Titolo originale | The Economics of Happiness |
Anno | 2011 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA, Francia, Germania, Gran Bretagna, Australia, India, Tailandia, Giappone, Cina, Nicaragua |
Durata | 67 minuti |
Regia di | Helena Norberg-Hodge, Steven Gorelick, John Page |
Attori | Vandana Shiva, Helena Norberg-Hodge, Pracha Hutanuwatr, Jan Barham, Ronald Colman (II) Eliana Amparo Apaza Espillico, Zac Goldsmith, Daniel Greenberg, Clive Hamilton, Richard Heinberg, Rob Hopkins, Chris Johnstone, David Korten, Rodrigo Lopes, Bill McKibben. |
MYmonetro | 3,02 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 agosto 2014
Da Helena Norberg-Hodge, Steven Gorelick e John Page un documentario sulla ricerca di una soluzione per salvare il pianeta.
CONSIGLIATO SÌ
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Helena Norberg-Hodge ci elenca otto scomode verità sulla globalizzazione. Qualche fotogramma che definisce lo stato di salute della civiltà occidentale e poi l'elenco di cosa non funziona, di come biologicamente e culturalmente, la nostra idea di esistenza si sia tramutata in spirito di sopravvivenza, con pochi slanci di vitalità e tanti momenti di sconforto. Un mercato capitalista che promuove eccessivamente la liberalizzazione del traffico commerciale, senza tenere conto delle diversità di popoli e nazioni, è un sistema che rende infelici. Questo è l'assioma della regista, appassionata attivista ambientale alla ricerca di sguardi autentici sparsi nel mondo, dalla freschezza del 'piccolo Tibet' alla confusione delle grandi metropoli americane.
Il viaggio comincia in Ladakh, una delle più alte e abitate regioni dell'Himalaya, dove ogni individuo partecipa e contribuisce al benessere della comunità. Vitali e socievoli, con radici ben piantate in terra, i tibetani che vivono lassù sono felici, si nutrono con i prodotti della loro terra, seguono il ritmo naturale delle cose, apprezzano la ricchezza del silenzio. Ma anche qui, in uno dei luoghi più belli dell'intero pianeta, apparentemente inattaccabile dall'arroganza del mercato globale, si è instaurato un regime occidentalizzato. Non sapevano nemmeno cosa fosse la Coca-cola ma ora lì, come altrove e ovunque, uno dei più prodigiosi simboli americani si è insediato con forza, trasportato con fatica su strade ripide e vertiginose.
Il documentario-manifesto della Norberg-Hodge punta il dito sull'imprenditoria globalizzata e argomenta la questione, portando esempi di piccole culture locali, dove la parola petrolio non si usa più e la definizione di felicità riconquista il suo vero significato. Tra interviste ai luminari del mercato globale (Vandana Shiva su tutti) e il parere della gente comune, si fa strada una soluzione per combattere lo stress di una vita troppo bombardata da messaggi pubblicitari e troppo sotto pressione; le persone capiscono il nesso tra cambiamento climatico, instabilità economica globale e la loro personale sofferenza - stress, solitudine, depressione - e in questa consapevolezza si inserisce la potenzialità di un movimento che potrebbe cambiare il mondo. Scendere al mercato a comprare le verdure piuttosto che dirigersi nel grande centro commerciale fuori città, dotato di comfort e comodità che ci fanno credere indispensabili, è il primo passo per aiutarci a riscoprire le relazioni essenziali sia con il mondo vivente che con i nostri simili.
La catastrofe ambientale ci aspetta e portare l'economia vicino a casa non ci renderà così impermeabili da farci smettere di preoccuparci per il nostro pianeta. Al di là di ogni falsa retorica e al di là del più ingenuo ottimismo, L'economia della felicità racconta puntualmente cosa, di giorno in giorno, tutti - ma soprattutto gli occidentali - potrebbero fare per migliorare il proprio stato di salute e quello degli altri. Una sorta di manuale no-global che fa ben sperare sul nostro futuro.
La globalizzazione economica ha portato ad una massiccia espansione del potere delle grandi imprese e delle banche. Essa ha anche peggiorato quasi tutti i problemi di cui soffre il pianeta: il fondamentalismo e il conflitto etnico, il caos climatico e l'estinzione delle specie, l'instabilità finanziaria e la disoccupazione. Ci sono costi troppo personali. Per la maggior parte delle persone, la vita sta diventando sempre più stressante. Abbiamo meno tempo per gli amici e la famiglia e ci troviamo ad affrontare crescenti pressioni sul posto di lavoro.
L'Economia della Felicità descrive un mondo che si muove simultaneamente in due direzioni opposte. Da un lato, il governo e le grandi imprese continuano a promuovere la globalizzazione e il consolidamento del potere aziendale. Allo stesso tempo, in tutto il mondo, le persone stanno resistendo a queste politiche, chiedendo una nuova regolamentazione del commercio e della finanza e, lontano dalle vecchie istituzioni del potere, stanno iniziando a forgiare un futuro molto diverso. Alcune comunità si stanno unendo per ri-costruire un modello più umano di economie ecologiche basate su un nuovo paradigma: un' economia di localizzazione.
Nel documentario è presente un coro di voci provenienti da sei continenti tra cui Samdhong Rinpoche, primo ministro del governo del Tibet in esilio, Vandana Shiva, Bill McKibben, David Korten e Zac Goldsmith. Tutti dicono che il cambiamento climatico e il picco del petrolio ci danno ben poca scelta: abbiamo bisogno di "localizzare", per portare l'economia a casa. La buona notizia è che, mentre ci muoviamo in questa direzione, inizieremo non solo a guarire la terra, ma anche a ripristinare il nostro senso di benessere. L'Economia della Felicità riporta la nostra fede nell'umanità e ci sfida a credere che sia possibile costruire un mondo migliore.
L'ECONOMIA DELLA FELICITÀ disponibile in DVD o BluRay |
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L'economia della felicità restituisce agli spettatori la consapevolezza delle cause prime dei fenomeni di distruzione di massa cui assistiamo da decenni. Tutti i media si concentrano sulle stesse cose: consumare di meno, riciclare di più, mangiare meno carne, Certamente sono cose giuste ma sono del tutto accessorie alla leva più potente di tutte: il mercato [...] Vai alla recensione »
Helena norbert hodge ci presenta un documentario che contrappone gli effetti negativi della globalizzazione ai benetici di una economia locale sostenibile. Il prodotto è molto simile ad un film di propaganda demagogica. All'inizio del film viene proposta una citazione di Tiziano Terzani che afferma che Gandhi sosteneva che la verità fosse il suo Dio, per giungere anni più [...] Vai alla recensione »
Per i più "consapevoli", nulla di nuovo sotto l'orizzonte. Il film, però, ha un linguaggio chiaro, immediato ed allo stesso tempo esaustivo. Consigliatissimo!
ottimo docufilm, semplice ma non banale, adatto e consigliato a tutti, strutturato per una rapida diffusione e visione, diretto a stimolare una maggiore consapevolezza sui pericoli della globalizzazione