elgatoloco
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giovedì 13 settembre 2018
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film più che interessante
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Questo"THe best Offer"_"La migliore offerta"(l'originale è comunque in inglese)di Giuseppe Tornatore del 2012 è il film senz'altro più interessante del regista, pur se in esso ricorre un elemento presente nella sua opera in maniera costante, quello della beffa, dell'inganno, volendo, almeno da"L'uomo delle stelle"in poi(devo ammettere che conosco poco e male la filmografia dell'autore, dove la mia conoscenza si limita al massimo a tre film, includendo questo); un elemento, che però qui viene declinato in maniera più profonda, come tassello del gioco più "globale"tra realtà(verità?)-finzione.
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Questo"THe best Offer"_"La migliore offerta"(l'originale è comunque in inglese)di Giuseppe Tornatore del 2012 è il film senz'altro più interessante del regista, pur se in esso ricorre un elemento presente nella sua opera in maniera costante, quello della beffa, dell'inganno, volendo, almeno da"L'uomo delle stelle"in poi(devo ammettere che conosco poco e male la filmografia dell'autore, dove la mia conoscenza si limita al massimo a tre film, includendo questo); un elemento, che però qui viene declinato in maniera più profonda, come tassello del gioco più "globale"tra realtà(verità?)-finzione....di borgesiana e non solo(shakespeariana, per non tornare troppo indietro nel tempo)memoria. Non a caso il protagonista(uno straordinario Geoffrey Rush)è un battitore d'asta e al tempo stesso esperto d'arte e collezionista, dunque in qualche modo l'esponente della quintessenza della tematica anzidetta. Forse la parte finale è la più"deludente", ma a ben vedere essa svela comunque il "gioco"continuo tra Eros e Thanatos che percorre tutto il film oltre al gioco"di specchi"tra realtà e finzione di cui si è detto. SUscettibile forse di ulteriori sviluppi(non conosco il film succesivo, "La corrispondenza", questo gioco"barocco"nell'accezione migliore del termine ci riporta ad altro, al meglio della produzione cinematrografica degli ultimi anni, da dopo , diciamo, i primi anni del Duemila. Di Rush sìè detto, ma sono da sottolineare anche le prove di Donald Sutherland(nel ruolo dell'"amico", dell'amata nascosta, in quanto affetta da agorafobia Claire, che è Sylvia Hoeks, di Jim Sturgess, che impersona il costruttore-riparatore di automi. Film comunque, appunto, in primis"interessante", il che vuol dire molto in un panorama cinematorgrafico frrancamente non sempre "esaltante".... El Gato
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(di rudy_50)
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ritacirrincione
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giovedì 13 settembre 2018
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un meccanismo dagli ingranaggi perfetti
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Come il congegno settecentesco trovato nella villa di Claire, La migliore offerta è un meccanismo dagli ingranaggi perfetti sia nella prima parte, in cui si sviluppa la storia d’amore tra Virgil, il ricco ed affermato antiquario, e Claire, la misteriosa ragazza che lo contatta per una valutazione dei beni della sua villa, sia alla fine, quando si svela la colossale messinscena.
In un gioco tra verità e finzione, tra ciò che appare e ciò che è, tra falso e autentico, il film di Tornatore, a partire dal titolo, è un sistema a più livelli di significato, una successione di nascondimenti e rivelazioni.
Virgil, che ha una vita priva di relazioni sentimentali reali, maniacalmente, pezzo dopo pezzo, ha messo insieme una collezione di inestimabile valore di ritratti di donne e, nel chiuso di un caveau segreto, vive il suo rapporto con l’altro sesso contemplando in solitudine quel mosaico muto e rassicurante di bellezza e di femminilità.
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Come il congegno settecentesco trovato nella villa di Claire, La migliore offerta è un meccanismo dagli ingranaggi perfetti sia nella prima parte, in cui si sviluppa la storia d’amore tra Virgil, il ricco ed affermato antiquario, e Claire, la misteriosa ragazza che lo contatta per una valutazione dei beni della sua villa, sia alla fine, quando si svela la colossale messinscena.
In un gioco tra verità e finzione, tra ciò che appare e ciò che è, tra falso e autentico, il film di Tornatore, a partire dal titolo, è un sistema a più livelli di significato, una successione di nascondimenti e rivelazioni.
Virgil, che ha una vita priva di relazioni sentimentali reali, maniacalmente, pezzo dopo pezzo, ha messo insieme una collezione di inestimabile valore di ritratti di donne e, nel chiuso di un caveau segreto, vive il suo rapporto con l’altro sesso contemplando in solitudine quel mosaico muto e rassicurante di bellezza e di femminilità. La presenza femminile reale - ma ancora non incarnata - si presenta in modo spiazzante attraverso la voce di una donna, al telefono prima, proveniente da una stanza chiusa, dopo. Il gioco di vedo/non vedo, presenza/assenza, stuzzica e incuriosisce Virgil che si innamora della ragazza e, a poco a poco, smonta il suo corazzato e gelido modus vivendi per entrare in un altro, più umano ma anche più scivoloso e incerto. Quando finalmente il loro rapporto si concretizza, Virgil completamente in balia di Claire, è pronto ad abbandonare il mondo che fino a quel momento ha dato senso alla sua esistenza.
Nella scena centrale del film, quando entra nella stanza segreta e la trova spoglia, i livelli di narrazione deflagrano e si intrecciano: lo spettatore è trascinato in un lavoro attivo di decostruzione e ricostruzione di significati e per un attimo è portato a pensare che il feticistico puzzle di volti femminili, con l’arrivo di Claire, non ha più ragion d’esistere agli occhi di Virgil. Ma è un attimo. Immediatamente dopo si palesa l’inganno e tutti i personaggi e le vicende vengono rivisti alla luce di questa prospettiva: la villa, la valutazione, la ragazza, la sua malattia, l’amico di sempre, il giovane amico e confidente, il guardiano, tutto è una montatura, tutti sono implicati nella truffa, tutto è falso. Ma, come dice Claire in una scena del film, “in ogni falso si nasconde sempre qualcosa di vero” e la metamorfosi che è accaduta in Virgil (ma anche in Claire) è autentica! Somma beffa: a rivelare la “verità” sarà la vera Claire, una nana ritardata e voyeurista, proprietaria della villa che l’ha affittata alla banda di truffatori e che, dalla sua postazione dietro la finestra di fronte alla villa, ha osservato dall’alto tutta la messinscena.
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fabio
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venerdì 24 agosto 2018
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buona confezione ma contenuto deludente
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inverosimile fin dall'inizio, lento e con un finale a sorpresa che non riesce a salvare l'intera operazione.
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(di rudy_50)
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(di maurizio biondo)
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ennio
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lunedì 20 novembre 2017
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mr.oldman, un personaggio che rimane impresso
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Io mi sarei anche accontentato di godermi l'intensa e contrastata personalità del protagonista e le sue peripezie tardosentimentali tra il tragicomico e il comicopatico, e l'intensa interpretazione che di esso dà Geoffrey Rush. Il colpo di scena finale invece tinge di giallo tutta la storia, in modo si razionale ma non troppo prevedibile. Lo svenimento del protagonista nella sua camera segreta mi ha colto di sorpresa, pensavo avesse avuto un malore dovuto allo stress amoroso/emotivo che lo attanagliava, solo dopo mi sono accorto delle pareti spoglie. Bella storia, bello scoprire un ottimo attore non più nel fiore della giovinezza.
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(di rudy_50)
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greatsteven
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lunedì 15 maggio 2017
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terza tappa per tornatore sulla bellezza dell'arte
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LA MIGLIORE OFFERTA (IT, 2013) diretto da GIUSEPPE TORNATORE. Interpretato da GEOFFREY RUSH, SYLVIA HOEKS, JIM STURGESS, DONALD SUTHERLAND
Virgil Oldman è un antiquario sessantenne che ha dedicato la propria vita alla passione per i mobili, i quadri e le opere d'arte in generale, bandendo aste da lui stesso presiedute, vendendo ad acquirenti internazionali capolavori di inestimabile valore e sopprimendo, al contempo, ogni impulso verso la socialità.
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LA MIGLIORE OFFERTA (IT, 2013) diretto da GIUSEPPE TORNATORE. Interpretato da GEOFFREY RUSH, SYLVIA HOEKS, JIM STURGESS, DONALD SUTHERLAND
Virgil Oldman è un antiquario sessantenne che ha dedicato la propria vita alla passione per i mobili, i quadri e le opere d'arte in generale, bandendo aste da lui stesso presiedute, vendendo ad acquirenti internazionali capolavori di inestimabile valore e sopprimendo, al contempo, ogni impulso verso la socialità. Vive senza moglie, né figli e pochi amici, fra cui un vecchio pittore di nome Billy al quale non ha mai riconosciuto un talento effettivamente autentico, e Robert, un giovane e abilissimo riparatore di marchingegni antichi, al quale nemmeno riesce a dare del tu. Un giorno riceve una misteriosa telefonata da parte di Claire Yvettson, una ragazza avvolta ancora di più nel mistero: è la ricca ereditiera di una famiglia nobile che ora intende vendere tutte le opere d'arte contenute nel suo edificio, da cui non esce da quindici anni, in quanto agorafobica. Dopo innumerevoli telefonate concitate e incontri andati a vuoto, Virgil comincia a provare simpatia per Claire, capendo anche i motivi che l'hanno spinta a rintanarsi nella solitudine e a cancelare definitivamente i suoi contatti col mondo. In lei l'anziano antiquario, tutto sommato deluso dalle sue scarse capacità sociali e dal senso di vuoto che da sempre lo ricopre, riconosce un'affinità che va oltre la semplice empatia. Quando poi, con uno stratagemma, riesce a vederla dal vivo, il rapporto fra i due migliora nettamente e si trasforma in amore, grazie anche all'aiuto esterno di Robert (che sta ricostruendo pezzo per pezzo un automa ottocentesco in grado di muoversi meccanicamente e addirittura di esprimersi con parole, grazie ad un nano che vi si può infilare dentro). Claire, che si mantiene scrivendo romanzi e racconti sotto pseudonimo, rivive, dopo un'esperienza amorosa giovanile finita in tragedia, la passione e l'affetto, trovando in Virgil un uomo che, benché maturo ma pur sempre estremamente analogo a lei, la comprende e non la giudica. Finora Claire non è mai uscita allo scoperto, ma quando l'antiquario, una notte piovosa, viene aggredito fuori dalla villa, la scrittrice si decide e lo porta al pronto soccorso. A questo punto sembra tutto pronto affinché i due vivano insieme in una casa-albergo dove Virgil ha trasferito, in una grande stanza, numerosi ritratti femminili che Claire adora, ma la ragazza scompare all'improvviso. Deluso e amareggiato, ma rincuorato dall'amicizia con Billy (che gli dona un bellissimo quadro dipinto da lui) e Robert (che, grazie a Virgil, è riuscito ad appianare le divergenze con la fidanzata mulatta), Virgil si reca a Praga, città visitata durante l'adolescenza da Claire, e la aspetta in un lussuoso ristorante. La carta vincente del film è l'accoppiata Tornatore-Rush, su questo non ci piove: il primo, dopo un capolavoro come Nuovo Cinema Paradiso e un gesto d'amore verso l'arte e l'individualità trionfante dell'artista come La leggenda del pianista sull'oceano, ritorna ad affrontare il discorso dell'importanza artistica nella vita dell'uomo: dopo un proiezionista e un suonatore di pianoforte, questa volta abbiamo a che fare con un esperto d'antiquariato, un organizzatore d'aste che cresce spiritualmente, dapprima interessato soltanto ai pezzi rari di cui conosce ogni minimo dettaglio, ma in seguito sempre più propenso ad allargare i propri orizzontali sentimentali, in senso sia amichevole che amoroso, e questo gli fa riscoprire un lato di sé onnipresente, ma rimasto troppo tempo spento e nascosto. Quanto a Rush, reduce dal bellissimo Il discorso del re e indossati per la quarta volta i panni del capitan Barbossa in Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare, qui regala un personaggio inquieto, sofferto, ma anche combattente, un uomo alla ricerca di un senso mai trovato, ma sempre percepito, per quanto afferrato esclusivamente in età tardiva. Le sue espressioni facciali, i suoi gesti e la sua intonazione vocale (lo doppia un Rodolfo Bianchi in forma smagliante) delineano i tratti di un carattere molto interessante: un individuo afflitto da solitudine cronica, la cui cultura non basta né serve a colmarne la solitudine, che rinverdisce i suoi giorni grigi venendo a contatto con una gioventù da un lato più aperta ed espansiva di lui (vedi il personaggio di J. Sturgess, un vivacissimo e simpatico meccanico di oggetti arcani) e dall'altro chiusa e retriva come lui (la pallida e smunta Claire dell'olandese Hoeks), ma in grado di superare le proprie paure. Per quanto soltanto Virgil riesca ad ottenere un successo completo: lui va felicemente in pensione e lascia con sorriso l'antiquariato, mentre la giovane gli tira un bidone nel momento stesso in cui le cose prendevano una piega decisamente più positiva di prima. Il film, in generale, sa affrontare con profondità e lucidità il tema dell'abbandono e della condizione cronica di uomini soli che non è poi così infrequente nel mondo moderno. Splendide scenografie (la villa dismessa ha un che di decadentistico), superbe musiche dell'ancora non premio Oscar Ennio Morricone, dialoghi densi che tuttavia evitano di appesantire la trama, e una galleria di personaggi secondari tutti con una funzione poetica, in particolar modo il portiere della villa e la nana con memoria fotografica e genio matematico: il primo è un uomo semplice che esegue gli ordini e non si cura di conoscere la persona per chi lavora, e dunque ne custode il segreto come un cane fedele al padrone, la seconda è invece una piccola mente geniale che analizza profondamente le cause che spingono l'animo umano a chiudersi in sé e non trovare poi una pratica e piena realizzazione dell'io. Nel complesso, evita con fortuna e soprattutto maestria le sfumature psicoanalitiche e consegna al pubblico un ritratto della pietà, della carità e dell'altruismo. Da vendere al miglior offerente. Ovvero a chiunque sappia condividere questi sentimenti e si dichiari disposto a svilupparsi in senso umano e umanitario insieme. Ottimo il personaggio di Sutherland: artista tutt'altro che fallito, convintissimo del proprio talento, che non è stato valorizzato dal signor Oldman, il suo stesso scopritore, che tuttavia non gli ha negato una sincera amicizia.
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stefano capasso
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mercoledì 28 dicembre 2016
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il rischio di vivere
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Virgil è un antiquario e battitore d’asta di grandi capacità. Ha sessant’anni ed è solo, chiuso nel lusso della sua casa e delle sue fobie. Quando arriva la telefonata di Claire che gli propone di vendere tutto il suo patrimonio, comincia per Virgil un percorso inaspettato di revisione di sè, dei propri valori, oltre che del rapporto con gli altri.
Giuseppe Tornatore propone questo film che certamente ha una ottima sceneggiatura che tiene incollati allo schermo, coi suoi misteri che si svelano solo poco a poco. Il tema centrale della ricerca di ciò che è vero e ciò che è falso, si svolge sulle due aree importanti del film, quella dell’antiquariato e dell’amore, e lo spettatore è perfettamente coinvolto in questa dinamica di ricerca.
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Virgil è un antiquario e battitore d’asta di grandi capacità. Ha sessant’anni ed è solo, chiuso nel lusso della sua casa e delle sue fobie. Quando arriva la telefonata di Claire che gli propone di vendere tutto il suo patrimonio, comincia per Virgil un percorso inaspettato di revisione di sè, dei propri valori, oltre che del rapporto con gli altri.
Giuseppe Tornatore propone questo film che certamente ha una ottima sceneggiatura che tiene incollati allo schermo, coi suoi misteri che si svelano solo poco a poco. Il tema centrale della ricerca di ciò che è vero e ciò che è falso, si svolge sulle due aree importanti del film, quella dell’antiquariato e dell’amore, e lo spettatore è perfettamente coinvolto in questa dinamica di ricerca. Gli eventi contengono tutti allo stesso tempo una parte di vero e una parte di falso ed è grazie alla possibilità di riappropriarsi dei propri sentimenti che i protagonisti possono viverli e fare quell’esperienza di vita che contiene momenti di gioia ed altri drammatici. Ma è l’unica alternativa alla rigida stagnazione che provocano le paure di soffrire e perdere qualcosa di importante.
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luke92
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domenica 25 settembre 2016
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grande tornatore
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Bellissimo film. Storia incredibile, recitazione superba. Regia, beh, splendida.
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giorpost
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venerdì 15 luglio 2016
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quando l'amore inganna l'arte
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In una non meglio definita città europea assistiamo alla storia di Virgil Oldman, famoso direttore di una rinomata casa d' aste e ricco mercante d'arte; quando non impegnato in sale strapiene di facoltosi individui intenti ad accaparrarsi opere di valore, Virgil trascorre il suo tempo in perfetta solitudine, senza unioni sentimentali, frequentazioni occasionali nè legami di sangue. Una scena che spiega esattamente lo status del protagonista è quella all'interno di un ristorante nel quale cena tutto solo alla vigilia del suo compleanno. Poco avvezzo ai sorrisi e poco incline al contatto, l'eccentrico battitore indossa perennemente guanti e non si azzarda a toccare telefoni altrui se non con l'ausilio di fazzoletti; non usa cellulari e vive in un lussuoso attico che potrebbe accogliere feste piene di gente, in verità frequentato soltanto dalla sua servitù.
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In una non meglio definita città europea assistiamo alla storia di Virgil Oldman, famoso direttore di una rinomata casa d' aste e ricco mercante d'arte; quando non impegnato in sale strapiene di facoltosi individui intenti ad accaparrarsi opere di valore, Virgil trascorre il suo tempo in perfetta solitudine, senza unioni sentimentali, frequentazioni occasionali nè legami di sangue. Una scena che spiega esattamente lo status del protagonista è quella all'interno di un ristorante nel quale cena tutto solo alla vigilia del suo compleanno. Poco avvezzo ai sorrisi e poco incline al contatto, l'eccentrico battitore indossa perennemente guanti e non si azzarda a toccare telefoni altrui se non con l'ausilio di fazzoletti; non usa cellulari e vive in un lussuoso attico che potrebbe accogliere feste piene di gente, in verità frequentato soltanto dalla sua servitù. Un giorno riceve una telefonata in ufficio da parte di una giovane donna, appena rimasta orfana, che gli chiede un sopralluogo presso la sua immensa residenza di famiglia, nella quale sono presenti numerose opere antiche da sottoporre a valutazione (e successiva vendita) da parte del noto battitore ed esperto di antiquariato. Questi, dopo un iniziale diniego dovuto allo strano comportamento della giovane (chiusa in casa da 12 anni, a suo dire, a causa dell' agorafobia), accetta l'incarico che durerà diverse settimane. Durante il lungo arco temporale nel quale farà sovente visita alla villa per inventariare le opere, trova degli strani oggetti meccanici semi arrugginiti (appartenenti ad un antico automa) che porterà all'attenzione di un esperto aggiustatore suo amico; Virgil farà anche la conoscenza, lenta ma approfondita, di Claire, la misteriosa abitante della villa dal triste passato, inizialmente attraverso una porta, poi in prima persona. Ma anche Oldman ha un segreto che, apparentemente, nessuno conosce: possiede centinaia di quadri raffiguranti ritratti di donna, all'interno di un'immensa cripta ricavata nel suo appartamento...
Giuseppe Tornatore ci regala un'opera dal sapore classico nella quale si respira un'aria internazionale, con un cast di un certo calibro che dona al lavoro efficacia ed un'impronta inaspettata. La migliore offerta (ITA, 2013) è una pellicola di rimando al quel Cinema d'illusione proposto da Leone dopo i western, e non solo per la colonna sonora curata da Morricone (forse, in questo caso, un po' ripetitivo); The best offer ricalca anche i thriller alla Pollack ma con la “mano” vellutata del regista siciliano, aiutato dalla bella fotografia che molto si avvicina a quella de La leggenda del pianista sull'oceano. Geoffrey Rush risulta interessante in un ruolo dal fascino antiquato e la sua mimica facciale, in alcune sequenze, mi ha ricordato sia il James Woods invecchiato in C'era una volta in America, sia il Tony Servillo di Le conseguenze dell'amore. Bravi anche gli altri, ma a guidare il lavoro è sopratutto la poetica, la storia che cresce di minuto in minuto e incuriosisce nonostante si prolunghi oltre il necessario e malgrado il ripetersi di alcune situazioni (la rabbia di Virgil a seguito di un mal torto subito da parte di Claire). E proprio nel nome del personaggio sta anche la verità del racconto: Virgil in inglese è quasi virgin, vergine, ed è proprio questa una delle caratteristiche che fanno scattare in lui la molla dell'amore e dell'attrazione. Il cognome Oldman, invece, si allaccia a quell'automa che poco per volta viene riassemblato e riportato in vita, pezzo dopo pezzo, alla stregua di Virgil che (passo dopo passo) rinnega il suo status, iniziando una lenta ma inesorabile trasformazione che lo porta ad accettare i capelli bianchi e ad allentare la morbosità per il suo lavoro, scoprendo, nonostante il colpo di scena, l'esistenza dell'amore carnale e reale, diverso da quello rappresentato da donne immaginarie.
Una pellicola che resisterà al tempo, un film che ci riporta ai fasti del grande Cinema italiano. Non amo le etichette e quando leggo di un Tornatore “troppo siciliano” mi arrabbio: cosa vorrebbe significare? La classe ed il gusto presenti in quest'opera (ed in altri suoi lavori) sono frutto proprio della grande tradizione degli uomini di cultura delle nostre terre del Sud. Bravo Tornatore!
Voto: 8.5
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no_data
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giovedì 14 luglio 2016
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film pessimo.
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Scrivo questa recensione senza neanche avere guardato il film; non è necessario, i film di Tornatore sono tutti scadenti, Tornatore è uno dei peggiori registi in circolazione, riesce a far recitare male anche i migliori attori del mondo. Le sue inquadrature sono artificiali, i suoi set sono finti, le scene false.
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fabio57
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martedì 10 maggio 2016
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bella lezione di vita
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Tornatore è regista di altissimo e indubbio livello, quest'opera pur essendo interessante non raggiunge però le vette cui ci ha abituato con i suoi capolavori.Tuttavia è una bella lezione di vita,un monito a non fidarsi dei sentimenti, ma fare affidamento solo sulla ragione.Per la verità la truffa perpetrata ai danni del protagonista, dalle persone a lui più care,non è fatto insolito nella vita reale, ma quello che invece colpisce è che capiti proprio ad un individuo accorto,scafato,scaltro ed esperto come il nostro sfortunato eroe.E' vero che il reggiro è ben congegnato, ma con l'abituale lucidità che lo contraddistingue, la vittima designata l'avrebbe sgamato in un batter d'occhio,invece è ottenebrato dall'amore,questo è il dato più realistico e sconfortante.
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Tornatore è regista di altissimo e indubbio livello, quest'opera pur essendo interessante non raggiunge però le vette cui ci ha abituato con i suoi capolavori.Tuttavia è una bella lezione di vita,un monito a non fidarsi dei sentimenti, ma fare affidamento solo sulla ragione.Per la verità la truffa perpetrata ai danni del protagonista, dalle persone a lui più care,non è fatto insolito nella vita reale, ma quello che invece colpisce è che capiti proprio ad un individuo accorto,scafato,scaltro ed esperto come il nostro sfortunato eroe.E' vero che il reggiro è ben congegnato, ma con l'abituale lucidità che lo contraddistingue, la vittima designata l'avrebbe sgamato in un batter d'occhio,invece è ottenebrato dall'amore,questo è il dato più realistico e sconfortante.Questo sentimento ottunde la capacità di giudizio e rende fragili e stupidi,la conclusione è ancora più sconcertante,lui per quanto beffato conserva un barlume di speranza,illudendosi di un ravvedimento ormai impossibile e attende "cornuto e mazziato"per usare un espressione nostrana.
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