Vi ricordate Alex Drastico? Il personaggio interpretato da Albanese proprio agli inizi della sua carriera teatrale-televisiva?
Era il simbolo perfetto dell'emigrante, che da sud verso nord, portava con se tutta l'arroganza e la sicurezza ostentata, confezionato proprio assecondando i pregiudizi e i luoghi comuni del caso e che oggi ritroviamo in Cetto La Qualunque, evoluzione aggiornata di quello che oramai è diventato un personaggio tristemente molto più reale di quel che si pensi. E' ironicamente inquietante il "casuale" parallelismo che c'è tra l'attuale situazione politica italiana con i suoi scandali e le sue bassezze e il film di Manfredonia, che ci propone proprio l'ascesa al potere di un delinquente qualsiasi che "si è fatto da solo", magari non sempre seguendo la retta via, ma arrivando comunquemente alla meta. Cetto, come molti italiani, non paga le tasse; Cetto, come molti italiani, dice di amare la sua terra e mentre lo dice sta gettando una sigaretta accesa su dei cespugli secchi in piena campagna; Cetto, come molti italiani dice di amare la famiglia, ma per "riflettere e rilassarsi" ha bisogno di svaghi extraconiugali. Cetto è, purtroppamente, molto italiano.
E da cosa ce ne accorgiamo? Ce ne accorgiamo scena dopo scena, situazione dopo situazione, perchè mentre ridiamo per le grandi capacità comiche del protagonista, coadiuvato da una serie di collaudatissimi e validi personaggi spalla, ci rendiamo conto che stiamo ridendo amaro. Ridiamo e mentre ridiamo pensiamo "è proprio così", magari mentre il protagonista presenta in conferenza stampa la sua squadra politica, fatta al 100% da parenti e amici da sistemare una volta eletto sindaco. E allora ridendo ci accorgiamo che stiamo anche riflettendo su qualcosa di serio, e sta proprio qui la forza di questo film: finalmente torniamo alla commedia che fa riflettere su tematiche sociali anche serie. Albanese e Manfredonia ci ricordano che si può ridere per sdrammatizzare e per esorcizzare ma non per fare finta che i problemi non esistano e lo fanno con una scelta apparentemente non pensata ma che secondo me si rivela studiata e vincente: riportano quello che succede nella politica reale a livelli nazionali alla dimensione più familiare del paese; questo perchè l'Italia è una nazione fatta da paesi e da paesani e proprio in questo modo lo spettatore riesce più facilmente a vivere e metabolizzare al meglio la scena che vede sul grande schermo. Le varie gag rimangono così meglio impresse nella mente.
Qualunquemente non sarà forse la commedia dell'anno, magari non farà il botto riempendo i botteghini e sicuramente non avrà la stessa promozione riservata solo ai cinepanettoni, ma nello scenario delle commedie all'italiana credo sia un gradino sopra la media, perchè in fondo quello che conta davvero è il Pilu, se c'è quello, non ci manca niente, e in questo film c'è pure un pò di Pilu... ovviamente sempre se pagabilmente..
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