armilio
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mercoledì 15 agosto 2012
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la presunzione dell'uomo
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Già Machiavelli, 500 anni fa, parlava della fortuna come di una componente fondamentale delle nostre vite: non si può evitare di essere investiti dalla sfortuna o dal destino avverso, l'abilità sta nello sfruttare al massimo i momenti migliori e nel limitare i danni in quelli peggiori.
Eppure l'uomo, per sua natura, tende ad avere la presunzione di poter controllare ogni cosa della sua vita: "se lavorerò abbastanza bene, potrò ottenere qualunque cosa voglio". Questo viene considerato un pensiero razionale, contro l'irrazionalità del caso e del caos.
Lo sceriffo e il killer rappresentano proprio questi 2 estremi: ordine e caos.
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Già Machiavelli, 500 anni fa, parlava della fortuna come di una componente fondamentale delle nostre vite: non si può evitare di essere investiti dalla sfortuna o dal destino avverso, l'abilità sta nello sfruttare al massimo i momenti migliori e nel limitare i danni in quelli peggiori.
Eppure l'uomo, per sua natura, tende ad avere la presunzione di poter controllare ogni cosa della sua vita: "se lavorerò abbastanza bene, potrò ottenere qualunque cosa voglio". Questo viene considerato un pensiero razionale, contro l'irrazionalità del caso e del caos.
Lo sceriffo e il killer rappresentano proprio questi 2 estremi: ordine e caos. Ovviamente lo sceriffo deve difendere l'ordine costituito, mentre il killer porta caos nel suo agire, ma c'è di più: I Coen mettono in bocca allo sceriffo parole che mostrano una volontà di poter controllare il mondo, di poter trovare un senso in quel che succede, di poter fermare i cambiamenti della società; mentre mettono in bocca al apparentemente "pazzo" Killer parole nichiliste, crude, più dure delle pallottole con cui uccide le sue vittime, che riconoscono alla fortuna - rappresentata dalla moneta - un grande potere. Il Killer diventa il Dio Caos in azione, ma potrebbe stare bene anche vestito da "morte" con tanto di falciatrice: una scheggia impazzita guidata solo dalla sua volontà e da una sua particolare "filosofia" nichilista, e non dalla morale o dalla ragione.
E in questo quadro, quindi, trova senso il sogno finale dello sceriffo, che trova un rifugio accogliente solo nel sogno da cui si sveglia; perché nel mondo reale ha vinto il Caos.
Spiegato quindi quello che penso sia il senso del film, perché "solo" 3 stelle? perché in realtà i Coen non affondano il colpo. Non approfondiscono un argomento che non è certo nuovo alla cinematografia e alla letteratura. Iniziano con un registro noir a tratti grottesco, molto piacevole, ma il film non decolla mai e finisce - volutamente - pieno di buchi nella trama e con dei discorsoni moralizzanti finali, mentre il vero capolavoro sarebbe stato lasciar passare il senso del film senza "spiegone": del resto è così che fanno i grandi scrittori.
Il film quindi lascia un senso di incompiutezza per cui non può certo essere definito un capolavoro.
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luca scial�
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martedì 3 luglio 2012
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la cinica e spietata guerra dei narcos
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Durante una delle sue solite battute di caccia, Llewelyn Mos trova uno scenario raccapricciante: alcune auto abbandonate circondate da cadaveri. Ma soprattutto, una valigetta contenente un mucchio di dollari e un carico di cocaina. Decide di prendere i soldi inconsapevole delle conseguenze del gesto. I Narcos si mettono alle sue calcagna, soprattutto di uno in particolare, folle e spietato.
I fratelli Coen ci parlano a modo loro della guerra tra i Narcotrafficanti che gongola spietatamente tra il Messico e il Texas. Un racconto cinico e spietato, una corsa folle su una giostra che sembra non fermarsi mai, con i soliti imprevisti tipici dei film dei due registi scandinavi.
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Durante una delle sue solite battute di caccia, Llewelyn Mos trova uno scenario raccapricciante: alcune auto abbandonate circondate da cadaveri. Ma soprattutto, una valigetta contenente un mucchio di dollari e un carico di cocaina. Decide di prendere i soldi inconsapevole delle conseguenze del gesto. I Narcos si mettono alle sue calcagna, soprattutto di uno in particolare, folle e spietato.
I fratelli Coen ci parlano a modo loro della guerra tra i Narcotrafficanti che gongola spietatamente tra il Messico e il Texas. Un racconto cinico e spietato, una corsa folle su una giostra che sembra non fermarsi mai, con i soliti imprevisti tipici dei film dei due registi scandinavi. Un ottimo Javier Bardem che da il volto e le gestualità a una sorta di Joker senza maschera.
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il_marco
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mercoledì 20 giugno 2012
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folle ritratto di una moderna frontiera
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Due sono i milioni di dollari in una valigetta trovata in un deserto e altrettanti sono gli uomini che ne desiderano bramosamente il contenuto. Una fuga, una corsa attraverso gli spazi sconfinati, aridi e afosi del deserto texano, quasi al limite del confine messicano. Sembrerebbe un caro vecchio Western alla Sergio Leone, ma qui siamo negli anni ottanta: ci sono automobili, fucili con silenziatori, motel e cimici elettroniche e non indiani, saloon e carrozze . Ma la barbara crudeltà non è per questo minore, qui umanizzata da un tenebroso e inpenetrabile Anton Chigurh, un killer su commissione intenzionato a recuperare la ricca valigetta, finita per caso tra le mani di un operaio, Llewelyn Moss, sposato con una graziosa fanciulla di nome Carla.
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Due sono i milioni di dollari in una valigetta trovata in un deserto e altrettanti sono gli uomini che ne desiderano bramosamente il contenuto. Una fuga, una corsa attraverso gli spazi sconfinati, aridi e afosi del deserto texano, quasi al limite del confine messicano. Sembrerebbe un caro vecchio Western alla Sergio Leone, ma qui siamo negli anni ottanta: ci sono automobili, fucili con silenziatori, motel e cimici elettroniche e non indiani, saloon e carrozze . Ma la barbara crudeltà non è per questo minore, qui umanizzata da un tenebroso e inpenetrabile Anton Chigurh, un killer su commissione intenzionato a recuperare la ricca valigetta, finita per caso tra le mani di un operaio, Llewelyn Moss, sposato con una graziosa fanciulla di nome Carla. Javier Bardem, meritatamente premio Oscar, interpreta quello che si può definire un personaggio angosciante e senza alcun briciolo di bontà, innarrestabile persino di fronte alla morte e di fronte alle suppliche; il caschetto scuro sulla testa è il tipico tocco grottescho alla Coen, che ne determina anche la caratterizzazione. Un pazzo che usa una bombola di ossigeno compresso per scassinare porte e uccidere persone e lascia il loro destino nelle mani di una moneta. Ma c'è anche un altro protagonista, lo sceriffo Bell (interpretato ottimamente da Tommy Lee Jones) che segue esterefatto tutte le vicende di sangue e, ormai in età pensionabile si sente inadeguato ai tempi, riconoscendo l'inumana violenza dei delitti. Il personaggio è sostanzialmente esterno alla trama principale, infatti non incontrerà mai di persona nè Anton nè Llewelyn. Si limita a commentarne gli episodi, una sorta di spettatore, come lo è il pubblico che sta visionando la pellicola. Il film si conclude con un suo stranissimo monologo onirico, che non ha alcuna attinenza con la trama nè un'apparente significato logico, lasciandoci perplessi e disorientati.
La regia dei più famosi fratelli registi d'america è molto raffinata e pignola, niente è lasciato al caso, complice una solida sceneggiatura e il romanzo dal quale è tratto il soggetto. Il film può essere interpretato in diverse chiavi e tutte sono tutt'altro che superficiali. La tensione e sunspance a momenti raggiunge livelli quasi insopportabili e ogni attore, anche i più marginali recitano egregiamente. Unica nota negativa è l'irritante lentezza di alcuni passaggi, che ne compromette una seconda visione. Insomma, un film non di facile comprensione e non per tutti ma certamente un capolavoro. 5 stelle pienamente meritate.
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nevets
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giovedì 3 maggio 2012
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il genio dei coen
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Uno dei migliori film che abbia mai visto. Un thriller atipico per molti versi che con il finale a sorpresa spiazza tutti . Infatti ci si aspetta lo scontro finale tra il killer e il fuggiasco ma questo non avviene,ci si aspetta che il cattivo come accade di solito viene punito ma anche questo non avviene , ci si aspetta che l'autorità locale abbia una propria utilità nel risolverre la situazione ma invece i Coen ci mostrano l'impotenza della legge nei confronti della criminalità. Bardem viene giustamente premiato con un oscar grazie ad una interpretazione magistrale che mette in scena un personaggio inquietante che non ha eguali in 100 anni di cinema. I paesaggi sono mozzafiato , i dialoghi sono avvincenti.
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Uno dei migliori film che abbia mai visto. Un thriller atipico per molti versi che con il finale a sorpresa spiazza tutti . Infatti ci si aspetta lo scontro finale tra il killer e il fuggiasco ma questo non avviene,ci si aspetta che il cattivo come accade di solito viene punito ma anche questo non avviene , ci si aspetta che l'autorità locale abbia una propria utilità nel risolverre la situazione ma invece i Coen ci mostrano l'impotenza della legge nei confronti della criminalità. Bardem viene giustamente premiato con un oscar grazie ad una interpretazione magistrale che mette in scena un personaggio inquietante che non ha eguali in 100 anni di cinema. I paesaggi sono mozzafiato , i dialoghi sono avvincenti. E' un film che va capito poichè ci sono molti significati che a prima vista possono sfuggire, dei significati profondi che non devono essere coperti dalla violenza che c'è nel film che molti criticano poichè ritenuta eccessiva ma che invece ci ricorda solo in che razza di mondo viviamo , un mondo che nella realtà è molto più spietato di qualsiasi violenza si possa rappresentare in un film.
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brando fioravanti
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mercoledì 28 marzo 2012
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straordinario
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Potrebbe oggi uno sceriffo andare in giro sensa pistola come si faceva nei tempi passati? No , non è più un paese per vecchi.Niente può fermare quello che sta per avvenire. La società sta cambiando. Uno sceriffo tenta invano di aiutare un uomo che si è messo nei guai per avere trovato una borsa piena di soldi. E alla fine si rassegnerà alla insufficenza del sistema. Il film è girato con grandissimo stile; tra i migliori della nuova generazione. I dialoghi secchi e incisivi come nei veccchi Western.
La quasi totale assensa di musiche e di rumori aumenta l'inquietudine delle atmosfere. Bravissimi gli attori, tra cui spicca javer bardem in un difficile ruolo di assasino lucido e coerente.
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Potrebbe oggi uno sceriffo andare in giro sensa pistola come si faceva nei tempi passati? No , non è più un paese per vecchi.Niente può fermare quello che sta per avvenire. La società sta cambiando. Uno sceriffo tenta invano di aiutare un uomo che si è messo nei guai per avere trovato una borsa piena di soldi. E alla fine si rassegnerà alla insufficenza del sistema. Il film è girato con grandissimo stile; tra i migliori della nuova generazione. I dialoghi secchi e incisivi come nei veccchi Western.
La quasi totale assensa di musiche e di rumori aumenta l'inquietudine delle atmosfere. Bravissimi gli attori, tra cui spicca javer bardem in un difficile ruolo di assasino lucido e coerente.
Brando fioravanti
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under
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domenica 12 febbraio 2012
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film incompreso.
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Un uomo va a caccia. Sulle tracce della preda si ritrova nel bel mezzo di uno scambio di droga finito male. Sono tutti morti. Ispeziona e tra i cadaveri trova una borsa, contenente 2 milioni di dollari. Un altro uomo è in arresto, uccide un funzionario della legge, un uomo a cui ruba la macchina e due uomini che gli offrono un lavoro: trovare una valigetta contenente 2 milioni di dollari. Lo sceriffo della contea, interpretato da un ottimo Tommy Lee Jones, è il narratore, e guarda le vicende della storia con crescente timore e disgusto, verso una società che continua a cambiare, e che piano piano si accorge di non poter gestire.
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Un uomo va a caccia. Sulle tracce della preda si ritrova nel bel mezzo di uno scambio di droga finito male. Sono tutti morti. Ispeziona e tra i cadaveri trova una borsa, contenente 2 milioni di dollari. Un altro uomo è in arresto, uccide un funzionario della legge, un uomo a cui ruba la macchina e due uomini che gli offrono un lavoro: trovare una valigetta contenente 2 milioni di dollari. Lo sceriffo della contea, interpretato da un ottimo Tommy Lee Jones, è il narratore, e guarda le vicende della storia con crescente timore e disgusto, verso una società che continua a cambiare, e che piano piano si accorge di non poter gestire. Gli uomini si ammazzano tra di loro per soldi, droga, ma anche per nessun motivo. E' per questo che lo sceriffo tenta di estraniarsi da questo mondo che non riesce più a comprendere, perchè farlo "significherebbe mettere a rischio la propria anima, dire OK, faccio parte di questo mondo."
I fratelli Coen sono in grado di sfornare un capolavoro senza tempo, una pietra miliare del cinema, che riprende parzialmente il concetto di "pulp" tarantiniano, trasformandolo però in un concetto morale: che tutto è affidato al caso. L'uomo è impotente di fronte alla casualità degli eventi, deve accettare le cose per come vanno, perchè "certe cose succedono, non posso farle tornare indietro." Film probabilmente sottovalutato dal pubblico, che lo vede come un'altra scusa per mostrare la violenza in tutte le sua facce, ma che in realtà mostra la cruda realtà, e anche il fatto che le cose possono benissimo andare in modo completamente diverso da quello che ci si aspettava. Vincitore di 4 premi oscar, tra cui miglior attore non protagonista (veramente meritato da un Javier Bardem perfettamente calato nella parte), è un film che merita di essere visto e rivisto, per assimilarne meglio quelle immagini, quelle scene e quei concetti che ad una prima occhiata possono apparire come mera violenza, ma che in realtà sono le basi per fare Il Grande Cinema
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denzel for ever
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lunedì 30 gennaio 2012
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anche se nn è cosi bello cm vogliono farci credere
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forse è l'unico film dei fratelli coehn insieme a Fratello dove sei?....che si puo almeno guardare......per me insieme a Tarantino sono i registi piu sopravalutati della storia del cinema...il film nn è brutto...si puo guardare..ma è senza infamia e senza lode
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underr
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venerdì 27 gennaio 2012
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film incompreso.
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Un uomo va a caccia. Sulle tracce della preda si ritrova nel bel mezzo di uno scambio di droga finito male. Sono tutti morti. Ispeziona e tra i cadaveri trova una borsa, contenente 2 milioni di dollari. Un altro uomo è in arresto, uccide un funzionario della legge, un uomo a cui ruba la macchina e due uomini che gli offrono un lavoro: trovare una valigetta contenente 2 milioni di dollari. Lo sceriffo della contea, interpretato da un ottimo Tommy Lee Jones, è il narratore, e guarda le vicende della storia con crescente timore e disgusto, verso una società che continua a cambiare, e che piano piano si accorge di non poter gestire. Gli uomini si ammazzano tra di loro per soldi, droga, ma anche per nessun motivo.
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Un uomo va a caccia. Sulle tracce della preda si ritrova nel bel mezzo di uno scambio di droga finito male. Sono tutti morti. Ispeziona e tra i cadaveri trova una borsa, contenente 2 milioni di dollari. Un altro uomo è in arresto, uccide un funzionario della legge, un uomo a cui ruba la macchina e due uomini che gli offrono un lavoro: trovare una valigetta contenente 2 milioni di dollari. Lo sceriffo della contea, interpretato da un ottimo Tommy Lee Jones, è il narratore, e guarda le vicende della storia con crescente timore e disgusto, verso una società che continua a cambiare, e che piano piano si accorge di non poter gestire. Gli uomini si ammazzano tra di loro per soldi, droga, ma anche per nessun motivo. E' per questo che lo sceriffo tenta di estraniarsi da questo mondo che non riesce più a comprendere, perchè farlo "significherebbe mettere a rischio la propria anima, dire OK, faccio parte di questo mondo."
I fratelli Coen sono in grado di sfornare un capolavoro senza tempo, una pietra miliare del cinema, che riprende parzialmente il concetto di "pulp" tarantiniano, trasformandolo però in un concetto morale: che tutto è affidato al caso. L'uomo è impotente di fronte alla casualità degli eventi, deve accettare le cose per come vanno, perchè "certe cose succedono, non posso farle tornare indietro." Film probabilmente sottovalutato dal pubblico, che lo vede come un'altra scusa per mostrare la violenza in tutte le sua facce, ma che in realtà mostra la cruda realtà, e anche il fatto che le cose possono benissimo andare in modo completamente diverso da quello che ci si aspettava. Vincitore di 4 premi oscar, tra cui miglior attore non protagonista (veramente meritato da un Javier Bardem perfettamente calato nella parte), è un film che merita di essere visto e rivisto, per assimilarne meglio quelle immagini, quelle scene e quei concetti che ad una prima occhiata possono apparire come mera violenza, ma che in realtà sono le basi per fare Il Grande Cinema.
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alessandro venier
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mercoledì 25 gennaio 2012
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nel profondo del texas, nel profondo del male
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Vince il male e, nello specifico, vince la banalità del male.
Trovatosi tra le mani una valigetta contenente due milioni di dollari, l'imprudente Moss (Brolin) decide di tenersi i soldi e intraprende una folle fuga che innesca un'imprevedibile reazione a catena. Sulle sue tracce, infatti, ci sono un killer spietato e folle (Bardem), un gruppo di messicani e un anziano e rassegnato sceriffo (Jones).
La caccia è spietata e i protagonisti sono pedine inghiottite da un destino oggettivo, che loro stessi si creano.
Al loro tredicesimo film i fratelli Coen recuperano quanto fatto in "Fargo" e creano, così, la loro opera più completa.
4 Oscar. Javier Bardem venne premiato come non protagonista, ma una menzione speciale è doverosa anche nei confronti di Tommy Lee Jones, mai così bravo.
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Vince il male e, nello specifico, vince la banalità del male.
Trovatosi tra le mani una valigetta contenente due milioni di dollari, l'imprudente Moss (Brolin) decide di tenersi i soldi e intraprende una folle fuga che innesca un'imprevedibile reazione a catena. Sulle sue tracce, infatti, ci sono un killer spietato e folle (Bardem), un gruppo di messicani e un anziano e rassegnato sceriffo (Jones).
La caccia è spietata e i protagonisti sono pedine inghiottite da un destino oggettivo, che loro stessi si creano.
Al loro tredicesimo film i fratelli Coen recuperano quanto fatto in "Fargo" e creano, così, la loro opera più completa.
4 Oscar. Javier Bardem venne premiato come non protagonista, ma una menzione speciale è doverosa anche nei confronti di Tommy Lee Jones, mai così bravo.
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filippo catani
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mercoledì 11 gennaio 2012
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uno splendido mix di generi cinematografici
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Texas occidentale 1980. Uno sbandato recupera una valigetta piena di dollari nel deserto che era parte di uno scambio di droga finito male. Da quel momento dovrà fare i conti con un killer psicopatico disposto a tutto pur di riavere i soldi. Intanto un anziano e disilluso sceriffo cerca di dare la caccia a entrambi.
Iniziamo con il dire che l'ambientazione è quanto di meglio ci potesse essere per un film del genere tra deserti e strade polverose. Quindi c'è la splendida caratterizzazione dei personaggi e un mix di generi tra dramma, thriller e battute da black commedy ma soprattutto è un film on the roas. Javier Bardem è a dir poco straordinario nell'interpretazione del killer psicopatico fatalista che si affida al testa o croce per decidere se uccidere o no le persone.
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Texas occidentale 1980. Uno sbandato recupera una valigetta piena di dollari nel deserto che era parte di uno scambio di droga finito male. Da quel momento dovrà fare i conti con un killer psicopatico disposto a tutto pur di riavere i soldi. Intanto un anziano e disilluso sceriffo cerca di dare la caccia a entrambi.
Iniziamo con il dire che l'ambientazione è quanto di meglio ci potesse essere per un film del genere tra deserti e strade polverose. Quindi c'è la splendida caratterizzazione dei personaggi e un mix di generi tra dramma, thriller e battute da black commedy ma soprattutto è un film on the roas. Javier Bardem è a dir poco straordinario nell'interpretazione del killer psicopatico fatalista che si affida al testa o croce per decidere se uccidere o no le persone. Allo stesso tempo grande pezzo di bravura anche per lo sceriffo Tommy Lee Jones sceriffo ormai rassegnato al peggio e che, dopo aver seguito il caso, deciderà di appendere la stella al chiodo. Un film che, al contrario di quanto spesso capita, rende piena giustizia all'opera omonima di Cormac McCarty. Alcuni dialoghi tra sceriffo e giovane recluta e tra il killer e alcune sue vittime sono da antologia.
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