Anno | 2012 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 75 minuti |
Regia di | Costanza Quatriglio |
Attori | Roberto Nobile . |
Tag | Da vedere 2012 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
MYmonetro | 3,05 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 28 marzo 2014
L'analfabeta siciliano Vincenzo Rabito racconta il Novecento attraverso migliaia di fitte pagine dattiloscritte raccolte in quaderni legati con la corda. Il film è stato premiato ai Nastri d'Argento,
CONSIGLIATO SÌ
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Vincenzo Rabito era un ragazzo del '99, nato in Sicilia e mandato alla guerra a consumare la "disonesta vita" del soldato. Orfano di padre e lontano dalla sua terra, Vincenzo viveva intensamente e sognava di tornare un giorno a Chiaramonte Gulfi a raccontare le sue storie, quelle raccolte in un diario dattiloscritto lungo 1027 "pagene". Perché Vincenzo aveva urgenza di dirsi e di dire quel Paese che due guerre avevano fiaccato e che adesso bisognava ricostruire. E lui alla ricostruzione della sua nazione ha contribuito letteralmente, asfaltando le strade provinciali della Sicilia, e idealmente, redigendo un'autobiografia con un linguaggio lirico e straordinariamente familiare, dove il siciliano eccede l'italiano. Conseguita la licenza elementare alla soglia dei trentacinque anni, Vincenzo non si è mai arreso all'ignoranza, cercando un'istruzione e trovando un linguaggio per affermare il suo mondo interiore in relazione dialettica col mondo e con le prove che la vita lo chiamava ad affrontare.
Contadino, soldato, carpentiere e finalmente scrittore, Vincenzo Rabito è morto letterato nel 1981 e le sue memorie, diventate un sorprendente caso letterario, sono state premiate nel 2000 nel concorso diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano e poi pubblicate da Einaudi. Sette quaderni battuti a macchina e tenuti insieme da uno spago, milioni di parole interrotte da un punto fermo e una virgola breve, milioni di periodi composti a (ri)creare una terra bella e brutale, battuta dalle guerre mondiali, ridotta a una 'fame endemica', sedotta dall'avventura coloniale, piegata dal fascismo, affrancata dalla Repubblica, soccorsa dal miracolo economico, separata dall'emigrazione, agitata dalle contestazioni, intorpidita da un passato che non passa.
Fonicamente musicale e interpretato dalla voce di Roberto Nobile, l'italiano deformato di Vincenzo compone un canto epico che Costanza Quatriglio porta sullo schermo integrando la parola scritta con immagini di repertorio. Lo sguardo della Quatriglio 'sfoglia' e segue la tenace (r)esistenza di un uomo che, attraverso la volontà e l'applicazione, riuscì a dare alla propria vita incolta e infelice un senso profondo di speranza. Frammenti di repertorio in bianco e nero scorrono dietro le parole restituendo lo stato d'animo del loro autore con cui entriamo in comunicazione e ci mettiamo in comune.
Terramatta prende la forma di una ricognizione poetica con uno stile dimesso e al servizio della storia che racconta. Quella di un uomo del popolo che in tempi bui e ostili ha trovato in se stesso le ragioni profonde per dare possibilità e colore al proprio esistere. Un uomo che ha saputo tentare la vita infilando la propria strada, che ha testimoniato il desiderio vivendo (e scrivendo) il proprio, che ha saputo dare spazio alla bellezza e all'immaginazione letteraria abitandole.
Se sei un contadino piccolo e con l’aggravante del “completamente inalfabeto”; la possibilità di diventare uno scrittore è nulla o quasi; la bestemmia, l’imprecazione e compagnia bella, sono, tue compagne di viaggio inseparabili. Tuttavia, se quello stesso “Patreterno, \che/quelle che voglino vivere onestamente, in vece di aiutarle li fa morire”, [...] Vai alla recensione »
Vincenzo Rabito stava con tutti,comunisti,fascisti poi di nuovo comunisti,poi con tutti e due "giusto per farli contenti" diceva lui,perché le cose importanti della vita sono altre. Vincenzo era semi-analfabeta,ma non se ne preoccupava piu' di tanto,lui aveva un linguaggio tutto suo e non si vergognava di battere a macchina in maniera completamente sgrammaticata e senza punteggiatura [...] Vai alla recensione »
Molto veritiero nel descrivere la vita alquanto magra della maggior parte degli abitanti della sicilia dell'inizio del novecento, il film autobiografico non poteva certo discostarsi molto della storia di quest'uomo, che ha il merito di voler a tutti costi preparare un futro migliore per i suoi figli, ritengo che il regista avrebbe potuto integrare la storia con alcune vicende, politiche avvenute [...] Vai alla recensione »
Sarei curioso di sapere il meccanismo con cui viene prodotto un film come questo. Com'è che recupera i costi di produzione? Qual è il percorso per cui un produttore investe soldi in una produzione di questo tipo e poi li recupera ottenendo un attivo in grado di fargliene produrre altri? Vendite alle tv? E' un meccanismo che non comprendo.