Titolo originale | Kokuriko-Zaka Kara |
Anno | 2011 |
Genere | Animazione, |
Produzione | Giappone |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Goro Miyazaki |
Attori | Masami Nagasawa, Junichi Okada, Keiko Takeshita, Yuriko Ishida, Rumi Hiiragi Jun Fubuki, Takashi Naito, Shunsuke Kazama, Nao Ohmori, Teruyuki Kagawa. |
Uscita | martedì 6 novembre 2012 |
Tag | Da vedere 2011 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,12 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 8 novembre 2012
Un film diretto da Goro Miyazaki in concorso al festival di Toronto 2011. In Italia al Box Office La collina dei papaveri ha incassato 162 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Yokohama, 1963. Umi è una liceale che si occupa a tempo pieno della casa e della famiglia. Sua madre è una professoressa universitaria, emancipata e assente, mentre il padre si è perduto in mare e in suo onore Umi non manca mai un giorno di alzare le bandierine al vento, dalla casa sul porto, senza sapere che il rimorchiatore del padre di Shun risponde regolarmente al saluto. Umi (che significa mare) e Shun si incontrano durante la lotta intrapresa da un collettivo di studenti per contrastare lo smantellamento del Quartier Latin, un edificio storico che fa parte del complesso scolastico. Sono estranei ma presto si scopriranno uniti da un segreto più grande e più vecchio di loro.
Il secondo lungometraggio di Goro Miyazaki è un film sull'amore inteso come dedizione. Umi si (pre)occupa di ognuno dei pasti quotidiani della sua numerosa famiglia e lo fa con amore, tanto che, quando la tristezza la prende e vede il suo legame con Shun in pericolo, il cibo per la prima volta le riesce male, al limite del commestibile. Ma non è solo in cucina che Umi dà prova della sua dedizione: così fa nel copiare i volantini, nel ripulire il quartier generale degli studenti, nell'attendere per ore il colloquio con il preside e soprattutto nel coltivare il dialogo silenzioso e impossibile con il padre scomparso, attraverso il linguaggio segreto (ai più) del codice nautico.
Hayaho Miyazaki cofirma la sceneggiatura ma il film del figlio è profondamente diverso dai suoi, pur riprendendo molti dei sentimenti che li animano da sempre, dalla speranza alla tenacia, e pur confermando una predilezione per i personaggi femminili, capaci più degli uomini di covare queste virtù, custodendole senza farne sfoggio, fino a maturazione.
La divergenza più evidente, oltre che nell'incedere del racconto, che ha un ritmo diverso, una preparazione più lenta e non fa concessioni alla fantasia, sta nello spettatore ideale a cui si appella. Goro, classe 1967, si serve del linguaggio espressivo dell'animazione senza essere minimamente interessato a comunicare con l'infanzia e parla invece ad un pubblico più grande, di giovani di oggi e di ieri. La collina dei papaveri è infatti un film sulla contestazione giovanile, come lo sono tanti recenti film europei sul '68, ma conserva un'anima romantica e persino un abito quasi melodrammatico perché è proprio di questo che tratta: di un nuovo inizio che però non vuole dimenticare la tradizione.
Ambientato nel secondo dopo guerra, con tutto quello che ha significato per il Giappone, e concepito nel dopo tsunami, è un racconto che invita ad arrotolarsi le maniche per far posto ad un nuovo sentire (emblematica, in questo senso, la scena dello sgombero e della restaurazione del Quartier Latin), senza perdere la nostalgia.
Seconda regia del figlio del grande Hayao Miyazaki - che ci mette lo zampino nella sceneggiatura - "Dalla collina dei papaveri" è un delicato e poetico affresco sul valore della memoria, dei ricordi e del passato, permeato di sentimenti sinceri e profondi, malinconico e solare ad un tempo, capace di trasportarci come sempre nel mondo magico della Ghibli dove la poesia si fa arte [...] Vai alla recensione »
Giappone, 1964. Umi è una ragazzina che dedica interamente il suo tempo alla famiglia, trascurando tutto il resto, tranne il ricordo del padre scomparso, in onore del quale ogni mattina issa le bandiere nel giardino di casa. Un giorno viene coinvolta in una disperata battaglia della protesta studentesca per salvare il Quartier Latin, e qui conosce Shun, del quale subito si innamora.
Goro Miyazaki non è Hayao, anche se lo zampino del genitore in questa pellicola si vede. E La collina dei papaveri non è Laputa e non è Nausicaa, anche se i temi di sfondo sono gli stessi, soltanto più discreti e mascherati. Questo lungometraggio di animazione è un curioso, delicato mix tra cultura, storia e buoni sentimenti, ideali, rapporti umani.
Yokohama 1963. È il periodo successivo alla guerra e il Giappone sta cercando di rialzarsi in piedi. Umi ha sedici anni e ogni mattina alza due bandiere di segnalazione marittima come faceva prima che suo padre morisse nella guerra di Corea 8 anni prima. Umi vive in una grande casa sulla collina dei papaveri con i fratelli e la nonna mentre la mamma, professoressa universitaria, è [...] Vai alla recensione »
Siamo a Yokohama (Giappone) nei primi anni '60 qualche anno dopo della fine della guerra di Corea. Le vicende si svolgono intorno al “Quartier Latin”: edificio storico utilizzato dai ragazzi della scuola limitrofa per ritrovarsi e riunirsi in gruppi, ciascuno appassionato di una particolare disciplina: ci sono i chimici, gli astronomi, un povero e grottesco ragazzo appassionato [...] Vai alla recensione »
Secondo film diretto da Goro Mihazaky, sotto la supervisione del padre Hayao, e sicuramente quello che ha avuto finora più successo, sia di critica che di pubblico. Pur mantenendo l’impostazione del padre, il film si discosta sotto molti aspetti dalla poetica mihazakiana. Viene, infatti, completamente abbandonata la componente favolistica di sogno a favore di un soggetto che potremmo definire [...] Vai alla recensione »
Secondo film diretto da Goro Mihazaky, sotto la supervisione del padre Hayao, e sicuramente quello che ha avuto finora più successo, sia di critica che di pubblico. Pur mantenendo l’impostazione del padre, il film si discosta sotto molti aspetti dalla poetica mihazakiana. Viene, infatti, completamente abbandonata la componente favolistica di sogno a favore di un soggetto che potremmo [...] Vai alla recensione »
Goro Miyazaki, figlio del celeberrimo Hayao Miyazaki che è, a mio parere, il più grande regista di film d'animazione mai vissuto (sì, a mio parere anche meglio di Walt Disney, basti vedere "La città incantata" o "Il castello errante di Howl"), dopo una non esaltante opera prima registica, ci regala "La collina dei papaveri", scritta proprio dal suo leggendario padre.
Goro Miyazaki non è Hayao e si vede, ma si riconosce una certa classe nel suo lavoro. La collina dei papaveri probabilmente non è un capolavoro, ma è un buon film opportunamente farcito di attenzione, sapiente tecnica di animazione e una storia abbastanza interessante. Con questo titolo lo Studio Ghibli ha puntato su una storia che negli anni '80 fu un autentico successo, [...] Vai alla recensione »
E' una animazione sui "soliti" livelli giapponesi, cioè alti. Poetico, pieno di colori, rallegra l'anima, e, per gli animi più sensibili, regala anche qualche lacrima. Un'ora e mezza magnifica, veramente tempo speso bene.
Alla sua seconda fatica, La collina dei papaveri è una sorta di romanzo di formazione di una generazione, quella degli anni Sessanta, ancora legata all'importanza della storia e del suo impatto sulla società, nonostante vivano il presente con curiosità e voglia di fare. Miyazaki opta per una storia lineare, dividendo la trama in due parti: la vita quotidiana di Umi, orfana di padre dedita alla famiglia [...] Vai alla recensione »
Alla sua seconda fatica, La collina dei papaveri è una sorta di romanzo di formazione di una generazione, quella degli anni Sessanta, ancora legata all'importanza della storia e del suo impatto sulla società, nonostante vivano il presente con curiosità e voglia di fare. Miyazaki opta per una storia lineare, dividendo la trama in due parti: [...] Vai alla recensione »
La tradizione cinematografica di animazione emerge nel suo splendore in questo film, che a me è piaciuto molto. I colori, le ambientazioni, la storia (delicata e appassionante), sono un vero spettacolo per gli occhi e il cuore.
Goro Miyazaki ci consegna un piccolo compendio di come avanzare verso il futuro, senza dover fare tabula rasa del passato. Lo fa con romanticismo e dolcezza, ambientando la sua storia nella Yokohama del 1963, sullo sfondo della contestazione studentesca e avendo come protagonista Umi, giovane ragazza che ha perso il padre nella guerra di Corea. Ottimo lavoro dello studio Ghibli, sempre all'altezza [...] Vai alla recensione »
A differenza di altre recensioni,considero questo film un piccolo gioiello e per certi versi quasi superiore ai capolavori di Miyazaki padre, che però ha collaborato alla sua realizzazione. La storia è semplice, forse troppo, seppur non diretta ai piccoli, ma lascia tutto lo spazio alla poesia dell'animazione che, complice la colonna sonora, tocca lo spettatore in maniera immediata e senza filtri. Vai alla recensione »
Colori e poesia in questo bellissimo cartone animato. Un gruppo di ragazzi tentano di salvare un palazzo dove ha sede il loro centro studentesco. Su questo sfondo nasce l'amore tra Umi e Shunya, ma credono di essere fratello e sorella. Tutto finirà bene con qualche lacrimuccia. Bellissimi i colori e le musiche
La predominanza di protagonisti bambini nei cartoons non significa necessariamente che si tratta di film per l'infanzia. Essi hanno un ruolo fondamentale nella creazione di mondi fantastici e nella linearità narrativa basata su sentimenti limpidi e decifrabili, e non per questo schematici e riduttivi. Il cartoon ha una forte vocazione alla popolarità, rievoca archetipi favolistici che fanno parte del [...] Vai alla recensione »
Buon sangue non mente. Miyazaki è un marchio di qualità: di capolavori, se targati Hayao, di film efficaci e ben fatti nel caso del figlio Goro. Se quest'ultimo dirige, il genitore scrive e il resto è in mano allo studio Ghibli, poi, siamo in una botte di ferro. La collina dei papaveri sarò programmato solo oggi in un centinaio di sale (ma in Giappone è un fenomeno d'incassi), è una bella commedia [...] Vai alla recensione »
Molto difficile trovare un cartone animato in cui si parla di anarchia, dittatura della maggioranza, morti in guerra e ipotesi di incesto. Accade, con la grazia e lo scrupolo drammaturgico che riconosciamo da anni allo Studio Ghibli, nell'ultimo cartoon uscito dalla casa di produzione, e anche dalla penna, di Hayao Miyazaki e diretto dal figlio Goro: La collina dei papaveri.