Titolo originale | La lección de pintura |
Titolo internazionale | A Painting Lesson |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Cile, Spagna, Messico |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Pablo Perelman |
Attori | Daniel Giménez Cacho, Verónica Sánchez, Juan José Susacassa, Matías Vera Martín Vera, Catalina Maldonado, Catalina Saavedra, Manuel Peña, Edgardo Bruna, Carmina Riego, Teresa Hales, Carmen Gloria Bresky, Roxana Campos, Eugenio Morales, Carlos Morales, Claudio Valenzuela, Iván Alvarez Araya, Jaime Omeñaca, Cinthya Aravena, Montserrat Retamal, Liliana Flores, Luz Jiménez, Juan Quezada, Wilma Verdejo, Roser Bru, Javier Moreno (II), César Sánchez, María Josefina Ruiz Tagle, Sergio Monge, Ramón González (III), Ignacio Agüero. |
Uscita | giovedì 16 novembre 2017 |
Distribuzione | Ahora! Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,72 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 17 novembre 2017
CONSIGLIATO SÌ
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In Cile, durante gli anni '60, un ragazzino di campagna, Augusto, figlio di una povera madre adolescente rimasta sola, Elvira, dimostra di avere un prodigioso talento per la pittura. Ad accorgersene è Aguiar, proprietario della drogheria del villaggio in cui Elvira lavora. Violinista e pittore amatoriale, Aguiar inizia l'allievo al mondo dell'arte, sognando per Augusto il successo che per sé non è mai arrivato. Tuttavia, in un momento storico-politico minato da terrorismo e sollevamenti popolari armati, l'arte non sembra avere possibilità di esistere. Augusto sarebbe potuto diventare un grande pittore, se solo non fosse scomparso all'età di tredici anni, insieme a tutte le sue opere, l'11 settembre 1973, il giorno del famigerato Colpo di Stato in Cile.
Tratto dall'omonimo romanzo di Adolfo Couve, Lezione di pittura racconta il dramma del giovane artista a cui la violenza di un Paese sull'orlo della dittatura ha rubato la vita.
Quella particolare congiuntura in cui la grande Storia travolge le storie era l'interesse del regista Pablo Perelman che è rimasto segnato dalla tragica epoca in cui suo fratello si aggiunse alla lista dei 1.192 desaparecidos del regime di Pinochet. Inevitabilmente, adattare il romanzo di Couve significava per il regista cileno dare un significato politico al suo film. Nelle conversazioni disilluse, nella speranza popolare, nello sguardo di Aguiar, che racconta la storia, leggiamo la costante denuncia del governo di Pinochet. Le espressioni del bambino ingenuamente ignaro della tragedia esasperano, così, il contrasto tra la disumanità della storia politica e la bellezza dell'infanzia, dell'arte, dell'ideale che domina l'intero film.
Sul conflitto, infatti, si sviluppa la storia: il conflitto storico-politico di cui si sentono gli spari e le urla dalle strade, ma anche il conflitto della giovane madre disposta a mendicare amore e denaro per crescere il figlio e infine il conflitto interiore di Aguiar, pittore non abbastanza dotato che risolve la sua frustrazione in generosità e affetto per il giovane e talentuoso Augusto. È attraverso lo sguardo invidioso, incredulo ma infine amorevole di Aguiar che seguiamo il fiorire del piccolo talento nato nel momento sbagliato. Alluderà probabilmente a una riflessione del regista stesso che, dopo circa 20 anni dall'ultimo film, Archipiélago (1992), si interroga sulla difficoltà di fare cinema in un periodo storico avverso?
Tuttavia, all'intensità della storia non sempre corrisponde l'intensità nella realizzazione del film, che risplende per la forza della fotografia e della musica ma si rivela a tratti debole sulla sceneggiatura. A colmare i vuoti per fortuna rimane la purezza del viso di Augusto che continua a vivere nella bellezza del mondo che disegna.