Anno | 1976 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 135 minuti |
Regia di | Giuliano Montaldo |
Attori | Michele Placido, Ingrid Thulin, Stefano Satta Flores, Dina Sassoli, Massimo Girotti Johnny Dorelli, Sergio Serafini, Ninetto Davoli, Gabriella Giorgelli, Antonio Piovanelli, William Berger, Gino Santercole, Aurore Clément, Flavio Bucci, Rosalino Cellamare, Alfredo Pea, Aldo Reggiani, Bruno Zanin, Mario Bardella, Laura Lenzi, Eleonora Giorgi, Manfred Freyberger, Peter Boom, Agla Marsili, Paolo Viola, Roger Worrod, Otello Prati, Piergiovanni Anchisi. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,07 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 10 aprile 2020
Una pacifica emiliana si vede portar via il marito dai tedeschi. L'uomo muore poi sotto i bombardamenti.
CONSIGLIATO SÌ
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Nella campagna ferrarese la lavandaia Agnese si vede prelevare dai tedeschi per la deportazione il marito che ha dato rifugio a un soldato sbandato. Rimasta vedova inizia a collaborare con i partigiani accettando anche incarichi pericolosi e prendendo progressivamente coraggio e coscienza di quanto accade.
Basandosi sul romanzo, in parte autobiografico, di Renata Viganò pubblicato nel 1949, Giuliano Montaldo racconta, con il rigore ma anche con il senso della partecipazione che gli è connaturato, il percorso di una donna negli anni dell'occupazione nazista.
Al momento dell'uscita nel 1976 era l'unico film che avesse una donna al centro della narrazione della Resistenza. Se, come ha affermato Michele Placido in un'intervista la Thulin era "un po' come quegli stranieri che amano il nostro Paese ma pensano che gli italiani lo rovinino... insomma sul set, con me, con Satta Flores, con Bucci era di una estrema freddezza per cui non veniva proprio voglia di accostarlesi" siamo di fronte all'ennesimo miracolo del cinema. Perché, grazie anche ad un ottimo doppiaggio con accenti emiliano/romagnoli, la sua interpretazione è di grande calore ed umanità.
Questa donna che pendeva dalle labbra del marito attivo nella Resistenza anche se ammalato, nel momento in cui si ritrova sola ed analfabeta sente di dover contribuire alla lotta contro chi ha dimenticato qualsiasi senso di pietà.
In un film che non esita a mettere in scena esecuzioni sommarie da entrambe le parti e che non rinuncia a raccontare il quotidiano che spinge alla convivenza personalità anche molto diverse sostenute da un ideale comune, è la cinica e irridente uccisione di un gatto ad accendere la fiamma della consapevolezza del bisogno di agire nella protagonista.
Montaldo, senza un briciolo di retorica, ci ricorda come abbia ragione chi ci ricorda che se oggi può essere facile fare i nostalgici in uno Stato democratico, essere democratici quando dominava il nazifascismo era impossibile e che, senza il sacrificio anche delle Agnese di ogni dove, la Storia ci avrebbe lasciato in quella condizione.
Una pacifica emiliana si vede portar via il marito dai tedeschi. L'uomo muore poi sotto i bombardamenti. La donna prende coscienza e si sente investita da una nuova fiamma eroica che la trasforma in una attivissima partigiana. Si rende molto utile ma alla fine diventa persino temeraria e viene uccisa.
L'AGNESE VA A MORIRE disponibile in DVD o BluRay |
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vale la pena di cercarlo in una biblioteca e vederlo: un bellissimo film, anche se straziante per il mio sentire. Ottimi gli interpreti e sempre da apprezzare la regia di Montaldo. L'ho visto oggi per la prima volta: forse è veramente un film scomodo se non lo ripresentano mai alla tv