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ignazio1975
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sabato 3 gennaio 2015
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monumentale
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Ogni tanto cerco di trovare un film più grandioso, ma non c'è nulla da fare.Tarantino lo ha definito l'enciclopedia del cinema e non posso che essere d'accordo con lui.
Grazie Maestro per il cinema che ci hai regalato e che resterà per sempre nella storia di questa sublime arte.
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ameliepoulain.
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giovedì 15 maggio 2014
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una lezione di cinema
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Una lezione di cinema.
Cosa dire di questa pietra miliare, di questa lezione di cinema da non sembrare riduttivo. Un'opera concepita per oltre dieci anni, che rappresenta la proiezione di ciò che è, o è stato fino a quel momento, il cinema, pregna di nostalgia per il tempo andato e rivolta sorpresa verso un futuro in cui stenta a riconoscersi. Proprio come lo sguardo del suo protagonista David “Noodles” Aaronson, interpretato da un magistrale ed immenso Robert De Niro. Emblematica, a tal riguardo, è la sequenza della stazione di New York nella quale Noodles prende il treno diretto a Buffalo per riapparire dopo ben trentacinque anni sulle note di Yesterday, che ancora più sottolinea la centralità della dimensione temporale.
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Una lezione di cinema.
Cosa dire di questa pietra miliare, di questa lezione di cinema da non sembrare riduttivo. Un'opera concepita per oltre dieci anni, che rappresenta la proiezione di ciò che è, o è stato fino a quel momento, il cinema, pregna di nostalgia per il tempo andato e rivolta sorpresa verso un futuro in cui stenta a riconoscersi. Proprio come lo sguardo del suo protagonista David “Noodles” Aaronson, interpretato da un magistrale ed immenso Robert De Niro. Emblematica, a tal riguardo, è la sequenza della stazione di New York nella quale Noodles prende il treno diretto a Buffalo per riapparire dopo ben trentacinque anni sulle note di Yesterday, che ancora più sottolinea la centralità della dimensione temporale. Il regista Sergio Leone ci trasporta, dunque, in una dimensione in cui passato, presente e futuro si intersecano alla perfezione coadiuvati da un sapiente uso del flashback e del flash forward.
Il film, tratto dal romanzo The Hoods, scritto nel 1952 da Harry Grey non narra semplicemente le imprese dei giovani gangster Max, Noodles, Patsy e Cockeye cresciuti a Brooklyn, ma è anche e soprattutto una storia di amicizia- come quella tra Max e Noodles – di amore, sia nella sua biblica sublimazione, sia nella sua accezione più violenta, oltre che di ambizione. Molteplici sono le chiavi di lettura di questo film, da annoverare tra i capolavori assoluti del cinema, tra tutte la teoria proustiana del sogno, secondo cui le vicende narrate negli anni sessanta altro non sarebbero che una proiezione onirica delle emozioni del protagonista e, dunque, un' allucinazione dovuta ai fumi dell'oppio, avvalorata dalla coincidenza tra scena iniziale e scena finale, dalla stessa musica di sottofondo – God Bless America- e dallo sguardo sollevato di Noodles al suo risveglio. In ogni caso, a prescindere dalle interpretazioni, C'era una volta in America è il film per eccellenza, un punto di riferimento che non mancherà di essere omaggiato e citato dal cinema a venire.
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tomdoniphon
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martedì 13 maggio 2014
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cinema allo stato puro
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Sicuramente il miglior film degli anni 80 e uno dei capolavori assoluti del cinema di tutti i tempi. Punto di arrivo della straordinaria carriera di Sergio Leone, il film rappresenta al meglio la sua idea di cinema, dove la storia ed i concetti sono trasmessi mediante le immagini e non viceversa; fondamentale, da questo punto di vista, l'uso della musica (ovviamente di Ennio Morricone): in tutta la Storia del Cinema, non esiste regista capace come Leone di abbinare magistralmente musica ed immagini. La musica, per Leone, è il principale narratore della storia. Per converso, il regista fa ricorso ai dialoghi soltanto quando questi risultano essenziali; e, proprio per questa ragione, le poche battute del film rimangono impresse indelebilmente nella memoria dello spettatore (basti citare la più nota: "Cosa hai fatto in tutti questi anni Noodles?" "Sono andato a letto presto").
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Sicuramente il miglior film degli anni 80 e uno dei capolavori assoluti del cinema di tutti i tempi. Punto di arrivo della straordinaria carriera di Sergio Leone, il film rappresenta al meglio la sua idea di cinema, dove la storia ed i concetti sono trasmessi mediante le immagini e non viceversa; fondamentale, da questo punto di vista, l'uso della musica (ovviamente di Ennio Morricone): in tutta la Storia del Cinema, non esiste regista capace come Leone di abbinare magistralmente musica ed immagini. La musica, per Leone, è il principale narratore della storia. Per converso, il regista fa ricorso ai dialoghi soltanto quando questi risultano essenziali; e, proprio per questa ragione, le poche battute del film rimangono impresse indelebilmente nella memoria dello spettatore (basti citare la più nota: "Cosa hai fatto in tutti questi anni Noodles?" "Sono andato a letto presto"). Al centro del film (che dura più di 200 minuti i quali, a differenza di molti altri film "brevi", se ne vanno in un soffio), c'è l'amicizia tra Noodles e Max, due piccoli gangster di New York, prima che una donna amata da entrambi li divida. La storia si dipana magistralmente (con continui salti in avanti ed indietro nel tempo) in tre fasi della vita dei due protagonisti: la loro adolescenza nel 1922, l'età adulta nel 1932 e la loro anziantà nel 1968. In questo modo, Leone traccia anche un suo personale ritratto di quell'America che ha saputo conoscere attraverso il grande cinema classico hollywoodiano. Per concludere, va ricordato che questo è purtroppo l'ultimo film che il grande regista potè dirigere, essendo egli scomparso mentre progettava "C'era una volta Leningrado", che (al pari del Napoleone di Kubrick) costituisce sicuramente il più grande film mancato della Storia del Cinema.
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renato clint ian mazza
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domenica 9 marzo 2014
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sono le 10:25 e io non ho più niente da perdere!
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Non poteva esserci canto del cigno più bello in assoluto di "C'era una volta in America " per Sergio Leone! Un film che ha avuto una gestazione lunghissima, complicata, ma la tenacia del regista originario di Torella dei Lombardi ha avuto la meglio sulle ritrosie della produzione, capitanata da Aaron Milchan. Un film che può essere interpretato secondo varie visioni, ognuno ha cercato di intenderlo secondo il suo personale punto di vista, ed è forse questo che lo stesso Leone voleva che accadesse. La presenza di attori fenomenali, in primis Robert De Niro in una delle sue prove più liriche ed emozionanti, nel ruolo del gangster David Aaronson "Noodles", di James Woods, alla sua prima grande prova, superata alla grande, Elizabeth M
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Non poteva esserci canto del cigno più bello in assoluto di "C'era una volta in America " per Sergio Leone! Un film che ha avuto una gestazione lunghissima, complicata, ma la tenacia del regista originario di Torella dei Lombardi ha avuto la meglio sulle ritrosie della produzione, capitanata da Aaron Milchan. Un film che può essere interpretato secondo varie visioni, ognuno ha cercato di intenderlo secondo il suo personale punto di vista, ed è forse questo che lo stesso Leone voleva che accadesse. La presenza di attori fenomenali, in primis Robert De Niro in una delle sue prove più liriche ed emozionanti, nel ruolo del gangster David Aaronson "Noodles", di James Woods, alla sua prima grande prova, superata alla grande, Elizabeth McGovern, una Deborah magnifica, un delizioso cammeo di Joe Pesci nel ruolo di Frankie Monaldi, e uno spassoso commissario di polizia di origine italiana intepretato da un grandissimo Danny Aiello, è uno dei punti forti del film! Le magnifiche scene della giovinezza di Noodles e Max, l'amore del primo verso la bella Deborah, il Cantico dei Cantici, la salita al potere dei quattro amici, orfani del piccolo Dominic, ucciso dal delinquente Bugsy, i colpi agli ordini della mafia, lo stupro di Noodles a Deborah dopo il rifiuto della donna verso l'incondizionato amore del suo vecchio amico, la "caduta degli dei", l'omaggio a Kubrick con l'utilizzo sagace e comico della "Gazza Ladra" di Rossini nella scena dello scambio delle culle nella clinica, l'atmosfera quasi trasognante e rassegnata nel finale del film, il rifiuto di Noodles di ammazzare Max che aveva "rubato" la sua vita, la misteriosa fine di Max e l'enigmatico sorriso finale nell'oppieria cinese di Noodles, fanno di questa pellicola uno dei capolavori del cinema italiano di tutti i tempi, se non addirittura il capolavoro assoluto! Un film che venne vergognosamente mutilato dalla produzione per il mercato statunitense e che negli ultimi anni è stato sottoposto ad un fedele restauro, che gli ha dato una nuova linfa, e l'aggiunta di scene tagliate nel 1984 alla prima uscita rendono ancora più bello il contesto! Un capolavoro senza tempo, che dopo 30 anni desta sempre meraviglia ogni volta che viene proiettato! EMOZIONANTE!
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dario
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sabato 8 marzo 2014
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strabordante
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Subito da rilevare che il flm si basa su una specie di rimpianto per il peggio degli anni Venti. C'è una malinconia, incredibilmente, verso ammazzamenti e brutalità varie, di cui si salva una certa mitica eleganza esteriore che Leone fa indossare a personaggi d'una volgarità essenziale incredibile. Intendiamoci, Leone parla in termini solo virtuali, così come fa nei suoi film western (brutalità e volgarità sono di plastica), ma certo l'impressione che alla fine sviluppi un gioco malvagio, irrazionale, per quanto melodrammatico, è evidente. La recitazione dei personaggi è conseguenza dell'impostazione di base, che è articolata quanto dispersiva e insopportabilmente superficiale: sono tutti mezzo imbambolati e hanno perennemente il fumetto attaccato alla bocca.
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Subito da rilevare che il flm si basa su una specie di rimpianto per il peggio degli anni Venti. C'è una malinconia, incredibilmente, verso ammazzamenti e brutalità varie, di cui si salva una certa mitica eleganza esteriore che Leone fa indossare a personaggi d'una volgarità essenziale incredibile. Intendiamoci, Leone parla in termini solo virtuali, così come fa nei suoi film western (brutalità e volgarità sono di plastica), ma certo l'impressione che alla fine sviluppi un gioco malvagio, irrazionale, per quanto melodrammatico, è evidente. La recitazione dei personaggi è conseguenza dell'impostazione di base, che è articolata quanto dispersiva e insopportabilmente superficiale: sono tutti mezzo imbambolati e hanno perennemente il fumetto attaccato alla bocca. Sicuramente funzionante il lavorio del regista nel tenere insieme il tutto, legandolo forte con l'intervento di musiche furbe, e belle, di scenografie stupende, di ambientazioni eleganti. Un lavorio da artigiano capace di confenzionare un poco pasticciato facendolo apparire chissà quale miracolo formale e sostanziale.
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jimmytower
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venerdì 22 novembre 2013
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romanzo per immagini di leone
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Questo è il film per eccellenza di Sergio Leone, uno dei massimi capolavori del cinema mondiale.
Lungo, lunghissimo, ma mai estenuante... La voglia di seguire il personaggio di Noodles, alla fine, rimane incollata allo spettatore, che non può distogliere gli occhi dal suo enigmatico sorriso finale.
Un'espressiore, quel sorriso, che sta a significare tutto: arriva alla fine del mondo, al 1968 da lui soltanto immaginato/sognato (vissuto? Sta a noi decidere), al pubblico in sala che quasi rabbrividisce per un attimo.
Perché C'era una volta in America è il cinema, con la c maiuscola: superbamente diretto e interpretato, mostra cosa sia la vita, cosa rappresenti il tempo, la percezione stessa di entrambi e l'intersecarsi continuo di questi due elementi.
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Questo è il film per eccellenza di Sergio Leone, uno dei massimi capolavori del cinema mondiale.
Lungo, lunghissimo, ma mai estenuante... La voglia di seguire il personaggio di Noodles, alla fine, rimane incollata allo spettatore, che non può distogliere gli occhi dal suo enigmatico sorriso finale.
Un'espressiore, quel sorriso, che sta a significare tutto: arriva alla fine del mondo, al 1968 da lui soltanto immaginato/sognato (vissuto? Sta a noi decidere), al pubblico in sala che quasi rabbrividisce per un attimo.
Perché C'era una volta in America è il cinema, con la c maiuscola: superbamente diretto e interpretato, mostra cosa sia la vita, cosa rappresenti il tempo, la percezione stessa di entrambi e l'intersecarsi continuo di questi due elementi.
A fronte di tali dettagli, stupisce quindi che la pellicola non duri anche di più: perché solo quando Noodles rifiuta di sparare al suo amico, allora può considerarsi davvero un uomo.
Ma lo diventerà davvero?
Mistero, su quel sorriso enigmatico di un regista profondamente disilluso, ma ancora speranzoso... Nonostante tutto.
Un grande romanzo per immagini.
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ginkgo16
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martedì 8 ottobre 2013
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capolavoro
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La versione extra è meravigliosa
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mario b.
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domenica 28 luglio 2013
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un film che riscoprì come nuovo...con il tempo ...
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Ho visto più volte questo film testamento di Sergio
Leone, che compie un'opera grandiosa, una trasposizione dei suoi sentimenti di uomo, con le sue
passioni, i suoi sogni che si realizzano come se il libro da cui trae spunto fosse un'auto biografia di cui lo stesso regista sembra essere il protagonista, al punto di arrivare ad affermare "C'ero una volta io" e' il mio film.....non si può che amare un artista quando ti da l'anima ! Chi se ne frega dei gossip dei litigi con gli attori,delle sue manie....ci ha rimasto un capolavoro cui attingere nei momenti di bisogno:
Ho visto il film a venti, trenta e 40 anni ...sempre immenso , crescendo come uomo insieme al film come se fosse un mio amico.
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Ho visto più volte questo film testamento di Sergio
Leone, che compie un'opera grandiosa, una trasposizione dei suoi sentimenti di uomo, con le sue
passioni, i suoi sogni che si realizzano come se il libro da cui trae spunto fosse un'auto biografia di cui lo stesso regista sembra essere il protagonista, al punto di arrivare ad affermare "C'ero una volta io" e' il mio film.....non si può che amare un artista quando ti da l'anima ! Chi se ne frega dei gossip dei litigi con gli attori,delle sue manie....ci ha rimasto un capolavoro cui attingere nei momenti di bisogno:
Ho visto il film a venti, trenta e 40 anni ...sempre immenso , crescendo come uomo insieme al film come se fosse un mio amico....mi ha commosso entusiasmato,, tenuto incollato sempre davanti al video sino alla fine, con le musiche del maestro Morricone che ti fermano il respiro, ci sono numerose chiavi di lettura, a seconda dell'età in cui ho visto il film, vi lascio solo l'ultima ....l'amore tra Noodles e Deborah, su cui il Maestro viene sorretto da una spiritualità sospetta, magari condizionato da una sua storia di vita..., non ha eguali nella storia del cinema e dell'opera....Giulietta è Romeo al cospetto appaiono come i giovani di oggi che si scambiano messagginI
i con il cellulare....
Il Cantico dei cantici.......è la ciliegina sulla torta, un fiore che spunta nel deserto fatto di violenza e opportunismo dove un uomo Noodles nonostante abbia compiuto una vita da gangster dissoluto, riscatta la sua anima riuscendo a maturare come uomo, passando per quelle forche caudine che ti fanno uomo:
Il dolore, la sofferenza e il tradimento di un amico e di una donna , riuscendo ad essere quello che più conta nella vita,un uomo libero.
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alb60
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venerdì 26 luglio 2013
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il capolavoro di un artista
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è facile dire che questo film è un capolavoro, ma non ci sono altre parole per esprimere la grandezza di questo fim e la grandezza dell'uomo che lo plasmò con le sue mani, quest' uomo era Sergio Leone .
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jacopo b98
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sabato 13 luglio 2013
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il capolavoro di leone
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Epopea americana di Noodles (De Niro da adulto, Tyler da bambino), cresciuto nel quartiere ebraico di New York, che con i suoi amici da bambino fa il boss del quartiere e da adulto diventa un gangster della città. Il gruppo di amici si dividerà per una donna (McGovern da adulta, Connelly da bambina) che Noodles vagheggia da bambino e stupra da adulto. Difficile è riassumere in poche righe la trama di questo film fiume capolavoro di Leone, pensato per tredici anni. Scritto da sei sceneggiatori tra cui il regista è una ricerca del tempo perduto americana, un’epopea, un’odissea in un’America che pian piano cambia e si trasforma. Perché se Noodles e i suoi amici sono i personaggi la vera protagonista della storia è l’America, New York in particolare.
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Epopea americana di Noodles (De Niro da adulto, Tyler da bambino), cresciuto nel quartiere ebraico di New York, che con i suoi amici da bambino fa il boss del quartiere e da adulto diventa un gangster della città. Il gruppo di amici si dividerà per una donna (McGovern da adulta, Connelly da bambina) che Noodles vagheggia da bambino e stupra da adulto. Difficile è riassumere in poche righe la trama di questo film fiume capolavoro di Leone, pensato per tredici anni. Scritto da sei sceneggiatori tra cui il regista è una ricerca del tempo perduto americana, un’epopea, un’odissea in un’America che pian piano cambia e si trasforma. Perché se Noodles e i suoi amici sono i personaggi la vera protagonista della storia è l’America, New York in particolare. Noodles è un personaggio complesso, un bambino mai cresciuto che, a quarant’anni, continua a comportarsi, con le donne e con tutti, come quando ne aveva dieci. La storia di un bambino che diventa adulto da vecchio e si accorge del fallimento solo quando si ritrova vecchio e pieno di rimpianti. E così il film assume una proporzione epica che gli permette di travalicare il tempo. È un compendio del cinema di Leone, ma anche, insieme a C’era una volta il West, il suo film più maturo. La Trilogia del Dollaro erano i capricci del bambino Leone. Le due opere citate costituiscono la maturità dell’autore che, con Giù la testa, realizza la Trilogia del Tempo. Le tre storie di uomini sconfitti dalla vita. Grazie anche alle splendide musiche di Ennio Morricone, alternate a motivi famosi, alcune scene travalicano la dimensione poetica per raggiungere quella epica, come la bellissima scena della morte di Dominic. Notevole la scelta di God Bless America come colonna sonora della scena finale. Attori eccezionali. Nell’84 fu distribuito nel mondo con la versione di 218’, in America, per volere del produttore, fu ridotto a 139’. Nel 2012 al Festival di Cannes è stata presentata una versione con 26’ in più, ora disponibile in una splendida edizione in DVD e Blu-Ray.
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