Titolo originale | Days of Heaven |
Anno | 1978 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Terrence Malick |
Attori | Brooke Adams, Richard Gere, Sam Shepard, Linda Manz, Robert J. Wilke, Jackie Shultis, Stuart Margolin Timothy Scott. |
Tag | Da vedere 1978 |
MYmonetro | 3,34 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 15 maggio 2017
L'operaio Bill fugge da Chicago dopo una lite con il datore di lavoro: porta con sé nel Midwest la fidanzata Abby e la sorellina Linda. Il film ha ottenuto 4 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto 2 David di Donatello, 2 candidature a Golden Globes,
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L'operaio Bill fugge da Chicago dopo una lite con il datore di lavoro: porta con sé nel Midwest la fidanzata Abby e la sorellina Linda. Trova un impiego presso la fattoria del giovane e ricco Chuck, il quale mette subito gli occhi su Abby. Per caso Bill viene a sapere che Chuck è condannato da un male incurabile e allora esorta Abby ad accettare l'offerta di matrimonio di costui. Così avviene e i tre emigrati si ritrovano ben presto a vivere negli agi. Ma quando Bill si accorge che Abby si è davvero innamorata del marito, cerca di riavvicinarla a sé. Ma Chuck si avvede della tresca e, in preda all'ira, dà fuoco alla fattoria e Bill lo uccide. Questi a sua volta farà una brutta fine.
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Bill e Abby sono due giovani innamorati che lasciano Chicago per andare a lavorare come braccianti nel Texas. Quando il padrone della terra si innamora di Abby, Bill fa di tutto per convincerla a sposarlo. Epilogo drammatico. Il secondo film di Terrence Malick è un'opera affascinante ed emozionante, che già mostra al pubblico di tutto il mondo, 20 anni prima di "La sottile [...] Vai alla recensione »
Dopo aver litigato con il suo capo in un'acciaieria di Chicago, Bill è costretto a cambiare lavoro e con la fidanzata Abby (che spaccia come sorella) e la piccola Linda (sorella reale) giungono in una vasta piantagione di grano nel Texas. Qui tra una giornata di duro lavoro e un'altra, scopre che l'ereditario di quella proprietà, Chuck, ha solo un anno di vita essendo afflitto [...] Vai alla recensione »
Seconda opera del decisamente poco prolifico, ma geniale, Terrence Malick (4 film in 30 anni). Partendo da un incipit che sgorga spensieratezza e speranza, che sa tanto di ragazzotti alla ricerca della "promise land", la storia si incrina su una fosca, maestosa tragedia da Vecchio Testamento, incardinata su una storia d'amore che non annoia, e vibra perturbata.
"Vai all'Ovest, ragazzo, e diventa grande con il Paese!". La celebre frase attribuita a Horace Greeley sembra perdere il proprio significato cinquant'anni dopo (siamo intorno al 1916) quando Bill (Richard Gere) operaio di fonderia a Chicago con qualche problema nei riguardi della legge decide di partire per il Texas in cerca di un altro lavoro.
Stati Uniti all'inizio del XX secolo. Un uomo fugge con la propria ragazza e una bimba dalla fabbrica dove lavorava a Chicago. I tre trovano lavoro in una fattoria. Venuto a sapere che il figlio del proprietario ha davanti a se pochi mesi di vita, l'uomo convince la compagna a sposarsi con il figlio del proprietario per poterne ereditare le sostanze.
Nel primo novecento l’operaio Bill (Gere), con la fidanzata Abby (Adams) e la sorellina Linda (Manz), lascia Chicago e va in Texas, dove comincia a lavorare come bracciante per un proprietario terriero (Shepard, bravissimo e malinconico). Il fattore si innamora di Abby e Bill, che fa finta di essere suo fratello gliela dà in sposa.
Splendido affresco dell'America rurale dei primi del '900. La raccolta del grano risalta tra le scene del film come un esempio di cinema, dove il documentario e la fiction si fondono perfettamente. Tutto il film è pervaso di un realismo interiore: i sentimenti dei personaggi si conoscono non tanto dai dialoghi quanto dalle immagini della natura che fa loro da sfondo: ora risplende di gioia quando giocano [...] Vai alla recensione »
Film bello. Una cosa che non ho apprezzato molto è stata la narrazione però ciò che mi ha colpito molto è stato il senso e il messaggio che ti lascia. Inizialmente non lo avevo colto, ma leggendo altre recensioni su internet ho compreso il significato. Ciò che essenzialmente cerca di comunicare è questo : che senso ha cercare continuamente ad avere di più? [...] Vai alla recensione »
Premio Oscar per la fotografia e il regista Terrence Malick premiato a Cannes per la migliore regia, sono sufficienti ragioni per raccomandare questo spettacolo a chi non lo ha visto. Un film di movimento ed azione, una storia d’amore e tradimento, di tanto lavoro, di tanta fatica. Uno spettacolo continuo di immagini stupende, anche le foto d’epoca che presentano il film nella coda d’inizio sono eccezionali [...] Vai alla recensione »
Allora, diciamo pure che è un remake di badlands. Se vogliamo essere gentili diciamo che è un'ideale prosecuzione, di Badlands. Se poi vogliamo essere ancora più gentili e un po' intellettuali diciamo che Malick riprende i temi che gli sono stati cari nel film di esordio e li approfondisce arricchendoli. Resta il nichilismo di fondo che comincia, pero', ad avvicinarsi [...] Vai alla recensione »
Non è il miglior film di Malick,nè è il più poetico e commovente e,seppur essendo accattivante,non esplora un'epopea melodrammatica col gusto dell'impresa."I Giorni del Cielo" è un melodramma rurale,incorniciato in una piantagione texana(ricreata in Canada),dove si svolge questa piccola storia di anime.
Viene da chiedersi: come mai Terence Mallick ha fatto due soli film in giovane età e poi è tornato in attività solo di recente? Perchè è un vero peccato. "I giorni del cielo" ricorda molto "Badlands", la sua opera prima. E, a tratti, addirittura "Picnic ad Hanging Rock", anche per l'epoca storica di cui tratta.
Chi scrive non ha avuto modo di vedere tutti i film di Malick(pochi, invero), ma"Days of Heaven"(1978)è emblematica di una maniera di vedere il mondo(esistenzialistica, in Malick, laureato in filosofia e studioso di Keirkegaard, Sartre, Heidegger)per cui l'Esistere prevale sull'Essere, ma che filmicamente si sostanzia , qui, non solo in riflessioni ma in immagini, dove è [...] Vai alla recensione »
Classico film di Malick, ridondante ed in fondo vacuo; nelle immagini, salti narrativi ed un Gere che si confermava scarso e monoespressivo attore già all'epoca.
Trama non particolarmente avvincente ma film molto godibile dal punto di vista estetico. Nel complesso film discreto che eccelle per due aspetti: fotografia (giustamente premiata con l'Oscar) e colonna sonora.
Storia di amore, libertà, conflitto di classe e ritratto di un'America antica e rurale. Pur essendo un film intelligente, "I giorni del cielo" non riesce a coinvolgere lo spettatore fino in fondo e risulta noioso, anche grazie alla voce narrante fuori campo. Attori in ottima forma e colonna sonora degna di nota.
Il rapporto tra uomo e natura, storie d'amore che si intrecciano, la quiete e la poesia che scivolano pian piano in dolore e tragedia, una fotografia superba che fa da sfondo a questo grande film di questo meraviglioso regista, alla sua opera seconda...