rosemberg
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lunedì 2 dicembre 2013
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cose che non capiamo
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Vero e proprio capolavoro di regia dei fratelli Coen (prima di essere un film è soprattutto una grandiosa opera letteraria del grande Cormac McCarthy),questo film del 2007 si presenta come assoluto punto di rottura tra cinema del passato e cinema moderno,tra la classica storia "europea" gonfia di sentimento,di passione e di intensa riflessione intellettuale e filosofica,e il cinema spicciolo,violento e macho che dagli anni 60 in poi ha sempre più dominato il panorama hollywoodiano. La storia si svolge in un torbido deserto,nei luoghi tanto cari a Mc Carthy,città semi-deserte in cui vige la legge del più forte,in cui furti,sparatorie e questioni risolte col sangue sono all'ordine del giorno.
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Vero e proprio capolavoro di regia dei fratelli Coen (prima di essere un film è soprattutto una grandiosa opera letteraria del grande Cormac McCarthy),questo film del 2007 si presenta come assoluto punto di rottura tra cinema del passato e cinema moderno,tra la classica storia "europea" gonfia di sentimento,di passione e di intensa riflessione intellettuale e filosofica,e il cinema spicciolo,violento e macho che dagli anni 60 in poi ha sempre più dominato il panorama hollywoodiano. La storia si svolge in un torbido deserto,nei luoghi tanto cari a Mc Carthy,città semi-deserte in cui vige la legge del più forte,in cui furti,sparatorie e questioni risolte col sangue sono all'ordine del giorno. E,ovviamente,non poteva mancare la voce di sottofondo dello sceriffo della contea (un Tommy Lee Jones allucinante per quanto è bravo!),la voce della coscienza,la voce dell'uomo che non ne può più,che non riesce più a stare al passo coi tempi,perché "troppo vecchio" per il suo paese. Succedono cose in No country for old man,cose difficili da capire,difficili da digerire,difficili da accettare. Un serial killer sadico e senza legge (il premio oscar Javier Bardem)è alla ricerca di una valigetta che contiene diversi milioni di dollari,valigetta ritrovata sul luogo di un massacro da Llewelyn Moss (Josh Brolin sembra nato per la parte del cowboy vecchia maniera) durante una battuta di caccia poco fortunata. Inizia così uno scontro spietato tra due uomini molto diversi ma efficacemente duri entrambi,una caccia che verrà risolta,quasi come in tutte le opere di McCarthy,da un episodio del tutto estraneo alla trama. Quello che sembrano volerci dire i Coen (da notare che i due fratelli non hanno alterato neanche minimamente la trama del libro) è che il mondo,o meglio,che la razza umana,sia lasciata ai suoi impulsi primitivi sia quando utilizza al pieno le sue capacità razionali,non può fare a meno di essere crudele,malvaggia,sadica,sanguinosa. Ma c'è anche un altro punto,e questo è a mio avviso il più interessante:la storia del film è una storia,una storia con dei personaggi ben precisi che fanno quello che devono fare rispondendo unicamente alle loro svariate nature. Una cosa del genere dovrebbe concludersi entro i limiti di ciò che accade,ma non è così. Ciò che realmente questo film ci dice è che non sia altro che una parte del tutto e che,nonostante tutte le precauzioni prese (il buon Llewelyn lo potrebbe confermare) si finisce sempre con l'essere fregati da un evento che non era possibile premeditare. E così i Coen ci mostrano nell'arco di quello che è il loro capolavoro assoluto (spero che il Drugo non se la prenda con me!) la vita per quello che è,in tutta la sua brutalità,in tutta la sua idiozia,in tutta la sua fragilità. E,pre finire,dico solo che il film è del tutto privo di colonna sonora. Avevo detto reale?
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borghij
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giovedì 31 ottobre 2013
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poi mi sono svegliato.
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Una storia raccontata da Tommy Lee Jones, un viaggio nel vecchio west dei nostri tempi, uno dei film thriller più
belli della storia del cinema, interpretato soprattutto da Javier Bardem, psicopatico killer a pagamento.
Una storia con inizio e fine, non c'è molto da dire se non si vede completamente immersi nell' atmosfera del Thriller, emozionante, con più poesia che azione.
La voce di Jones è magica, racconta tutto, nei dettagli, un narratore onniscente che osserva e giudica.
Quale scena più memorabile, se non quella del testa o croce, per la vita, o per la morte, il viso fisso di Bardem,
lo sguardo di ghiaccio di questo stupendo attore dalle mille capacità; questa tensione continua, per paura di un
improvviso sparo, di una mossa improvvisa .
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Una storia raccontata da Tommy Lee Jones, un viaggio nel vecchio west dei nostri tempi, uno dei film thriller più
belli della storia del cinema, interpretato soprattutto da Javier Bardem, psicopatico killer a pagamento.
Una storia con inizio e fine, non c'è molto da dire se non si vede completamente immersi nell' atmosfera del Thriller, emozionante, con più poesia che azione.
La voce di Jones è magica, racconta tutto, nei dettagli, un narratore onniscente che osserva e giudica.
Quale scena più memorabile, se non quella del testa o croce, per la vita, o per la morte, il viso fisso di Bardem,
lo sguardo di ghiaccio di questo stupendo attore dalle mille capacità; questa tensione continua, per paura di un
improvviso sparo, di una mossa improvvisa .
Il finale lascia in uno stato di mistero, angoscia e stupendo stupore, con un Bardem che si allontana ferito, con un
Tommy lee Jones a cui non resta che sognare.
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desaparecido
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giovedì 3 ottobre 2013
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unico nel suo genere
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Solo chi ha la mente veramente aperta può cogliere il senso di questo film. I fratelli Cohen sono fra i registi più versatili del Panorama americano, e con questo film lo dimostrano a pieno. Anton Chighur rappresenta quella parte di criminalità che apparentemente non ha un senso, le persone che uccidono semplicemente per il gusto di farlo, senza ottenere nulla in cambio, se non che il piacere. La storia ne è piena. Tommy Lee Jones che veste i panni del superlativo sceriffo Tom Bell , ne è il testimone, che già col suo monologo iniziale riesce a far capire quello che poi è il senso del film in se, e nonostante non trovi giusto mettere in gioco la sua vita per questa criminalità che mai avrà una risoluzione,e che mai avrà un fine da la caccia a Chighur cercando di evitare ulteriori morti .
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Solo chi ha la mente veramente aperta può cogliere il senso di questo film. I fratelli Cohen sono fra i registi più versatili del Panorama americano, e con questo film lo dimostrano a pieno. Anton Chighur rappresenta quella parte di criminalità che apparentemente non ha un senso, le persone che uccidono semplicemente per il gusto di farlo, senza ottenere nulla in cambio, se non che il piacere. La storia ne è piena. Tommy Lee Jones che veste i panni del superlativo sceriffo Tom Bell , ne è il testimone, che già col suo monologo iniziale riesce a far capire quello che poi è il senso del film in se, e nonostante non trovi giusto mettere in gioco la sua vita per questa criminalità che mai avrà una risoluzione,e che mai avrà un fine da la caccia a Chighur cercando di evitare ulteriori morti . Eccellenti le interpretazioni del fuggitivo Josh Brolin, dello psicopatico Javier Bardem, che decide chi vive o meno con il suo testa o croce attrvaerso il lancio di una monetina, e del rassegnato ma comunque coraggioso sceriffo Bell, interpretato da Tommy Lee Jones.
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[+] sarebbe morto dopo due - tre scene
(di mdelgaudio)
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biso 93
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martedì 1 ottobre 2013
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un vero capolavoro
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Un film che sfrutta un'ambientazione western con un tocco moderno, per condurci attraverso la violenza a tratti nichilista ( considero questa teoria filosofica un pilastro portante di no country for old men), in una caccia del gatto al topo, silenziosa, solitaria ed inquietante. Una storia cruda in cui nessuno viene risparmiato e che è pervasa da un forte messaggio morale. NOn è un paese per vecchi! Lo sceriffo tommy lee jones viene a schiantarsi con un mondo del quale non si sente più in grado di combattere e tanto meno vivere. Josh Brolin sii ritrova in mezzo ad una vicenda di droga nel più casuale dei modi e non riesce ad uscirne, proprio perchè da questo mondo non possiamo uscirne! La violenza non è gratuita ma è un prezzo da pagare.
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Un film che sfrutta un'ambientazione western con un tocco moderno, per condurci attraverso la violenza a tratti nichilista ( considero questa teoria filosofica un pilastro portante di no country for old men), in una caccia del gatto al topo, silenziosa, solitaria ed inquietante. Una storia cruda in cui nessuno viene risparmiato e che è pervasa da un forte messaggio morale. NOn è un paese per vecchi! Lo sceriffo tommy lee jones viene a schiantarsi con un mondo del quale non si sente più in grado di combattere e tanto meno vivere. Josh Brolin sii ritrova in mezzo ad una vicenda di droga nel più casuale dei modi e non riesce ad uscirne, proprio perchè da questo mondo non possiamo uscirne! La violenza non è gratuita ma è un prezzo da pagare..tratto dal romanzo di Mccarthy questo film a mio parere è il migliore affresco reppresentante la società moderna. Tecnicamente mostra una regia sublime, una recitazione impeccabile, Javier bardem è semplicemente straordinario; non è un film per tutti ma è il mondo di oggi e volenti o non volenti ne siamo parte!
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rita branca
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domenica 1 settembre 2013
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dov'è andata l'umanità?
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Non è un paese per vecchi, film (2007) di Joel edEthan Coen con Javier Bardem,Josh Brolin, Tommy Lee Jones, Kelly Mcdonald
Film ispirato al romanzo di Cormac McCarthy che riesce a catturare e mantenere elevata l’attenzione dello spettatore seguendo le concitate vicende di due protagonisti, l’inseguitore implacabile e l’inseguito che tenta di difendere una borsa piena di dollari casualmente trovata sul luogo di una strage causata dalla vendita di un’ingente partita di droga non andata a buon fine.
L’azione si svolge in Texas e si passa da desolati paesaggi desertici a motel con stanze a schiera e piccoli centri squisitamente americani.
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Non è un paese per vecchi, film (2007) di Joel edEthan Coen con Javier Bardem,Josh Brolin, Tommy Lee Jones, Kelly Mcdonald
Film ispirato al romanzo di Cormac McCarthy che riesce a catturare e mantenere elevata l’attenzione dello spettatore seguendo le concitate vicende di due protagonisti, l’inseguitore implacabile e l’inseguito che tenta di difendere una borsa piena di dollari casualmente trovata sul luogo di una strage causata dalla vendita di un’ingente partita di droga non andata a buon fine.
L’azione si svolge in Texas e si passa da desolati paesaggi desertici a motel con stanze a schiera e piccoli centri squisitamente americani. La narrazione è talmente vivida che sembra di sentire la cocente calura texana, l’odore della polvere, il fetore del sangue proveniente dalle numerosissime vittime e il terrore causato dall’impietoso Anton recitato egregiamente da Javier Bardem che avanza come una montagna inarrestabile con un’arma inconsueta, con la quale stende tutto ciò che può sembrargli un ostacolo nel perseguimento del suo obiettivo. E’ talmente disumano e sadico da sembrare esagerato, possibile solo al cinema, ma la cronaca quotidiana offre esempi molto simili.
La lotta che si instaura fra i due protagonisti è basata su una vera e propria competizione di astuzie che è la parte più attraente.
Bravissimi anche Josh Brolin e la delicata Kelly Mcdonald.
Perfetto per chi ama suspense e azione.
Rita Branca
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nik deco
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giovedì 15 agosto 2013
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i coen emulano shakespeare
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"Nella criminalità di oggi è difficile capirci qualcosa,non è che mi faccia paura,ma non ho intenzione di mettere la mia posta sul tavolo,di uscire per andare incontro a qualcosa che non capisco. Significherebbe mettere a rischio la propria anima,dire OK faccio parte di questo mondo". Con queste parole lo sceriffo Bell apre il film in qualità di voce narrante. Il tema del film è sollecitamente presentato dai Coen con poche e apparentemente semplici parole. Dietro questa affermazione in realtà si cela l'intero complesso di violenza e giustizia umana che da secoli concerne l'integrità della natura umana. Ed è questo il teme che pervade l'intera durata della pellicola.
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"Nella criminalità di oggi è difficile capirci qualcosa,non è che mi faccia paura,ma non ho intenzione di mettere la mia posta sul tavolo,di uscire per andare incontro a qualcosa che non capisco. Significherebbe mettere a rischio la propria anima,dire OK faccio parte di questo mondo". Con queste parole lo sceriffo Bell apre il film in qualità di voce narrante. Il tema del film è sollecitamente presentato dai Coen con poche e apparentemente semplici parole. Dietro questa affermazione in realtà si cela l'intero complesso di violenza e giustizia umana che da secoli concerne l'integrità della natura umana. Ed è questo il teme che pervade l'intera durata della pellicola. L'opposizione, il conflitto fra uomini e ideali, fra uomini e uomini, un conflitto che determina le scelte di ognuno e che genera l'imprevedibilità delle situazioni. In questo i Coen si rivelano l'alter ego moderno di Shakespeare: così come per il drammaturgo è il conflitto morale-idealistico insediato in ciascuna personalità umana a generare le situazioni, a determinare gli esiti delle azioni, a definire il composito e irregolare succedersi degli eventi secondo volubili rapporti di causa-effetto, in Non è un paese per vecchila contrapposizione ideologica fra i tre principali personaggi dell'opera determina il continuo capovolgersi della situazione. Accingendosi all'analisi del reale protagonista della pellicola, il killer Anton Chigurh (magistralmente interpretato da un più che mai ammaliante Bardem), si può constatare sin dal principio che è presente un principio regolatore, un articolato e macchinoso algoritmo che regola la vita dello spietato assassino e non solo. Un algoritmo di cui è tuttavia possibile intravedere solo i radicati estremi. Radicati al medesimo concetto di imprevedibilità, tanto inveterati da non rendere possibile la visione completa dell'algoritmo. La cagione è semplice: quel così incomprensibile algoritmo in realtà non è definito, completo, esaudiente. È estremamente mutevole, ha contorni sfumati, faziosamente visibili solamente attraverso un eterogeneo ed eclettico sistema di conoscenza della realtà umana, rappresentato dallo sceriffo Bell. "Ti voglio fare una domanda: qual'è la scommessa più grossa che hai perso a testa o croce?": Chigurh è come la moneta offerta all'anonimo benzinaio prima e a Carla Jean poi: è imprevedibile, volubile, soggetta alle incomprensibili antropiche scelte. Scelte dettate a loro volta da una costante tendenza all'individualismo in tutti i possibili aspetti, a partire da quello economico: è l'immagine di Moss, la tanto lodata immagine del self-made man americano, tanto disposto a conseguire il profitto da contendere la propria esistenza con l'imponderabile natura antropologica. Lo sceriffo Bell, per quanto ultimo rappresentante dell’antica società umana moralmente ed eticamente ammissibile, e dunque disposto a tutto pur di difendere i suoi valori, deve cedere il passo a una nuova forma di società: vorticosa, frenetica, senza valori, come dimostrano due affermazioni da lui pronunciate: “penso che quando non si dice più «grazie» e «per favore» la fine è vicina” e “Non puoi fermare quello che sta arrivando. Non dipende tutto da te. È semplice vanità”. Con definiti presupposti, l’epilogo della vicenda non può essere che determinato e tragico: nessuno dei rappresentanti dei valori positivi ne esce vincitore, neanche l’improbabile protagonista della vicenda, Moss, tutto a scapito della perdurante caoticità perseguita da Chirguh.
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bronzo_di_riace
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mercoledì 17 luglio 2013
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l'ultimo grande film
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Gli si poteva dare anche 5 stelle, tutto sommato.
E' un grande film da vedere e rivedere, perché è sottile e dice una certa cosa in modo molto complesso.
In realtà il killer non esiste, è come l'angelo sterminatore di Bunuel che appare quando viene evocato da chi arriva a "vendere" la propria anima.
Che il killer non esista viene prima accennato per allusioni, poi viene detto e infine viene dimostrato visivamente.
Guardate la scena del motel quando lo sceriffo sta per entrare e Bardem sta dietro la porta col fucile. Entra e il killer non c'è più, da dove è uscito?
Non ci sono finestre nel motel e la telecamera inquadra in primo piano quella del bagno che è chiusa dall'interno. Poi lo sceriffo vede quelle monetine che l'assassino usa come cacciavite e per determinare la sorte delle sue vittime.
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Gli si poteva dare anche 5 stelle, tutto sommato.
E' un grande film da vedere e rivedere, perché è sottile e dice una certa cosa in modo molto complesso.
In realtà il killer non esiste, è come l'angelo sterminatore di Bunuel che appare quando viene evocato da chi arriva a "vendere" la propria anima.
Che il killer non esista viene prima accennato per allusioni, poi viene detto e infine viene dimostrato visivamente.
Guardate la scena del motel quando lo sceriffo sta per entrare e Bardem sta dietro la porta col fucile. Entra e il killer non c'è più, da dove è uscito?
Non ci sono finestre nel motel e la telecamera inquadra in primo piano quella del bagno che è chiusa dall'interno. Poi lo sceriffo vede quelle monetine che l'assassino usa come cacciavite e per determinare la sorte delle sue vittime...e capisce. Da ricordare che l'ultima frase della scena precedente era proprio di T.L.Jones che parlava col collega di sera; l'altro gli chiede: "Ma perché sei ossessionato da questo personaggio, è solo uno psicopatico". E Jones risponde: "Non è uno psicopatico, è un fantasma". Più chiaro di così.
Per i critici però non è abbastanza chiaro ma non è colpa loro, devono sbarcare il lunario e fanno quello che possono.
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alex41
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martedì 9 luglio 2013
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non è un film per (vecchi) intenditori di cinema!
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Sopravvalutato. Il film sarà pure godibile sotto certi punti di vista, ma a parte questo troppi Oscar buttati lì nel cesso. Se questo film ha vinto 5 Oscar allora "Il Grande Lebowski" o "Fargo" quanti ne dovrebbero vincere? Personaggi quasi incomprensibili: Josh Brolin appare quasi inutile e fastidioso a un certo punto del film, Javier Bardem bravo ma niente di eccezionale (l'ho trovato di gran lunga superiore in "Mare Dentro" solo restando su un letto), Woody Harrelson che sembra quasi una macchietta, e infine Tommy Lee Jones, che poteva essere sviluppato meglio come personaggio. Salvo la buona sceneggiatura, mezza pulp, e la bellissima fotografia quasi da film western.
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Sopravvalutato. Il film sarà pure godibile sotto certi punti di vista, ma a parte questo troppi Oscar buttati lì nel cesso. Se questo film ha vinto 5 Oscar allora "Il Grande Lebowski" o "Fargo" quanti ne dovrebbero vincere? Personaggi quasi incomprensibili: Josh Brolin appare quasi inutile e fastidioso a un certo punto del film, Javier Bardem bravo ma niente di eccezionale (l'ho trovato di gran lunga superiore in "Mare Dentro" solo restando su un letto), Woody Harrelson che sembra quasi una macchietta, e infine Tommy Lee Jones, che poteva essere sviluppato meglio come personaggio. Salvo la buona sceneggiatura, mezza pulp, e la bellissima fotografia quasi da film western. Per il resto in giro gira molto di meglio!
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pbellofi
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domenica 5 maggio 2013
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il romanzo è la chiave di tutto
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Ho rivisto in questi giorni il film su Sky e ho (ri)letto con attenzione il romanzo scritto.
E' necessario leggere il romanzo per capire bene il tutto e, dopo, riguardare con occhi diversi il film.
I Coen hanno compresso il senso generale della vicenda scritta ( due romanzi paralleli,
uno introspettivo e molto profondo e significativo dello sceriffo e l'altro che narra le vicende della famigerata valigetta
con i soldi) in due ore di film, lasciando intatto il senso generale del tutto, ma non riuscendo , per forza
di cosa a dipanare bene alcuni aspetti della trama, lasciati semplicemente intuire. Forse ci sarebbe voluto un
film di oltre tre ore ,oppure articolato in due puntata,come Kill Bill.
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Ho rivisto in questi giorni il film su Sky e ho (ri)letto con attenzione il romanzo scritto.
E' necessario leggere il romanzo per capire bene il tutto e, dopo, riguardare con occhi diversi il film.
I Coen hanno compresso il senso generale della vicenda scritta ( due romanzi paralleli,
uno introspettivo e molto profondo e significativo dello sceriffo e l'altro che narra le vicende della famigerata valigetta
con i soldi) in due ore di film, lasciando intatto il senso generale del tutto, ma non riuscendo , per forza
di cosa a dipanare bene alcuni aspetti della trama, lasciati semplicemente intuire. Forse ci sarebbe voluto un
film di oltre tre ore ,oppure articolato in due puntata,come Kill Bill.
Numerose sono le assenze o differenze , fra le vicende del film e quelle del romanzo : sparatoria nell'albergo e fuori fra Moss e Chicurh più complessa di quella del film, con intervento esterno dei "messicani"; recupero della valigetta da parte di Chigurh dopo la morte di Moss, più dettagliata e comprensibile che nel film; il rapporto verbale quasi demiurgico , fra Moss ed una ragazzetta raccolta con l'autostop, assieme alla quale il nostro viene ucciso; contatto di Chicurh con il proprietario dei soldi; i ragazzi che lo soccorrono dopo l'incidente finale, che ricompaiono a distanza di anni, per il ritrovamento della pistola; narrazione delle vicende personali dello sceriffo nella seconda guerra mondiale, incontro del medesimo con il padre di Moss....e così via...
Nel romanzo le considerazioni introspettive dello sceriffo sono rigorosamente differenziate dalla vicenda.
Insomma, a volte ,leggere un romanzo e vedere il film che ne viene tratto,contribuisce a chiarire tante cose. I fratelli Coen hanno narrato la vicenda con estrema semplicità e questo, secondo me, è il maggior pregio del film.
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