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fabrizio friuli
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giovedì 14 marzo 2024
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una ballerina per un duplice ruolo
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Una giovane ballerina americana si impegna ossessivamente per raggiungere l' agognata (e utopica) perfezione affinché possa ottenere un ruolo fondamentale nella futura rappresentazione coreografica del famoso balletto russo intitolato Il Lago Dei Cigni, peccato che lei non riesca in un primo momento ad essere un adeguato cigno nero, pur essendo reputata idonea per incarnare la figura del cigno bianco : delicata come un fiore e fragile come il vetro. Purtroppo, la giovane ballerina ha una madre opprimente che è convinta di avere una pargola e non una giovane donna dotata di talento ma che si sentirà minacciata dalla figura passionale di una giovane ballerina di nome Lily che ha le doti giuste per impersonare il cigno nero : ardente come il fuoco e forte come il metallo ( anche se in realtà sembra essere una persona gentile ) e col tempo, lei scoprirà chi la minaccia realmente.
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Una giovane ballerina americana si impegna ossessivamente per raggiungere l' agognata (e utopica) perfezione affinché possa ottenere un ruolo fondamentale nella futura rappresentazione coreografica del famoso balletto russo intitolato Il Lago Dei Cigni, peccato che lei non riesca in un primo momento ad essere un adeguato cigno nero, pur essendo reputata idonea per incarnare la figura del cigno bianco : delicata come un fiore e fragile come il vetro. Purtroppo, la giovane ballerina ha una madre opprimente che è convinta di avere una pargola e non una giovane donna dotata di talento ma che si sentirà minacciata dalla figura passionale di una giovane ballerina di nome Lily che ha le doti giuste per impersonare il cigno nero : ardente come il fuoco e forte come il metallo ( anche se in realtà sembra essere una persona gentile ) e col tempo, lei scoprirà chi la minaccia realmente.
Il Cigno Nero è un connubio tra il thriller , il drammatico ed anche l' orrore ( dato che le allucinazioni della protagonista sono simili alle scene paranormali viste nei film dell' orrore ), e non può essere considerato un film di qualità, esso è il film di qualità del grande regista Darren Aronofsky ( regista del tragico Requiem For A Dream ) ed è sicuramente la sua opera d'arte, non soltanto per la storia ben scritta e per la sceneggiatura curata ma anche per come hanno saputo lavorare le attrici principali , specialmente la famosa Natalie Portman che si è rivelata non soltanto un' attrice di talento, lei è stata l' 'etoile che ha ammaliato gli spettatori reali e gli spettatori che hanno preso parte al film impersonando gli spettatori che ( purtroppo ) non sono stati consapevoli del fatto che Nina ha raggiunto la perfezione morendo realmente come la sventurata Odette che nella morte ha trovato la libertà e forse, anche lei morendo tragicamente nell' ultimo atto ha trovato la sua libertà ( dato che la danza era presumibilmente o sicuramente ciò che le permetteva di sopportare quella vita tossica che conduceva o che le faceva condurre la madre cancerogena ). Oltre a Natalie Portman, anche la seconda attrice Mila Kunis ha dimostrato di non essere inferiore alla prima attrice, anche se il suo personaggio è poco approfondito ( solo perché il personaggio di Nina ha un' importanza nettamente superiore alla sua ), mentre Vincent Cassel interpretata un personaggio tipicamente austero ma che sembra essere attratto da Nina oppure, cerca soltanto di estrarre il suo estro che appare ingabbiato come un uccello. Analizzati i tre personaggi principali, è tempo di concentrarsi sulla scena iconica del film : la scena dove Nina si trasforma in un' arpia o in una sirena greca ( che condivide il corpo da uccello dell' arpia ) perché in quel momento lei stessa si esibisce in maniera mostruosamente sbalorditiva riuscendo ad ammaliare il pubblico senza usare la voce da sirena ma le sue movenze da cigno nero, e lei ha creduto di essersi trasformata nel cigno nero ( la nemica del cigno bianco ) e prima della fine dello spettacolo, capisce che lei non ha mai ucciso Lily ferendola mortalmente durante un litigio, lei ha ucciso mortalmente la sua vera nemica : lei stessa.
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ediesedgwick
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mercoledì 16 settembre 2020
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bellissimo thriller d''autore
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Il quinto lungometraggio di Aronofsky è una malsana parabola sulle aspettative psico-attitudinali martorianti di una predestinata vittima del perfezionismo, sul piano di una dicotomia insanabile fra luce e oscurità caratteriale, un percorso che nasce dall'elezione di un obiettivo in virtù del proprio talento innato (il successo, la glorificazione degli sforzi compiuti) fino all'angoscia del fallimento, attraverso le suggestioni più spiacevoli e penetranti a cui man mano il regista si lascia andare, descrivendo un'alienazione ai limiti del masochismo - penso alla colluttazione con quella che è frutto dell’allucinazione in cui Nina cade in preda a sé stessa, dietro le quinte, nel proscenio della più grande e forse unica opportunità della sua vita di eccellere le sue fragilità, idiosincrasie e paure che si acutizzano fino alla catarsi dell'epilogo.
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Il quinto lungometraggio di Aronofsky è una malsana parabola sulle aspettative psico-attitudinali martorianti di una predestinata vittima del perfezionismo, sul piano di una dicotomia insanabile fra luce e oscurità caratteriale, un percorso che nasce dall'elezione di un obiettivo in virtù del proprio talento innato (il successo, la glorificazione degli sforzi compiuti) fino all'angoscia del fallimento, attraverso le suggestioni più spiacevoli e penetranti a cui man mano il regista si lascia andare, descrivendo un'alienazione ai limiti del masochismo - penso alla colluttazione con quella che è frutto dell’allucinazione in cui Nina cade in preda a sé stessa, dietro le quinte, nel proscenio della più grande e forse unica opportunità della sua vita di eccellere le sue fragilità, idiosincrasie e paure che si acutizzano fino alla catarsi dell'epilogo.
Nina Sayers è una giovane di belle speranze, una promessa del balletto, frequenta con assiduità sfibrante la New York Academy of Ballet e un giorno viene scelta dal direttore artistico, Leroy (Cassel), come prima ballerina per la nuova stagione, inaugurata dallo spettacolo “Il Lago dei Cigni” di Čajkovskij. Il personaggio di Cassel si delinea subito come severo intermediario della realizzazione artistica di Nina, che stabilirà un legame cruciale nello sviluppo psicofisico che deve affrontare, nelle sue restrizioni emotive, alla vigilia della necessaria metamorfosi artistica/mentale a cui viene messa di fronte fin da subito. Le scene di ambientazione preparatorie della danza sono descritte in modo iperrealistico, dettagliato e disturbante: inquadrature sulle nocche in punta di piedi, il rumore delle ossa che digrignano, la nitidezza snervante con cui si sofferma sull'esercizio e lo stress della danza in un ambito competitivo simile, che disumanizza per prerogativa e tende ad 'alienare' le giovani aspiranti nel fiore del perfezionismo e dell'età, facendone un'ossessione. Nina appare fisicamente infaticabile ma debole di spirito, eccetto che per quanto rappresenta per sé stessa un adempimento liberatorio: una ragazza semi-adulta, fragile per via delle lacune e degli stimoli della madre, che si intuiscono nel loro rapporto vizioso, in virtù dei suoi tratti sensibili della personalità. Un carattere affettuoso, inquieto e bisognoso, delusionale e triste che la costringe a rispettare le aspettative di una madre che ha fallito lì dove pretende che sua figlia abbia successo, per compensare l'amara realtà, psicologicamente differita sulle spalle di Nina, a prescindere dall’effetto di ribellione generato da quest’aspettativa in controluce al suo 'angelo di casa'. E’ come se l’agonismo non permettesse altro che questo rapporto in cui consolazione e frustrazione si richiamano nel tentativo di eccellere le defezioni che traspaiono dalla difficoltà di Nina a relazionarsi con il resto della compagnia. A questo punto entra in scena la sua antagonista/rivale: Lily, una sostituta papabile di Odette con la quale Nina stringe un rapporto di apprensione e di confidenza, con cui il cerchio dei comprimari si chiude, insieme alla figura dell'ex-prima ballerina del corpo di ballo, ormai in decadenza psicofisica e di qui preclusa al rinnovamento del ruolo, Beth (Winona Ryder).
Sulla carta, un thriller astinenziale sull’incubo da prestazione, ambientato in un lasso di bulimia e turbe immaginarie in cui la realtà si assottiglia sempre di più verso un febbrile stato di paranoia, cauzione emotiva, insicurezze, ostilità, rimostranze, fino al parossismo (notare come in alcune allucinazioni il riflesso disobbedisca alla realtà percepita da un movimento) in vista della première, la consacrazione, la luce della ribalta finale, che si preannuncia come punto di risolvimento psicologico e vede una trasfigurazione nelle caratteristiche negative del cigno nero, la sublimazione del doppio ruolo. Nel ritrovarsi in competizione con il fantasma della rinuncia (la madre, in occasione di uno screzio, imputa il suo fallimento al concepimento di Nina come ragione di rivalsa di una carriera interrotta, che lei dovrà espiare), Nina sembra non soccombere mai alla tensione viscerale ed espressiva (che la Portman rispecchia con un'immedesimazione assoluta, straordinaria, si può parlare di "metodo Stanislavskij") sottoponendosi ad una prova psico-attitudinale massacrante. Film a dir poco fegatoso, con implicazioni degne di nota sulla morbosità del ruolo, sulla repressione comportamentale e sulla 'maturazione' catartica del carattere tramite la propria aspirazione artistica. Voto: 8.5/10
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lorenzodv
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sabato 8 febbraio 2020
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confuso
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Nina è una ballerina; il nuovo programma della compagnia prevede una particolare versione del Lago dei Cigni in cui la stessa artista interpreterà sia il Cigno Bianco, simbolo di grazia e perfezione, che il Cigno Nero simbolo di sensualità e voluttà. Nina per la grazia è adeguata ma di sensualità è carente, la sua è una vita di impegno e ricerca della perfezione e, a quanto pare, di repressione. Esplicitamente invitata dal Direttore ad esplorare la propria sessualità nina ha un profondo cambiamento durante il quale si rende conto che c'è un unico modo, purtroppo tragico, di raggiungere la perfezione.
A parte le conclusioni psicologiche che trovo criticabili, nel film si mescolano senza nesso vari turbamenti della ragazza: quello sessuale, l'ambizione, il conflitto con la madre, la competizione.
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Nina è una ballerina; il nuovo programma della compagnia prevede una particolare versione del Lago dei Cigni in cui la stessa artista interpreterà sia il Cigno Bianco, simbolo di grazia e perfezione, che il Cigno Nero simbolo di sensualità e voluttà. Nina per la grazia è adeguata ma di sensualità è carente, la sua è una vita di impegno e ricerca della perfezione e, a quanto pare, di repressione. Esplicitamente invitata dal Direttore ad esplorare la propria sessualità nina ha un profondo cambiamento durante il quale si rende conto che c'è un unico modo, purtroppo tragico, di raggiungere la perfezione.
A parte le conclusioni psicologiche che trovo criticabili, nel film si mescolano senza nesso vari turbamenti della ragazza: quello sessuale, l'ambizione, il conflitto con la madre, la competizione. Nel tentativo, che non mi sembra riuscito, di trasmettere allo spettatore lo stato d'animo della protagonista, non gli si mostra differenza tra le molte sensazioni oniriche (o direi piuttosto visioni schizofreniche) e la realtà, cosicché non ho alfine capito se Nina è attratta dalla sua avversaria professionale o il reciproco, se ha commesso un errore durante la prima o ha temuto di commetterlo.
Si è voluto rappresentare il disagio di una persona e questo ha funzionato ma sembra che si sia mancato di delineare tale disagio cosicché anche lo spettatore è a disagio.
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amarolucano
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venerdì 2 marzo 2018
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ossessionante
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una spaventata e spaventosa Natalie Portman ci conduce in un'esperienza angosciante all'interno del mondo della danza, in cui di sinuoso ed artistico c'è poco, ma ci sono sopratutto ossessioni, paure, allucinazioni, rabbia che conducono la protagonista a trasformarsi gradualmente dal fragile cigno bianco all'inquietante cigno nero.
Un film allucinante che colpisce e confonde, per questo non facile da apprezzare.
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minnie
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domenica 25 giugno 2017
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e chi ballerà più il lago dei cigni?
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Qualsiasi film sulla danza, come maledetto sortilegio, non può prescindere dal meraviglioso Scarpette rosse, di Powell e Pressburger, dove una ballerina rossa di capelli e di scarpette esprime la danza classica al meglio, come non si è ripetuto più ma poi ecco questo Cigno nero, noir, horror allo stato puro, che mescola ambizione e cattiveria, rivalità e voglia di emergere, perfezione in palcoscenico (con un trucco da Oscar) e miseria e follia nella vita. Un contrasto che dà anche ai nervi in molte parti del film per esempio in metro e in discoteca, dove tutto il marciume di un sogno malato viene espresso con mano salda dal regista, nell'esporre una discesa agli inferi di questa favola che, come molte fiabe, infrange molte certezze, come lo specchio su cui finisce l'avventura della povera Nina.
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Qualsiasi film sulla danza, come maledetto sortilegio, non può prescindere dal meraviglioso Scarpette rosse, di Powell e Pressburger, dove una ballerina rossa di capelli e di scarpette esprime la danza classica al meglio, come non si è ripetuto più ma poi ecco questo Cigno nero, noir, horror allo stato puro, che mescola ambizione e cattiveria, rivalità e voglia di emergere, perfezione in palcoscenico (con un trucco da Oscar) e miseria e follia nella vita. Un contrasto che dà anche ai nervi in molte parti del film per esempio in metro e in discoteca, dove tutto il marciume di un sogno malato viene espresso con mano salda dal regista, nell'esporre una discesa agli inferi di questa favola che, come molte fiabe, infrange molte certezze, come lo specchio su cui finisce l'avventura della povera Nina. Bellissima la sigla con quella piuma nera sul bianco che diventa poi bianca su piume nere, come a voler dire che il riscatto è avvenuto solo dopo un'immersione nel dolore più bruciante. E chi avrà il coraggio di ballare ancora Il lago dei cigni? Visione caldamente sconsigliata alle ballerine...
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the_film_collector
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giovedì 8 giugno 2017
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onirico meraviglioso inquietante , lucente e scuro
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Opera importante ( il lago dei cigni )
ma che in questo film nello specifico ne sottolinea in chiave conflittuale il contrapporsi tra luce e tenebre in maniera ambivalente e tremendamente riuscita.
Capolavoro dal sapore onirico e meravigliosamente inquietante con una tensione costante che ne segue serrata il filo del film e a tratti spaventa anche appena un pò ma con classe.
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Opera importante ( il lago dei cigni )
ma che in questo film nello specifico ne sottolinea in chiave conflittuale il contrapporsi tra luce e tenebre in maniera ambivalente e tremendamente riuscita.
Capolavoro dal sapore onirico e meravigliosamente inquietante con una tensione costante che ne segue serrata il filo del film e a tratti spaventa anche appena un pò ma con classe. La pellicola fonde perfettamente la bellezza dell'arte raffinatissima del ballo e le turbe psichiche e contrastati di un alter ego malvagio..il cigno nero, appunto che lotta per affermare la sua parte in una lotta intensa ma sfuggevole e impalpabile tra bianco e nero come in un gioco di ombre parallele che non si incontrano mai.
Recitazione straordinaria e veramente all'altezza quella dell'attrice protagonista Natalie Portman nell'impersonificare Nina Sayers, meritatissimo l'Oscar vinto come miglior attrice oltre che per la sua parte di per se , se si tiene ulteriormente anche conto del personaggio per niente facile da "indossare" tale da strutturare una doppia maschera complessa passionale controversa e divisa.
Consigliato vivamente!
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empiazza
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giovedì 21 gennaio 2016
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tragicamente perfetto
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Una Natalie Portman oltre le aspettative, fragile, incomprensibile, ossessionate e folle. Darren Aronofsky ci regala una rivisitazione totalmente stravolgente del Lago dei Cigni, dove per la prima volta in assoluto la fragilità del cigno bianco e l'ardore del cigno nero si uniscono, generando una serie di eventi tragici e intensi. Film che merita sia per la trama che per l'interpretazione sublime della Portman, per chi avesse intenzione di passare 2 ore diverse e sconvolgenti: consigliatissimo.
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dandy
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giovedì 31 dicembre 2015
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il canto di un cigno morente.
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Dopo "The Wrestler",un altro film sulla rivalsa a tutti i costi per Aronofsky,che trasforma il mondo elegante e soffuso della danza in un incubo fatto di sofferenze,rivalità,gelosie e viscidi oppotrtunismi.Un thriller-horror in cui non viene risparmiato nulla(lesbismo e splatter compreso)per mostrare lo scontro tra i "due cigni".Ma quello bianco si rivela ben più nero dell'altro.Visivamente curatissimo(suggestive le "trasformazioni" in cigno di Nina),non dice però nulla di nuovo nè sulla difficoltà talvolta insostenibile necessaria a sfondare(in questo caso nel mondo della danza),nè su cose come il tormento interiore,il rapporto di odio-amore -possesso tra madre e figlia e il fatto che il vero nemico talvolta sia dentro di noi.
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Dopo "The Wrestler",un altro film sulla rivalsa a tutti i costi per Aronofsky,che trasforma il mondo elegante e soffuso della danza in un incubo fatto di sofferenze,rivalità,gelosie e viscidi oppotrtunismi.Un thriller-horror in cui non viene risparmiato nulla(lesbismo e splatter compreso)per mostrare lo scontro tra i "due cigni".Ma quello bianco si rivela ben più nero dell'altro.Visivamente curatissimo(suggestive le "trasformazioni" in cigno di Nina),non dice però nulla di nuovo nè sulla difficoltà talvolta insostenibile necessaria a sfondare(in questo caso nel mondo della danza),nè su cose come il tormento interiore,il rapporto di odio-amore -possesso tra madre e figlia e il fatto che il vero nemico talvolta sia dentro di noi.Comunque nel finale la tensione si avverte,e la Portman(che aveva studiato balletto quando aveva 13 anni ed è stata premiata con l'Oscar)fa percepire con forza la fragilità,la nevrosi e il dolore del suo personaggio.Il coreografo Benjamin Millepied,che nel film interpreta David,è diventato il marito della protagonista.Winona Ryder ritrova un poco di dignità ma purtroppo resta sullo sfondo.
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noia1
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lunedì 24 agosto 2015
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un' ora e tre quarti d'angoscia
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Una ragazza, dopo tanto lavoro e sacrifici, ottiene l’ambito ruolo di protagonista nel Lago dei cigni.
Darren Aronofsky ci aveva abituato a processi fisici, più che mentali, nel progredire della trama (vedi Requiem for a dream), questo film sicuramente non fa eccezione. La differenza reale tra Il cigno nero ed tutta la precedente produzione sta nella maniacale ricerca di perfezione, non solo nella storia o nella tecnica, ma nell’insieme di tutto. Ambientazione sontuosa all’interno del quale si svolge il dramma di una ragazza che per il suo scopo ha dato tutto e che, anche ottenuto ciò tanto bramato, ancora non sembra abbastanza, mai è abbastanza.
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Una ragazza, dopo tanto lavoro e sacrifici, ottiene l’ambito ruolo di protagonista nel Lago dei cigni.
Darren Aronofsky ci aveva abituato a processi fisici, più che mentali, nel progredire della trama (vedi Requiem for a dream), questo film sicuramente non fa eccezione. La differenza reale tra Il cigno nero ed tutta la precedente produzione sta nella maniacale ricerca di perfezione, non solo nella storia o nella tecnica, ma nell’insieme di tutto. Ambientazione sontuosa all’interno del quale si svolge il dramma di una ragazza che per il suo scopo ha dato tutto e che, anche ottenuto ciò tanto bramato, ancora non sembra abbastanza, mai è abbastanza. Poi c’è il lato più amato dal regista, il tema del corpo, un corpo in deterioramento, un corpo che riflette uno stato mentale altrimenti insondabile dalla schiva e frigida protagonista. Questo però dev’essere un film importante, niente lascia respiro nell’angoscia che fin da subito attanaglia; sotterfugi dall’orrore, inquietanti più che veramente spaventosi come inquietante è la favola raccontata. Chi è veramente il nemico della poveretta? Un vortice di mistero assorbirà Nina prosciugandola fino a capire che forse, ciò da cui veramente bisognava difendersi era lei stessa. Alla fine comunque tutto andrà per il verso giusto (più o meno), e in qualche modo Nina imparerà a difendersi da sé stessa riuscendo ad ottenere l’applauso del pubblico, a caro prezzo però.
Oscar a Natalie Portman, godetevi l’interpretazione da ragazza intrappolata in perenne fase preadolescenziale, dolce, triste, struggente, crudele.
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davidino.k.b.
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venerdì 27 marzo 2015
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film appassionante
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2 stelle da parte dei dizionari, 2 stelle e 1/2 da parte della critica, vuol dire un bel film da vedere. Ballo appassionante che fa amare la danza anche ad un profano della Classica. Attori molto bravi. complimenti come sempre alla lucida e mai pregiudizievole critica, obiettivissima come sempre, soprattutto con i film dei non soliti amici
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