rongiu
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mercoledì 12 settembre 2012
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mille pagine ed oltre.
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Se sei un contadino piccolo e con l’aggravante del “completamente inalfabeto”; la possibilità di diventare uno scrittore è nulla o quasi; la bestemmia, l’imprecazione e compagnia bella, sono, tue compagne di viaggio inseparabili. Tuttavia, se quello stesso “Patreterno, \che/quelle che voglino vivere onestamente, in vece di aiutarle li fa morire”, a questo bambino lo fa nascere “picolo \ si /ma pieno di coraggio”, allora le vicende di una famiglia, la Storia di un Paese con il suobel parlare, possono arricchirsi di narrazioni inedite, vere e coinvolgenti.
Questo bambino, è stato “forgiato” con le caratteristiche proprie della sua terra.
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Se sei un contadino piccolo e con l’aggravante del “completamente inalfabeto”; la possibilità di diventare uno scrittore è nulla o quasi; la bestemmia, l’imprecazione e compagnia bella, sono, tue compagne di viaggio inseparabili. Tuttavia, se quello stesso “Patreterno, \che/quelle che voglino vivere onestamente, in vece di aiutarle li fa morire”, a questo bambino lo fa nascere “picolo \ si /ma pieno di coraggio”, allora le vicende di una famiglia, la Storia di un Paese con il suobel parlare, possono arricchirsi di narrazioni inedite, vere e coinvolgenti.
Questo bambino, è stato “forgiato” con le caratteristiche proprie della sua terra. E’ un Ibleo, nato quindi in un’area geograficamente appartenuta al mondo Ellenista e dimostra di possedere, fin da piccolo un pensiero speculativo/concreto. Vincenzo, secondogenito, è il nome di questo “picciriddu” che per niente al mondo darebbe una delusione alla cara mamma rimasta vedova appena 38enne e con 7 bocche da sfamare; “4 maschele e 3 femmine”.
Vincenzo Rabito da Chiaramonte, sa che la sua vita di orfano, non sarà per niente facile e dovrà esser vissuta con impegno e tanto “ingegno”. Con lo stesso ingegno si applica per appropriarsi del leggere, scrivere e fare di conto; sente, infatti, forte, la voglia di comprendere… “Così io, quanto vedeva il libro di mia sorella che antava alla scuola, mi veneva la voglia di cominciare a fare – a, i, u - . Quinte, cercava di amparareme qualche vocale e li numira. E così, piano piano, quanto una volta ho fatto un nume di ummio compagno di lavoro che si chiamava Vivera, e io, quanto sono stato capace affare – Vivera -, mi ha parsso che avesse preso il terno! E così, piano piano, senza esserre prodetto di nesuno, fra poche mese mi sono imparato a capire cosa vol dire la scuola e conoscire li numira.” Lo stesso “terno e li stessi numira” il nostro Vincenzo li dimentica quando arriva il giorno di Carnevale. E’, questo giorno, l’unico in cui il “Patre Eterno ci l’aveva concesso la crazia di manciare pasta asciuto al povero”.
E’ il 1969; Vincenzo Rabito decide di scrivere le sue memorie, consapevole del fatto che le tante vicende vissute meritano di essere raccontate. Nel 1975 il racconto è terminato. In un settennio, utilizzando probabilmente una Olivetti Lettera 22, appartenuta ad uno dei sui tre figli tanto cara ad Indro Montanelli, “affolla” di lettere centinaia di pagine raccontandoci buona parte di un Novecento italiano senza inibizioni dando colore ai suoi non pochi ricordi. Per citarne alcuni:
- La prima guerra mondiale
- Il ritorno all’amato paese
- Da socialista a fascista
- L’ingiusta legge sul matrimonio
- La seconda guerra mondiale
- Lo sbarco degli americani
- La DC ed il PCI
- Il posto da cantoniere
- Il sapersi destreggiare e tant’altro ancora.
Costanza Quatriglio \ regista / e palermitana, è l’intelligente “stilista” di un docufilm interessante, educativo e per niente noioso. Compito non facile vista la vena letteraria del nostro Scrittore. Roberto Nobile accompagna il “visuolettore” con la sua voce, rendendolo partecipe di una Storia, di una Vita, “travagliata e male trattata”.
Ricordate Forrest Gump seduto su di una panchina ed intento a narrare una storia, la sua storia? Bene, Vincenzo Rabito, mi piace immaginarlo così.
Buona visione.
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mcmurphy87
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sabato 15 settembre 2012
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il lavoro come atto creativo o tormento infinito
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Vincenzo Rabito stava con tutti,comunisti,fascisti poi di nuovo comunisti,poi con tutti e due "giusto per farli contenti" diceva lui,perché le cose importanti della vita sono altre. Vincenzo era semi-analfabeta,ma non se ne preoccupava piu' di tanto,lui aveva un linguaggio tutto suo e non si vergognava di battere a macchina in maniera completamente sgrammaticata e senza punteggiatura la sua vita. Nonostante ciò è riuscito comunque a trasmettere delle emozioni di vita vissuta,di come è disonesta la vita di guerra tanto da farlo diventare un "carnefice" a come è ugualmente disonesta la vita da lavoratore. Quando riesce a costruirsi una famiglia non fa che commuoversi per i suoi figli:"Tutti i sacrifizzi che io avevo fatto il Dio me li aveva pagati" ripeteva.
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Vincenzo Rabito stava con tutti,comunisti,fascisti poi di nuovo comunisti,poi con tutti e due "giusto per farli contenti" diceva lui,perché le cose importanti della vita sono altre. Vincenzo era semi-analfabeta,ma non se ne preoccupava piu' di tanto,lui aveva un linguaggio tutto suo e non si vergognava di battere a macchina in maniera completamente sgrammaticata e senza punteggiatura la sua vita. Nonostante ciò è riuscito comunque a trasmettere delle emozioni di vita vissuta,di come è disonesta la vita di guerra tanto da farlo diventare un "carnefice" a come è ugualmente disonesta la vita da lavoratore. Quando riesce a costruirsi una famiglia non fa che commuoversi per i suoi figli:"Tutti i sacrifizzi che io avevo fatto il Dio me li aveva pagati" ripeteva. E cosi questo bracciante di Chiaromonte,in provincia di Ragusa,ci fa emozionare con il racconto della sua vita in questa lingua tutta sua ma l'emozione che ci trasmette è straordinaria. "Se all'uomo in questa vita non ci incontro aventure,non ave niente daraccontare". E Vincenzo Rabito,da raccontare,aveva una vita intera.
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savior
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domenica 9 settembre 2012
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terramatta, monito per questa società
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Molto veritiero nel descrivere la vita alquanto magra della maggior parte degli abitanti della sicilia dell'inizio del novecento, il film autobiografico non poteva certo discostarsi molto della storia di quest'uomo, che ha il merito di voler a tutti costi preparare un futro migliore per i suoi figli, ritengo che il regista avrebbe potuto integrare la storia con alcune vicende, politiche avvenute in quel periodo e che hanno segnato il destino politico di quella zona dove ha vissuto lo scrittore analfabeta, anche per dare al film maggior interesse e dinamicità negli ultimi fotogrammi dove vengono fatti vedere i figli nei luoghi dove ha vissuto il padre.
Interesante per certi aspetti anche se no condivisibile la parte del racconto in cui l'autore mostra como la guerra possa far esplodere manifestazione di odio con compimento di azione non accettabile nei confronti della popolazione civile, mi riferisco alla violenza perpetrata dal compagno d'armi nei confronti della ragazza per il solo piacere di scaricare una tendenza sadica con ia scusa di vendicare suoi parenti, dimostrazione che negli atti di guerra solamente quelli che hanno tendenze omicide riescono a rompere le barriere che frenano l'uomo dal commettere atti contro il prossimo in quella parte del racconto si può notare come un soldato aprofitta del racconto di un suo commilitone per saziare la sua sete di agresività sentendosi autorizzato a commetere una azione contro la cittadinanza civile.
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Molto veritiero nel descrivere la vita alquanto magra della maggior parte degli abitanti della sicilia dell'inizio del novecento, il film autobiografico non poteva certo discostarsi molto della storia di quest'uomo, che ha il merito di voler a tutti costi preparare un futro migliore per i suoi figli, ritengo che il regista avrebbe potuto integrare la storia con alcune vicende, politiche avvenute in quel periodo e che hanno segnato il destino politico di quella zona dove ha vissuto lo scrittore analfabeta, anche per dare al film maggior interesse e dinamicità negli ultimi fotogrammi dove vengono fatti vedere i figli nei luoghi dove ha vissuto il padre.
Interesante per certi aspetti anche se no condivisibile la parte del racconto in cui l'autore mostra como la guerra possa far esplodere manifestazione di odio con compimento di azione non accettabile nei confronti della popolazione civile, mi riferisco alla violenza perpetrata dal compagno d'armi nei confronti della ragazza per il solo piacere di scaricare una tendenza sadica con ia scusa di vendicare suoi parenti, dimostrazione che negli atti di guerra solamente quelli che hanno tendenze omicide riescono a rompere le barriere che frenano l'uomo dal commettere atti contro il prossimo in quella parte del racconto si può notare come un soldato aprofitta del racconto di un suo commilitone per saziare la sua sete di agresività sentendosi autorizzato a commetere una azione contro la cittadinanza civile.
Per il resto il documentario mostra lo spaccato di una società in crisi e che solamente la guerra poteva far da catalizatore per dare quell'impulso necessario per avviarse verso una società migliore.
Mi domando se non siamo di nuovo tornando per certi aspetti all'inizio del novecento?
In tal caso il documentario è un monito per tutti affinchè si eliminino quelle scelte politiche che portarono l'Europa verso un conflitto cosichè poter risolvere i problemi di quella società.
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