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Le mille sfaccettature di Napoli

Tre minuti per ogni sguardo nel docu-film collettivo Napoli 24.
di Fiorella Taddeo


lunedì 6 dicembre 2010 - Approfondimenti

Tre minuti per ogni sguardo, ventiquattro punti di vista diversi, una sola, controversa, città. Si tratta di Napoli 24, il docu-film collettivo prodotto da Angelo Curti, Nicola Giuliano e Giorgio Magliulo e distribuito da Cinecittà Luce, presentato all'ultimo Torino Film Festival. Ancora incerta la data di programmazione nelle sale del film che, dalla ideazione alla realizzazione, presenta non pochi punti di originalità. Innanzitutto l'idea. Il progetto nasce in rete, con la ricerca di brevi corti e proposte di video sulle mille sfaccettature di Napoli. L'imperativo doveva essere raccontare la città attraverso tempi, luoghi, persone diversi per cercare di coglierne l'irrimediabile complessità. In tre anni circa sono state raccolte le storie di autori mediamente giovani, non tutti registi di professione: da Paolo Sorrentino, allo scrittore Andrej Longo, da Pietro Marcello al fotografo Mario Spada. Ogni autore ha lavorato indipendentemente dagli altri, mettendo insieme mini troupe e raccogliendo il proprio materiale. Poi il montaggio finale delle ventiquattro storie, supervisionato da Giogiò Franchini. A fare da collante, la colonna sonora composta dai Frame, unica per tutti i capitoli del film. Anche lo stile risulta essere variegato, rispondendo alle esigenze e agli umori dei ventiquattro autori e riflettendo la complessità di una città che, difficilmente, può essere definita in modo univoco. "Si va dalla lavorazione in pellicola - spiega Massimiliano Pacifico, uno dei registi, autore del frammento "Scarpariello" - a quella in mini dv. C'è anche chi ha realizzato il corto con l'ausilio del cellulare". La vivacità e il perenne movimento della città emergono da ogni singolo episodio e dall'unione con gli altri. Non ci sono eclatanti intenzioni di denuncia, piuttosto prevale l'esigenza di fotografare la realtà, scegliendone precisi spicchi, per offrirla in una visione che risulta essere unica e molteplice contemporaneamente. In "Scarpariello", Pacifico segue un anziano residente del centro storico partenopeo. Ha 99 anni ed è un punto fermo del proprio quartiere. "È una piccola istituzione per gli abitanti della zona - spiega il giovane regista e montatore - tutti gli vogliono bene. Mangia alla mensa di un ospedale delle vicinanze da vent'anni. È una situazione degradante ma allo stesso tempo espressione della forte solidarietà che si respira da queste parti. Quando compie cento anni, viene festeggiato con tutta una serie di iniziative organizzate dalla gente del posto, vivendo un momento di esaltazione totale". Anche Sorrentino, che chiude la serie di ventiquattro corti, si è dedicato ad un particolare sguardo su Napoli attraverso le persone della città. Suo è l'episodio della "Principessa di Napoli". Pietro Marcello ha, da parte sua, voluto mettere i lavoratori al centro del proprio corto. Marcello Sannino, premiato autore di Corde, porta la telecamera, invece, nella zona di Porta Capuana, evidenziandone la crescente multi etnicità.
Da notare la lunga gestazione dell'opera corale di circa tre anni, coincidenti con l'acuirsi dell'infinita emergenza rifiuti vissuta dalla città. Queste vicende hanno, di fatto, segnato e prolungato il non facile processo produttivo della pellicola, non scoraggiando, però, gli autori testimoni della inesauribile vitalità creativa del territorio.

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