Anno | 2010 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 75 minuti |
Regia di | Ugo Capolupo, Giovanni Cioni, Bruno Oliviero, Paolo Sorrentino, Mario Martone, Gianluca Jodice, Diego Liguori, Roberta Serretiello, Luca Martusciello, Pietro Marcello, Nicolangelo Gelormini, Guido Lombardi (III), Mariano Lamberti, Andrej Longo, Stefano Martone, Luigi Carrino, Fabio Mollo, Mario Spada, Andrea Canova, Lorenzo Cioffi, Massimiliano Pacifico, Marcello Sannino, Francesca Cutolo, Federico Mazzi, Vincenzo Cavallo, Gianluca Loffredo, Daria D'Antonio, Corrado Costetti |
Uscita | venerdì 11 maggio 2012 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
MYmonetro | 2,60 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 25 febbraio 2019
CONSIGLIATO NÌ
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Ventiquattro registi con tre minuti a disposizione ciascuno raccontano la città di Napoli, tra arte e spazzatura, nostalgia e superstizione, miseria e nobiltà, d'animo e di condizione.
L'esperimento made in Indigo Film riunisce sullo stesso nastro il nome universalmente noto di Paolo Sorrentino, quello forse ancora meno noto ma molto apprezzato di Pietro Marcello e ventidue altri nomi e cognomi, la maggior parte dei quali alla prima prova o comunque alla prima occasione importante in veste di registi (qualcuno viene dalla fotografia, altri dal montaggio, c'è chi finora si è occupato del suono sui set altrui e chi era stato solo davanti alla macchina da presa e mai dietro). È la conferma di una grande volontà da parte dei creativi napoletani, giovanissimi e meno giovani, di voler dire qualcosa sulla propria città, magari abbandonata da anni ma difficilmente dimenticata.
Eppure, nonostante si tratti di un lavoro nato nel presente, volto a raccontare il presente e cresciuto presumibilmente nella più ampia libertà artistica e ideologica, l'impressione è quella di trovarsi di fronte ad un lungo lamento, intriso di nostalgia (addirittura per il periodo borbonico!) e povero di speranza. Pochi sono i frammenti che si segnalano per un lume micronarrativo, forse solo il racconto del centesimo compleanno di un arzillo ex calzolaio e l'accenno di rapporto tra madre e figlio nel finale che Sorrentino dedica alla principessa Luisa de Gregorio di San'Elia Cattaneo, ritratto che si aggiunge degnamente alla sua personale carrellata di personaggi incredibili.
Il montatore Giogiò Franchini infila le immagini della città, catturate da occhi diversi, senza soluzione di continuità, senza cioè che le indicazioni scritte dei titoli o delle attribuzioni interrompano il flusso: l'esperimento è la zuppa finale, il sapore che ne esce. E di certo il cinema, con il suo occhio meccanico e la sua anima sentimentale, non può mentire sullo stato della città; non avrebbe senso rimuovere o divagare. Ma lasciarsi stupire, sì. Invece Napoli 24 assomiglia di più ad un'inchiesta televisiva, ad una videosigla che tutto vuole (inquadrare) e nulla stringe.
sono rimasta veramente colpita da questo piccolo ma imprtante film...lo consiglio..una napoli non scontata anzi dura ma senza rinunciare al suo lato folkloristico..bello!!
l ho visto ieri sera...bellissimo..una napoli cruda ma non violenta..reale ma non realisitica... 24 piccoli gioiellini!!! ve lo consiglio!!! F
Dove possoo acquistare Napoli24? Ne ho un bisogno urgente
24 modi di vedere Napoli, alcuni esteticamente molto belli, altri emozionali, altri ancora veraci. Il film ci racconta la città, dal classico miracolo di San Gennaro al compleanno del centenario, ma anche delle piccole meravigliose chicche come il pezzo sul museo Madre. Molti luoghi comuni, alcune piacevoli idee, pochi attimi di noia.