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Partendo dal presupposto che Lo Hobbit non può e non deve essere visto come un "clone " de Il signore degli anelli, un giudizio sul film si deve basare, a parer mio, solo su quanto si vede sullo schermo. E' ovvio che l'esperienza insegna e quindi Jackson prende come linea guida tutto quanto realizzato per la precedente trilogia, ed anche questa volta confeziona un prodotto di puro intrattenimento che, pur lamentando un inizio molto lento, col passare dei minuti schiude tutti suoi segreti ed offre immagini di raro impatto visivo. Complice una colonna sonora molto efficace (composta, nuovamente, dall'ottimo Howard Shore), degli effetti sonori che contribuiscono moltissimo alla resa empatica del film, e dei superbi effetti visivi di computer grafica, il film centra il bersaglio: offre allo spettatore 160 minuti di spettacolo, e non importa se la storia è più o meno aderente al libro, o se gli accenni alla saga di Frodo siano più o meno legittimi, il risultato è inconfutabilmente un succulento pasto per gli occhi. Buona, direi, la prova degli attori con un plauso per Martin Freeman, che riesce a fornire il giusto carattere al suo personaggio. In conclusione, in film da vedere (se non repelle il genere) senza "falegnamerie" mentali... in fondo si tratta solo di spettacolo. That's Entertainment.
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pbshelley
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giovedì 24 gennaio 2013
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"falegnamerie mentali"?
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C'è poco da fare i falegnami: quando si discute della qualità di un film, l'impatto visivo è solamente uno dei molti aspetti da tenere in considerazione. "Il Signore degli Anelli" era un buon film, e non solamente in virtù della magnificenza visiva; questo è invece un piccolo film, molto "bidimensionale", nonostante l'esibita "tridimensionalità", e sconfortantemente privo di contenuti. Anche visivamente, poi, non è altro che la ripetizione di cose già viste, e meglio, per giunta. Come dici tu: just entertainment, e nemmeno tanto. Giusto una noterella aggiuntiva: essendo ispirato allo "Hobbit" di Tolkien, il riferimento al soggetto originario diventa inevitabile. Studiare attraverso quali modalità la sceneggiatura sia intervenuta a modificare il soggetto è inoltre - come ho suggerito nel mio commento - un buon modo per saggiare le intenzioni degli autori, e arricchisce pertanto gli elementi sulle cui basi dovrebbe fondarsi un giudizio consapevole.
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C'è poco da fare i falegnami: quando si discute della qualità di un film, l'impatto visivo è solamente uno dei molti aspetti da tenere in considerazione. "Il Signore degli Anelli" era un buon film, e non solamente in virtù della magnificenza visiva; questo è invece un piccolo film, molto "bidimensionale", nonostante l'esibita "tridimensionalità", e sconfortantemente privo di contenuti. Anche visivamente, poi, non è altro che la ripetizione di cose già viste, e meglio, per giunta. Come dici tu: just entertainment, e nemmeno tanto. Giusto una noterella aggiuntiva: essendo ispirato allo "Hobbit" di Tolkien, il riferimento al soggetto originario diventa inevitabile. Studiare attraverso quali modalità la sceneggiatura sia intervenuta a modificare il soggetto è inoltre - come ho suggerito nel mio commento - un buon modo per saggiare le intenzioni degli autori, e arricchisce pertanto gli elementi sulle cui basi dovrebbe fondarsi un giudizio consapevole. In altre parole: avrei giudicato negativamente questo film anche se non avessi mai letto Tolkien; la conoscenza del soggetto originale mi ha però permesso di apprezzare ulteriori fraintendimenti e operazioni maldestre da parte del regista e dei suoi sceneggiatori.
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