L'imperatore della moda
Se la moda, cui ha dedicato 45 anni della sua vita, l'ha consacrato il più grande couturier di tutti i tempi facendone una vera e propria star, non si può dire che il cinema non abbia fatto altrettanto. Alla 65esima edizione della Mostra di Venezia, Valentino Clemente Ludovico Garavani in arte più semplicemente Valentino è stato seguito, trattato e osannato dal pubblico come solo il giorno precedente era stato fatto con la coppia più bella del cinema d'oltreoceano, Brad Pitt e George Clooney, protagonisti di Burn After Reading, delizioso quanto geniale film presentato fuori concorso dai fratelli Coen che ha dato ufficialmente il via alla kermesse veneziana.
Sbarcato all'embarcadero dell'hotel Excelsior alle dieci del mattino insieme al suo storico compagno di vita Giancarlo Giammetta e una raggiante Eva Herzigova, che, nonostante l'orario, sfoggiava già un elegante e sbarazzino abito nero abbinato a un paio di sandali rossi, Valentino è stato accolto come una star e accompagnato sul tappeto rosso del Palazzo del cinema per la proiezione in Sala Grande di Valentino: the Last Emperor, pellicola diretta da Matt Tyrnauer di cui è protagonista insieme allo stesso Giammetta.
Novanta minuti tirati fuori da circa 250 ore di girato realizzati nel corso di due anni cui si deve riconoscere non tanto il merito di aver confezionato un film pronto a far parlar di sé per chissà quale pretesa registica (vale la pena ricordare che Tyrnauer, alla sua prima esperienza cinematografica, è un inviato di Vanity Fair America che ha registrato su pellicola quanto nella sua carriera è stato abituato a fare con penna), quanto per l'immagine per molti inedita di un uomo capace da un lato di strappare simpatie e risate inaspettate (a volte anche con battute condite di megalomania), e dall'altro di commuoversi davanti agli applausi dell'ennesima sfilata come fosse la prima. Una sensibilità, la sua, che è visibilmente trapelata al termine della proiezione, quando con una standing ovation il pubblico ha virtualmente abbracciato lo stilista.

Bisogna lasciare la festa quando è ancora piena di gente
Solo qualche minuto di relax, e Valentino si è poi rimesso in pista per adempiere ai fitti appuntamenti con la stampa scanditi dall'ufficio Lucherini Pignatelli (e gestiti per lo più da Gianluca Pignatelli, in assenza del press agent Enrico Lucherini che, dopo cinquant'anni di Lido, si è dato come assente giustificato per presiedere la giuria di Miss Italia 2008). È stato nell'incanto dorato del teatro La Fenice che l'omaggio a Valentino è proseguito da parte di un pubblico d'onore: alla Herzigova si sono infatti unite altre donne bellissime tra cui sono spiccate per eleganza alcune delle sue modelle più fedeli e le attrici Diane Kruger, Liz Hurley.
Ed ancora: Simona Ventura in rosso Valentino, Gabriel Garko, Afef, Carolina Crescentini, Marta Marzotto con il marito, Carlo Rossella e Giampaolo Letta, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Medusa, il presidente di Bnl Luigi Abete, Bruno Vespa, il presidente delle Ferrovie Innocenzo Cipolletta, Ferruccio De Bortoli e molti altri illustri invitati che, con un servizio lancia, hanno successivamente raggiunto via mare il blindatissimo party organizzato nei meravigliosi giardini del museo Guggenheim da Franca Sozzani di Vogue e Luca Dini di Vanity Fair.
Eppure, nonostante la splendida location e l'elegante atmosfera, molti invitati hanno abbandonato la festa prima ancora che si concludesse. Il motivo? A quanto pare, il ritardo con cui hanno cominciato a servire la cena. ""Bisogna lasciare la festa quando è ancora piena di gente"", recita Valentino alla fine del film sulle immagini della serata organizzata al Colosseo per il suo addio all'Alta Moda. E se a dirlo è un ""imperatore"", si può anche pensare che, servizio a parte, qualcuno abbia davvero eseguito alla lettera."