spirito dei denigratori dei grandi prodotti cinematografici. E si, di una grandissima produzione cinematografica quale il primo capitolo de Lo Hobbit effettivamente è. Sarà forse per apparire voce fuori dal coro e distinguersi dal vasto consenso, in modo magari da comparire per "par condicio" con i sostenitori in prima pagina. Trame arcane delle mente.
Perchè dover dire che bisognava fare di più o meglio del Signore degli Anelli o che il film non regge il confronto: anche il più sprovveduto vede i pregi di tale prodotto. Quando ti siedi in poltrona al cinema e riascolti le stesse musiche, con le dovute viariazioni, oppure vedi la stessa impostazione scenografica e le stesse atmosfere, sembra aver riaperto gli occhi dopo 10 anni e ritrovarsi al punto di partenza: un UNICUM. Che è quel che il regista e lo spettatore stessa desidera. Ogni film è creatura personalizzata del proprio regista: c'è poco da essere critici e sentirsi possessori della migliore interpretazione.
E poi ancora con questo discorso dell'HFR 3D tedioso e veramente privo di spessore in un'analisi del film: ma perchè se un quadro di Van Gogh lo vediamo in 3D o con gli occhiali polarizzati diventa più pregevole? Oppure un film fatto male, ma proiettato con un sublime HFR3D diventa migliore? Dubito. L'arte, checchè ne vogliamo dire, si esprime nei canoni classici e in tal modo viene apprezzata e giudicata: tutto il resto serve solo per chiacchierare e sghignazzare.
E' una recensione "di critica" ne confronti di chi pretende l'impossibile e pensa di avere le soluzioni giuste per tutto.
Andate a godere del film, magnifico come il Signore degli Anelli, ed aspettiamo impazienti il seguito.
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[+] voce fuori dal coro...
(di pbshelley)
[ - ] voce fuori dal coro...
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