Titolo originale | Descent |
Anno | 2007 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Talia Lugacy |
Attori | Rosario Dawson, Chad Faust, Marcus Patrick . |
Distribuzione | C.D.I. - Compagnia Distribuzione Internazionale |
MYmonetro | 1,67 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Maya è una giovane e bella universitaria vittima di uno stupro. Un giorno deciderà di vendicarsi.
CONSIGLIATO NO
|
La brava, diligente e un po' timida Maya, mentre cerca di riprendersi dalla delusione di una storia d'amore passata, s'imbatte in Jared, un infido collega universitario dal quale viene stuprata. Il terribile colpo inflittole porterà Maya a ritirarsi socialmente e ad escludere ogni tipo di rapporto umano fino all'incontro con il duro D.J. Adrian, il quale iniziandola al sesso promiscuo e alle droghe, infonderà in lei nuova forza e uno spietato sentimento di feroce vendetta.
Esile trama per un thriller mai uscito nelle sale italiane che, come lascia intendere sin da subito il titolo, non offre nessuna sorpresa se non quella di conoscere le pretese voyeristiche di una regista in erba. Talia Lugacy gioca senza successo con le pance degli spettatori tenendo nascosto nella manica, per oltre un'ora e mezza, una sorta d'asso da legge del taglione, capace di generare il vuoto per quasi l'intera durata del film (quella complessiva è di 100').
Le ambizioni estetiche non vanno mai oltre lo spiccio manierismo; saltano fuori fine a se stesse sotto forma di disorganici e stonati tagli di montaggio che conferiscono, a brevi tratti, un'atmosfera scarna e realista. La regia, invece, mantiene un approccio piuttosto statico che alterna sterili piani sequenza a enfatici primi piani, senza però rivelare mai nulla dei personaggi che restano poco credibili.
La superficialità narrativa crea delle crepe diegetiche entro cui la protagonista saltella in un bildungsroman che a singhiozzi ci racconta di una presa di coscienza piena di vuoti causali.
Capace di resistere alla logorroica pletora degli improbabili e invasivi dialoghi che rendono il film ancora più vacuo, Lugacy, compiaciuta dalle presunte nefandezze esibite, sopravvaluta il grado di morbosità azzardato attraverso cui vorrebbe muovere lo spettatore al disgusto, sbarrandogli la strada verso qualunque ironia. Ne risulta un film noioso, verboso e prevedibile che nel finale tenta di scendere nel torbido evocando atmosfere e meccanismi punitivi alla Hostel di Eli Roth (notevole l'artificio della brutale testiera del letto su cui si consuma la vendetta finale) e che non offre nulla se una fragile custodia all'esotica bellezza Dawson finalmente prestata ad atteggiamenti pruriginosi.
Film assolutamente da dimenticare. Banale, scontato e disgustoso. Meglio non dire altro, mi domando solo come la Dawson possa avere accettato un copione del genere.
Film decisamente sconclusionato, inutile, vuoto che non lascia nulla.Nella seconda parte e' adatto solo ad un pubblico adulto per le scene forti di sesso gay.Complessivamente film piu' che mediocre.Voto 5+
un film decisamente lento e noioso, sceneggiatura e regia pessima, doppiaggio mediocre... i 100 minuti più sprecati della mia vita!!! si salva solo la scena finale... "occhio per occhio"
noioso e sterile ,se non per la grave denuncia per legravi conseguenze psicologiche della violenza sessuale Brava la Dawson ,comunque.doppiatura da dimenticare e dialoghi puerili